Interrogations - anno II - n. 4 - settembre 1975

MOVIMENTO COOPERATIVO c1tars1 per un meccanismo esterno, in quanto. se l'attività svolta in comune è socialmente subordinata, continua per questo ad essere remunerata ai livelli inferlori della scala dei redditl, se pur leggermente più elevati di quelli ottenibili senza cooperazione. Viceversa, se tale attività è privilegiata, all'interno dell'ordine sociale in cui si svolge, l'esercizio della mutuautà non fa che sancire tale privilegio, dando ad esso l'opportunità di consolidarsi in forme di maggiore efficienza. Proprio per questa sua strutturale «neutralità», la cooperazione ha potuto espandersi internazionalmente, inserendosi senza frizione nelle strutture sociali di cui avrebbe dovuto, invece, provocare la trasformazlone egualltaria. Le conseguenze organizzative e sociologiche di tale espansione, cioè l'evoluzione in senso tecnoburocratlco delle cooperatlve moderne, sono l'aspetto che, in questa secte, più ci interessa mettere in evidenza, e costituiranno l'argomento dei paragrafi seguenti. Che poi la sorte della mutualità non possa essere che questa, che non •sia possibile cioè organizzare la cooperazione in mOdo da evitarle sia l'irrilevanza emancipatrice, sia la formazione, al suo· interno, di un nuovo sfruttamento, non è cosa da potetsi affermare · oct escludere a priori (4). Comunque, è un discorso che esula dai limiti di questa nostra trattazione. ':t. Rilevanza int~rnazionale della cooperazione P ER AVERE un'idea immediata dell'estensione attuale del fenomeno cooperativo, basterà riportare i dati del Bureau International du travail (5), riguardanti le società iscritta a.Il'ACI (Alleanza Cooperativa Internazionale) e quindi non necessariamente tutte le società esistenti al mondo. Nel 1970, le cooperatlve affilia.te erano ben 630.000, con un numero di soci pari a 305 milioni E!, un giro d'affari complessivo di 120.000 mmardi 'cti lire italiane. Sono cifre di tutto rispetto, alla cui formazione contr~buiscono praticamente tutti i paesi della terra, terzo mondo compreso, senza distinzione di condizioni di sviluppo. Lâ cooperazione è infatti diffusa negli Stati Uniti (45 milloni . <4, Vedasi quanto afferma sulle dimensioni delle cooperat!ve e sulla posslbilità dl· matttenerse la «democrazia» al lorn Interna Henrik F. Infleld, nana Utopla aile rlforme (ed. Comunltà, 1956/. (5) Repe:torio Internazlonale delle Or!)"anlzzazioni Cooperatlve, Bureau International du Travail, 1970. 57

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