Interrogations - anno II - n. 2 - marzo 1975

Genesi e natura di classe dell'anarchismo B uoNAPARTEdella storiografia concorda nell'assegnare una causa precisa alla genesi dell'anarchismo. Tale causa è individuata generalmente in un duplice momento: da una parte l'arretratezza socio-economica, che fa da humus congeniale, dall'altra il contesto storico-dinamico che vede il passaggio da economie precapitalistiche alla forma moderna di industrializzazione. Questo contesto, che interessa gran parte dei paesi europei, costituisce la cornice naturale dell'anarchismo. Esso è quindi q: un prpdotto dell'Ottocento. E', in parte, il riflesso dello scontro fra le macchine della rivoluzione industriale e una società artigiana e contadina » (3). Ne deriva un modo di concepire il mondo e la storia propria di classi sociali che sono rivolte con lo sguardo al passato, invece che all'avvenire. Gli anarchici, infatti, q: trovarono seguito soprattuto in quelle classi sociali che, incapaci di adattarsi alla tendenze storica dominante, andavano perdendo influenza e consistenza» (4). L'anarchismo divenne cosi « un movimento di diseredati, di elementi respinti al margine della storia del progresso materiale del diciannovesimi secolo» (5). Le interpretazioni sopra esposte riassumono, in un certo senso, esemplarmente, l'opinione di quanti leggono in chiave mitica, arcaica e financo poetica, la genesi del pensiero e La cura di], Gli anarchici, Torino, UTET, 1971, p. 14), e poi, dopo pochi mesi, afferma « « Il bakunlnismo, per la maggior semplicità delle sue concezioni (...) si impose organizzativa.mente In alcuni paesi e regioni sottosviluppati, dimostrando d'essere non soltanto l'espressione propria dell'arretratezza economica e dell'avventurismo politico ... », cfr. Marx-Engels, Marx-lsmo e anarchismo, Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 17. Sull'Interpretazione dell'anarchismo come espressione del mondo contadino vi è la nota tesi di Ala.In Sergent e Claude Harmel, Hlstoire de !'anarchie, Parls. Editions le Portulan, 1949, voi. I, giustamente criticata da Leo Valiani, In «Movimento operalo», Milano, 1952, n. 1, pp. 161-165 ; a questi si possono aggiungere il tedesco Franz Brupbacher il qual~. vede un abbinamento fra anarchismo e strutture socio-economiche artigianali. Cfr. F. Brupbacher, Marx und Bakunln, Berlln, Wl!mersdorf, 1922, p. 60 e sgg., 240 e sgg., e Il politologo marxista Antonio Negri che Invece Interpreta l'anarchismo come « ribellismo sottoproletario», cfr. A. Negri (a cura di), Scienze politiche I (Stato e politica), Milano, Enciclopedia Feltrinell1 Fischer, Feltrlne111 Editore, 1970, Voce «Anarchismo», p.. 15. (3) J. Joll, Gli anarchici, Milano, Il Saggiatore 11°, 1970, p. 11. (4) G. Woodcock, L'anarchia. Storia delle idee e del movimenti libertari, Milano, Feltrlnelli, 1966, p. 415. Su queste Interpretazioni si veda la critica di Daniel Guérin. Cfr. D. Guérln, L'anarchismo dalla dottrina all'azione, Roma, Samonà e Savelli, 1969, pp. 167-168. (5) G. Woodcock, L'anarchia. Storia delle idee ..., 415. ·96

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