I I I 'Anno lo Numero 4 lire 25 ' ' SETTIMANALE DI ORIENTAMENTO POLITICO srG. J'R.Al~(;OP.J::CGI VIA S. ST.t:FAlTO 90 "H010GNA Romo 23 dicembre 1951 Oislr.ne, Messoggerie ,Uel one • Milono V10P. lomozzo, S1. Diretrore: GIORGIO ZARDl - Direzione, Redaz, ed Amminlstrez., Ramo,Vlo-;-delCorso 101 Telef. 6&fm • Mono.scritti, disegni e fotogrofle enche se non pubbllcoli non si restituiscono • Reg. Tribunole di Ramo N. 2392 del 12 novembre 1951. Conto Corrente -Pos1ole N. l 11760 Abbonomer,· - Annuo l. HXX>- Semestrole L. 550 - Trlmestrele L. :XX, • Estero 1 11 doppio - u!ficili:I, torlr/e l. 50 per mllllmelrl di eltezzo lorgh~uo une colonne m Ani-Gref - Ramo • Vio Sir/e, 33 - Telefono 884-BXl Spedizione In obbonomenfo po.stele Gruppo Il GLIESAMIA GIUGNO' Il nostrimo pegno Il possibilismo elettorale amministrativo non ho costituito nè oggetto di * discussione nè motivazione prevalente per il rinvio del Congresso D. C. Credo sia opportuno, - anzi necesso• rio - che dico in sintesi per quel che mi riguardo, uno parola chiaro e preciso in me• rito allo interpretazione che una porte dello stampo ho doto olla recente decisione del Consiglio Nozionale dello D. C. per il rin- •io del Congresso. U e e avimmo scanzato, 'o vvedite? » Così risponde corto alle affettuose domande del reduce Gennaro il Federico della commedia « Napoli milionaria». Jl Congresso Nazionale del D. C. è stat'ò rinviato a dopo le Amministrative. Ai perché dell'amico democristiano che vuoIè rèndersi conto del fatto, dono 1~·diverse interpretazioni e valutazioni di esso raccolte dalla stampa, si può essere tentati di trarci•..,d'jmpaccio con 1e sbrigative parole di Eduàrdo De Filippo : « Ce avimmo scanzato, 'o vvedite? » - « Leggi il comunicato de « Il Popolo» ... ». Però, il mio amico democristiano non ha letto solo il•- municato de « Il Popolo », ma i giudiz~e notizie, le interpretazioni delle notizie della stampa maggiore ed ha finito con l'avere molti dubbi per il capo. E insiste nel chiederrhi perché, questo Congresso Nazionale, ancora una volta « ce avimmo 3canzato » ... Al Consiglio Nazionale del 12 Dicembre spettav,a, secondo l'ordine dei lavori stabiliti dalla relazione Gonella, decidere sul Congresso, sulla sua data, sede, tema, sistema elettorale. Collegata alle proposte di modifica di un opportuno riassetto dl:!llo statuto sfrondato di molte norme da inserirsi in un unico Regolamento organico. Ogni Consigliere si è trovato tra le mani un fascicoletto di 64 pagine di bozze con- •tener.te Ì6 articoli dello Statuto essenzializzato e 328 articoli di un progetto di regolamento degno di figurare, per onusta imponenza, sui tavoli •verdi delle comm!vsioni internazionali. Posto dinanzi a un cosi vario e impegnativo programma di lavori e di scelte, il Consiglio, cui sembrava negata - per questa volta - la possibilità di un esame politico della situazione, si mosse saggiando un pò tutti i vari settori di lavoro. La scelta della data del Congresso Nazionaìe che nella frusta logica, del buon senso, appariva la prima da prendere, fu rinviata, pur dopo un esauriente dibattito, in <;oda. E il non previsto intermezzo venne colmato dall'esame: del progetto di statuto ri- -dofto, per cosi dire, in austerità, i;? dal titolo IV del progetto di Regolamento relativo alle norme elettorali per il Congresso. Sul finire cli una tale disanima, condotta per altro con molto impegno, doveva spettare al Presidente del Consiglio - appena tornato da Strasburgo - ripropru-- re il tema della data del Congresso e raccogliere il voto della maggioranza. U e e avimmo scanzato, 'o vvedite? » La stampa ha indicato soprattutto due giustificazioni del voto di maggioranza in favore del Congresso e dopo il secondo turno delle amministrative. La orima giustificazione è di ordine organizzativo ed è attribuita al Ministro Scelba. Essa si fonda sulla « necessità di non distogliere le forze del partito dalla preparazione elettorale e di non confondere i tempi di due manifestazioni che sono profondamente differenti». La seconda giustificazione è di ordine squisitamente politico. Essa esprime la « volont'i di non legare le mani alla D. C. nella tattica elettorale per le elezioni amministrative del Mezzogiorno: queste dovrebbero costituire una spede di esperimento in vista delle prossime elezioni politiche ». ( A.A. sul Corriere della Sera del 16 dicembre) -- Tanto pe·r non far nomi, 1'8utorevole Messaggero (15 Dicembre) precisa che « a favore di una maggior libertà di movimenti del partito ed eventuali intese elettorali (si intende con i partiti di destra nelle Provincie meridionali) si sono dichiarati !'on. Andreotti e non pochi delegati meridionali...». Stando, dunque, ai solitamente « bene informati» organi di stampa, l'aver rinviato la decisione del precedente Consiglio Nazionale (Congresso a Febbraio) sostenuta con personale impegno dal segretario on. Gonella, sarebbe il frutto di una decisione politica di rilevan.issimo peso. .Questo Consiglio, dunque, così abiJmente distolto da una discussione politica e condotto per le vie tranquille dell'organizzazione e dello statuto avrebbe der-retato la politica elettorale per le amministrative del Sud! Fra i giornali avviati alla « prospettiva di alleanze elettorali fra democristiani e monarchici e magari il MSI», (Messaggero citato) vi è stata addirittura una polemica in cui al Tempo parve be1lo star sulle sue e dichiarare che il machiavello attribuito all'on. Andreotti non poteva andare: o l'alleanza vale anche per le politiche o questa alleanza non s'ha da fare e non si farà. A questo punto lo sconcerto e l'implicita accusa del mio amico democristiano che non è stato alla scuola del Segretario fiorentino, mi costringono a non .star zitto. Niente di tutto questo, caro amico. Lo accenno dell'on. Andreotti al possibilismo elettorale amministrativo, pur se ha mosso qualche preoccupata reazione, non ha costituito nè oggetto di esame nè motivazione prevalente del rinvio. Altri motivi o sottintesi (ma questo è stato un po' tutto un consiglio di sottintesi) hanno deciso il rinvio. Due considerazioni erano al. fondo di par.eccbi lnt.Prventt; cons1dl:?raz1onl d1 pre\lalente natura interna di partito. l) Per non viziare in radice la democraticità di questa grande consultazione politica del partito di maggioranza cui il ritardo di quasi due anni aggiunge gravità ed importanza. occorre non comprimere il tempo destinato alle assemblee sezionali e provinciali. 2) Perchè il Congresso Nazionale possa esprimere e-iudizi e scelte essenziali allo sviluppo del partito occorre che il Congresso non si riduca ad un meeting preelettorale per la vicinanza delle votazioni sia amministrative che politiche. La data del Congresso poteva quindi essere fissata a Marzo o a Giugno a seconda che i cittadini del Mezzogiorno venissero chiamati alle urne a tarda primavera o ai primi di Aprile. La decisione finale: il Congresso dopo il secondo turno delle amministrative, ha peccato invece di indeterminatezza e può aver dato appiglio ai malevoli di insinuare che da questo termine « piuttosto elastico potrebbe perfino scaturire. con il concorso di determinate circostanze ... che il Congresso non si tenga più. <C R. Zangrandi. << La Gazzetta » 15 Dicembre). Più pericolosa di questa in- -- ~r,, i, \'. I! • I • Buon Natale a voi, amici, e buon Natale a noi. Buon Natale al mondo che nasce, nuovo per la buona volontà degli uomini. Buon Natale, ancora una volta, al Bambino che ci fa migliori. verosimile ipotesi e però l'altra che, spo- :_stando avanti il Congresso e anticipando le elezioni politiche, si rii .1ca la grancte assise ad un suggestivo st .1mento di propaganda in vista di quell che per la loro eccezionalità pongono r ~essariamente il partito sul piano della più rigida azione unitaria. D inanzi alla pericolosa catena di queste illazioni e delle sopradette considerazioni oolitiche attribuite d'arbitrio al Consiglio - Nazionale non resta che chiarire l'equivoco. In questi modi: 1) Se le elezioni aministrative s'hanno da fare in primavera è opportuno che lo anuncio delle date (o della data) venga fatto sollecitatamente dal dicastero interessato. 2) Al prossimo Consiglio Nazionale, ~he non rlovrebbe andare oltre Febbraio, sia demandata la definitiva decisione sulla data del Congresso, che ~omunque non deve essere fatto oltre Giugno. La discussione già svoltasi nel recente Consiglio rende ormai mature le varie scelte organizzative sul Congresso. 3) Occorre che lo stesso Consiglio Nazionale sia messo nella possibilità di discutere il problema politico deUe amministrative meridionali. E' il Consiglio che deve determinare la prospettiva politica delle alleanze. Il consig1io de~'\c::se-re posto in grado di compiere questa scelta cii vitale importanza per il cammino della democrazia in Italia e dev'essere una scelta operativa, non un voto platonico dinanzi a fatti compiuti. La organica discussione sul Congresso. per le proposte di considerevole incidenza, politico-costituzionale interna avanzate dall'on. Gonella a nome della Direzione, verrà a ridare un tono a questo Consiglio Nazionale e non a ridurlo a funzioni prevalenti di commissione elettorale. Achille Ardlgb Dopo Ire anni da Venezia, si terràdunque i/ Congresso annuale del parli/o. L'ulferiore spostamento di data, sostenuto per diversi mo/ivi da autorevoli esponenti del Consiglio Nazionale, ha avuto vaste ripercussioni alla periferia. Il problema che prima era awolto nel- /'ovalladelle dilazioni è balzalo di colpo in primo piano. Tullo il parli/o, ci sembra, ne ha ripreso coscienza. Ormai la decisione e non o/Ire giugno > è matura e moralmente indifferibile. Alcuni mesi sono davanti a noi, più che sufr,cienli perchè il parli/o prenda coscienza di quello che vuole e sappia trarre dalle molteplici indicazioni politiche in- /eme, dalla esperienza di una /egis/a/ura ormai quasi al termine, dagli ultimi dati e/e/forali, le sue sintesi politiche per i/ nuovo cammino, verso i/ traguardo de/'53. Per lo •eritèa, debbo subito riconoscere che o tale decisione la maggioranza del Consiglio è pe"enuto per uno considerazione molto semplice e cioè quella del calendario. Infatti, premesso che all'inizio della primanra debbono essere assolutamente fotte le elezioni am111inistroti•e in molti centri del meridione - e su questo punto il Ministro dell'Interno è stato molto esplicito - la maggioranza del Consiglio ha creduto necessario trarre queste conclusioni: 1, - che dato la sit•azione f11 c•I oggi ci tro•iamo dal punto di •iato orgonizzoti•o, e tenendo presente che siamo alla v1gilia delle feste natalizie non è nemrneao pensabile potere tenere un Congresso serio e preparato entr:o lo fine del mese di febbraio. Per quanto presto si faccia, con un minimo di preoarozione, non può essere tenuto invece che allo fine di morza. 2 - che queste elezioni omnlinlstroti'le se •ogliamo che •engono fotte svi serio e senz-a ulteriori rin•ii, non panano essere tenute olla fine della primavera, mo primo, perchè siamo in Italia meridionale e 1 raccolti agricoli sono in anticipo in confronto alle oltre parti d'Italia. E' sembrato, poi, non fone cosa inopportuna andare al Congresso - q ■ello ormai che donò preparare le elezioni politiche - con già acquisiti i risultati delle consultazioni elettorali dell'Italia meridionale. Che qualcuno forse lo desideri, anche fra i nostri amici, non sarò proprio io o metterlo in dubbio, mo stiano pur certi gli attenti osse"otori dello D. C. che se quolcoso di ciò si do•esse manifestare non mancherebbe uno immediato reazione. E' questo fra l'altro uno dei nostri impegni. Angelo Selluonl VITA INTERNA D El LA D. C. Cronaca di un Consiglio Con un certo ritardo, risf)etto a quontu cu11venuto nella vrecedente sessione. nei giorni 12-13 u. s.. è stato convocato e, Roma il Con• siglio Nazionale clella D. C. per deliberare sulla data, tema e località di convoca::ione del Congresso Nazionale e sui progetti di statuto e regolamento del partito present.ali dal segretario nazionale 011. Gonella. La relazione Gonella Due argamer1ti ho,mo f)Olarizzato l'allenz.ion.e del Consiglio: la dala di convocazione clel Congresso e il nuovo sistema elett.orale. Il segretario politico nazionale on. Gonella, semblee p'recongressuali ,~elle sezioni e nelle provincie. Come norme per Lu ele::ione del nuovo Con· ,(iglio Nazionale l'on. GonPlfo proponeva un si.stenta di liste bloccate. con accettazione scrit.la di car1cUdatura e impossibilità di si• multanea presentazione dello sÌesso nome in più Liste, al fine cli assicurare una maggioranza ·• stabile " al Consigli.o e alla Direzione Nazionale futttre, in omaggio al.la tesi. per cui la c·ollaborazione fra i componenti. della maggioranza non può efficacemente attuarsi se non tra « persone cooperanti.)). Come tema l'on. Gonella proponev(l: <e Il vartito forte ver lo Stato forte >l e come sede Roma. illustrati i criteri informatori del nuovo 5LU· La tesi Andreotti tuto e del regolamento, è passato alla prescnlll:::.ionedi alcw1e proposte relative alla data, alla località cli convoc(lzione e al tema ciel Contr(tri a/.l.c1convoca:::.io11edel Congresso Congresso. a febbraio si ,ono clichiarati l'o11. Scelba e Dichiarandosi deciso sostenitore della Jata l'on. Ar1dreotti; favorevole. i.11vece,Con. Grondi febbraio com.e quella piiì opportuna 1 1cr chi. Il Ministro degli Interni ha ricordato che richiederumio ci. conviene ri11vU.1re fo co11voca- %ione del congresso a dopo le elezioni.. . I C/Uestoproposito, visti.• i commenti di certa stampci. è opportuno una precisazione. Scrive il Messnggero ciel 15-2 IL .s.: (< Rimane da .,a. pere con quali altre forze, che non siano quel• le ciel MSI. olt.re naturalmente i liber(tli. i. socialdemocratici., i repubblicClni, la D. C. potrebbe allearsi col sistema dell'appflrentamento delle liste; non vi sarebbero che le forze monarchiche. possibilità d'ciltronde. che è !La• a consiclera:n favorevolmente dalle sfere dirigemi della D. C. fin dall'impostazione della campagna el.ettorale clella scorsa primavera ». E' utile ricorclare che ciò su cui il Consigli1' Nazionale dellu D. C. lw deciso riguarda semplicemente la data dellfl convocazione del Con• gresso. decisione che 11011 implica tJn orienta• mento. nè imolicito nè esplicito, del massimo organo responsabile del.la D. C. in fatto di ipo• teti.che alleanze con le destre monarchicl,e e fa• scisti.z:anti. Tale materia è, (lllo stato attuale dei /atti. impregiudicata in quanto non anco• ra 'sottoposta al giudizio nè del Consiglio 'Vazionale nè della Direzione del Partit-0. indire le assise nazionali. della Democrazia il prossimo Congresso Na:.io11ale.,arei l'ullimo Cristiana, l'on. Gonella ha esposto i motivi pri"ma delle future elezioni fiolitiche in qua11favorevoli alla sua tesi: la trasformazione del to non è prevedibile che possa esserne con• Congresso in un (< coefficiente elettorale » de- t:ocato u,1 altro tra la fine del '52 e i primi Gli stinato a tonificare il part.ito all'anertura del• del '53. In queste condizioni la data pilÌ nat.uargomenti della maggioranze la ca•n!mgna elettorale amministrativo; il fare rale per il Congresso sarebbe il giugno 1952. coincidere, o quasi, il Congresso della D. C. Pure contrari.o alla proposta Gonella si ;, con quello dei presumibili. compagni di viag- espresso l'on. Amlreotti. il qunle ha sottoli• Altri. consiglieri nazio,wli favorevoli. al Congio (liberali e social-democratici) in modo neato l"aspetto politico del rinvio o meno del- gresso nel mese cli giugno hanr,o sottolineato che non abbia a mancare alle annuali assise la convocazio,1e del Congresso ri.spetto alla la necessità che il Congresso possa svolnazi.onali dei partiti democratici italiani la proposta febbraio: se _facciamo. il Congresso gersi in una atmosfera sgorltbra da imvoce della D. C.: la opportuità cli non procra- prima delle elezioni amministrative, ha so• mediate preoccu,pazioni elettorali, essi hansti11are oltre la scadenza statutaria (per verità stmizialme11te detto l'on. Amlreotti. noi po- no cu,spicato che la massima auemblea già superata) la permanenza in carica del Con• tremmo trovarci con le mani troppo legate del partito possa fornire una i.nequivosiglio Nazionale. Però furono lasciate nella pe- quando ci, dovremo porre il problema delle cabile indicazione della piatta/orma politinombra le difficoltà organizzative che sarebbe, alleanze del Mezzogiorno per conquistare j ca su cui la D. C. dovrà impostare la decisi• ro insorte con la convocazione a fel,braio del comuni e le provincie; quindi per conserva• Congresso, specie per quanto riguarél.a le as• re quella elasticità a destra che le circo.stanze Zampa
p~~- 2 INIZIA~IVA DEMOCRATICA Dicembre 1951 _______________ ___::~~~~:'..::.:::~::_------------~~~~ NIDDIASOLI A STUASDURCO * Chi ricorda lo ,cetticismo pressochè generale che circondaua un anno fa la iniziativa Pleven per un esercito europeo, non 1uò guardare senza meravigli.a e ammirazione gli sviluppi di una proposta che fu in principio ritenuta dai più niente altro che una mano• vra dilatoria n.ei confronti del riarmo tedesco. Certo, molti elementi. e&trinseci alla volon• tà degli europei ,ono mutati nel frattempo: aopratutto Eilenlaower ed Acheson hanno ca• p,to, allontandusi cta,le vecclu.e. posizioni detta con/erenza di Bruxette, che ricostruire la Wermacll..t non era nè Jac,le nè .senza pericoli e hanno fatto sugli stati.sii di l'arigi di lform e l<oma le opportune insistenze perchè una via di wcita fosse trovata nella comuniJà europea detta difesa prima del pros.imo febbraio (con/erenza di Lisbona). Le po.si=ioni da conciliare apparvero con contorn, pw.ttosto chiari neUa sene d, dt.Scor• •i tenuti da De Gasperi, Van Zeeland, :X:hu- ,nan e Adenauer il giorno 10 dicemore atto Assemblea Consultiva del Consiglio di Europa: da una parte (Francia, ltalia, Germania) una intenzione abbastanza decisa di creare ,.n organo Jormatore di volontà politica sopranazionale, organo rappresentativo della Comunità europea, di fronte a cui, t' eventu.ale ageu.- te e,~cut,vo (Allo Commissario per la DiJesa) dovrebbe essere responsabile; dall'altra (Benelux) il proposito esplicitamente espresso Ja Van Zeeland di dar luogo ad una integrazione appena più. stretta di quella del NAl'U, avente per autori.Là politica un comitato di Mini- &Ui, deliberante nelle que.stioni essenziali sul• la base della umanità. Che cosa ha detto l'Assemblea del Consi• glio d, f;uropa in questo dialogo che diviene ogni giorno più serrato in un ambito puramente continentale? In verità essa non può dire molto e per i poteri neppure integralmente consultivi che possiede e per la disparata formazione da cui ri.sut1a: è d,/jicite per/mo fare i lanciatori di idee. come vorrebbe Paul Reynaud, quando nell'aula di Strasburgo siedono seguaci di Schuniacher che votano no in ogni occasione, per princ,pr.o, oppure inglesi e scandinavi di ogni colore disposti francamente a un attegsiarnento di totale dmmpegno verso l' evolu- ~ne uu .. iiuriu dell'Europa conti.n.enialo. -- Perchè una mozione di significato anche minimo pt1ssi è necessario assicurarsi la benevola attenzione di inglesi e scandinavi, adoperunao poi ter11u11,suJ}ic,entem .e.nte equivoci per non urtare gli incerti del Be11elux o i socialisti francesi alla Guy Mollet pieni di riserve e di risenti1nenti. L'Asseniblea consultiva non era dunque in grado di dire una parola chiara in senso federalista sulle divergenze esistenti tra Schuman, De Gasperi, Ade"nauer da una parte e Van Zeeland e compagni dall'altra: biJogna però darle allo che, nel quadro sopradetinea• t.o delle sae possibittà, ha fatto il massimo per dire qualcosa di pos\l,ivo; tra i' altro es.ia ha raccamu.11.dutoal Comitato dei Ministri << di favorire la conclusione rapida fra gli Stati m.em,bri a ciò disposti di u.n accordo istituli• vo di una uu1oruù po1itica soggcua al conlrollo democratico di una Asscmulea parlamentare. La competenza di questu autorità sarà limitata ai ,ettori detta d,fesa e degli affari esteri in cui l'esercizio in coni.une della sovranità è reso necessario dalL'organizzazione di un esercito europeo e dal suo im.piego nei quadro aLlullttco ». r.-Ja è vitale una Assemblea, che, priva di poteri reali, non tiene il passo dei governi nernnierw .sul terreno delle iniziative e delle proposte? A que,ta domanda rispondono le clamoro• ,e dimissioni da l'residente di P. li. Spaak. Per /are u,cire il Consiglio d'Europa dalla fase di " ncgutivisnie et d1:.stugnation ", Spaak avrebbe votato anche la niozioue /ederulLSttl ortodossa presentata da /Il. De Pénice e da quasi tutti gli itliani, tendente alta riunio• ne di. una asseniblea costituente incaricata di elaborare un putto federale. Comunque, sommovendo le acque troppo placide di Sirasburgo, Spaak ha reso un ,erviz{o alla causa dell'unità europea. Da que.ie vicende che abbiamo delineato piutto.sto somniarionie,ue deriva a nostro avvi.so un impegno di azione all· interno dei rar• titi. che si sollo pronunciati in senso federa• lista e in genere dell'opinione pubblica, assai più penetrante di quel che finora n.o. n si bÙJ. avuto: fare del federalismo non è più cosu di Arcadia e di Utopia che a molti uomini di poca fede ,embrava ancor ieri. Al provincialisnio nazionalislico di troppi è tempo di dare risposta positiva in una direzione europeista. Poichè è cerio che giunti a questo punto e rotto il primo ghiaccio sul terreno in.ernu:.io• nale, la federazione europea per riuscire una cosa v.itale non può essere a/fidata semplice• niente agli umori ed ai giuochi parlamentari• stici di una asse,nbi..ea che ha ormai perduti i leganti diretti con la sua base popolare, 1na deve sca.·urire 5opratlutto dalla convinzione e d,,lla volontà dei popoli maturati alla idea fedéralista. Leopoldo Ella editoriali Vanoni 1 e 2 « 11 Popolo » d, martedì 4 dicembre scriveva: « Grande ripercussione hanno avuto le dichiaraz,on, fatte dal Ministro delle Finanze on. Vanoni circa lo riuscita del recente censimento generale dei redditi e circa I tentativi di evasione fiscale messi in atta proprio da rappresentanti di categorie dotate di maggiori beni di fortuna. I piccoli e medi contribuenti - ha detto in sostanza il Ministro - hanno fatto nella stragrande maggioranza il loro dovere; reticenze ed evasioni si sono avute invece da parte dei grossi contribuenti ». Lo stesso « Popolo » o distanza di dieci giorni, riferendo le dichiarazioni del Ministro Vanoni allo Camera dei Deputati in risposta alle interpellanze sugli esiti del censimento fiscale, gli attribuivo lo seguente espressione: « E' stato conseguito un ottimo risultato, al di là di una aspettativa che poteva anche giungere a considerare una possibi Iità di contrazione del reddito imponibile>>. Di fronte a questo atteggiamento, che non può non apparire contrastante, l'uomo della straI da, che ha per la prima volto seguito con interesse il problema tributario si chiede: come mai? E' certo che per « ottimo risultato» del censimento fiscale s•ntende il fatto, documentdro dal Ministro Vanoni nella sua esposizione, di un maggior reddito tassabile acquisito dogli uffici delle imposte che, rimanendo invariate le attuali aliquote, darà un incremento all'erario di circo undici miliardi. Ma, se come lo stesso on.le Vanoni ho riconosciuto, questo incremento è dovuto sopratutto olle denunzie dei piccoli e medi contribuenti, non avrò lo riforma ottenuto lo scopo di aggravare lo situazione dei piccoli e medi contribuenti, nonostante la esenzione sulle prime 240.000 lire? Se non erriamo l'obiettivo del"1 riformo ero quello di aumentare il reddito imponibile, in modo do avere degli accertamenti il più possibile vicini allo realtà per tutti - grondi e picq,li - onde poi diminuire le aliquote. 11 risultata del censimento fiscale è questo: che gli accertamenti sono stati uguali o vicinissimi olla realtà per i piccoli contribuenti (donde l'aumento del gettito) e lontoni, lontanissimi dalla realtà per i grondi. Quindi le aliquote già sproporzionate (e giustificabili solo nello considerazione d1 un margine presunto di evasione) non saranno dimi~uite. Ho ragione quindi il Ministro Vanoni d, dire che il censimento fiscale ho dota attimi risultati dal punto di visto tecnica e dell'Erario. 11 censimento invece è andato male, anzi malissimo, se si guarda od un elemento di giustizia tributario, ove non si intervenga assai decisamente a ricreare un equi I ibrio nello pressione fiscale. - Ciò che veramente turba e conduce od amare considerazioni è il vedere come allo fermezza dei propositi del Ministro dei primi giorni (« Il Governo perseguirà ogni tentativo di evasione ») sia subentrato un atteggiamento d, tolleranza. od il ritorno od uno spirito di ordinario omministrozione. Per condurre lo lotta contro gli evasori può essere sufficiente il richiamo, fotto in sede parlamentare dal Ministro, di uno circolare inviato fin dal 25 settembre agli uffici dipendenti ? g. g. Imprenditori cristiani ciolc :ano e di assicurare un più alto livello etico ed economico olle classi lavoratrici». Lo richiesto, votato nell'or- Lo formazione di questa dine del giorno conclusivo del mentalità e l1 ottua:z:ione di Congresso na:z:ionale dell'U- questa azione pratica comnione Cristiano Imprenditori portano però un sempre magOirigenti (U.C.1.O.) che ho gior potenziamento dell'Unioovuto luogo a Genova nello ne Cristiana degli imprenditoscorso mese di novembre, di ri e dei dirigenti d'azienda promuovere « con ogni mex- ed un progressivo distacco :z:o una mentalità antidisoc- degli industriali cristiani dalcupa:z:ione nell'ambiente im- le oltre orgoni:z::z:axioni che prenditoriole ed iniziative tut- questa mentalità non possiete rivolte a tutelare la per-. • dono e che questa azione non sono e lo famiglia del lavora- vogliono attuare. tore disoccupata e le sue ca- E' necessario infatti, per pacità tecniche e volitive », individuare nettamente le resta od indicare lo sostanxo sponsabilità, un progressivo ed il contenuto di questo sganciamento degli imprendiUnione che raccoglie in sè gli tori cristiani do posi.z:ioni che Industriali e Dirigenti d'o:z:ien- assolutamente non possono onda che si ispirano agli inse- dare d'accordo con lo mengnamenti sociali del cristio- talità solidaristica apertonesimo. mente auspicata dal CongresInfatti, quello che manca nell'ambiente dei datori di lavoro in genere è proprio una mentalità solidaristica con le classi meno abbienti ed una retta concexionc dello funxione del capitole e dei rapporti tra datore di lavoro e dipendenti. 11 primo passo è proprio quello di formare uno mentalità e quindi una coscienxo del datore di lavoroi e questa mentalità, avrà come consegucn:z:a sul piano pratico, lo afferma sempre lo moxione conclusivo dell'U.C. I.O., « uno axione solidale di " presen:z:a " imprenditoriale sul piono sociale al fine di superare ogni situo:z:ione di grave instabilità economico e di incertexxo dei lavoratori e di tendere od un equilibrio soso e con i fondamentali insegnamenti della dottrina sociale cristiano. g. I 12 saggi Venerdì 14 dicembre, ,I Comitato temporaneo del Consiglio Atlantico si è riunito o Parigi, per esaminare iI progetto del rapporto preparato dal trio HorrimanMonnet-Plowden. 11 progetto raccomando: al Belgio di aumentare del 50% le sue spese militari durante il periodo 1951-1954; olla Danimarca un aumento del 40 % . Seguono con ciIre decrescenti il Canodò, l'Olanda, lo Norvegia e l'Italia (15%). Quanto olio Francio le vien domandata uno sforzo aggiuntivo del solo 5 % mentre c si compiace dei programm militari rispettivamente dell'Inghilterra e degli Stoti Uni ti. ~embro che il Belgio abbia nf1utoto lo raccomandoz1one s,o perchè lo sua speso m111tore ho già toccato 11 30% del bilonc,o, s,a perché i suoi I 8 m1iiord1 d1 franch, be1g1 d, cred1t1 verso l'UEP sono do cons1derors1 come ur aiuto all't.uropa. In genero, le, le piccole e medie poten'.j ze fanno notare come il mas-. simo sforzo oad1z1onale veng& chiesto loro, o d1tterenzo dj quanto è domandoto 0114 grandi Nozioni. E gli autorevoli roppresenl tonti dell' 110110? Ci auguriamo che non vo gliono tare , primi dello clos se. L" I tallo puo opporre I medesime argomentazioni belghe e oncne quelle francesi. Può vantare crediti oll'UEP e in favore della stessa Inghilterro; se ci si compiace dello sforzo di riarmo inglese, bisogna anche ottnbu1rlo - sia pure in piccolo parte - oll'invo,onto110 contributo italiano; se lo Francio può declinare uno sforzo militare addiz1onale, accusando il peso della suo guerra contro il comunismo nello lontana Asia, noi possiamo vantare lo nost ra guerra contro il binomio comunismo-miseno, in pieno Europa: non si ha do dimenticare infatti che dobbiamo frortteggiore il Partito comunista p,ù forte dell'Europo libero. IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE AGLI mento di una legge sindacale che verrebbe a cristallizzare .i rapporli di forza, già esistenti Lra i vari sindacati a tutto favore dei sindacati comunisti ed impedendo il libero sviluppo del dinamismo sindacale. Ciò che preoccupa i sindacalisti della CISL è evidentemente la disposizione contenuta nella legge, secondo cui i contralli collettivi sono validi quando vengono stipulati dai sindacati che rappreFentano la maggioranza dei lavoratori, perchè in queste condizioni i liberi sindacati di minoranza verrebbero schiacciati a favore del sindacato comunista. Questa preoc· cupazione in realtà era stata condivisa dallo stesso Pennazznto e formò l'oggetto di un intervento di Sabatini che proponeva la validità del contralto collettivo con la partecipazione di tutti i sindacati esistenti. I lavoratori cristiani hanno diritto di essere rappresentati nella D. C. Necessità di emendamenti alla legge sindacale. Il consiglio Nazionale delle ACL!, conclusosi a Roma domenica sera 9 dicembre dopo due giornate di inte11si lavori si presentava ~ià fino dalle previsioni ùella vigilia come particolarmente interessante per gli argomenti posti all'ordine del giorno: la situazione politica, la disciplina dei rapporti di lavoro secondo l'assai discusso progetto presentato in questi giorni alla Camera. La relazione dell'on. Rumor che ha affrontato il prim~ di questi problemi è partita da una diagnosi della presente situazione politica ed economica definita di involuzione nei confronti delle classi lavorntrici. La funzione delle A. C. L. I. Le ACLI. in questo momento in cui le forze più schiettamente politiche e sindarn1i manifestano incluJlbi segni di stanchezza, pos· sono apparire di fronle alla opinione pubblica com~ una riserva di energie fresrhe a condiz1onc che vengano u~ati certi strumenti è che vengano pen,eguiti certi fini. Secondo il relatore essi sono: una maggiore consistenza ideologica ed una maggiore < on• sistenza numerica, che consenta alle ACLI, in virtù di una sviluppata coscienza. di quelli che sono i problemi sociali e politici del momento, di essere sul piano della vita 11a• zionale, una forza capace di fare sentire il proprio peso nei rapporli esistenti all'inlcrno del paese. E' necessario inoltre 11 compimento di clcune alleanze che sen ano a togliere dall'iso· lamento le classi lavoratrici. Tale per escm• pio l'alleanza con i reti mcdi onde staccarli dalla dipendenza delle classi dominanti e creare alle forze popolari un orientamento di solidarismo cristiano. << Aricchimento e vivificazione ideologica, arricchimento numerico, arricchimento del tessuto organizzativo, qualificationc di classi dirigenti. Queslo è 11c• cesario: che le ACLI credano nella loro fun• zione di ronquisla del mondo del lavoro rhc si è appena iniziala. I rapporti con la D. C. Con qur-sti stru1;1enti i lavoratori crist..iani de\·ono affermare la loro presenza nel pnr tilo rristi.ino, nel Parlamento e nello Stato. Particolarmcnle interessante nella lrattazi ;o· ne del relatore il problema dei rapporti con il partito d. c. Posto in rilievo che esso rap· presenta l'unico partito cristiano esistenle , cl paese, il relatore ha affermato: « Non ~i tralta di creare una quinta colonna, ma di correre in sorcorso della D. C. Si<"come essa 1• il nostro ambito materiale di lavoro, è nostro diritto e nostro dovere fare questo, ma !'loprntutto un diritto, perchè i lavoratori crii,.tÌJ.ni hanno più di lotte le altre dassi so1·iali diritto di essere rappresentati nella D. C l,na presenta individua e isolata non avrebuc all u:i senso ancbe se fosse generalizzata)). L'on. Ru nor ha concluso chiedendo per i hworatori un programm,1 in cui rientri: a) una autor,lù de.lo Stato da farsi valere non solo nei confronti dei comunisti, ma .rnchc nei t'OnirOrtti dei ceti privilegiati; I,) una moralità dello Stato che difenda lavora1ofl dalla corruzione che va sempre a van n"~io dd ceti privilegiati; e) ,;,;a efficienza sociale dello Stato che consenta il massimo delle realizzazioni a favore delle classi lavoratrici nei limiti delle concrete possibilità. La d,acus3ione ha trovato concorde su queste tesi Pintcrv ..,Consiglio N"zlonol-0, enlvo su qualche punto di deuaglio in ordiue nlla alleanza con i ceti medi ed ai rapporti con il partito d. c., dove alcuni inlcrventi tradiva.no una impostazione streltamente sindacale anche in temi di natura sociale e politica. ll secondo problema posto all'ordine del giorno del Consiglio Nazionale delle ACL! riguardava la prl!sa di posizione uJficiale nei confronti del progeuo di legge sindacale. Come è nolo, fin dal primo annuncio della presentazione della legge per la disciplina dei rJpporti di lavoro, tulle le organizzazioni sin• dacali, ivi compresa la CISL, dichiararono apcrlnmcnte ln loro avversione, sia pure per modvi diversi, alla proposta~ governaliva. Ln pre:tidenza delle ACLI invece, pur non na~condendo talune gravi riserve sulla for• .nul.1zione della legge stessa, dichiarava d accoglierne il princtpJO. li Consiglio :\azionale delle ACLL - del qu.ilc fanno parte numerosi esponenti dell,1 \..lSL, ivi compre:to lo r.lC:t:tOon. Pastore - è stato quindi la sede di un ampio dibauito, ove diverse tesi sono state esposte con am piezza di argomentazioni e con vivacità di toni, come si conviene in un libero gioco dc• mocratico. 1l relatore avv. Pcnnazzalo - Vice Presidente della Associazione - è stato l'equilibrato e il lucido espositore della tesi della t'rcsidenza, Egli ha affermato che il progetto risponde, in sostanza, al riconoscimenlo esplicito della libertà dei sindacati ed è ispiralo, ad una « &ufficiente » tutela di essa. Si discute la legge sindacale Il beneficio che essa arreca è sopratullo la po~sibiliti'1 di rc11derc efficace << erga omncs ,, il contralto colleuivo e di consentirne la proroga ollre la scadenza. Per il resto essa t-i limita a prevedere la registrazione dei sinda ti ccl una discriminazione essenziale fra gli scioperi proteui. e quindi tutelati, e i non lulclati. Tutto ciò non cristallizza i rapporti di forza fra le associazioni sindacali attualmente esistenti, )asciando intatta la potenzialità di sviluppo di esse. l\In non mancano ancho secondo l'avvocato Pennatzato i lati negativi del progcuo. :'.,i impongono quindi degli emendamenti per quanto riguarda: - lo rappresentanza dei eindacati, sulla base (lei numero dei romponenll le associniinni: il rhc implicherebbe un controllo dn parte dello Stato all'interno elci sindacati; - !'ampiezza dello sciopero protetto dit secando il progetto si limita alla pura ma• teria contrauualc, mentre dovrebbe ei,serc esteso h tuui quelli scioperi anche di &olida• rietà che i.,:eseotino particolari motivi di or• dine sociale cd econcmico; - le sanzioni contro i promotori degli scioperi non protelli. L'avv. Pennazzato sj è dichiarato convinto che la legge, purchè corretta nei punti indi.- cali, può realizzare notevoli e concrete con• quiste per i lavoratori. La tesi di Pastore Una diversa tesi è stata sostenuta dai mcm· bri del Consiglio rhc sono anche esponenti della CISL, e tra questi lo stesso on. Pastore. Essa afferma la inopportunità in questo mo• L • ...--.:une ha truvniu il Consiglio Nazionale diviso, ma non su posizioni irridudbil· mente in contrasto. Infatti, mentre da un lato la mozione ,Ji maggioranza appoggi~ta dalla Presidenza, < he raccolse 22 voli~ pur riaffermando l'esigenza di una regolamentazione dei rapporti di Javoro e l'adesione di massima al progeuo governativo, esprimeva ampie riserve su alcuni punti anche fondamentali del progetto etesso, dall'altra parte la mozione di minoranza - che raccolse 13 voti - si limita"a a richiedere un rinvio della discussione in Parlamento della citata legge a dopo la costitu• zione del consiglio dell Economia e del Lavoro, senza esprimere sul merito del progetto un giudizio esplicitamente negativo. Liò lascia bene a sperare sulla po~sibililà che \'cnga ra~giunta, su un piano di concreti emendamenti al progetto di legge sindacale. anche su un piano parlamentare una unitl1 cli tuni i lavoratcrri crbt..iani e dei loro autentici rappresentanti. MONDO CATTOLICO CHIESA EDEMIGRAZIONE Il Bollettino n. 8-9 della « Giunta Catolica dell-Emigrazione » riporta le Relazioni /atte cla alcuni congressi5ti italiani e s1ra1J.ierial Carrcfour sui problemi niigratori al recente Corigresso per l'Apostolato dei /..,aici, nonchè le Conclusioni a cui è giunto il Carrcfour stesso al termine dei suoi lavori. I laici impegnati nelle opere di apostolalo, f,;ioè coloro che hartllO la responsabilità (l, collaborare all'avvento ciel regno di Cristo anche su questa terra, si sono chinati su que• sti problemi con uno spirito aperto, deciso a rompere il cerchio degli egoi.smi ottusi ed inumani. E' con un. senso di sorpresa che ascol1iamo un Jrance5e dire Jratername,ue, dinnanzi a persone di tutte le n.a=ionalità, c.lie il suo Paese potrebbe alimentare 60 milioni di abitanti, se la buroCrazia fosse meno paurosa degli arnpi programmi immigratori pur Fià elaborati. Ed è con un. 5e11sodi sgomento che ascoltiamo un giapponese gettare un grido di allarme per la ufficiale propaganda cli limitazione delle rwscitr..eche sembra essere l'unico rimedio proposto dall'occidente cri.stiano cill'oriente non-cristiano per la sua eccedenza di popolazione in continuo aumento: e v'è tanta umiltà nel suo moclo di chiedere ai fratelli cattolici di /trr proprio questo tremendo problema della mi.seria <li lUt ponolo cond1mr1ato a moltiplicarsi in spazi troppo angusti, mentre la terra ha ancora zone enormi da offrire al popolamento umano. Su questi problemi si rompono gli ultimi resiclui delle velleità raz:i.ste, e diventano pau• ro.<i giochi di fanciulli gli sfor:i diplomatici ner ricreare nuovi equilibri $empre ricacleriti in nuovi diJquilibri. Da quando Cumanitcì tutta è diventata <e cristiana », nel 5enso che lw scoperto il valore profondo clell"uomo ( quel t•alorc che Cri.5to ha proclamato e redento, ne/lr, Sua vita e nella Sua morte), biso{lrw imparare a pensare grande: il colore dell11 pe//e non è piii che apparenza, dinnanzi ,,!. Caug1Lsto riconoscimento dell'anima, della persona. del suo diritto alla vi.o La Cli iesa si ntuove su questa strc1da, e non ria oggi: prima di tanti altri Essn ha capito maternnmente <li dover difendere tu.tti gli uoruini. di tutte le razze, di tutti i continenti. O{lfli la Chiesa non si preoccupa solo clelle migrazioni come di un fatto che può meltere ti cattoli,..o in pericolo di perdere la propria fe<le avìta; oggi la Chiesa si preoccupa tli rlifondere e.erte idee, certi principii, che sono alla base della vera « carità >>, clelCamore che deve legare eli umani fra loro perchè tutti li u110 slesso Padre e fratelli di uno stesso Fratello. Ed è per qtiesto che Essa ha costituito re• centemente una « Commissione Internazionale Catt0lica per le migra=ioni n, composta di lai• ci e di Sacerdoti. impegnati gli uni e gli altri a oortare in tutte le as5ise umane oue .1i ,/iscut~ clei problemi della sovrapopolazione I,, voce di un'l nwterrzità spirituale sentpre vigi• le. il pungolo di una carità alla cui irifluenzrr nessun uomo - giudeo o gentile - può sot· trarsi senza venir meno alla sua stessa dignitcì.di. uomo. Ed è ancora per questo che, per la prima volta nella storia della Chiesa, in una Congregazione di co.sì grande importanza e ome la « Concistorale '> è .stato immcs5o un nuot•o alto ufficio, quello del « Delegato per !"emigrazione>>, vale a dire un esperto de, problemi di carallere pastorale che lo ,posta· mento di tanti uomini. da uri an'!olo all'altro rlel/n /,rra po1'8 a cl,i /,a respons~bilità cli cura rl'aninie. Dr1 un" parte la cli.f.(iuione dei princi pii evangelici, ovunque; d'altra parte, Cazionc pastorale: la Chiesa lat·ora in silenzio ed in nmore percliè la ceratura umana che tant,> P co<Jtataal Cristo 5ia di/e5a. sia protetta, sia niutata a vivere umanarnC'nte, sia consolata nel dolore, .sia benedetta nel trnpns.,o. 11 Campanone-
Dicembre 1~9'.::'.5:=_l _____ ________________ ~I:::NI~Z~IA:.:T::IV~A~DEM~~O~C~R~A~T~IC=:ll::.• _________________________ P_a__ 3;g~·- IlMOSTRUOSO RITR ti~TO f}.nlle etu.i Chi non ricorda il personaggio di « Miracolo a Milano > che per un cappello a tuba ed un collo di pelliccia tradiva i suoi amici di sventurM Egli era povero come gli altri, abitava in una baracca, ma egli si sentiva superiore per un meschino senso della dignità. Dunque, u Torino, i liberali, i tradizionali ncm1c1 01 ogn1 !orma di paruto e quu1d1 Ui ogni !orza popolare organuza~a, si sono riu• nlli per cosL,wrc, o meguo per riu.ru11care. un parlHO. Che significa lnllo ciò? Forse j l.wcrali hunno finalmente compreso la es1geni;a d1 uno bl.rumento 1C1oneoper condurre neJa vua po11uca italiana un'auone di w.1 qua"cuc pceo, cne supen una nSLrt:lla ter• chia di md1v1dua,ilà per r•gg1ungere il consenso atuvo 01 p,u ampi sLrau soc1a.U l \Jno dei p.1. omo ton d.eila unit1caz10ne e <lei firmatari de.l waalle1,LO, pocui gwrru prima del L.ongreaso scriveva: u. ~urtroppo lo sv,- luppo 111-acroscup..co d, questi. mostruosi. ri• trovati cl,e .su11u , partiti, 1.11qu,na , se11ume1&· ti degti uunun, na,ura,mente tendenti alla li.- bera espre~wne det,a penonai,tà, ma non è concep,o,te che la cons~ata.:aune delfo esi.stenza d1. un male ci inuuca ad appw·tarci ect a morire». (l:'aolo Tarso - Giornale ddl'l,.milia • 7/12ì. E' po•••.,ile vedere rucclaiwo in questa frase l'allegg1awenlo di cl11, suo ma1graoo, si 1:1ente co~lrc1.lo datla nece:,sÌlil, per nwanere ai passo con 1 suo1 concorreull, di serVll'b.l dello struwenlo aborrito, del « woslruoso nlrovato ». Ciò da 11 Sègno dèila prolondà anustone1tà del purulo 1LJera1e, nve.Lula dalia sua wcapacita di meltets1 al passo con gu strumenti ed i wezz1 in evoluz1ooe della democrazia moderna. lnutilmente s1 cerca di riprendere dei contalli con deile lorze e con dei celi popolari ae non si ha fiducia in essi o negli strumenti di cu.i essi devono servusi per na1termare la loro libertà. ~on si può combauere in linea di principio il partilo, conlondendolo con la sua degenerazione, per poi acceuarlo in praùca per un puro calcolo cli opporlunismo; perchè in tal modo o non si cosutuisce il partito o, 6e lo si cosùtuisce ,ne nasce un quaiche cosa che è UD puro strumento organizzauvo, senza un1ma: la degenerazione appunto che si voleva coudannare. 11 par lito non è un « mostrqo:,o ritrovalo »: esso è assai più r,emplicemente una unione Ji uomini. lJna as~ociaz1one non è nemica della libertà, ma è, per i suoi aderenti, lo strumento della li.benà. ::,enza di esso la libertà rimane una pura esprcesione verbale, o se preh:• riamo, ftlosolica: un idea che non è capace cli scendere nelle istituzioni, di creare UD costume, di informare uno Stato. Solo quando la lioertà ha dietro d1 sè unu forza \e noi intendiamo una forza popolarn) che la indirizza verso oobietùvi concreti è CODCrelt:. T"Cìill~.t'd.LlunJ, t!btiii.i 1,uò dclin.iroi o cessare di. essere una vaga aspirazione prcsen• le nel cuore degli uonuni per 1e strutture ùi una società. Questa forza per dirigere la Ji. ber là verso fini che non contrasuno con )a natura umana non può trarre la sua origine che da una absoc,uziooe d1 uomini e qujndi da un parulo popolare. * Lo stesso Paolo Tarso nell'articolo citalo af. ferma che il Partilo Liberale è il partito di tutti coloro i quali accettano la liberlà come metodo. Egli npele l'errore di Benedetto Croce. Su piano poluico dire che la libertà è un metodo o che un partilo adotta come suo pro• gramma il metodo della libertà, signihca .i1on dire assolu,amenle nwla; signibca semplicemente riailerwarc una verità leoiogica e hloaofica che gh uomini bono essen liberi etl in quanto agibcono, agb,cono con il metodo ciella libertà. Ma tutti gli uomini agiscono con il metodo della li.berla; anche i fascisti, anche i comu• oibti in quanto uomini ag)scono con un u. loro» metodo (h libertà. ; Sul piano politico non interebsa sapere se gli uomini sono liberi, interessa invece cono· acere in che modo intendono servirsi della loro l1henà ed in che modo intendono defirunrla. La definizione che essi danno della libertà è certamente il !oro programma di libertà. A qncsto bisogna guardare. ?rla esso sarà certamente una pura astrazione, se non barà sorto da una esigenza popolare o se non possiederà la forza politica .•apacc di farlo sostenere, capace quindi di difendere la libertà, non quella astraila e geacrica, ma que,la concreta che si esprime in opere ed in realiztazioni. L'essere giunti a questo punto cli matu.ra• ziooo è una conquista della moderna demo- ••zia. Se i liberali non hanno compreso ancora che ■enza la organiztazionc di uomini la libertà non può ebSCre difesa ed accettano la orga• Dizzazione come mule necessario, si pongono in una posizione antistorica. Essi rinunciano a comprendere il significato dei fenomeni po• litici del tempo presente. Così essi non potranno comprendere il r~Ilimcnto dei partiti qu:ili il partilo d'azionè e il democratico del lavoro i cui programmi aon deriva, ano da una forza popolare, ma erano un prodotto puramente razionale. * Se •i è un pericolo oggi assai grave che 1 , 11• aaccia le i&litutioni democratiche e quindi la libertà in concreto nelle manifestazioni di Yila di ogni giorno del ciuadino, questo pericolo è il frutto di nna concezione di libertà utraua, coneeguenza del 0 lihcralismo del se• colo scorso e del secolo presente, per qu ·I 1&1110 che è l~LL'orarimasto - ed è mollo - atlacc~to alle istituzioni dello Stato cd dllo aC11talilà <iegli uomini. ...... ··'1111 La libertà in astrailo del secolo scorso non poteva soddisfare la clusse lavoratrice: la classe che dalla libertà - e cioè dalle sue isti• tuzioni - giustamente pretendeva una dife&'l dt•i propri interessi. Lu libertà in astrailo di questo secolo non h, soddisfatto e continua a non soddisfare il ceto medio. <.!uestu insoddisfazione ha crealo ieri il fascismo ed oggi minaccia di fare rifio·rire ellri movimenti antidemocratici di estrema rlertrc o di aumentare il vigore dei movimenti di estrema sinistra. li, realtà qual ceto è oggi pm libero, m artratto, del celo medio? Esso è il celo che per definizione non dipende dircllamenle ùa nessuna delle grandi forze del capitale e dd lavoro, ma tende ad essere economicamente e sp,ritualmente autonomo, esso è anche il ceto che meno ama incasellarsi nelle schiere dei partiti. Eppure è difficile trovare un ceto pi.•J. oppresso in concreto; incapace da un lato d, far valere la sua volontà per le leve cli cu, dispone incapace dall'altro di farsi- ascol1nrc- ucr rirruen~n della sua massa. l:"€'7\ liè'f Pe1cbè esso manco della forza che tuteli coD • programma la sua libertà. Ecce allorfl il ceto medio rinunziare di buon grado ad una libertà che non gli dà potenza Jl \t 0 tJ ed invocare il partito demagogico e l'uomo dominatore che sono i segni manifesti della dillatura. E' pertanto con un programma prec; , e e.la uur forza politica e popolare che ~ .. tap• pia otlllare e non con vane declamazioni che pnò et-sere salvatu la democrazia e cioè le it,:ilu;i;J.oni in cui lo libertà si concreta. Giovanni Gallonl Le fortune della destra italiana riposano nella psicologia di uomini come lui: pronti a tradire la solidarietil per inseguire un sogno di glorie ottocentesche, di potenza sgargiante, di ordine borghese. Su gente così, frutto di una società antiquata e non funzionale trae te sue adesioni il M.S.I. e il P.N.M. li 18 aprile la D.C. riuscì a convincere questi ceti che solamente optando per la democrazia e per le riforme, si salvava il paese dall'esperimento comunista. Il problema di oggi è di rendere questa convinzione occasionale un aggancio sostanziale alla democrazia, trasformando la loro psicologia con una profonda azione di educazione e di informazione. È, in queste senso, la funzione di un partito liberale moderno, - non frutto di clientele, - che assicuri a questi ceti una rappresentanza democratica. Ma questa funzione non la si assolve, giostrando con le destre, o rinunciando a conquistare gli elettori della destra per fare concorrenza alla D.C. ILNEOFASCISNMONE'IL M. S.I. la solidarietà 'dei ceti sociali più bisognosi e più meritevoli. Ogni altra posizione non può che essere sterile o pericolosa. C'è un pericolo reale? Come combatterlo? Come prevenirlo? A queste domande rispondono tre nostri collaboratori Sterile quando si riduce ad un atteggtil mento puramente negativo su delle vaghe formule idelogiche (vedi anticomunismo). Pericoloso quando di fronte a dei pericoli incombenti quale la minaccia indubbiamente assai grave del comunismo b>- vece di correre alla riconquista di upa base la· quale non aspetta altro che di essere raccolta, si preferisce stringere l'alleanza al vertice con una forza antidemocratica per il macchiavéllesco gioco di combattere l'altra. 1 Il MSI non è in sè un pericolo reale in Italia. Troppa buona gente democratica si preoccupa per i successi elettorali dei neo tascisti, democratici cristiani urlano spaventati, arrampicati sulla loro maggioranza alla vista del topolino fascista. Calma, calma: il pericolo non è quello. Chiunque può vedere come il momento cli massimo entusiasmo dell'organizzazione fascista è passato, senza che il MSI abbia mai STi p~ra.Lu il 1O';'b th::::ivoti, ri.rnQn~nd,..nc spesso lontano. Per arrivare, non dico al 50',~. ma al 40%, c'è molta strada. E chi garantisce, che lungo la via, le sinistre non arrivino prima? Esse sono assai più vicine al segnale di guardia. Quali uomini potranno fare tanto? Borghese. Demarsanich? che in sostanza condannano, per P': ter vivere. Il secondo ar~mento e quello degli antifascisti ugualmente contrari al divieto del Ministro degli Interni al Congresso del MSI perchè convinti che il Congresso sia il motivo d'urto delle attuali correnti neofasciste con la conseguente scissione in più tronconi, del movimento. Queste argomentazioni non tengono presente lo stato d'animo dei neofascisti italiani che di fronte ad una azione energica del Governo nei loro confronti, si sentono più che mai uniti per una azione di resistenza. Se infatti, al tempo del primo divieto si potevano scorgere in seno al MSI due correnti contrastanti non nella sostanza ma nel modo di concepire la lotta politica correnti che facevano capo, una, a1 fascisti del 25 luglio e l'altra ai fascisti del manifesto di Verona, oggi queste divergenze di metodo si sono appianate nella resigliersi come già si disciolse l'UQ (specie se certe forze che paventano qualsiasi sano movimento popolare riteranno opportuno ad un certo momento togliere ad esso il proprio appoggio). Ma a nulla serve se lo stato d'animo permane nel Paese. Poichè sorgeranno fatalmente domani nuovi uomini e nuove formule organizzative per interpretare quelle esigenze antidemocratiche. La soluzione e la formula è quindi una sola: sia nei confronti del fascismo come nei confronti del comunismo: far vivere, dare una anima alla nostra Democrazia, da,e una forza ed una autorità al nos.tro Stato, il che significa trovare nei partiti democratici e nelle sane organizzazioni popolari la forza politica capace cli por mano nel Paese attraverso l'azione del Parlamento e del Governo a concreti provvedimenti. e con il consenso attivo e Sono q1.1estf gli attegìamenti che, specie nel meridione, perfino nell'interno del nX>-- stro Partito incominciano timidamente a farsi strada e si parla e si invoca anche una certa clemenza nei confronti dei nep. fascisti onde aprire la strada in primo luogo per una alleanza nel terreno amministrativo con i monarchici e per lascl&- re aperta poi la strada ad altre previdiblli eventualità. Il pericolo fascistd è un altro e per vederlo basta ritornare al 22. stenza contro la presunta persecuzione. E' errato quindi affermare che, oggi, un congresso del MSI divida il neofascismo itaE' a questo metodo e a questo sistema che noi dobbiamo opporci richiamando tu~ to il senso di resoonsabilità e tutta la for za politica del partito di maggioranza. G.G. L'UNIFICAZIONE LIBERALE Chi prese il potere non furono i fasci repubblicani, le squadre di azione. Quelli sa1ebbero rimasti ai magri successi del '19, queste sarebbero state facilmente dominate se in loro soccorso non fossero giunte le forze sociali della conservazione italiana. Poichè la conservazione italiana. sopportò le forze liberali finchè non furono peri.colose, poi le abbandonò senza reticenza. liano, anzi, al contrario. lo potenzierebbe I e lo renderebbe più aggressivo contro il regime democratico suo mortale nemico. La presentazione della legge Scelba con- HAVINTOLOYOGOURT E~co gli agrari armare lo squadrismo, tro le attività neofasciste è un doveroso I spaccare le forze sindacali, ecco gli indu- atto della democrazia in sua cliiesa, distriali finanziare le organizzazioni, ecco le fesa malamente tutelata dell'attuale le- L'unificazione delle forze clientele elettorali annusare il vento nuovo gislazione. liberali celebrata a Torino del favore dei possidenti, ecco i generali Parlare quindi di Congresso Nazionale la seconda domenca di Di.- eroici di sacro furore anti operaio, ecco del neo fascismo prima di aver costruito cembre è avvenuta all'inseil ceto medio che aveva mal digerito « b validamente una diga cli difesa è un con- gna di un tentativo di sugioire » del '15-18, ecco la magiS t ratura tro senso politico e porterebbe a delle h . d hi rt J perare le presenti difficoltà c tu ere un occ o, ecco c~ o _cero pron- gravi conseguenze. to sempre a sp~llegg1_are I ordine. Questo Ma il problema del neo fascismo in Ita- interne ed internazionali. Si fu 11 fasc1_smo, ti fascismo vero _che dette lia è più sostanziale e più complesso e propone a tal fine la " cole me_daglie e _le.pens1oru a1_dic1annov1s~1 dobbiamo riconoscerlo, non può essere ri- strazione di una società lie a~b. sq~adrtstl prega~doli_ di non p1u I solto semplicemente con il divieto del bera!e" in cui i caposaldi 1mp1cctars1 delle co~e d Italia. . . Congresso o con la legge antifascista. siano " la iibertà politica Il vero fascismo e anche oggi fra no,. in queste stesse forze, Solo che pensino I G. T. garantita dal!'autorità ecodi servirsi dell'MSI onde sottrasi a qual- nomica integrata e corretta h • I • ·t • • t d Il da interventi conformi del-- e e peso,_ picco O m veri a, tmpos O a a J Una cosa è certa ed è che, di qualundemoc az1a lo Stato": ne deriverebbe r • que natura possono essere i provevdi- una ,. società liberale, coMa oggi le forze democratiche possono menti repressivi nei confronti del neo-faessere più vigtli e più accorte. Il Governo scismo, essi non possono avere che un raggiosamente innovatrice " può controllare le grandi forze ,sociali sapore cli intervento dell'alto. Il problema quale H nuovo PLI assume senza farsi controllare, riducendole a buo- cli fondo del MSI non può essere risolto ne ad affrettare l'avvento de!!o ne ragioni, quando necessario indebolen- facendo una legge di repressione, nè abo- " sua funzione di partito dole e fiaccandole. !endola, nè permettendo un congresso, nè di centro " ed auspica un Infine togliendo loro ogni tentazione col pro1bendolo; le possibilità di vita e di svi- "atteggiamento ·univoco" sopprimere il grimaldello atto a scassinare luppo del neofascismo in Italia noi:i sono I di liberali socialdemocrntile istituzioni democratiche. legate a questo o a quel provvedtmento . ' . . ., B. c. governativo o legislativo; esse sono con- ci e repubbhcam che con,. 2 I fatti politici che oggi pongono di fronte all'opinione pubblica il problema del neo fascismo e lo acutizzano man mano che la stampa ne parla sono due: la legge per la repressione delle attività fasciste presentata al Senato, e il rinnovato divieto al Congresso Nazionale del Movimento Sociale Italiano. Il secondo punto, quello del Congresso, attualmente appassiona e accende gli animi più del primo. E due sono gli argomenti della discussione: ouello dei fascisti che si appellano allà democrazia e alla costituzione e rivendicano per loro quelle libertà che godono tutti i partiti in Italia. E' infatti, dicono, anticostituzionale e antilibertario il divieto perchè il MSI ha i suoi rappresentanti alla Camera, è un partito nazionale, contro cli esso non è stata fatta alcuna denucia, e la magistratura non ha mai sancito o condannato le sue tendenze fasciste. Gli stessi fascisti affermano di non essere fascisti e si appellano al reiiime democratico, dizionate dallo sforzo che tutta la nostra senta un migliore e quiliclasse politica dirigente antifascista saprà brio politico ed uno più vacompiere per gettare nel Paese le basi per lida difesa del!a democrazia concreta democrazia. e della libertà". Questo è Se oggi una parte del ceto medio, spe- detto nell'ordine del giorcie nelle zone del meridione, non nascon- no che ha concluso la ceri-- de la sua simpatia per il neofa~cismo, monia. ciò è da attribuire non tanto a ritorni nostalgici quanto ad un senso di sfiducia e e di stanchezza nei confronti dell'attuale classe dirigente antifascista, la quale non ha saputo sostituire al mito dello Stato forte ed autoritario una società che democraticamente muovendosi dalle esigenze degli strati popolari sappia far valere il prestigio dello stato e la forza della legge. Combattere radicalmente il MSI, non significa tanto porre fuori dei margini della vita legale certi uomini e certi organizzazioni (cosa che pure è necessaria, ma non risolve da sola il problema) quanto dissipare le accuse che creano nel Paese uno stato d'animo di avversione al sistema democratico. Il MSI come movimento e come i;truttura oriianizzativa potrebbe anche discioLe affermazioni di carai-- tere generale, come si vede, sono analoghe a quelle che scaturivano copiosamente da ogni settore politico all'indomani della liberozione : sono cioè caratteristiche di chi affronta una situazione in cui tutto è da costituire. In questo senso la nobilissima ma generica istanza di una società giusta arriverebbe con alquanto ritardo. L'inserzione nell'opera con-- creta del!o costruzione di tale società trova una indicazione nella ultima parte dell'ordine del giorno dove si esprime il proposito di dedicare nello schieramento politico ogni energia ali' organizzazione del partito e si prospetta !a posizione di esso auspicando un certo orientamento di altri partiti a proposito de-i quali le scorse settimane si è parlato di una " costituente " a basa " laica ". Benchè gli unificandi li- !jeroli avessero preci$ato &e a Torino non si decidevano direttive politiche (le quali spettano al futuro congresso) è evidente che quando si adopera lo ormai consueto linguaggio topografico, ci si riferisce a qualcosa di meno indistinto che non un ideale sociologico. In particolare alcuni esponenti liberali hanno tenuto a precisare nei !oro interventi, e lo vanno ripetendo negli ambienti romani, che la loro posizione è certamente più I a sinistra dei oottolici, anzi -secondo il conte Carandini - " alla sinistra della corrente sinistra della Democrazia Cristiana". Tutto questo scopre ·uno stato d'animo determinato evieù!ntemente da preoccupazioni elettorali lo cui sostanza si può compendiare nella vo!ontd di accapararsi una parte dell'elettorato che non è certamente quella tradizionale dei liberali se è esatta l'analisi di quegli stessi liberali che individuano il seguito naturale del loro partito " tra le forze che si u.sano definire borghesi, o patriottiche, o ben pensanti, o come altro si voglia ma cll,e comunqtce sono certame1'te forze d\ destra". Non è neppure difficile concludere che 'i liberali si propongono dì sottrarre elettori non gili alle "'destre ·•. democrati-- che o antidemocratiche che siano, ma precisamente alta, ~emocruzia Cristiana Nulla do eccepire su tal, indirizzo elettorale, legittimo come agni altro. Piuttosto c'è da chiedersi q11anta serierò politica sici accolta nel proposito di scalfire la Democrazia Cristillna in vista della conclamata "più valida difesa della democrazia e lfello libertà". Su questo atteg giamento val lo pena eh~ i cittadini riflettano: qi.tE?ì cittadini ne-i quali i clamori della stampa non han no generato la convinzione che 11! congresso d, Torino !"adesione delle mas se o solo dei simpatiz~ant, fosse calorosa e vasta come si voleva far credere Il •· blocco o sinistra", m altre parole è stato opera to da capi , cm eserciti per ora non si conoscono ~ il cui reclutamento inten zionale dovrebbe avvenfrf fra gli elettori dello Dern10 crazia Cristiana A. G.
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