CONTRO LA STORIA del movimento anarchico. Sotto questo aspetto tale genesi è, più che una nascita, una rinascita, o meglio, un impossibile ritorno. James Joll, per esempio, coniugando la componente dell'eresia con quelle della ragione, come cause concomitanti al fiorire dell'anarchismo, ravvise nella prima la ricorrente caratteristica di quei movimenti che poggiano e la rivendicazione di una riforme sociale sulla fede nella possibilità immediata del Millenio, una combinazione del Secondo Avvento e del ritorno all'Età dell'oro nel Paradiso terrestre > (6). La tesi è suggestiva, ma debole e superficiale nelle sue argomentazioni. Essa è la conseguenza di uno lettura frettolosa e parziale dell'ideologia. anarchica. Quest'ultima rifiutando e negando la supposta. validità delle leggi, sembra nega.re per contro, anche la complessità della vita socia.le : un mondo senze leggi non può che essere un mondo strutturalmente povero, socialmente amorfo, culturalmente semplice. Questi caratteri sono compresi nella lettura della dottrina libertaria. come suoi elementi naturali e costanti, rivelando cosi, per riflesso, la maldestra prospettiva. dell'ottica del potere : l'impossibilità di concepire una vita sociale ricca e complessa. fuori dalla tutela dominatrice delle leggi (7). Esaminiamo ora con particolare attenzione (data la sua universalità presso gli storici del potere) questa tesi genera.le Interpretativa., al fine di comprovarne l'incapacità a spiega.re completamente la genesi ~ell'a.narchismo. Si tratta, ad esempio, di vedere in quale misure e in quale modo l'anarchismo è caratteristico di paesi arretrati come per esempio l'Italia e la Spagna del tempo. Intendiamoci, nessuno vuol negare che l'Italia e la Spagna di allora non fossero economicamente arretrate, rispetto ad altro paesi europei, ma solo rimettere in discussione tale automatico abbinamento, soprattutto per (6) J. Joll, Gll anarchici. .., p. 19. (7) Scrive ancora Joll « Gli anarchici concordano nel supporre che nella. nuova. società regneranno una. semplicità e una frugalità estreme, e gli uomini sa.ranno ben lieti di disfarsi delle conquiste tecniche dell'era. Industriale, il loro pensiero sembra. spesso poggia.re sulla visione romantica. e tradizionalista di una. perduta società idealizzata di artigiani e contadini, e sulla condanna. irrevocabile dell'organizzazione socia.le ed economica contemporanea.». Ibld., p. 360. A fronte di questa tesi superficiale vi è, per esempio, la complessa e raffinata. concezione kropotkinlana della tecnologia, messa In r!l!evo dal sociologo e urbanista americano Lewis Mumford. Cfr. Mumford, La città nella storia, Milano, Comunità, 1964, pp. 639-640. Su questo stesso argomento si veda anche il saggio di C. Doglio, L'equivoco della clttàrtardlno, Napol!, RL, 1953, pp. 33-43 (nuova edizone : Firenze, Crescita Pol!t!ca, 1974). 97
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