Iniziativa democratica - anno I - n. 2 - 2 dicembre 1951

Dicembre 1951 Anche se !>ggì meno vivo nell'opinione pubblica il problema degli statali è, pur sempre dei più gravi, fondamentale nella vita del Paese. te,:za. la moralità, la razionalità della huroorazìa e dell'amministrazione cui è preposto. 1 ,ubalterni sono burocrati vittime INIZIATIVA DEMOCRATICA che si riferisce al puro ordinamento e funzionamento tecnioo delle amministrazioni statali {ecco un caso tipico di materie per le quali delegare il potere legislativo alle Commissioni permanenti!), in una parola di attuare la riforma della burocrazia. Il problema degli statali e la riforma per primi della burocrazia. E per ottenere tale risultato il potere politico deve realizzare una diversa ccpolitica del dipendente pubblico », rovesciando quella attuale: non più coccolare e accarezzare sindacalmente e finanziariamente l'alta burocrazia, ma creare gli organi per una collaborazione serena e proficua con la maggioranza del personale statale. della burocrazia strettamente connes5avi. Al momento dei grandi scioperi generali i classici fiumi d'inchiostro sono corsi. Oggi, mentre il problema è finalmente posto all'attenzione del Parlamento, è possibile tornarvi sopra serenamente e meditatamente. Essi sono costretti molto spesso contro voglia a preferire il regolamento al buon cuore o al buon senso perchè sanno che qualcuno gliene chiederà conto, essi che sono i soli pei quali le lievi mancanze si trasformano in ammende pecuniarie e nella perdita dell'(( otti1rl'o ,i indispensabile per ogni avanzaTutta la stampa, anche la meno elfi- mento. mera, si è limitata a dire che gli sta·- Ed è così che si avvilisce la personatali sono tot e che assorbono tot miliar- lità umana dello statale, il più inclileso di di lire del bilancio dello Stato cor- ed il pi ì1 succube ai ripicchi, alle venribponclente a tot percentuale delle dette, alle ingiustizie, ai trasferimenti uscite; poi, tutto ciò considerato, vista ingustificati, cli qualunque altro ]avola iwpossihilità ùi risohtre il proble- ratore. ma sul piano finanziario, ha rievocato Occorre inserire a fianco del concetla riforma della burocrazia intesa quasi ] to di gerarchia, oggi incontrastato ne • esclusivamente come sfoltimento degli l'amministrazione dello Stato, e che l atali,_so~rallutto del personale avv_en: rappresenta il giusto « principio d'auzio, rndipendentemente da qualsiasi torità, i concetti cli responsabilità e di iterio Jiscriminativo. Tutto questo democrazia, che rappresentano il prin- p1ù o meno condito di considerazioni e valutazioni sulla efficienza delle Ammi- cipio di libertà ». nistrazioni dello Stato che quasi mai E' ora di smettere di considerare gli oaonavano critica agli ordinamenti e statali periferiri e d'ordine nemici delalle btrutture e molto spesso invece al lo Stato, a cui chiedere solo sacrifici e rendimento e alla capacità del perso- c-ontrihuto forzoso invece che libera nale. l cc Gli impiegati sono pagati ma- rollaborazione. le perchè sono troppi; essi rendono poco perchè sono pagati male. Il loro rendimento ,ion puo essere aumentato con l'ausilio di mezzi meccanici, o con ,adicali riforme strutturali nell'ordinamento degli ujJici, perchè il loro numero non può essere ridotto ». E. Corbino - Giornale dell'Emilia 5-12-1951). E' del tutto inutile dire che gli statali sono un milione e tante mila, se non si esamina e non si discute tale numero diviso nelle varie Amministra- :i:ioni e nelle varie funzioni sociali affidate allo Stato; è del tutto inutile dire che per loro si spende una cifra se non ,i considera quanta di essa sia procac- ][ l ~econclo re,pon~abile di questo stato di cose è il potere politico, governativo e legislativo. L'alta burocrazia, come quel fattore ciel Vangelo, alza la voce con gli inferiori e piega la ,chiena al potere politico. Ma questo, 3 differenza del padrone del Vangelo, sovente finge di non vedere lo scandalo della loro meschinità e della loro immoralità. I funzionari coinvolti nello scandalo delle valute sono stati dal Ministro La Malfa semplicemente trasferiti da una a un'altra Direzione Generale del Ministero del commercio estero. E magari riceveranno ccottimo ii. Una riforma. siffatta rivelerebbe la necessità personale tra i varii servizi, ma non la superflua abbondanza comples,iva, percbè a fianco di uffici inutili sono altri che penosamente faticano per ,volgere le loro mansioni. Tale riforma comporterebbe un grande beneficio per il corpo sociale e sarebbe di un'importanza politica di primo ordine perchè inciderebbe in tutti quei punti oscuri (specie nei Ministeri) ove interessi particolari si ammantano della forza o della legge dello Stato per loro privilegio, ove la classe clumiuante ,i inserio<'~ nella struttura statale. iata allo Stato dall'attività degli stalli medesimi, specie nelle Aziende sta- .ali, e soprattutto quali funzioni e com- }iti necessari al corpo sociale essi svol- (;ano. 1'\/oi non discutiamo l'altissima com- E' questa forse la ragione per cui petenza settoriale frutto di anni di spe- tanto si parla e mai si fà la riforma cializzazione. Stà al potere politico nei burocratica? E' questa la forza, la fu. suoi rapporti ron essa di tenerla soli- rida simbiosi di alcuni funzionari diso- E' ora di dire chiaramente che la .,tragrande maggioranza degli stata}j fa nteramente il suo dovere nelle forme ,e nei modi come è stato comandato. Quello che è chiamato « problema degli statali » esula dalla loro responsabilità ed è ingiusto ricada sulle loro spalle. d di I nesti e di cittadini disonesti che vi si amente in pugno, per i.o ·rizzar a ai fini generali ciel benessere comune su- oppone? perando gli egoismi particolari, e per Eppure nes,una riforma sociale può pungolarla a realizzazioni più concrete es,ere attuata senza la pregiudiziale ried a un rèalismo più efficace. forma della burocrazia che sola le può E' compito del potere politico di ri- permettere. veciere e aggiorna re tutti i regolamenti 1 Eppure ,olo dopo la integra e risogli ordinamenti e gli organici delle I . • • bb I A · · • • d II S d. lib uz,one d1 tutto questo s1 potre e emmm~stra_z~om e O tato'. 1 era- citamente rivedere co,11giustizia il renre da rnut1l1 ed e,,tenuant1 tutele le d. t J II' · I rt· d. aziende di Stato rendendole effettiva- ,men °•. a e icienza a ~ora 1 a 1 d . .1 I I questo bistrattato statale oggi solo capo mente autonome, 1 n evare e neces- . . . b·i· - • . . 1 , Id. ( l espiatorio cl1 responsa 1 1ta non sue e s1ta soci~ 1 non soc 1, atte o ma amen: pi LI grande di lui. te bodd,sfatte dall'apparto statale, d1 I semplicizzare tutta la parte normativa 1 Franco E. Peccl Pag. 3 GLI AUMENTI AGLI STATALI IL MINIMOVITALE Distribuiamo bene i miliardi che ci sono Ben volentieri pubblichiamo i! seguente articolo ne! quale !'on. Tomba illustra !a tesi da !ui sempre vivacemente sostenuta al Gruppo Parlamentare della Camera su! problema degli aumenti agli statali. _ . Tema grave e spinoso: dove !e !egitttme aspirazioni degli statali urtano contro certe esigenze di bilancio che paiono insormontabili. Mentre ci riserviamo altra volta. di ritornare su questo importante problema non possiamo fare a me_no,di r_ilevare fin d'ora come lo stato di disagio creato dalle discussioni parlamentari ed ancora prima da! dibattito aperto sulla stampa dipende, a nostro avviso, da un errore di impostazione: !'aver voluto abbinare un duplice ordine di provvedimenti, La rivalutazione degli stipendi dei gradi alti da una parte per ima esigenza di funzionalità e un adeguamento a! costo della vita daU'altra per una esig.mza di giustizia. Il paragone tra funzionalità e giustizia non poteva non portare nella mente degli statali, specie dei grandi più bassi, a delle amare considerazioni. Era nei voli di lulti che l'appiattimenlo de· gli ,tipendi degli statali dovesse ~•sere cor• retto con nuove tabelle atte a rivalutarli, onde i gradi e le responsabilità direttive avessero il logico riconost'Ìmento an('he nel trattamento economico. Scnonchè, accaulo al problema della rivalutazione degli ahi gradi, da tutti am.me~sa, è sono un altro problema contingente, urgente, indilazionabile: quello dell'aumen10 del < O· sto della vita intervenuto a seguito dei yiù recenti avvenimenti internazionali e rht: lia inciso su tulli gli stipendi ed in maggiore misura ~u quelli dei gradj minori. Poichè a risentire maggiormente dell'aumento dei prezzi sono state proprio quellt:" categorie inferiori le quali. nonostante i decantati aumenti di 40 . 50 . 70 volte rispello al trauamenlo ; 938 non hanno ancora raggiunto il minimo , i tale di e!-IÌ'-tcnza che consenta in una socit~tà moderna il manleoimenlo dello slulale e della propria famiglia. Il problema dei cosiddetti :1umcnli degli statali si presentava quindi a&sai complesso per rcsigcnza da un lato di eliminare quello che. rispello al 1938, sembrava un appialli• menlo delle retribuzioni fra i vari gradi e dall'altro di provvedere a neutralizzare almeno in porle l'aumentato costo della vita. Verso il contemperamenlo di queste due ebigcnze doveva orientarsi chi ha messo mano alle nuove tabelle per gli statali. Quando l'uomo di Predappio ,per seguire il suo istinlo di sciocca grandezza, istiluì il grado di maresciallo d'Italia non _trovò di ':"e: glio che togliere due stipendi u1 due ulllIDl gradi dell'ordinamento statale e con questo trovò i qualtrini per pagare, con i pochi soldi di molli, i lauti stipendi di pochi. Si può cosi dimostrare che se qualche aumento percentuale in questi tempi è avvenuto u.n po' più a favore dei gradi bassi, esso non i· stato che una restituzione fatta dallo Stato a quei dipeodcnli che maggiormente erano stari sacrificali nel periodo fascista. li Governo ha presentato un disegno di leg· ge che è stato in questi giorni all'esame in se· de referenle, alla Commissione Parlamentare Finanze e Tesoro. Sono stali presentati gli emendamenti di lutti i calibri, in una gara di demagoi;ia in cui la palma non poleva che spettare ai socialcomunisti. Chi li può battere io una tal gara? Io1occabili le proposle dì rivalutazione degli stipendi alti - essi dicono - occorre tirar •u gli slipencli bassi. Perfc1tameote. Ma ciò comporta per il Governo un aggravio di decine di miliardi. E dove si trovano nella presente situazione? Ma awme11iamo e diamo per buona la cifra di 45 miliardi slanziati per il disegno di legge, ai quali aggiungiamo i 3 o 4 miliardi che com• porta l'accettazione da parte del Ministero di alcuni emendamenti, uno presentato dalla ClSL circa r estensione anche al primo figlio dell'aumento di 500 lire mensili e l'altro dal• l'oo. Colini•Lombardi dell'aumento di lire 1000 mensili dal terzo figlio a carico in poi. Con questi miliardi penso si potrebbe fare u.n po' diversamente, un po' più cristianamente. La rivalu1,aziooe incide sul disegno dì legge per circa 24 miliardi; con nna &puntatina dal decimo grado escluso in sù, non si potrebbero ricuperare 5 o 6 miliardi per distribuirli dal decimo grado compreso, in giù? Con 6 miliardi (e ne rimarrebbero sempre 18 per la rivalutazione, sia pure meno massiccia) non pot..l'ebbero saltar fuori 5 o 600 lire in più mensili per agente dal decimo grado in giù onde assicurare un minimo totale di aumento aggirantesi sulle 1200-1300 lire mensili? Ma gli alti funzionari, a mezzo del loro sin• dacalo, hanno già messo le mani avanti ed hanno già detto che intendono giungere ad una rivalutazione di 60 volle rispetto al 1938. Certo, sarebbe necessario fare il possibile per accontentarli. Ma dobbiamo ricordare che i,;iamo in uno stesso zatterone dopo il naufragio: i viveri sono quelli che sono e devono essere razionati in modo da permettere in primo luogo a tutti il minimo di esistenza. Oppure si pensa forse che non sia necessario tenere in vita colò'ro che sono ai remi almeno quanlo coloro che sono al timone? Questo è mio pensiero: ci pensino tutti, in primo luogo il Ministro Vanoui, i Deputati, cd i Senatori che dovranno esaminare ed emendare queslo disegno di legge per votarlo. Se non ci sono miliardi a sufficienza, quelli che ci sono. distribuiamoli bene! Umberto Tombe P roblema degli statali e << rilorma della burocrazia » sono espressioni sintetiche della insufficienza e della inadeguatezza dell'apparato statale nell'assolvere i suoi doveri verso il corpo sociale. Se si considera lo Stato italiano come un'enorme Azienda da guidare e governare, è indubbio che le Amministrazioni e le Aziende che do- ,·rebbero farlo sono vecchie, irrazionali e co,tose. Ma tutto questo ricade nella competenza e quindi nella responsabilità della maggioranza degli otatali (periferici e subalterni)? BURo;cRAZIA, CHE POEMA! dato a finire l'uomo? IL bello è che questa situazione è sentita da tutti, ma !a massa non reagisce e la classe dirigente o è troppo alta, quindi chiusa in, casta, o è a mezz'asta, quindi meschina, quindi pronta ad ignorare e forse a vessare. Che cosa importante il visto! C'è chi si allena a !ungo per farlo il più piccino possibile, ma non trop. po: che si veda e non si veda, ecco. Ne! bel mezzo dell'ai!enamento, bussa magari un tapino che ha i! bisogno e il diritto dalla sua (un pensionato che da un anno ancora non riscuote la pensione, un cittadino che paga le tasse e abbisogna di una prestazione di diritto, una madre che ha un figlio malato per cui urge un trasferimento in zona climatica). " Lei? " detto con tanto sussiego. Poi gli vien fatta fare la via crucis da questo a que!!o ufficio, purchè non si fermi qui a dar fastidio. Essi ,anno soltanto c-he la rilorma viene loro ,bandierata a puro scopo di diver,i,o nel momento in cui il distacco tra co,to <!ella vita e retribuzione li spinge alla richiesta di aumenti, che per più <li un anno la riforma è servita solo come motivo per fare spendere allo Stato milioni sotto il precedente Ministero. che lo Stato li ha cru• delmente disillu•i ceclendo alle loro rivendicazioni solo di fronte al rapporto di for.i::i della pre,,ione ,indacale e degli scioperi. Essi sanno inoltre che "i è un ideale solo bilancio del Paese in cui il pareggio è raggiunto iscrivendo «ll"attivo soltanto i sacrifici degli •tatali e delle loro famiglie. Ecc-o petchè per la prima volta dallo Stato unitario abbiamo assistito alla riolta e-antro lo ,tato degli statali. Chi ,ono i responsabili? In primo luogo l'alta burocrazia; ono i direttori generali. le mal(giori ,;eran·liie delle ammini,trazioni e di>llf' 1zien1le dello Stato. E' il tempo delle castagne. Nella periferia, dentro caratteristiche garritte di Legno e di latta armgginita, vecchie rigonfie di sottone cuociono le caldarroste. Le vecchie tolgono te castagne dal fuoco pei rari passanti, in cambio di qualche sdmciita cartina da 10. Ne! centro invece, dentro austeri palazzi, funzionari di mezza età seduti con sussiego dietro scrivanie ricolme di scartoffie polverose e tenute ferme da un orrendo campionario di mattonelle, crista!li e bnlloni, vistano senza posa lettere su lettere; cuociono anch'essi qualcosa: l'amministrazione dello Stato. In cambio di un modesto ma fisso stipendio manipolano soffiando le cose al fuoco: ma essi castagne non ne tolgooo. In compenso mugugnano continue critiche al Governo ed al Parlamento per gli aumenti di là da venire, ai politicanti e sindacalisti che sanno solo far chiacchiere ,al superiore che ha spostato una virgola o che ha !oro tolto un'ora di straorChi sta al vertiC'e lta la po,,ibilità e dinario. "Vede, lei che è · I amico dell'OnorewLe, dei I do,·erc di rurare. proporre, agevo- vrebb"e dirgli che qut Le colare. il buon fun,:ionamPnto. la corrf't- se non vanno. La tal cosa, per esempio. La tal a!tra. Che sconcio! Pensi che, Invece lui. Eccetera". "Ma lei. queste cose glierha fatte presenti? ". .. Sa, non si può. Sarebbe affronto, insubordinazione. Fossi capo io. Facciamoglielo venire dall'Alto, tramite !'Onorevole ". Dialogo di tutti i giorni. Tutti vedono il marcio : nessuno muove un dito per rimuoverlo. Non uno di questi protestanti che si accolli le proprie responsabilità. Chi spende tutto il suo tempo in critiche, non glie ne resta per l'azione. E poi, le castagne a! fuoco scottano: le levino gli altri. Non è questo un as1>e tto della riforma burocratica? Ogni tanto qualche fuoco fauto sorge - come questo - a riproporre tale rii orma. Poi si spegne subito e tutto procede come di solito, Nell'ambiente interessato maggiormente a questa riforma della burocrazia fugaci sono g!i accenni ma solo giovanili ed il più delle volte sballati, parziali ed interessati. Chi nvrebbe maggior diritto e mciggior dovere - i funzionari - di applicarsi seriamente ed organicamente ad impostare qualche progetto in proposito, mette e conserva il capo sotto l'ala, tentando di ignorare che più resta passivo ed inerte tanto prima cadrà vittima di quei f 2roci colpi di forbici che devon pur venire un giorno o l'altro, inferti da chi se ne intende nulla o quasi. Le F. S., ad esempio, sono in grave passivo e !e critiche di competenti interni ed esterni a quell'ambiente danno per ingiustificabile tale fenomeno. Tutta La macchina non scorre per cattiva lubrificazione e !'olio, in questo caso, e l'uomo. E' assurdo parlar di riforme se non si tiene presente in primis la tmportanza di questo olio e se non si adottano tutte le migliori cure per esso. Non a caso si sostiene che la causa prima de! cattivo funzionamento delle amministrazioni dello Stato è La massima trascuratezza del fattore umano nell'azienda. IL Lavoratore statale viene impiegato, dopo !'assunzione fatta per esame o per titolo, senza alcuna preparazione collettiva : mancano corsi e testi di formazione e specializzazione. Ogni anziano è maestro, a suo bene placito, L'attitudine, il valore, la volontà, lo stimolo d'iniziativa, di emulazione, di miglioramento ;iersonale e collettivo non hanno alcuna tacca di graduazione. Vi è anzi un fenomeno inverso: la superiorità, divenuta tale per la stessa strada accennata, tende a che il livello normale si conservi. Chi svetta dal grigiore comune rischia di essere reciso. Le qualificazioni annuali, i rapporti '.informativi vedono quasi tutti " ottimi", Possibile che non vi sia qualche incapace, qualche lavativo, qualche elemento, su tante centinaia di migliaia, degno di essere sollevato da quell'incarico? E se son tutti ottimi, perché !'amministrazione va male? Perchè è diventato più conveniente non esporsi, non prendere iniziative: bisogna fare solo il puro indispensabile onde il treno - reale o metajorico - vada. Nulla di più, Ne deriva !a tendenza generale ad accodarsi a! vicino: come le pecore, nessuno si vuol fare avanti. Al tempo: si fanno avanti quelli che hanno faccia tosta e poche capacità. Peggio, allora, Dove è anDal sindacalismo cristiano sorge un grido : rinobilitiamo i! lavoro! Risolleviamo l'uomo! Quale contrasto fra queste voci del deserto e i tanti gerarchetti che stanno in ufficio la domenica e di sera non rincasano prima delle sette o delle otto, portando seco un po• di lavoro. Altro che quarant'ore settimanali. Sono po( gli stessi uomini che creano !e sovrastutture tanto frequenti. Si esamini, ad esempio, i! ciclo a catena della corrispondenza. Una lettera, scodellata dall'impiegato che tratta la pratica, prima di essere firmata dal capo ufficio vien vista nell'ordine dal capo stanza, da! capo gruppo, da! capo reparto, dal vice capo ufficio. A fare questo giro impiega dei giorni preziosi. Ma il tempo cos'è? Semprechè quella lettera non sia stata rimandata perchè: « sa, quell'indicativo è troppo impegnativo; ci vorrebbe i! condizionale". Concludendo, Non è tanto una fredda riforma di organico e di competenza che si impone, ma sopratutto reintegrazione de! rispetto della personalità umana in tutti i suoi aspetti. Ridimensionamento dell'azienda si, ma anche e soprattutto ridimensionamento dell'uomo. Se no, sarà dato di incontrare ancora una volta quel bambinello che munito di 11n piccolo cucchiaio voleva sconsideratamente' versare in un buco fatto sulla desolata rena tuttCl l'acqua del mare. Aldo Sensi

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