Dicembre 1~9'.::'.5:=_l _____ ________________ ~I:::NI~Z~IA:.:T::IV~A~DEM~~O~C~R~A~T~IC=:ll::.• _________________________ P_a__ 3;g~·- IlMOSTRUOSO RITR ti~TO f}.nlle etu.i Chi non ricorda il personaggio di « Miracolo a Milano > che per un cappello a tuba ed un collo di pelliccia tradiva i suoi amici di sventurM Egli era povero come gli altri, abitava in una baracca, ma egli si sentiva superiore per un meschino senso della dignità. Dunque, u Torino, i liberali, i tradizionali ncm1c1 01 ogn1 !orma di paruto e quu1d1 Ui ogni !orza popolare organuza~a, si sono riu• nlli per cosL,wrc, o meguo per riu.ru11care. un parlHO. Che significa lnllo ciò? Forse j l.wcrali hunno finalmente compreso la es1geni;a d1 uno bl.rumento 1C1oneoper condurre neJa vua po11uca italiana un'auone di w.1 qua"cuc pceo, cne supen una nSLrt:lla ter• chia di md1v1dua,ilà per r•gg1ungere il consenso atuvo 01 p,u ampi sLrau soc1a.U l \Jno dei p.1. omo ton d.eila unit1caz10ne e <lei firmatari de.l waalle1,LO, pocui gwrru prima del L.ongreaso scriveva: u. ~urtroppo lo sv,- luppo 111-acroscup..co d, questi. mostruosi. ri• trovati cl,e .su11u , partiti, 1.11qu,na , se11ume1&· ti degti uunun, na,ura,mente tendenti alla li.- bera espre~wne det,a penonai,tà, ma non è concep,o,te che la cons~ata.:aune delfo esi.stenza d1. un male ci inuuca ad appw·tarci ect a morire». (l:'aolo Tarso - Giornale ddl'l,.milia • 7/12ì. E' po•••.,ile vedere rucclaiwo in questa frase l'allegg1awenlo di cl11, suo ma1graoo, si 1:1ente co~lrc1.lo datla nece:,sÌlil, per nwanere ai passo con 1 suo1 concorreull, di serVll'b.l dello struwenlo aborrito, del « woslruoso nlrovato ». Ciò da 11 Sègno dèila prolondà anustone1tà del purulo 1LJera1e, nve.Lula dalia sua wcapacita di meltets1 al passo con gu strumenti ed i wezz1 in evoluz1ooe della democrazia moderna. lnutilmente s1 cerca di riprendere dei contalli con deile lorze e con dei celi popolari ae non si ha fiducia in essi o negli strumenti di cu.i essi devono servusi per na1termare la loro libertà. ~on si può combauere in linea di principio il partilo, conlondendolo con la sua degenerazione, per poi acceuarlo in praùca per un puro calcolo cli opporlunismo; perchè in tal modo o non si cosutuisce il partito o, 6e lo si cosùtuisce ,ne nasce un quaiche cosa che è UD puro strumento organizzauvo, senza un1ma: la degenerazione appunto che si voleva coudannare. 11 par lito non è un « mostrqo:,o ritrovalo »: esso è assai più r,emplicemente una unione Ji uomini. lJna as~ociaz1one non è nemica della libertà, ma è, per i suoi aderenti, lo strumento della li.benà. ::,enza di esso la libertà rimane una pura esprcesione verbale, o se preh:• riamo, ftlosolica: un idea che non è capace cli scendere nelle istituzioni, di creare UD costume, di informare uno Stato. Solo quando la lioertà ha dietro d1 sè unu forza \e noi intendiamo una forza popolarn) che la indirizza verso oobietùvi concreti è CODCrelt:. T"Cìill~.t'd.LlunJ, t!btiii.i 1,uò dclin.iroi o cessare di. essere una vaga aspirazione prcsen• le nel cuore degli uonuni per 1e strutture ùi una società. Questa forza per dirigere la Ji. ber là verso fini che non contrasuno con )a natura umana non può trarre la sua origine che da una absoc,uziooe d1 uomini e qujndi da un parulo popolare. * Lo stesso Paolo Tarso nell'articolo citalo af. ferma che il Partilo Liberale è il partito di tutti coloro i quali accettano la liberlà come metodo. Egli npele l'errore di Benedetto Croce. Su piano poluico dire che la libertà è un metodo o che un partilo adotta come suo pro• gramma il metodo della libertà, signihca .i1on dire assolu,amenle nwla; signibca semplicemente riailerwarc una verità leoiogica e hloaofica che gh uomini bono essen liberi etl in quanto agibcono, agb,cono con il metodo ciella libertà. Ma tutti gli uomini agiscono con il metodo della li.berla; anche i fascisti, anche i comu• oibti in quanto uomini ag)scono con un u. loro» metodo (h libertà. ; Sul piano politico non interebsa sapere se gli uomini sono liberi, interessa invece cono· acere in che modo intendono servirsi della loro l1henà ed in che modo intendono defirunrla. La definizione che essi danno della libertà è certamente il !oro programma di libertà. A qncsto bisogna guardare. ?rla esso sarà certamente una pura astrazione, se non barà sorto da una esigenza popolare o se non possiederà la forza politica .•apacc di farlo sostenere, capace quindi di difendere la libertà, non quella astraila e geacrica, ma que,la concreta che si esprime in opere ed in realiztazioni. L'essere giunti a questo punto cli matu.ra• ziooo è una conquista della moderna demo- ••zia. Se i liberali non hanno compreso ancora che ■enza la organiztazionc di uomini la libertà non può ebSCre difesa ed accettano la orga• Dizzazione come mule necessario, si pongono in una posizione antistorica. Essi rinunciano a comprendere il significato dei fenomeni po• litici del tempo presente. Così essi non potranno comprendere il r~Ilimcnto dei partiti qu:ili il partilo d'azionè e il democratico del lavoro i cui programmi aon deriva, ano da una forza popolare, ma erano un prodotto puramente razionale. * Se •i è un pericolo oggi assai grave che 1 , 11• aaccia le i&litutioni democratiche e quindi la libertà in concreto nelle manifestazioni di Yila di ogni giorno del ciuadino, questo pericolo è il frutto di nna concezione di libertà utraua, coneeguenza del 0 lihcralismo del se• colo scorso e del secolo presente, per qu ·I 1&1110 che è l~LL'orarimasto - ed è mollo - atlacc~to alle istituzioni dello Stato cd dllo aC11talilà <iegli uomini. ...... ··'1111 La libertà in astrailo del secolo scorso non poteva soddisfare la clusse lavoratrice: la classe che dalla libertà - e cioè dalle sue isti• tuzioni - giustamente pretendeva una dife&'l dt•i propri interessi. Lu libertà in astrailo di questo secolo non h, soddisfatto e continua a non soddisfare il ceto medio. <.!uestu insoddisfazione ha crealo ieri il fascismo ed oggi minaccia di fare rifio·rire ellri movimenti antidemocratici di estrema rlertrc o di aumentare il vigore dei movimenti di estrema sinistra. li, realtà qual ceto è oggi pm libero, m artratto, del celo medio? Esso è il celo che per definizione non dipende dircllamenle ùa nessuna delle grandi forze del capitale e dd lavoro, ma tende ad essere economicamente e sp,ritualmente autonomo, esso è anche il ceto che meno ama incasellarsi nelle schiere dei partiti. Eppure è difficile trovare un ceto pi.•J. oppresso in concreto; incapace da un lato d, far valere la sua volontà per le leve cli cu, dispone incapace dall'altro di farsi- ascol1nrc- ucr rirruen~n della sua massa. l:"€'7\ liè'f Pe1cbè esso manco della forza che tuteli coD • programma la sua libertà. Ecce allorfl il ceto medio rinunziare di buon grado ad una libertà che non gli dà potenza Jl \t 0 tJ ed invocare il partito demagogico e l'uomo dominatore che sono i segni manifesti della dillatura. E' pertanto con un programma prec; , e e.la uur forza politica e popolare che ~ .. tap• pia otlllare e non con vane declamazioni che pnò et-sere salvatu la democrazia e cioè le it,:ilu;i;J.oni in cui lo libertà si concreta. Giovanni Gallonl Le fortune della destra italiana riposano nella psicologia di uomini come lui: pronti a tradire la solidarietil per inseguire un sogno di glorie ottocentesche, di potenza sgargiante, di ordine borghese. Su gente così, frutto di una società antiquata e non funzionale trae te sue adesioni il M.S.I. e il P.N.M. li 18 aprile la D.C. riuscì a convincere questi ceti che solamente optando per la democrazia e per le riforme, si salvava il paese dall'esperimento comunista. Il problema di oggi è di rendere questa convinzione occasionale un aggancio sostanziale alla democrazia, trasformando la loro psicologia con una profonda azione di educazione e di informazione. È, in queste senso, la funzione di un partito liberale moderno, - non frutto di clientele, - che assicuri a questi ceti una rappresentanza democratica. Ma questa funzione non la si assolve, giostrando con le destre, o rinunciando a conquistare gli elettori della destra per fare concorrenza alla D.C. ILNEOFASCISNMONE'IL M. S.I. la solidarietà 'dei ceti sociali più bisognosi e più meritevoli. Ogni altra posizione non può che essere sterile o pericolosa. C'è un pericolo reale? Come combatterlo? Come prevenirlo? A queste domande rispondono tre nostri collaboratori Sterile quando si riduce ad un atteggtil mento puramente negativo su delle vaghe formule idelogiche (vedi anticomunismo). Pericoloso quando di fronte a dei pericoli incombenti quale la minaccia indubbiamente assai grave del comunismo b>- vece di correre alla riconquista di upa base la· quale non aspetta altro che di essere raccolta, si preferisce stringere l'alleanza al vertice con una forza antidemocratica per il macchiavéllesco gioco di combattere l'altra. 1 Il MSI non è in sè un pericolo reale in Italia. Troppa buona gente democratica si preoccupa per i successi elettorali dei neo tascisti, democratici cristiani urlano spaventati, arrampicati sulla loro maggioranza alla vista del topolino fascista. Calma, calma: il pericolo non è quello. Chiunque può vedere come il momento cli massimo entusiasmo dell'organizzazione fascista è passato, senza che il MSI abbia mai STi p~ra.Lu il 1O';'b th::::ivoti, ri.rnQn~nd,..nc spesso lontano. Per arrivare, non dico al 50',~. ma al 40%, c'è molta strada. E chi garantisce, che lungo la via, le sinistre non arrivino prima? Esse sono assai più vicine al segnale di guardia. Quali uomini potranno fare tanto? Borghese. Demarsanich? che in sostanza condannano, per P': ter vivere. Il secondo ar~mento e quello degli antifascisti ugualmente contrari al divieto del Ministro degli Interni al Congresso del MSI perchè convinti che il Congresso sia il motivo d'urto delle attuali correnti neofasciste con la conseguente scissione in più tronconi, del movimento. Queste argomentazioni non tengono presente lo stato d'animo dei neofascisti italiani che di fronte ad una azione energica del Governo nei loro confronti, si sentono più che mai uniti per una azione di resistenza. Se infatti, al tempo del primo divieto si potevano scorgere in seno al MSI due correnti contrastanti non nella sostanza ma nel modo di concepire la lotta politica correnti che facevano capo, una, a1 fascisti del 25 luglio e l'altra ai fascisti del manifesto di Verona, oggi queste divergenze di metodo si sono appianate nella resigliersi come già si disciolse l'UQ (specie se certe forze che paventano qualsiasi sano movimento popolare riteranno opportuno ad un certo momento togliere ad esso il proprio appoggio). Ma a nulla serve se lo stato d'animo permane nel Paese. Poichè sorgeranno fatalmente domani nuovi uomini e nuove formule organizzative per interpretare quelle esigenze antidemocratiche. La soluzione e la formula è quindi una sola: sia nei confronti del fascismo come nei confronti del comunismo: far vivere, dare una anima alla nostra Democrazia, da,e una forza ed una autorità al nos.tro Stato, il che significa trovare nei partiti democratici e nelle sane organizzazioni popolari la forza politica capace cli por mano nel Paese attraverso l'azione del Parlamento e del Governo a concreti provvedimenti. e con il consenso attivo e Sono q1.1estf gli attegìamenti che, specie nel meridione, perfino nell'interno del nX>-- stro Partito incominciano timidamente a farsi strada e si parla e si invoca anche una certa clemenza nei confronti dei nep. fascisti onde aprire la strada in primo luogo per una alleanza nel terreno amministrativo con i monarchici e per lascl&- re aperta poi la strada ad altre previdiblli eventualità. Il pericolo fascistd è un altro e per vederlo basta ritornare al 22. stenza contro la presunta persecuzione. E' errato quindi affermare che, oggi, un congresso del MSI divida il neofascismo itaE' a questo metodo e a questo sistema che noi dobbiamo opporci richiamando tu~ to il senso di resoonsabilità e tutta la for za politica del partito di maggioranza. G.G. L'UNIFICAZIONE LIBERALE Chi prese il potere non furono i fasci repubblicani, le squadre di azione. Quelli sa1ebbero rimasti ai magri successi del '19, queste sarebbero state facilmente dominate se in loro soccorso non fossero giunte le forze sociali della conservazione italiana. Poichè la conservazione italiana. sopportò le forze liberali finchè non furono peri.colose, poi le abbandonò senza reticenza. liano, anzi, al contrario. lo potenzierebbe I e lo renderebbe più aggressivo contro il regime democratico suo mortale nemico. La presentazione della legge Scelba con- HAVINTOLOYOGOURT E~co gli agrari armare lo squadrismo, tro le attività neofasciste è un doveroso I spaccare le forze sindacali, ecco gli indu- atto della democrazia in sua cliiesa, distriali finanziare le organizzazioni, ecco le fesa malamente tutelata dell'attuale le- L'unificazione delle forze clientele elettorali annusare il vento nuovo gislazione. liberali celebrata a Torino del favore dei possidenti, ecco i generali Parlare quindi di Congresso Nazionale la seconda domenca di Di.- eroici di sacro furore anti operaio, ecco del neo fascismo prima di aver costruito cembre è avvenuta all'inseil ceto medio che aveva mal digerito « b validamente una diga cli difesa è un con- gna di un tentativo di sugioire » del '15-18, ecco la magiS t ratura tro senso politico e porterebbe a delle h . d hi rt J perare le presenti difficoltà c tu ere un occ o, ecco c~ o _cero pron- gravi conseguenze. to sempre a sp~llegg1_are I ordine. Questo Ma il problema del neo fascismo in Ita- interne ed internazionali. Si fu 11 fasc1_smo, ti fascismo vero _che dette lia è più sostanziale e più complesso e propone a tal fine la " cole me_daglie e _le.pens1oru a1_dic1annov1s~1 dobbiamo riconoscerlo, non può essere ri- strazione di una società lie a~b. sq~adrtstl prega~doli_ di non p1u I solto semplicemente con il divieto del bera!e" in cui i caposaldi 1mp1cctars1 delle co~e d Italia. . . Congresso o con la legge antifascista. siano " la iibertà politica Il vero fascismo e anche oggi fra no,. in queste stesse forze, Solo che pensino I G. T. garantita dal!'autorità ecodi servirsi dell'MSI onde sottrasi a qual- nomica integrata e corretta h • I • ·t • • t d Il da interventi conformi del-- e e peso,_ picco O m veri a, tmpos O a a J Una cosa è certa ed è che, di qualundemoc az1a lo Stato": ne deriverebbe r • que natura possono essere i provevdi- una ,. società liberale, coMa oggi le forze democratiche possono menti repressivi nei confronti del neo-faessere più vigtli e più accorte. Il Governo scismo, essi non possono avere che un raggiosamente innovatrice " può controllare le grandi forze ,sociali sapore cli intervento dell'alto. Il problema quale H nuovo PLI assume senza farsi controllare, riducendole a buo- cli fondo del MSI non può essere risolto ne ad affrettare l'avvento de!!o ne ragioni, quando necessario indebolen- facendo una legge di repressione, nè abo- " sua funzione di partito dole e fiaccandole. !endola, nè permettendo un congresso, nè di centro " ed auspica un Infine togliendo loro ogni tentazione col pro1bendolo; le possibilità di vita e di svi- "atteggiamento ·univoco" sopprimere il grimaldello atto a scassinare luppo del neofascismo in Italia noi:i sono I di liberali socialdemocrntile istituzioni democratiche. legate a questo o a quel provvedtmento . ' . . ., B. c. governativo o legislativo; esse sono con- ci e repubbhcam che con,. 2 I fatti politici che oggi pongono di fronte all'opinione pubblica il problema del neo fascismo e lo acutizzano man mano che la stampa ne parla sono due: la legge per la repressione delle attività fasciste presentata al Senato, e il rinnovato divieto al Congresso Nazionale del Movimento Sociale Italiano. Il secondo punto, quello del Congresso, attualmente appassiona e accende gli animi più del primo. E due sono gli argomenti della discussione: ouello dei fascisti che si appellano allà democrazia e alla costituzione e rivendicano per loro quelle libertà che godono tutti i partiti in Italia. E' infatti, dicono, anticostituzionale e antilibertario il divieto perchè il MSI ha i suoi rappresentanti alla Camera, è un partito nazionale, contro cli esso non è stata fatta alcuna denucia, e la magistratura non ha mai sancito o condannato le sue tendenze fasciste. Gli stessi fascisti affermano di non essere fascisti e si appellano al reiiime democratico, dizionate dallo sforzo che tutta la nostra senta un migliore e quiliclasse politica dirigente antifascista saprà brio politico ed uno più vacompiere per gettare nel Paese le basi per lida difesa del!a democrazia concreta democrazia. e della libertà". Questo è Se oggi una parte del ceto medio, spe- detto nell'ordine del giorcie nelle zone del meridione, non nascon- no che ha concluso la ceri-- de la sua simpatia per il neofa~cismo, monia. ciò è da attribuire non tanto a ritorni nostalgici quanto ad un senso di sfiducia e e di stanchezza nei confronti dell'attuale classe dirigente antifascista, la quale non ha saputo sostituire al mito dello Stato forte ed autoritario una società che democraticamente muovendosi dalle esigenze degli strati popolari sappia far valere il prestigio dello stato e la forza della legge. Combattere radicalmente il MSI, non significa tanto porre fuori dei margini della vita legale certi uomini e certi organizzazioni (cosa che pure è necessaria, ma non risolve da sola il problema) quanto dissipare le accuse che creano nel Paese uno stato d'animo di avversione al sistema democratico. Il MSI come movimento e come i;truttura oriianizzativa potrebbe anche discioLe affermazioni di carai-- tere generale, come si vede, sono analoghe a quelle che scaturivano copiosamente da ogni settore politico all'indomani della liberozione : sono cioè caratteristiche di chi affronta una situazione in cui tutto è da costituire. In questo senso la nobilissima ma generica istanza di una società giusta arriverebbe con alquanto ritardo. L'inserzione nell'opera con-- creta del!o costruzione di tale società trova una indicazione nella ultima parte dell'ordine del giorno dove si esprime il proposito di dedicare nello schieramento politico ogni energia ali' organizzazione del partito e si prospetta !a posizione di esso auspicando un certo orientamento di altri partiti a proposito de-i quali le scorse settimane si è parlato di una " costituente " a basa " laica ". Benchè gli unificandi li- !jeroli avessero preci$ato &e a Torino non si decidevano direttive politiche (le quali spettano al futuro congresso) è evidente che quando si adopera lo ormai consueto linguaggio topografico, ci si riferisce a qualcosa di meno indistinto che non un ideale sociologico. In particolare alcuni esponenti liberali hanno tenuto a precisare nei !oro interventi, e lo vanno ripetendo negli ambienti romani, che la loro posizione è certamente più I a sinistra dei oottolici, anzi -secondo il conte Carandini - " alla sinistra della corrente sinistra della Democrazia Cristiana". Tutto questo scopre ·uno stato d'animo determinato evieù!ntemente da preoccupazioni elettorali lo cui sostanza si può compendiare nella vo!ontd di accapararsi una parte dell'elettorato che non è certamente quella tradizionale dei liberali se è esatta l'analisi di quegli stessi liberali che individuano il seguito naturale del loro partito " tra le forze che si u.sano definire borghesi, o patriottiche, o ben pensanti, o come altro si voglia ma cll,e comunqtce sono certame1'te forze d\ destra". Non è neppure difficile concludere che 'i liberali si propongono dì sottrarre elettori non gili alle "'destre ·•. democrati-- che o antidemocratiche che siano, ma precisamente alta, ~emocruzia Cristiana Nulla do eccepire su tal, indirizzo elettorale, legittimo come agni altro. Piuttosto c'è da chiedersi q11anta serierò politica sici accolta nel proposito di scalfire la Democrazia Cristillna in vista della conclamata "più valida difesa della democrazia e lfello libertà". Su questo atteg giamento val lo pena eh~ i cittadini riflettano: qi.tE?ì cittadini ne-i quali i clamori della stampa non han no generato la convinzione che 11! congresso d, Torino !"adesione delle mas se o solo dei simpatiz~ant, fosse calorosa e vasta come si voleva far credere Il •· blocco o sinistra", m altre parole è stato opera to da capi , cm eserciti per ora non si conoscono ~ il cui reclutamento inten zionale dovrebbe avvenfrf fra gli elettori dello Dern10 crazia Cristiana A. G.
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