BERTOLO/LANZÁ. successivamente un istituto per l;aéquisizioñe deile imprése da parte dello stato. Si sancisce in altre parole le volanta política di immettere lo stato nell'economia con metodi e forme permanente, non piu occasionali e di urgenza. Consapevolmente o meno, la «nuova classe» tecno-burocratica usa strumentalmente la crisi capitalistica e l'ideologia fascista per accrescere e stabilizzare 11proprio potere. In conseguenza della guerra l'I.R.I. subi perdite decisamente piu elevate di qualsiasi altro gruppo industriale, soprattutto a causa della concentrazione dei suoi interessi nella notta mercant11e, nelle industrie metallurgiche, nella meccanica pesante e nei settori elettrico e telegrafico, che risentirono tutti di gravi distruzioni (7). Inoltre bisognava riconvertire buona parte della produzione delle industrie belliche . . Alle difficolta tecniche si assommarono quelle politiche; !'ente nel primo dopoguerra fu oggetto di serrate critiche, tendenti alla sua riprivatizzazione o ad un drastico suo ridimensionamento. La linea che prevalse fu quena del mantenimento, anzi del potenziamento dell'I.R.I. Le motivazioni che spinsero a questa scelta le ritroviamo nel «Rapporto della Commissione economica all' Assemblea Costituente» (8). In questo rapporto, tra l'altro, si legge: « ... O si ipotizza 11 ritorno ad un'economia di mercato, in cui si realizzano sia pure approssimativamente le condizioni teoriche della concorrenza ed in tale caso, evidentemente, l'I.R.I. non avrebbe ragioni di esistere . . . All'estremo opposto, cioe in una economía collettivista, nemmeno si riesce a vedere una funzione ut11e da parte dell'I.R.I. Lo stato collettivista, almeno nella sua configurazione pura, non ha bisogno di queste forme ibride di controllo e di pianificazione, che sono concepibili solo la dove l'azione statale si svolge in un ambiente organizzato prevalentemente. con criteri capitalistici. Si e visto, anzi, che l'argomento fondamentale additato dai fautori dell'I.R.I. (e in genere dall'azionariato di stato) e appunto quello del vantaggio di una manovra statale attuata nelle forme e con i metodi della organizzazione produttiva capitalistlca . . . Si ritiene da una parte dei commissari (7) Nel settore telefonico fu distrutto il 15 % delle centrali e 11 17 % de!le reti urbane; nel settore della navigazione mercantile, su 221 navi per un totale di 1.446.000 t.s.l. del 1943, ne rimasero a guena finita solo 24 per un totg,le di t.s.l. 194,000. (8) Ministero per la Costituente, Ra.pporto della Commlsslone economica all'Assemblea Costituente. Roma, Istituto Poligraflco dello stato, 1947. 82
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