Iniziativa democratica - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1952

Gennaio 1952 INIZIATIVA DEMOCRATICA Fag. 3 '-l eµ;li uhimi giorni dell'anno trascorso hi 1~ 1,0110 tt:nuti due Cou:;rci,si, particolarmcn· te interessanti, intorno a temi legati alla politica s,·olaf\l ira: in Roma quello degli insegnanti t~anolici della ~ruola mcdiu organizzati neUa UCI IM. in Livorno quello degli insegnanti di ohh,•dien1.a t-.talinii\ta delle Scuolè di ogni ordine l' grado. orguniz.rnt1 nella Unione Profcssionulc dclln St·uola. filiazione csfSI Sll·t-sa dd P.C.I. CATTOLICI E COMUNISTI A CONVEGNO :~cuoia aimar~ini di ALDO MORO Insegnanti per la società * Non s, pt«:> certo dire che non vi sia in tali.a un certo interesse nell'opinione publica per i problemi detla scuola. Ne è stimonianza lci partecipazione larga e eria. e anche fuori del campo proprio Con una ('OÌn(·idenza., che non può labl·iata <:ad,•rr nd ..,j\enzio. rano t' raliro Congrc~so non si .!'Ono limitati all1• qucsrioni di categoria cld µL·rsonal(• cloct!nll; in un ambito nctcssariamcntt: ristretto, mn hanno poILailscuola, rivolgendosi ai problemi strutturali della società, è c~iama'.a a colmare il distacco tra la cultura e la vita, a togliere le classi medie dòl ,loro disorientamento in una solidarietà di base con le_classi lavoratrici egli uomini delta sct,ola, alle indagini reparatorie della progettata riforma e la ivacità della polemica relativa alla scuofto il problenrn della Scuola non tanto ('Ome La ~ruola italiana t~ gli ioH•~nunti italiani proUlemn di scllOrt· quanto conw problema hJnuo dunque nei 8Udd<"lt1 du-e Congrn,-.i 1110• della mtcrJ \azione, mettendo in evidenza: btrato di voler a~similare e far propri i proroni-J.pc, ole1.;.u dt.·i rapporti l· rnenlc orientata in un (lUadro 1,luta poeiiliYu• ckntc consapevolezza Ja µartè <ld pacbc del democratico e ,·.irattcrc fondumcntale e basilari: per la codi Stato ed a quella Hbera ch'è un 11100, bene/tè alquanto unilaterale, per maif estare apprezzamento ed interessamenper la scuola senza aggettivi, per i >roblemi di educazione che si propongono nel nostro Paese. Eppure non mi sentirei di dire che in Italia la scuola sia assunta, come dovrebbe essere, qtLale punto cent-rale del nostro sistema morale e politico, quale lo str11mento più alto per una umail Con~n•sso di Livorno partil'olarmcn- blt.·mi dello :")tJIO democratico itulia110. <.onte il rapporlo tra la Scuoln e \u 1•lcvuzio,w !;idcnmdoli per l"in~·idcnza e !"influenza che della clnsst! lavoratricl· (« operai cd echu·ato- la loro soluziont: può avere sulla efficacia e ri )> cru intitolato il fondo (h•1l"Ava111i! del 28 ~ull,indirizco ddl'a.tiOnl' c<lucath•a. dicembre, dovuto al prof. \Vidnrnrl: "\atur.:tlmcntc d1vcr:,o ;, il giudizio che ~i - Il Con~rcb~u d1·ll"LICI1\1. n111·11rl.l più .1 deq• dart• non più ....ulla pobiziont• di µart,:nza fondo, il rnpporto g1.~1wrnl,-.t.ra In -..;n,ola ,. dei dut Congressi. ma :,ul loro l'Ol1tt!nuto: la romunità nazionale. prn:ht' nell'uno, in (Jlwllo df'H"l Cll\l, la na formazione della nostra comunità nazionale, q1,ale !"ambiente più favorevole per risolvere tutti i problemi, anche que!!i sociali e politici, per soddisfare L'ansia ch'è in tutt, di 1m 1,10ndo migliore. L'inte- -resse per la sc1L01Ct è troppe volte egoist,co. Da esso si attendono troppe cose che essa non può o non deve dCtre e magari utititn e possibilito che sono, se mai, soltnnto il naturale corrispettivo del retto e disinteressato ftmzionamento delle istituziom scolastiche. Un atteggiamento insomma utopistico o narncolist,co o grettamente , interessato. S'intende bene perciò come per il corpo insegnante, che è l'anima della sétwìa, e proprw in tutti gli ordini e gradi di essa, non v, ~ta quel rispetto, quella fiducia, quella comprensione che aiutano chi affronta la quotidiana fatica di una permanente freschezza e vivacità spirituale e in certo modo ricom,ncfo ogm giorno dn e~-a l)ono clu ripromettersi un rafforzamcn• to in gcnl'rt.' dello spirito democratico e in p.irticolart..· u11 rnfforz::imeoto della partecipaiiont.· pèrblt.1::ia ::illc istituzioni democratiche da parie delle clnbeii medie iwlinne, sino :.,cl ot:.~i t.tnto • im,icurc t: incerte nei loro aucg· 1,?;iunwnt1poli!i('i: ndl"allro. irncce. in quello dc-.r•li insegnanti (.'Omunisti, questa conoapc· , o~•.t.ta dcll'influei:..o in duplice :icnso tra Seui,- lu t· ambicnh• -,ol'i.:dc i· 01au1 orit.·nluta in r.;en- ~o ~mtagouiblil·O alh.· attuali isti111✓.ioni demo- ' r..11j\•lu-. andw eit.· la ,1ppu~iziont.' irriduciliill! ~i , uol 11H1'-(·ht·ntrt",nd ...,l'lton· bcolastico, di ei-.pr,•..,~ioni , l·rbali 1radi1.:ionalmenlc liberali. (.0111unqt1L', quall' the .,ia la din•1,ione d,•1l"orit'ntamento pn•:..1·cho lin ....cnso positivo, o in ...,1.·m,oantago11i ....1a. o in po ..... i tionc problcnrntit·a), da 1>:trl1.•degli inbe~nanti italiani cli fronte allo Stato J1..·mo(·rati<·o italiano, cerio è clu· l:t scuola i1aliona. in ogni !--UO ordine• 1• i:::rado. mostra· st=nrpn• più di inlcndcrc la l'C· ('Ct- .. il:"i cli rivolger1.• un aclc~ualo intert:ssc ai prol,Jcmi :,truttur~ili della :sodctù italiana. E in 1al ~l.!n~o la ~ruol:1 rappre1,cuta una pos:ii1,ilitù po~i1i,a <ldln ckmocrniia italiana sia in ordint: all'orientamento che può esser fornito, allravt•rso la ::ìcuola t' direttn,nentc, da grup· pi iclcologicnmcntc molto qualificatj e orgunizzati quali sono quelli della categoria in• segnante, alle classi mcdit: italiane per toglier• le al loro caratLeristico disorientamento sia in ordine all'orientamento che sempre dalla Seno• la e chtgli insegnanti per l'instaurazione Ji una solidarietà di base fra classi inedie e <·lussi lavoratrici, tra le classi bociali cioè che paiono doLate cli maggiore dinamismo e qpirito progressivo, e il cui inserimento convinto nella esperienzu <lemocrti,·a va in talli i modi favorito. i.,Lruzionc e il consolidamc11to della demo<·ra1ia, d1.•ll'azionc. della -.,·uol:t. Come la :..cuoia ciol· 111O:..lradi avvertire· - rwlla sua parte coscicult.' t·cl l.!,oluta - che I,· po.sil.,ili1it dd suo » iluppo. ~ella libertà della eiua opera, della libèrtii non soltanto formalt• e giuridica - d1.•i suoi docenti, -.ooo legate alla sopravvivenza e al rinvigorimento di unu determinata civillù storica {la demo· t·razia), :1ll"adozione di un metodo corrispou- <lcnte 1il metodo dcmocraLico), alla sua erfi1.·it.'nzae unità, al bUO ordine e al suo fìnali- -.1110 t autoritù e liberi~• co1H'ilianh.: nel ri• :-.pcllo della persona). ul riconoscimenlo d11 parte cli qucbta ,·ivihù, dei fini clh' la lnt• ~cendono (vi:,ione cristiana <frlla vita). si può dire dw il Pnei;:c dimostri di aver la stessa precisa <·osricnza? Si può diré che il Paese :--i rt.~nda conto che quelle coeie che si son det· le val~ono anche io senso inverso che 11011 vi ;. cioè. in Italia possibilità vera di una civiltà di:•mof'ratira. <li un ,nclodo di ·libertà. <li ,·qoilibrio politico e sociale. di concilia1.ion"' fra libertlt e aut.orit.à, di animar.io• nt• cri&tiaoa <lei rapporti umani, se non si pongono le salde fondamenta di tutlo questo nella scuola, nelle sue istil azioni, nei suoi ordinamenti. nei suoi programmi. nei suoi uominj? Si può rispondere obbiettivamente e con molta pacatezza che quella coscienza non c'è, o è scarsa e appena iniziale; che sugli at• lcggiamcnti positivi sembrano prevalere quel• li negativi, di indifferenza e incertezza: e an• ('Ora che am,·he, dove e quando quella coscien• za si manifesta, molte volte essa rjmane mera cnu.nciazionc di propositi, e si manifeslano notevoli insufficienze nell'azione concreta che dovrebbe dare uo principio di incarnazione a La propria vita, per accompagnare pnsso passo la vita nuova che avanza. In questa atmos1era rivendicazioni economiche, soc,a!i e morali di grandissima importanza cadono sulla generale indt[terenza ed il danno purtroppo non è solo e, vorrei dire, non è tanto di aLcune benemerite categorie d1 educatori, ma pwttosto del Paese per quanto riguarda il faticoso suo rinnovamento politico e morale. Anche la collabof'a.none, pur dichia-rata tante volte e certo con tutta sincerità necessaria tra scuola e Jamiglia, si riduce sovente ad un diffidente ~aturalmentc non è clù non veda - e non quei propositi. e pretenzioso controllo e non è tale nè da dare luT71i ed aiuti alla scuola nè da onentaTe più consa.peuolmen tP ,~ fa"'n.iglie ,n,ella loTo opera educativa. Se la riforma della scuola non avesse altro effetto che di muovere queste acque, che di suscitare dibattiti di idee, che di offrire spunti alla meditazione e buone occasioni per salutari esami di coscienza, essa già per questo potrebbe ritenersi utile in questo momento deLLa nostra storia. Ma io vorrei sperare che essa possa essere tradotta in atto e segnare L'1mzio di una vita scotasuca più adeguata alla realtà dei tempi, più rispondente alln natura della societu, più capace di nJ letterne le es1genz« molteplici in un tempo cosi vivo di problemi e cosi suscettibile di sostanziali avanzamenti di civt!ta. Mci vorrei sperare soprattutto che, nascendo essa da uno spregiudicato esame di coscienza segni l'imzw di una nuova cosc,enza scolastica in Italia, dalle scuole elementari fino alle Univers,tà, una consapevolezza cioè delle possibilità e delle funzioni della scuola, una giusta adesione a quel che essa domanda per dare il suo contributo di verità e di abilità alla vita, un rispetto vero per Le istituzioni, un interessamento sostanziale per i problemi, un sincero ed operoso desiderio di elevare iL tono della scuola e di migliorarsi tutti in essa e con essa. In questa atmosfera dov-rebbe essere possibile \e non sarebbe piccolo merito per la democrazia ed anzi varrebbe per essa come una solida assicurazione di lunga vita) risolvere i problemi organizzativi, per cosi dire, preliminari della scuola italiana mediante una giusta va!brizzazione, nei ptù d!vers! aspetti degLi insegnanti con La conseguente possibilità di chiedere ad essi di dare un più pieno ed intelligente contributo alla vita sociale nella sua inte-rezza, di porsi veramente al passo, con tutta l'influenza, con tutta la possibitità di incidenza sugli spiriti e nel , corpo sociale che è ad essi propria, con il , processo di evoluzione civile del popolo italiano. Mi pare in sostanza che nel nostro Paese ' non vi sia ancora, e si debba invece creare, quello stato d'animo che si dispone a ren- ' dere omaggio all'infanzia ed all'adolescenza '. come espressione della vita che cresce e, • crescendo, si corregge di 1,ecchi errori e si afferma in una nuova verità ed umanità. Per i giovani c'è ne! nostro Paese tenerezza e cura, ma essi non sono, come dovrebbero essere, il centro de!la vita, coloro ai quali si subordina ogni interesse comodo, coloro che rappresentano la parte migliore di noi e nei quali soltanto perciò ln nostra vita si compie ed assume pieno valore. La stessa posizie,ne centrnle de1Je assumere Logiramente la scuola che ,; cosa clei giovarti, Lo strumento delle Loro comunicazioni con noi, il tramite per il quale si -rende da parte nostra un servizio alla gioventù, ver permettere ad essa di continuare e salvar~ l<L nost-ra vita. c'è nessuna intenzione di nasconderle - quan· te resistenze incontri, nel suo concretarsi, una tale consapevolezza da parte della scuola della sua (per dirla con Sergio Hessen) « socializzazione »: sia in molti ambienti sociali in• teressati alla Sruola, sia nello stesso perso• nale docente, il quale per certi aspetti, anche .._11muura ;:il0cic11,apvare molto legato a una concezione intimistica e tutta individuale Jel follo educativo. Ma non è parso inutile ECO· prire con sguardo allento e con simpatia i segni e i princ1p1 di nna presa di coscienza rhc pare der.;iin:11a ad ulteriormente approfon· dirsi. Ma sopratutto quello che sembra mancare è appunto la visione del quadro generale. Certo è impossibile ora Care un bilancio analitico dell'attivo e del passivo contenuti in quel conto che la fine di una Jegislatura impone di prendere in considerazione in tutti i settori e quindi an<'h~ in qnello scolastico: ma qual<'osa avverte che molte delle attese che erano slate poste in questo dopoguerTa in una azione di rinnovamento operata nella Scuola italiana e dalla Scuola italiana non sono state soddisfatte. Si dirà che ahre sono le attese, altre !IODO le possibilità: si dirà che comunque non va dimenticato quello che è stato fatto in una li]) e!,la ora da vedere r altra faccia delJa luna; situazione <li bilancio di cui tnLti dovrebbero Jl\\.. se cioè di contro a questa ronsapevolczzo aver presenti le difficoltà e i limiti: anche che tende a circondarci nella scuola (o alme- questo è vero. no nelle organizzazioni di guida che la espri- :Ma si vorrebbe almeno che lo spirito che 1110110 per tanta porte). esiste una corrispon• animava quelle attese e le rendeva fervide d1 Il disagio economico in cui 0991 versa /"insegnante non è che 1·1nd1cedi una scarsa valutazione e valonzzaz1one della sua opera nei/a società. L"educazione, considerala come un cap,10/0 a sè sian/e, non come un compilo che investe fui/a in/era in maniera funz,.::,nale la società porla ad un interesse c1rcoscn//o e· marginale per , problem, della scuola. In questa condizione fui/a ia crisi della nostra civiltà che è il dfstacco fra la cultura e la vita si ripercuote in man,era esasperala princ,palmenle sug/1 insegnanti i quali avvertono e soffrono il /ra'lagl,o d, non potere aprire , giovan, alla vi/a con una cultura che non è più tale, ma è pura erudizione, dal momento che non discende da, principi di cui è depos,tarta la società. INSEGNANTI 11 N DISAGII1~0 lllposto che alla comunità scolastica si fa nella comunità nazionale non si pone coni dichiarazioni platoniche, ma con piani precisi (e concreta attività normativa La relazione premessa al Disegno di legge "Norme generali sull'istruzione " attualmente all'esame del!a CCLmera dei Deputati, nel cap. Il, paragrafo 17, intitolato •• f! docente e la scuola " contiene le seguenti affermazioni. " Come il tono educativo della famiglia ge-rmina dalla personalità dei genitori, cosi lo spirito della scuola è irradiazione della personalità. dei suoi docenti. Tutto ciò 1 ~he di vivo e di creatore anima la scuola, procede dal calore vitale e creante dell'artefice essenziale di essa: l'educato-re. Si è cosi profond<imente convinti di una verità tanto solare che non ci si fa La minima illusione sulla Pfjicacia rinnovatrice di questa -riforma, qun!ora ogni innovazione non procedesse, anzitutto ed immediatamente, dall'anima stessa dei docenti, nel suo incessante superarsi e perfezionarsi. Solo promesse La citazione è Lunga, ma forse non inopportuna ove si consideri che nel qttadro di un'organica politica scolastica il problema del personale docente non è secondario e particolare, giacchè nella Scuola i! personale non è già strumento di pura ·s"cuzione, mn rr•sponsabile auton01no e libero della funzione docente. Tutla.:ia, mentre ta!f> consapevol :zza sembra chiaT<uiente presentP nel testo cétato, essa non provoca niente più che un'indicazione abbastanza generica e astratta degli aspetti vari del problema accenrwto, sost<mzialmente comune, anche se samente caratterizzato per alcum ti, nella scuola elementare, nella daria, nella superiore. diveraspetseconOrbene, in un'auspicata vita di comunità scolastica, il problema dei rapporti tra Le varie funzioni scolastiche e delle rela1 ive posizioni giuridiche ed economiche del personale che le esercita, sia nella scuola elementare, sia nella secQndaria, sia nella superiore, non si pone indipendente mente dal posto che al!a comunità scolasttea si fa nella Comunità nazionale, e non con dichia-razioni platoniche, ma con piani precisi e concreta attività normativa. Nè vale dire che ta! posto è quale deriva dalla sensibilità diventata costume della Comunità nazionale: è pur compito dei responsabili di una politica cristianamente ispirata e finalizzata promuovere le condizioni concrete in cui una sensibilità per i problemi scolastici si acuisca proporzionatamente all'incidenza delle loro sol11zioni sulle sorti stesse delta democrazia. E· sujficiente ora una rapida indicazione de, termini in cui può essere visto il problema del personale docente, limitandoci per L"altro personale sopr1i accennato a dire che esso pone analoghi proble- •ni e ric,ltiede altrettanto tempestive, coerenti e organiche soluzioni. Se s: vuole, per tutto questo personale (tecnico, amministratit·o, subalterno) si può dire rias- ~untivamente clte occorre ordinare unitariamente la sua 1iosizione ( ad esempio: dipenclenza dctllo Stato, dalle Provincie, dai Comun;), in modo da Legarlo più stabilmente e specificamente alla vita della Scuola, lLLla cui azione educativa, in modo diverso e generalmente indi-retto, opera. Una posizione giuridica Un piano per La sistemazione del personale docente, che sinora non abbiamo visto trovar posto fra le attenzioni dei nostri Governi in nessun punto delle varie graduatorie di priorità, deve tener presenti le situazioni di fatto: - nella scuola elementare: l'insuff;cienza del personale in rapporto ai doveri derivanti allo Stato dalla Legge sull'obbligo, mentre 1e scuole che preparano tale insegnamento sono sempre più sca-rsumente f-requentate, specialmente da elementi maschili per Le miserrime prospettive offerte dalla professione, depressa quant'altre mai; le autonomie regionali che potrebbero incidere l.,eneficamente sull'aspetto economico, si prospettano peraltro, nelle prime manife- &tazioni, pericolose per l'esigenza di unità e di libertà di circolazione della cultura nazionale; - nella scuola secondaria e superiore: !'esistellZ!L de! personale non di ruoto in percentuale altissima; - in tutta la scuola: l'incerta posizione giuridica di tlttto il perso11ale docente, la cui particolare funzione r,on risulta conseguentemente caratterizzata; - nella scuola non 5tatale, anche in qne!lci plLriJicata: una situazione del personale fondata su -rapporpropositi non vada perduto: e se mai si tra• sformi da speranza illuministica e giovanile - quale ora potrebbe essere giudicata e,ceventu - impaziente e tenace iniziativa di tulle le forze e le rappresentanze che hanno a cuore le sorti della libertà e della democrazia, e ci-.~a. quindi la salvezza dei fondamenti di Vincenzo Saba ti personali o fiduciari per non dire arbitrari. Di fronte a queste situazioni di fatto solo Le affennazioni riportate in principio e alcuni articoli del disegno di legge -relativi alla preparazione del personale docente ed al funzionamento di alcuni organismi già esistenti o di altri similari, sono la prospettiva di un provvedimento che dovrebbe fondare, una nuova politica sco" lastica. Si capiscono quindi: - l'inquietudine degli ins~gnanti elementari per La loro carriera e le questioni che hanno fatto nascere le Regioni ad autonomia speciale (Val d'Aosta, Sicilia); - l'inquietudine ancor più profonda degli insegnanti medi che, a parte la questione del nuovo stato giuridico, comune con gli elementari e gli universitari, non vedono ancora realizzarsi un normale ritmo e un'adeguata consistenza dei concorsi a catted-re, con, l'ado--· zione di una tecnica rispondente ali' ampiezza de! fenomeno, nè un o-rdinamento della mate-ria -relativa all'assunzione del personale incaricato e supplente che lo liberi dalla sua condizione di " bracciantato della scuoia", mentre acuta tra le altre è la situazione dell'insegnamento di lingue st-raniere e di educazione fisica; -- L'inquietudine degli universitari sia per il problema della loro carriera, che per quello degli organici (per -rendersi conto della acutezza del problema si pensi all'iniziativa parfamentare per i ruoli transitori anche nell'Università). Un piano preciso L ·unica attuale distinzione dei docenti, e non pare susc_ettibi!e di immedi<Lti sviluppi, è in qualche modo estrinseca e -resta 11n -riconoscimento di principio: è L'indennità di studio. Ed intanto si prepara una riforma amministrativa, assente il Salvatore Accardo (conuoua • pigio• 4 1· colon.o•)

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