LUCIANO LANZA interessi unitari della produzione, le Corporazioni possono dettare norme obbligatorie sulla disciplina dei rapport! di lavoro e anche sul coordinamento della produzione tutte le volte che ne abbiano avuto i necesari poteri dalle associazioni collegate». Queste dichiarazioni general! vengono pero nella pratica ampiamente disattese. La politica economica molto spesso si attua indipendentemente dal parere del Consiglio Nazionale delle Corporazioni che viene interpellato solo saltuariamente su provvedimenti secondari, e talvolta per sancire decision! gia adottate. Cio non toglie che !'idea corporativa stimolasse un ampio dibattito tra studios! ed economist!, soprattutto tra i giovani intellecttuali del regime che volevano sviluppare un corporativismo che non fosse solamente amministrativo e burocratico. Queste idee chiariscono, in una certa misura, 11 diaframma (non superato) tra aspirazioni e realizzazioni del fascismo. Ad esempio, lo stesso Ministro delle Corporazioni, Botta!, «sconfesso" Ugo Spirito, giovane economista la cui teorizzazione di un corporativismo proprietario e imprenditore era evidentemente troppo «fascista» per ii regime. La «pianificazione del grande spazio» e la divisione internazionale del lavoro GLI ANNI Trenta vedono il fiorire in quasi tutti i Paesi industrializzati, di tendenze pianiflcatrici che mettono 1n discussione n dogma liberistico del laissez faire. Questo vale per !'America del New Deal, per la Gran Bretagna influenzata dal pensiero keinesiano e soprattutto per l'Italia e la Germania. La pianificazione, nelle intenzioni dei teorici fascist! e nelle sue realizzazioni, doveva mirare a creare un «ordine nuovo» destinato a soppiantare l'economia capitalistica. Al «libero gioco:1>del mercato si vuole sostituire la di'stribuzione pianificata dallo stato. E' indubbio, come abbiamo visto, che dopo l'avvento del fascismo l'intervento dello stato, come pianificatore e operatore economica, diventa preponderante ed il finanziamento industriale si realizza soprattutto con denaro pubblico. 11 «modello economico fascista», perche di modelio si tratta, nasce e ~; sviluppa dalla crisi del sistema capitalistico, dalle deficienze croniche da esso generate e soprattutto dalla mancanza di un modello di sviluppo alternativo, nonche dalla necessita di tenere presenti le resistenze che il «grande capitale» 78
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