Iniziativa democratica - anno I - n. 3 - 16 dicembre 1951

Pag. 2 Jermentinuovi nellascuolasociale cristiana Per iniziativa dell'ICAS si riunisce a Roma il giorno 12 dicembre la Commissione di studio per il problema sui ceti medi. Le finalità della riunione sono così puntualizzate dagli organizzatori: 1) reimpostare in sintesi il problema delle Classi medie da un punto di vista economico, sociale, politico, religioso, culturale; 2) studiare i metodi adeguati per una sensibilizzazione ed una orientazione saggia ed efficace di tutta la cristianità italiana specialmente dei militanti di A. C. e delle organizzazioni di ispirazione cristiana, nei rispetti dei problemi delle classi medie; 3) afjrontare il problema specifico dell'azione e della organizzazione delle classi medie nelle particolari situazioni. italiane. La giornata di studio promossa dall' ICAS segue da vicino l'8° congresso dell' 1 stituto 1 nternazionale delle classi medie tenutosi di recente a Parigi con la partecipazione di una rappresentanza anche italiana. Lo scopo fondamentale di quel Congresso era: la richiesta delJ'ingresso di una rappresentanza delle classi medie nella Commissione economica dell'ONU. Ma in realtà il suo significato e il suo risultato non stanno tanto nelle f ormali assicurazioni date dal sig. Santa Crux, presidente del Consiglio economico dell'ONU, quanto nella manifestazione di vitalità data dai nascenti. movimenti di classi medie su un piano internazionale. Assai bene riassume le esigenze del ceto medio Gabriel Robinet in un articolo su " Le Figaro ,, del 2 nov. u. s. « Vi è ~ problema assai più importante per l'avvenire delle classi medie eh,, non quello della loro immissione uffic·iale nella organizzazione delle Nazioni Unite. Se le classi medie prese in mezzo tra le forze capitaliste e le masse operaie vogliono sopravvivere non hanno che un mezzo ed è quello di unirsi. Non solamente all'interno di ciascun paese, ma anche sul piano internazionale. Composte di individui separati ed isolati esse incontrano maggiori difficoltà delle altre classi per raggrupparsi. Incontreranno maggiori difficoltà delle altre a formare un solo fronte. Ma esse sono già sulla buona strada. In pratica avYiene come se le rivendicazioni del sindacalismo operaio, dirette in principio contro le grandi imprese fossero risolte, di fatto, per una serie di contraccolpi sociali ed economici, soprattutto rontro le classi medie. Se le classi medie non reagiranno, e~se saranno fatalmente roinvolte nella via di una implacabile proletarizzazione. E' facile comprendere come i comunisti sarebbero i soli avvantaggiati da una tale e,oluzione ». Comprendiamo pertanto quale sia la importanza di una iniziativa come quella dell' ICAS per portare anche in Italia la discussione sul ceto medio. Poichè solo costituendo una forza del ceto medio autonoma dalle classi capi1<ilisrepuò essere combattuta una battagli" di anticomunismo su posizioni no11 solamente negative. Ciò che deve caratterizzare ogni mo• i·ime11to organizzato di ceto medio, non j, .,·olo la esigenza di assolvere ad una funzione sindacale di collegamento tra Governo e caregorie interessate per la elaborazione delle misure legislative invocate dal celo medio stesso. ma è soprattutto la esigenza df. studiare le forme solidaristiche che permettono l'"deguamento delle classi di mezzo al moderno sviluppo della tecnica ed alla evoluzione eco11omico-sociale. .,. 11 pericolo che le classi medie, muo1 e,ulosi. de1•01w evitare è quello di creare un movimento ristretto ed esclu- ~it,ista, chiuso di fronte agli altri ceti sociali. Esse non possono dimenticare e non possono tra.~curare che quello nel quale viviamo Ì> anclw il secolo del risi·eglio di massa delle classi lavoratrici: e.,se det·ono comprendere che la loro azio,u, .v,rà eflicace nella misura in cui sapra:inn cogliere quella che è la loro /w1::io.•u• storica nell'attuale mo- "" 11 ;, : norsi oli" /<·Sia del movimento rh redenzion<> d,•l mo11clo operaio in un -"Lprramrn•o ,/1•/ ristretto concetto mar- ,·isra. INIZIA'l'IV A DEMOCRATICA - • d·t '. 1· ·e r or I a 1 . ,, Eisenhower e il Piano Pleven Lo scopo della riunione romano del Consiglio del NATO ero consultivo piuttosto che deliberativo, ogni decisione essendo rimessa allo sessione di Lisbona che si terrò di qui a due mesi. Prima che tale momento possa giungere, occorre che il « Comitato dei saggi » nominato a· Ottawa giunga olla determinazione di conclusioni accettabili dal Consiglio. Tale rapporto avrà un'importanza decisiva perchè fisserà la linea politica reale della comunità atlantica, cioè il punto di incontro tra mezzi e fini, espresso in termini di provvedimenti e di tempi di marcio: primo di alloro il lavoro del Consiglio del NATO e quello dello Comunità Atlantica non potranno che rimanere nell'ambito di preliminare. Pur con questi limiti, lo sessione romano del NATO ha avuto però il merito di avere affrontato per la primo volta in termini concreti e propri il problema politico della Germania che si è subito convertito nel problema politico dell'Europa. Il generale Eisenhower ho doto il suo vigoroso appoggio al piano Pleven per l'esercito europeo. Quando tale piano nocque, esso apparve fondato solo sulla istintiva opposixione francese dallo collaborazione tedesca olla difesa dell'occidente e sullo egualmente istintiva diffidenza francese verso lo eccessiva buono disposi:z:ione dei militari statunitensi verso la Germania. In queste condi:z:ioni non sì poteva prevedere per il piano che uno breve e difficile vita: jnvece es,a:o era una intui:z:ionc politica valida fondato sullo realtà delle cose far rinascere una poten:z:a militare tedesca autonoma, mentre ogni governo occidentale vuole che lo Germania cooperi olla difeso dell'occidente: i1 piano Pleven risppnde "' questo dilemmo pratico. Mo i1 piano Pleven, .è anche il me:z::z:o storicamente proprio per far passare all'otto l'ideo dello Federoxionc Europea. Infotti esso si presenta come la via più pratica per risolvere i problemi posti doll'attuai:iane del piano: la costituzione di istituzioni politiche sovrane comuni. .. Su questa via si muovono congiuntamente lo democrazia francese, tedesca e italiano: i paesi minori del Benelux temono lo dissoluzione e per questo motivo si fatto strada nel mondo. è della loro piccolo e privilegiato autonomia storico nell'unità politico federale. Oggi quel piano, riveduto e precisato dall'uomo di fiducia di Eisenhower, il generale Grunther, è vigorosamente appoggiato dai Governi di Washington e di Bonn, cioè proprio dai paesi dallo diffidenza verso quali il piano ero nato. In realtà, nessun governo occidentale ritiene opportuno Ma il vero e cruciale problemo non nosce da un articolo dello costituxione belga o dai tJmori olandesi: esso si converte in quello della stabilità dello democra:z:ia in Francio, in Germanio ed in Italia. La opposizione del nazionalismo francese e tedesco od un concreto ed orgonico piano di collaborazione europea trovano una olleon:z:a ·nelle rispettive socioldemocro:z:ie, alleanza che è tonto più pericoloso quanto meno cosciente ed insospettato. E' fatalità che ancora uno Yolto cado sulle spalle socialiste la responsabilità per il mancato appuntamento dello democra:z:ia con l'occasione storico. Per questo accettiamo francamente lo Telato, ma evidente chiomato in causa do porte degli Stati Uniti doli'« Economist » a conclusione del suo commento allo sessione romano del NATO: « E' tempo che qualcuno ci dico fermo e chiaro come siona allarmanti le alternative al piano Pleven altrimenti l'opposizione dei gollisti e dei socialisti in Francio e dei sociol democratici in Germanio lo uccideranno». F. C. Necessità pubbliche e mentalità privata Un recente studio di Livio Magnoni sui rapporti tra il denoro impiegato e i depositi negli Istituti di Credito delle diverse regioni italiane mette in luce due fatti di grande importanza. 11 primo, è che il denaro messo a disposizione degli Istituii di Diritto Pubblico dai rispormiatori del Sud è in certa misuro impiegato nel Nord. H EL L.A DEMOCRAZIA CRISTI.AH.A 11 comportamento di questi Istituti è significativo della mentalità privatistica che governa ,I comportamento degli Enti Pubblici. A che servono allora gli investimenti dello Stato in opere pubbliche nel Sud, se il flusso aggiuntivo di denoro in cui ese si concretizzano è drenato nuovamente verso il Nord? Questi Enti pubblici, invece di concorrere all'opera del Governo, col fissare definitivamente nelle zone depresse del Sud i salari stipendi e dividendi che il Governo - con le opere colò appartate - distribuisce, si comportano come un qualsiasi bonchiere privoto, preoccupandosi solo di investire là dove il tasso di interesse è più alto e il tempo di ammortamento del mutuo più breve. Sino a che il risparmio dei nuovi occupoti del Sud non sarò convertito sul posto in capite.le per le piccole e medie industrie, il Sud continuerà ad essere un' areo depressa e il Nord continuerà ad avere mercato troppo stretto per le sue aziende. Questi dovrebbero essere - mo non lo sono - i rogionoment, dei l:anchieri dello collettività. Il secondo fatto sottolineolo nel succitoto studio è che lo parte dei depositi impiegota dalle banche cresce nelle zone del Nord, dove prevale lo gronde industria (e si abbasa in quelle del Centro-Sud dove prevalgono agricoltura e piccolo e medio industrio) quando l'economia esige che gil operoton siano Dicembre 1951 ben prowisti di mezzi liquidi; mentr:S cresce a favore delle zone del Centro-Sud quando i prezzi tutti sono in discesa e cosi diminuisce il bisogno di denaro. Il signicato del fenomene> è owio: il sistemo bancarie> italiano obbedisce in mode> preponderante alle necessitò della grande industria, owero sia i nostri l:ianchieri hanno una sola idea con cuì giudicano se un credito va concesso o no e cioè che piu l'azienda o la persona tale hanno una situazione patrimoniale liquida e più si deve largheggiare con loro. E il credito olla produttività futura? E ,I credito basato sull'esame tecnico de, prcgetti industriali e sulla loro validità economica date- 'e richieste del mercato? Sano forse, queste, fantasie che si devono lasciar fare agi i americani? Chiederemmo all'on. Pello - genia tutelare della nastra lira - di volere illu • strare agli affamati clienti del sistema bancario quali sono i criten qualitativi seconda cui il eredita è distribuito: oppure ci dica se dobbiamo rivolgerci ai fortunati tessili della sua natia Bielle,, i quali con tanta sollecitudine lo aiutano a difendere ,I octere di acquista della no- ( tra moneto continuando od inflazionare il Paese con leloro espartaz'oni sull'areo UPE. f. p. Trecon~egni a schema unico Quella che im.pone chiarezza di posizioni e valutazione cli responsabilità prima di. proporre o di accettare una solidale convergenza di propositi e di opere. Il discorso sulla tecnica organizzativa è niente altro che un diversivo qunndo si è chiesto di fJrecisare con quale spirito si intendonoamministrare i talenti, comunque ereditati. In poli-l.ica esistono vari ntadi - più o meno logici e sbrigativi - per trarsi dall'imbarazzo. Non ultimo quello di eludere pregiudizial• mente interrogativi e problemi nell'ingenua convinzione di poter ricominciare ogni volta da capo. concordia formale e che soprattutto non darsi per scontato in partenza. può tre convegni nazionali " pour épo.ter les bourgeois ". Problema di vita e cli costume, di fiducia e di prestigio. Questi, o sim.ili a questi, i pen~ sieri che hanno attra11ersato la mente di molti dirigenti provinciali nientre. con tono ::·em• plice ma fermo, rivendicavano alle Sezioni e ai Coni.itati Provinciali il diritto e il compito di partecipare attivamente alla determinazione della liriea politica nazionale della Democra• zia Cristiana. Non dissimile cla questa è l'impressione che hanno ricavato - attraverso i rispettivi convegni nazionali - i Segretari Provinciali, i Dirigenti Organizzativi e i Dirigenti SPES della Democrazia Cristiana. SeLte mesi di forzata astinenza nei rapporti delle Segreterie Provinciali con la Direzione Centrale apparivano ricchi. di premesse ,:er tAno scambio di vedute, ampio e produttivo. e per una sostanziale ripresa dell'attività ,lel Partito. Occorrerà però accert(Jre a se stessi che quell'insostituibile fondamento di fiducia. cafJace di sintonizzare l'iniziativa del Centro all'attesa della periferia. in sostanza non era andato perduto pur attraverso le fortunose i1icende degli ultimi mesi. Qui stava il punto di de· cantazione di uno st.ato di disagio o qua11t1J meno cli perplessità. Tutto l'altro veniva clopo, com.preso il discorso sulla discifJlina che consegue naturalmente cui una situazione in cui gli equivoci. siano stati chiariti e le ombr.e di.ssipate. Presu.Qposto della fiducia reciproca. che non si consegue con J!li appelli. reiterati cul unti Una forza popolare sibile pensare cht> un patrimonio di idee come quelle di cui siamo i custodi, così pe:-Iettamenle coincidente con la coscienza e la tradizione cattolica italiana - se cc,muniC'ato col calore della con vinziorn:, colla onestà deUa buona fede, con la forza di una pre enza CO· sciente - non ries!'a a sommuovere ,. conqui,tare per sempre 1 cauolic·i e 1I po pelo ila li ano. Certo, questa funLione po,tu la l.1 realizzazione di srhielli rapporti politici ed umani all'interno del partilo f' nei confronti dell'opinione pubblica: occorre che la interna democrazia si svincoli da certe azioni di com pressione delle i,Jee e di coloro che le hanno - per la dif<',a di interessi -; che gli uomini contino si, ma non al punto da credersi investili cli una rappresentanza in esclm.iva di rerti valori romuni, che il partilo sia non una clausura ma una forza aperta, entro la quale si ar• riva per selezione naturale, non per favore. ~on v'è dubbio rhe la rfralutazione Il Partito è una 'realtà in rapida evoluzione, automaticamente dotata di una propria capacità di esprimersi e di deterniinrsi. Organiz.• zcune le strutture, coordinarne gli sforzi, renderne l'azione sempre più agile ed ef fu;iente significa innanzi tutto conoscere questa realtà ed essere in grado d esprimerne l'anima unitaria. • ... , Il resto potrà essere abile gioco dialettico, raffinato tecnicismo e forse anche fervida fan• tasia. No,1. intuito psicologico e prova di capacità politica. Il discorso che il Segretario Politico della D.C. ha pronunciato, quasi a schema unico, ·11ei tre convegni dei clirigenti provinciali è dal punto di vista dialettico abbastanza pre• gevole. Formalmente l'a11uale Direzione non rinne• ga niente di quanto in passato è stato fatto; cla chiunque; nessuna etichetta dovrà essere sostituitCl nessun elogio lesinato; a chiunque. Essendo però il Partito una " lega della per• severanza ., , no11 occorre rifarsi al fJassato neppure per ,icavarne un'everituale diagnosi del presente. Che lo sforzo mirante ad ini.primere un. n.uuvo metodo e a consolida,-e un preciso costume di vita all'in.terno del Partito sia stato, proprio nel passato. tentato e quindi interrotto resterei .forse un';m.pressione dei clirigenti pro• vinciali. Giacchè per il Segretario del Pllrtito il 1951 appare come •• /'011110 zero •• della De· mocrazia Cristiana. \'011 i,uencliamo imbarcarci i11 una analisi minuziosa del progrflmma massimo esposto ...lalCon. Gonella. Prr fo cronaca diremo che è previstCl, tra l'altro. In creazione o ln trasformagione rlulicale cli una quindicina di uf{u:i centrali. D;versi cli questi si aggiu11go110 Cl<l altri preesistenti con funzioni analoghe. i quali sofJravvivra11no ver proprio conto. I 1,prezzabili alcune ini::iatir.:e. quali quella della ,iuot fl rivista Libertal'I P dell'istituzione <le/la ,cuoia per organizzatori P prnpnga,uli.sti. Su quesw esposi::::ione programmatica il :0,egretario Politico /,a fatto perno per la sua cliffusn relazione. Probabilmente è ingenuo chietlersi: perchè si è <illeso tanto tr<listituire una così comfJlessa intelaiatura - dato che ve 11e fosse il bisogno ,fo parte <li chi un anno (a, come oggi. presiedet•a alla vitti ciel Partito. O si è traltato piuttosto cli supplire in qualcl,e maniera alle, et•idente mancanza di im.vosta• :ioni e di coorcliriamento in questa ripre~a cli corttatti con la base del Partito? E' di qualcl,e clirigente provincialP l'impressione che niente sia stato trascurato, nei ,, ..... - ·~ ~1 dei temi di ispirazione politica farà ri• fluire nel partito il calore della fede e dell'entusiasmo, ne arricchirà la vita e l'interesse allraver,o il dibattilo e cree• ~ rà un centro ,li allrazione vitale per tulle le forze rilladine. ... - ; ,. E' con que,ti lt>mi. con queste pro• spelli, e. sulla base ,li que,le esigenze cht> dohhiamo prep~rard con uno spi• rito .Ii rinnornmrnto alle pro-,imiistanze ciel Partito. I ; . ' ; . - Sottoscriviamo in pieno l' inv'ito, autorevolm..ente ·rivolto, a reagire contro le~ tendenze centrifughe, ingiustificate, equivoche. Contro il disfattismo. Ma pensùrm.o che nelle cose umane vi è una logica stringente, che invano si cerca di eludere. MONDO ECONOMICO ' CHI· PAGHERA L'I.N.P.S.? Il Ministro Rubinacci ha presentata alle Camere un Disegno di Legge per la modifica del sistema dei contributi invalidità e vecchiaia. Una revisione degli oneri sociali si presenta inevitabi!e perchè si possano rivalutare le pensioni dei lavoratori in moda adeguato al costo della vita; ma il legislatore deve fare estrema attenzione nello stabilire le aliquote dei contributi aosì da gravare sui settari produttivi più vigorosi, risparmiando invece quelli che sano, per struttura loro, in una posizione delicata. Non vi è chi non sappia ad esempio come le nostre industrie metalmeccaniche fatichino a riprender quota, cioè a raggiungere costi internazionali; e non vi è chi non veda, quindi, che ogni ritocco peggiorativo delle loro voci passive va fatto con la circospezione del chirurgo quando seziona nel vivo dell'organismo. Ora, col nuovo sistema proposto, la meccanica il cui fatturato annuo raggiunge glt ottocento miliardi, - dovrebbe versare all'INPS in più di quanto versi attualmente qualcosa come 23-24 miliardi di lire. il vecchio sistema - ancora in vigore - ripartisce L'onere che lo Stata sostiene per le pen,r,ioni, invalidità ecc., tra i vari settori produttit,i proporzionalmente al numero dei rispettivi addetti considerandoli come futuri pensionati. n nuovo sistema, invece, addensa l'onere sui settori o aziende che pagano meglio. Quanto più elevata sarei la retribuzione media di una azienda, di un ramo produttivo, tanto maggiore sarà t'incremento di contributi dovuti all'INPS; quanto più bassa la retrizione tanto meno l'imprenditore avrà da versare in marchette sociali. Un simile provvedimento dovrebbe giustificarsi e in sede giuridica e in sede economica. In sede giuridica: se l'onere è proporzionale ai salari e stipendi è giusto che anche le prestazioni dell'Istituto di Previdenza siano proporzionali ai salari e stipendi. Invece, su cento lire che l'Istituto restituirà ai lavoratori, soltanto 30 lire saranno restituite secondo il principio della proporzionalità. In a!tri termini, il la1;0ratore che avrà versato, col nuovo sistema, più degli altri, non riceverà in modo proporzionale al suo sacrificio. Ma è in sede economica che il nuovo sistema proposto risulta sabotatore delta nostra macchina produttiva. Si può calcolare che, al Livello attuale delle retribuzioni le metalmeccaniche vedranno aumentare i loro costi di qualcosa come 30 miliardi di lire; le chimiche di 8,5 miliardi; e similmente le industrie dei minerali non metallici e successivamente le poligrafiche, qu.elle del legno e della carta. Ma le metalmeccaniche si trovano per buona parte sulle spalle dello Stato: ciò significa che i loro nuovi oneri li pagheremo in definitiva ancora noi. Le chimiche trovandosi in posizione monopolistica scaricheranno il peso aggiuntivo dei loro costi sui loro principali consumatori, gli agricoltori; e le piccole e medie industrie neJ settore poligrafico e del legno saranno ancora una volta minacciate di dissesto. L'aspetto più paradossale del Disegno di Legge è che esso finisce per ridurre - sia pur di poco - i contributi attualmente versati daìl'indv.stria tessile, cioè dall'uni· ca industria italiana che si trova in una situazione di sviluppo forse persino eccessivo. Infine ci domandiamo se il Ministero ha pensato che il suo provvedimento - se accettato dalle Comere - verrebbe a rialzare con ogni probabilità anche iL costo già proibitivo del denaro. L'85-9-0 % dello utile netto delle aziende di credito è già. assorbito dalle spese del personale: qualora queste si alzassero, diverrebbe inevitabile aumentare il tasso di interesse sulLe operazioni normali di credito. LI BERTA' DALLA CORRUZIONE (con1inuu-.iono tlall• 1, p•g.) Da qualcuno si ~lice che questa legge sulla stampa dei ragazzi non è necessana. Come si fu a dire (·he non è necessaria una proposta quando le relazioni di minoranza e di maggioranza alla Camera bOno i;tatc concordi d· meno nella <liagnosi dei fatti? Come si fa a dire che non è necessaria quando assistiamo ogni giorno alle aggressioni rlH· da o!"'ni parte si levano <'0ntro l'innocenza dei nostri figli'? Quando il Parlamento :-;i ~ofTerma dinanzi ad un problema di così calda umanità occorre mettere da parte le bandiere troppo spiegate di vario <.·olore per stringersi uniti nella difesa di qucblo 1>atrimonio umano. « \on i· una legge che cambia il mondo: ~ il costume •>, ha dello alla Camera l'on. Fazio. Lon~o. Ha pcrfcuamcnte ragione, ma tante leggi pos=iono fare un costume cd una legge è già il principio di una diga. .\on è la folidarietà di uno, è la solidarietà di tutti e questa legge deve na!;ccre da un senso di solidarietà che fat·ria sentire al Paese come il Parlamento :,ia ant·ora capace cli avere un animo materno per tutti i figli della Patria, per difenderli, per proteggerli, per volere loro bene.

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