Interrogations - anno II - n. 4 - settembre 1975

ROBERTO AMBROSOLI di sè nemmeno il 50 % delle cooperative di produzione e lavoro. E' interessante notare, pero, che, là dove l'organizzazione è presenta, è in atto una forte tendenza al superamento della «polvorizzazione», con la riunione delle varie società in consorzi reciprocamente integrati, e di conseguenza l'aumento del numero dei soci e del volume d'affari. Il fatturato dell'Associazione Nazionale Cooperative di Produzione e Lavoro (Lega), ad esempio, è stato nel 1973 di 322 miliardi (23). Anche qui, cioè, si assiste all'evoluzione dell'associazionismo verso forme imprenditoriali, in grado di svolgere funzioni assai important! all'interno del tessuto economico nazionale. Infatti i «clienti» di queste grosse cooperative (che operano in genere nell'edillzia) sono elettivamente lo stato e gli enti pubblici, dai quali ricevono in appalto la costruzione di infrastrutture sociali: case popolari, scuole, eccetera. Un esempio tlpico di questa evoluzione del settore è rappresentato dalla Cooperativa Muratori e Cementisti (CMC) di Ravenna che impiega 1.120 soci-dipendenti e sviluppa un fatturato di quasi 22 miliardi di lire all'anno (24). C) Un discorso simile puo essere fatto per il settore AGRICOLO, in cui le cooperative non aderenti a nessuna delle centrali nazionali sono circa il 50 % del totale, corne per il settore produzione e lavoro. Anche qui, tale relativamente bassa percentuale di organizzazione è da attribulrsi al sopravvlvere dl molte società a scarso contenuto tecnoburocratico, perchè limitate all'ottenimento del puro e semplice vantagglo mutualistico connesso con la ragione sociale. Inoltre, c'è da rilevare che. specie negli ultimi anni, la frequente concesslone da parte dello stato dl agevolazioni creditizie alle cooparatlve ha stimolato la crescita di associazioni formate da imprenditori agricoli, il cul mutualismo sl esaurisce nell'unico scopo dl ottenere i finanzlamenti pubblici. Comunque, laddove sono presentl la CCI o la Lega, le cose stanno dlversamente. La cooperazione agricola è fortemente lntegrata con quella di credito e, soprattutto, con quella di consumo, diventando un pilastro della distribuzione su larga scala dei prodotti alimentari, grezzi o varlamente manlpolati. L'entità di tale distribuzione è ancora inferiore a quella che si realizza ln altri paesi europei, ma il grado dl lntegrazione è (23) Ilario Bianco, !oc. clt. (24) .CMC, Bozza riassuntlva di proposte relative al bllanclo dl previsione 1974, Ravenna 1971. 70

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==