NICO BERT/ e il consumo sono organizzati «per via di leggi e di regolamentb (96). Il tramonto inesorabile del capitalismo viene dedotto proprio da questa lenta ma inesorabile e progressiva «morte del mercato». La società che da quel tramonto si sviluppa non è la società socialista ma, corne nota l'anarcosindicalista Christian Comélissen, una sorta di capitalismo di Stato che ha delle profonde analogie con un regime sociale che noi abbiamo glà visto: il Medioevo (97). Tale regime scaturl!sce, secondo Proudhon, dallo sviluppo insanabile delle contraddizioni economiche e parallelamente dallo sviluppo incontrollato del «capitalismo irrazionale e instabile» (98). Questo capitalismo, ideale degU economisti liberisti, sfocia fatalmente in una concentrazione che .;i risolve in una formazione corporativa, in una «teudalità industriale> (99). Essa si precisa e si caratterizza da un «sistema di concession! governative e di monopoli di Stato, (e da) un sistema di corporazioni, che unisce insieme padroni e rappresentanti dei lavoratorb (100). Questa 'feudalità', a giudizi'o di Proudhon, non risolvendo alcune contraddiziol1!i, corne l'unione fra padroni e operai, sfocia a sua volta in un 'impero industriale' (101) che risolve non solo le antinomîe · economiche, ma anche quelle poli tico-nazionali. La distinzione proudhoniana fra «feudalità» e «impero industriale», è diretta a chiarire che la «teudalità>, qui chiaramente anticipatrice del regime economico fascista (il sistema delle corporazioni) (102), non risolve tutte le contraddizioni del cap1talismo (corne avverrà proprio nel fascismo) mentre l'«impero.», sotto questo aspetto, è miglior "'mezzo di accentramento> (103) ed è quindi più perfezionato. L'analogia, sotto 11profilo (96) F. S. Merlino, Pro e Contro .. ., p. 174. (97) C. Cornélissen, Théorie de la valeur. Avec une réfutation des théories de- Rodbertus, Karl Marx, Stanley, Jevons e Boehm-Buork, Parigl, Brière, 1913, p. 306. (98) P. Proudhon, Manuel du spéculateur, p. VII. (99) Ibidem. (100) Ibid., p. VIII. (101) Ibid., p. IX. (102) C. Gurvitch scrive che questo passe di Proudhon anticipa chiaramente il totaJit3.rlsmo fascista. Cfr. G. Gurvitch, Les fonda~ fraDçala de la sociologie contemporaine, II, ProudhoQ. Paris, C.D.U., 1955, p. 54. (102) P. J. Proudhon, Manuel du spéculateur ... , p. IX. 100
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