CONTRO LA STORIA radicali e reazionari, liberali e progressisti sono tutti concordi nell'assegnare all'anarchismo innanzi tutto una dimensione utopistica. Ne consegue che se la storia umana è state finora storia di potere, una storia dell'anarchismo è una non-storia. Il suo porsi contro lo Stato e quindi contro la formazione storico-politica della civiltà moderna, il suo negare validità rivoluzionaria « al modo stesso di presentarsi della rivoluzione socialista~ (1), il suo essere elemento perenne di sovversione e di perturbazione dell'ordine costituito, sia questo capitalista o « socialista ~. tutto ciò rende estremamente arduo il compito delle storiografie del potere. Per spiegare questa non-storia gli storici del potere hanno elaborato spiegazioni su spiegazioni. Accettabili alcune, in parte, per quanto riguarda una ricostruzione dinamica dei fatti, sono tutte invece estremamente eteree ed evanescenti, sotto il profilo di una spiegazione interna del soggetto storico in esame. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Se l'anarchismo è una non-storia, la sue autonomia non esiste, le ragioni della sua esistenza bisogna cercarle altrove. Da qui l'accavallarsi confuso e contraddittorio delle interpretazioni : l'anarchismo diventa contemporaneamente espressione delle masse contadine, della piccola-borghesia, del sottoproletariato, delle forme primitive di ribellione sociale, degli artigiani in lotta contro l'industrializzazione, del banditismo sociale, degli emigrati emarginati, della classe operaia non organizzata, degli intellettuali bohèmiens di fine secolo, dei terrorismo a più versioni, ecc., ecc. Ognuna di queste definizioni, assolutizzando solo aspetti sociologici parziali dell'anarchismo, legati cioè a tempi e modi particolari di esso , ha elevato a canone interpretativo storiografico la parte per il tutto (2). Per ricomporre i guasti di tanto scempio bisogna ricondurre l'anarchismo alla sua molteplice estensione spaziale che si identifica con il suo peculiare carattere internazionalista, riesaminandolo inoltre prospetticamente nell'arco complessivo del suo sviluppo storico : occorre cioè restituirgli i caratteri spazio -- temporali che gli sono propri. , (1) E. Santarelli, Il socialismo anarchico In Italia, Milano, Feltrinelll, 1973, p. 20. Più sopra Il Santarell1 scrive « SI pone, innanzitutto, la questione della legittimità di una storia dell'anarchismo. E' possibile concepire la storia di un'Idea e di un movimento che negano In forme utopistiche e la società capitalistica, e, dopo Il 1917 anche la nuova società socialista ? » Ibidem. Santarelli conclude affermando che solo Il marxismo è In grado di spiegare la storia dell'anarchismo. (Ibld, p. 23.) (2) SI vedano, per esempio, le contraddittorie Interpretazioni di Gian Mario Bravo. Questi prima scrive che è « errato vedere nell'anarchismo Il «romanzesco», Il legame con l'arretratezza economica» (cfr. G. M. Bravo 95
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