Iniziativa democratica - anno II - n. 1 - 13 gennaio 1952

Gennaio 1952 INIZIATIVA DEMOCRATICA Pag. 3 ELITES E PARTITI NEL SUD ~ e qualcuno volesse cercare una for- ~ mula in una terminologia più significante dell'astratta aritmetica dei datari, non credo che potrebbe trovare, per definire l'attuale congiuntura politica nostrana, una espressione più adatta di « momento del meridionalismo». L'ORA DEL MERIDIONE ., Nell'aspra lotta politica del nostro Paese quello dei partiti rimarrà vincitore, che più veracemente vedrà e più affettuosamente sentirà la grande questione del Mezzogiorno,,. * IL /Cllto che i. partiti democratici abbiano spPsso posto il tentativo di risoluzione del problenw meridionale in termini di immediate alleanze interpartitichP è stato certamente un elemento che ha contribuito alla con/ usione e al fallimento dello stesso tentativo. Infatti le formule politiche che non ri- -~pettino il loro tempo di applicazione, o perchè troppo anticipate o perchè troppo posticipale, non sono risultate mai tanto inoperosP da non generare un profondo senso di sfiducia negli uomini e una i11t•ol11zio11erit<trdatrice nella realtà da modificare. Questa imposta::ione non è altro che un rifle.,so della storica inver- ~ione delle (>lites meridionali di porre il prob/pma delle alleanze prima dPlla loro particolare qualificazione con fo conseguenza, che, mancando quest'ultima, mancava anche la r<tppresenwtività necessaria per contrarre delle alleanze con un t1i11coloche fosse di wui stabile durata e di 1111 costruttivo rontenuto. Do sviluppo del mondo merirlio1t,,le deve muoversi con una spinta autonoma e CO/l liii nuovo e origimtle ciggregarsi rlei gru p11i sociali che ritrovino in una forma sostanziale di solidarismo la possibilità di inserirsi P rifluire in quella che è la più vasta vita politica nazionale. Dei questa ricapitolazione delle strutture del Mezzogiorno bisog1u, che si e1iuclei una classe dirigente meridionale che si pongct rispetto alle vecchie élites non in termini diale11ici di contrctpposizione sibbene in u,u, fu1tzione di concrescenza. in una particolare e più distinta qualificazione. Questa azione nel suo procedere dal - basso 1:erso r nito pnrt,<.• e -f.orn1.e. 11E.Ces• sariamente democratiche e si svolge, proprio perchè autonoma, al difuori degli schemi usuali dei partiti. L"opera dei 1wrtiti democratici deve essere soltanto rivolta ad aiutare questo processo evolutit•o sollecitando i tempi di congregazione dei gruppi sociali ed agevolando l"accrescimento dellct classe dirigente meridionale. E" necessario pertanto che i partiti democratici, pur rivolti ad ,ma distinta qualificnzione delle correnti di opinioni enucleabili, seguano omogPnea111e11tealcune linee fondamentali. Un tale schema di azione che non può trovare posto nè nelle retoriche nè nelle realtà strul/urali del legittimismo monarchico e 11eo-fa.scista determina lo stralriamento di queste forze dal gioco della dinamica meridionalistica e quindi democratica e costituisce nel~a misura in cui esso si svolge, I~ 11enfica per i partiti democratici di essere delle rwtPntiche forze politiche. E' questo il momento del meridionalismo, non tanto perchè il secondo turno dell'elezioni amministrative interesserà prevalentemente le provincie del Sud o perchè le intensificate corse ministeriali del mezzogiorno hanno costretto i corrispondenti di stampa a ricorrere con più frequenze alle scansie del quaderno-dispensa riempite prudentemente nelle affrettate letture di una statistica recente. E' questo il momento del meridionalismo. perchè mai quanto nell'attuale congiuntura la questione meridionale si presenta come il teorema fondamentale della politica italiana. A 1 d_ilà di tutte le false lamentele o d1 una certa consuetudine pietistica, bisogna con onesta concretezza riconoscere che il governo democratico ha fatto per il Mezzogiorno il massimo auspicabile da un governo centrale. La Cassa per il Mezzogiorno. la riforma Segni, la riforma Vanoni, restano. nella loro impostazione originale e massiccia, un complesso di interventi. tali da operare potenziail I -r.: ' mente una vera tura economica meridionale. rottura nella strutdell'area depressa Questo riconoscimento è il primo atto di coscienza, che le forze democratiche e le loro proiezioni della periferia meridionale, devono. oltre che alla solidarietà nazionale, per la prima volta operante nella storia del Paese, innanzi tutto a sè stesse, per le responsabilità che ne derivano. con questo solido potenziale politico lo schieramento democratico può accettare battaglia proprio nel Sud, sul terreno scelto dalla Antidemocrazia per la maggiore incertezza dei confini per la tortuosità delle trincee. se abbia chiare le linee strategiche della manovra. E' il problema del- !" applicazione, della valorizzazione in sede locale delle iniziative governative. problema profondo. non risolvibile in termini di tecnica propagandistica o d1 controllo assembleare. ]La rilevazione storica della situaz:one meridionale ci presenta un'area economicamente depressa e come tale Ci/là di provincia del Mezzogiorno Coro dorettore, LETTERE chiusa in una arretratezza ed in un immobilismo delle strutture economiche. Conseguentemente a questa arretratezza ed a questo immobilismo. l'indice di società si pone al di setto del livello minimo, nella zona della disgregazione. Questa mancata organizzazione istituzionalizzata si riflette politicamente nell'assenteismo degli strati sociali costitutivi (classi contadine) e conseguentemente nell'artificiosità della classe dirigente. che esaurisce in sè stessa. nel suo ambito tutta la dinamica politica, che r:ecessariamente non può non risolYersi nel trasformismo. Questo interrapporto regge dalla unità in poi l'equilibrio meridionale e la politica nazionale dello stato storico. Gli stanziamenti governativi. incidendo sulla depressione economica, operano nella loro attuazione lo svi1 uppo di nuove strutture economiche ,un·aggravars1 di nuove form-= sociali, la conseguente esigenza. -:;ul piano della politica, delle forze risvegliate di nuove formule istituzionalizzanti. Si accentua con lo svilupparsi delle iniziative governative la artificiosità della classe politica prèesistente. L'aumentato volume degli stanziamenti statali, dato il legame delle elites locali con il governo centrale. accelera il fenomeno del trasformismo: l'azione politica decade nel sottogoverno locale, le organizzazioni che la esprimono esauriscono la lotta che ha due alternative: la rivoluzione violenta o la reazione dittatoriale, in ogni caso, l'Antidemocrazia. Le iniziative governative, '.lgendo alla base, nella realtà economica, di un equilibrio contraditto1io come quello meridionale, non possono non esasperare verso soluzioni chiuse le contraddittorietà del sistema. A rompere_ e invertire il succedersi logico d1 queste interdipendenze può inte1venire soltanto un'azione intensa e qualificata di nuovi quadri politici. Con il progressivo incidere degli stanziamenu governativi. lo schieramento democratico deve porsi 11 problema della produzione di una nuova classe dirigente. La capacità di generare nuovi quadri politici è una caratteristica propria dei partiti, dei partiti moderni, ma, per le proiezioni meridionali dei partiti democratici esistenti, il problema non si presenta semplicemente in termmi di efficienza o di modernità formale. In sostanza nel mezzogiorno il successo dello schieramento democratico del 18 arpile fu dovuto proprio al fatto di gruppi dirigenti. unificatisi intorno a De Gasperi. pur nella apDAL SUD parente diversità di accentuazioni moderne. Essi esprimevano la risultante politica dello storico immobilismo meridionale. "-l on è quindi un problema di alter- .i."11 native personali o di gruppi nell'ambito dello schieramento democratico. per rompere la logica del sistema, non resta che uscire dal sistema stesso Si tratta di produrre nuovi quadri al di fuori delle capacità di produzione di partiti <lemocratici, d1 operare un accrescimento dello schieramento democratico. Gli stanziamenti governativi, con 1 conseguenti apparati direttamente e mediatamente burocratici, ma generati al di fuori degli schemi della burocrazia classica, di _per sè operano un processo di a.r- , tura nel ceto medio meridionale. ~nucleando dei dirigenti di nuovo tipo. Si tratta di tenere d'occhio questi vivai, di rafforzare il legame con le iniziative loro affidate ,di dare consapevolezza alla loro azione, di aiutare questa crescita con la solidarietà delle energie libere dello schieramento democratico, d1 preparare la via per nuove sintesi politiche. E' un'operazione che evidentemente non può esaurirsi in una sola vicenda stagionale, ma è l'unica operazione possibile. Come le prime applicazioni delle nuove scoperte tecniche non modificano fa strategia militare, ma ne accrescono le possibilità. quest'operazione può accrescere nell'unico senso possibile la profondità dello schieramento democratico, le prospettive strategiche della manovra. E' uno sforzo, che le direzioni centrali dei partiti possono al massimo non ostacolare, che le simpatie interregionali possono soltanto incoraggiare, ma che solo nello stesso ambiente meridionale può trovare la fonte energetica, che nello stesso mezzogiorno può trovare applicazione. E' questo il corrispettivo che !e energie sinceramente democratiche del mezzogiorno devono alla solidarietà nazionale, per i massicci stanziamenti statali, che esse stesse hanno richiesto. Se questo sforzo verrà compiuto, un nuovo 18 aprile concluderà la prima stagione della democrazia italiana e segnerà il primo giorno di un nuovo mondo meridionale. Riempie queste ore antelucane, dal travaglio di tutta la tradizione del meridionalismo. il monito di Giustino Fortunato: « nell'aspra lotta politica del nostro Paese quello de' partiti rimarrà vincitore. che più veracemente vedrà e più affettuosamente sentirà la grande questione del mezzogiorno >>. Tommaso Morllno IL SEGUI1TO In questo lavoro in comune. in queMo nuovo piano di incidenza dei partiti democratici che è La vera alleanza meridionalistica, risultano un fatto occasioncile e di importanza secondaria Le formule di 1wrtecipazio11e al governo centrale e locale, perchè lei vera partecipazio11Pavviene alla base, 1tel rapporto direi/o che i partiti ha11110con la realtà rhe vanno pian piano ricapitolane/o P nPllo strello co1ttatto che questo lavoro romporta tra essi. 11 «seguito» e uno d1 quelle cose che non morirò mo,, mo do noi comirÌcio a passare d1 moda, almeno come effetto di uso. (E' come per I mutandoni di lana, o cui tutti ormai irridono nelle vetrine, anche se qualcuno lt rimpiange nelle vecchie case senza termosi fon,) Il clientelismo politico un tempo era basato sul • segnifo •. Oggi si sono sostituiti gruppi di tendenza pseudo ideologici. Ma fa musica è sempre queffa gruppo. Do~o il tuo atteggiamento unitario chi ordisse sollevare delle obbiezioni sarebbe un fazioso. Almen~ devono assicurarti l'ingresso come unico minoranza, altrimenti sono antidemocratici. Ecco, coro Direttore, il vero comfort d, questo nuovo strumento che ho ricacciato ,n soffitto, come antidiluviano il « seguito ». li problema è d1mque di u,ui azione sostanziai<>da svolgere che non si escmrisca nè in quPstP forme di partecipcizioni governatÌL'P nè tanto meno nello s/ritttamento delLP operazioni cli sottogoverno. i partiti hanno proprio il compito. anche per La mancanza di ww opposizionp costituziona[p nel Paese, di correggPre gli. eff eui del sotto-governo e la rorrezio,u, è possibile soltanto attr<wPrso qu<>stacomunità di azione. Una al/panza, La quale trovi il suo contenuto in questa strategia di azione meri<ltonalistirn, Pliminando i benefici particolaristici del sotto-governo, tronca la meccr111iradel trasformismo. A ttnwerso la breccia opPralrt nell'immobilismo mPridionale qupsta unione di energie ,wot•e puà tras/ormare veramente le prospetti.-e del llezzogionw, fondare su rii essa le basi per l'edificio della dPmorrazia in Italia. Ugo Pesce lo Il « seguito» lo conobbi nei primi giorni del partilo e me lo v,d, obbiettare do un cavaliere che sarebbe d,venloto commendatore nello primovero del '46 o sostegno dello richiesta di almeno due post, per la sua f,gl,uolonzo nello listo per un consiglio sezionale. Lui avevo un « seguito »: lo suo famigl io, suocen e generi compresi ammontava o sedici uni tò, con un solo fischio nel suo rione, giocchè il tesseramento continuava durante le operazioni d, voto, lui allo listo potevo assicurare almeno 50 voti dello do uno il « seguito ». che aveva Questo fu l'epoca d'oro del « seguito»: le elezioni del '46 trasformarono quello che ero una mero presunzione di fatto in una presumptio juris et de iure. Lo matematico delle preferenze ne distrusse lo poesia: e finirono le calde e prolungate strette di mono, le ampie e frequenti scappellate, 1 precipitosi ottroversoment1 d1 morciap1ed1, le gomitate per occupare i post, di primo filo. Lo misuro dello suo decadenza def1nit1va raccolsi Questo però ero un • se- l'altro sera nel sorriso befgu1to ;) di nuoY"o formaz,one: fordo con cu, un amico, che per valere dovette essere pro- a lungo si ero arrovellato 0 voto, altri invece avevano scoprire le leggi del « seguinello considerazione genero- to accolse lo proposto d, le un 1< seguito», suffraga- un aspirante candidato ad to dell' « immemoriale iure un'unione dei due seguiti, per hered,tano » garantito dallo le prossime elezioni amminìregolore continuità delle tra- strotive. 11 «seguito>> veroscnz1on1 erano col « segui- mente non rendevo più; qualto » e basto quals1as1 coso coso di più moderno, innond,cessero ero sempre coso z tutto di più comodo, lo avevo sost1tu,to: il « gruppo» Per fare un « gruppo » è facile: basto avere due amici che annunzino con ano misterioso che tu sei partito per Roma. Poi torni e, dando notizie segrete (è semplice accreditare come segrete notizie divulgatissime o chi non legge Mottei o Zatterin), lasci capore che hai avuto un colloquio con un gronde personaggio romano. Naturalmente taci dello lungo anticamera e, possibilmente, fai credere di essere stato chiomato telegraficamente per consultozion1. A questo punto è opportuno che lasci intendere che accetti anche delle raccomondaziom. Per i tuoi rapporti nello capitole, oramai conti molto più d, un deputalo. Poi non ti foi vedere più al partito· l'attività orgonizzot1vo per te, uomo di « gruppo », può essere discusso soltanto nella sua impostazione generale e, se voi in provincia, ci voi in macchino, per fare un discorso fortemente polemico, ma non certo per spiegare lo legge Vanoni (tanto, non condividendone l'importazione, se, esonerato anche dal leggerlo). Tu oramai devi dare ,I tuo contributo allo linea del «gruppo». Tu rappresenti uno << posizione » e d, questo tutti oramai debbono tener conto. Se qualcuno volesse ironizzare sullo legittimitò dello tuo qualifico di procuratore locale d1 uno corrente nozionale, basto che organizzi quolcoso, che passando per pettegolezzi o resoconti compiocent1, sia per tutti lo ratifico autentico dei tuoi poteri rappresentativi. A questo punto il « gruppo», consolidatosi definitivamente, comincio a rendere e non c'è da fare paragoni, coro direttore, con il « seguito» 11 «seguito» avevo una suo poesia, mo un suo trovoglia estetico; il « gruppo» no, qui tutto è meccanizzato: niente più sbraccioment1 strette d, mano, anzi per I~ dignità dello posizione devi frenare le tue confidenze, devi essere occupatissimo, al massimo puoi concedere un sorriso d1 sufficienza (non t1 vincolano più, tu sei al di là delle norme del galateo): _tu in loco sei un leader. Essenzialmente devi avere un atteggiamento responsabile: le tue dichiarazioni potrebbero sempre produrre un terremoto politico. Inoltre devono essere gli altri o consultors,, anche se non fai parte degl, orgoni statutari. All'avvicinarsi d, quolsias, elezione interno è bene che lanci degl, appelli uniton. Ogni' tuo atto in questo momento deve apparire dettato dal patriottismo di partito. In virtù di questa iniziativa unitario potrai pretendere nelle liste un numero di post, almeno pori al numero dei componenti del L'amico incontrato l'altra sera, quello che sorrise al solo sentirlo, dopo aver studiato per onn, per scoprire il segreto del <C seguito», avevo concluso, come allo fine tutti i giocatori consumati che il vero sistemo per vin~ cere olla roulette è quello di tenere banco. In politica è quello di outaeleggersi capo-gruppo. Anche qu, come allo roulette lo vincita del coup,er è assicurato dal fotto che oltre i 36 nume ri, sui quali i giocatori pos sono puntare, vi è lo zero: quando lo pollino v, si fer mo tutte le puntate vengo no rastrellate dal coupier. An che qui i I sistemo per vin cere è poggiato su uno ze ro: sul nullisrno politico. Come vedi, coro direttorej PErc_hè una iniziativa demo crat1co posso validamente svoli gersi, almeno do no, nel Su deve rinunciare ai coupier locali, o quelli dello zero. I G. L.

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