Pag. 2 MONDO CATTOLICO CorporaliMeisnloi Più che un congresso quello che i gi1v Tisti cattolici hanno tenuto a Roma a metci novembre è stato un dialogo tra due punti di vista contrastanti nei ,-iguardi deH'argomento prescelto come tema deLle riunioni: !unzioni e ordinamento dello Stato modernd. E' perciò impossibile non rilevare i'imP,Ortanza anche politica - resa questa maggiore dalla presenza alla relazione genera.Le degli on. Piccioni e GonelLa - di questo incont-ro e det conseguente dialogo. L'impostazione, tuttavia, data dalL'on. Dossetti alla sua relazione generale è stata prevalentemente stonco-giuridica. Egti ha centrato l'essenza dello Stato moderno netla mancanza di un finalismo; giacché priva di un finalismo deve conside-rars1 ta funzione di garanzia dei fini individuali esercitat.a. dallo StatQ Liberate che lo ha portato da una parte ad un ritrovamento det suo scopo in se stesso ~ nella sua potenza - giustificazione prima det nostro ti.Po di dittatura, e dal!'altra a riconoscere il campo economico come L'unico in cui la natura dovesse esplicarsi senza limiti, con tutte le note conseguenze. n diritto, poi, col dare al contratto valore di legge tra le parti, ha concesso alla parte pili forte - que:Ua imprenditoriale - uno strumento per la creazione d'un diritto singolaTe che rafforzasse la sua situazione di dominio. Tale concezione ideologica che sta alta base del « sistema » e lo svuotamento di ogni tentativo di inserzioni delle masse popolari in esso, fa si che lo Stato contemporaneo non sia in grado di assolvere ai <:ompiti che l'inelutabilità dei fatti gli ha accollato e lo svolgimento storico gli impone, senza una profonda meditazione delle struttuTe e del fine, vale a dire del sistema stesso. Dello Stato nuovo l'oh. Dossetti ha deiineato soltanto alcuni punti: 1) esatta ed energica professione di un finalismo dello Stato da individuarsi nel « bonum humanum simpliciter »; 2) necessità di un Ticonoscimento di comunità intermedie fra l'uomo e lo Stato, secondo un procedimento di razionalità, non di spontaneità; 3) non immunità neU'ordine giuridico del potere economico; 4) funzione di sintesi dmamica dette forze sociali eta parte deLLo Stato eh.e non deve comp,ere O1,1era di mediazione, ma ai indirizzo; 5) struttura autorevole, efficiente, responsabde deLlo Stato. Se si tiene presente che net corso deUa relazione generate e di quetle particow.ri ( deue qua Li to spazio ci vieta dt dare notizia) sono stan scient1J1<:a1n.ente au.accau ,. ..:..J-.~ ,_._. --· ... ,,- ~--~1~,,.. soc,aHiueraLe di motti cattoli.ci, come: t'mterc~as:.-t.sm.o, corporauvismo, btcameratismo, garanusmo ecc., st comprende Qene La vivacita aeL aiaLogo. comrua,uore pnnc1paLe essenao iL v,-01. (;arneLutti it quaLe, a. sua vou.a, h.a sostenuta L'manita a.et d.1ntto a creare una sot:teta mtyLtore e a regolare la economia; h.a a11eso t.L corporativismo come « nieto<Lo » pe-r mtegrare Lo 3atus Jra Legge e semenze; na anermato t'id.oneità esctustva deH'1meresse ina.CViCiuaLe a17Li edetti cteHa produzione; ha esaltato La propneta, tanto da identiJtcarLa con la libertà. n corporativismo - uno deg1i istituti su cui ptu si. è diatogato - può anche essere la soluzione migliore per organizzaTe la societa Jutura, ma noi dobbi.amo guardare all'.oggi, ai rapporti di }orza per cui una soluzione « concittatTice » dei rappoO'Tti. di cta.sse si risolverebbe in una permanenza deUo « statu quo ». Questa mancanza di senso storico che ca- -ratteTizza una parte deLla nostra cultuTa h.a logicamente notevoli Ti/Lessi sul piano politico ed è forse la causa prima. delta mancanza di una forza politica cattolica in continua sintonia con i tempi in cui si trova ad operare. Per tale motivo l'impostazione -realistica che è uscita dal dialogo, è un fatto di una tmJX)'Ttanza, non solo culturale e giuridica, che supera i tìmiti della ristretta cerchia di persone e di stampa che del convegno dei giuristi cattolici si è accorta. Franco Grasslnl INIZIA'l'IV A DEMOCRATICA ·.editoriali .. Crisi di governoiL'annunzio del prossimo con• gresso socialdemocrotlco che si dibatterà ancora uno volta sul• l'ormai scontato dilemma - go-, verno od opposizione - non ho nioncoto di tor correre nei cosi detti circoli politici dello capitale e sullo stampo le voci di uno revisione dello formula governativo. Avremo dunque uno crisi di gennaio? C'è chi penso che il Presidente del Consiglio non si loscierò sfuggire l'occasione di allargare lo base del suo governo per presentarsi olle elezioni del '53 - come già o quelle del 18 aprile - con un fronte compatto dei part(ti democratici. Per raggiungere questo obiet- ,1vo lo soluzione non puo e:»,.,re visto in termini formali. flcienzo, nell'impulso, pocità realizzotrice e che il governo stesso mostrare. nello cacoslruttrice saprò diOro è molto dubbio che tutto ciò posso ottenersi do vna semplice crisi di governo; è sopratutto molto dubbio che - qualunque possano essere i risultati del con• gresso socialdemocratico e dello unificazione liberale - uno crisi valga o rafforzare nel paese la autorità del governo, se le decisioni dei congressi sono il frutto più di un calcolo elettoralistico che dello volontà deciso dei partiti minori di porsi unicamente a servizio del paese. blemi che attendono urgente SO· luzione. Nè vi è d'altro parte alcuno il quale ormai posso illudersi che 11 ricambio di alcuni uomini con altri già largamente sperimentati nel passato, posso porto· re allo luce nuove compelenze e nuove energie copod di irrobustire in maniera decisivo la com• pagine governativo. L'atteso del paese non è nel vedere cambiati certi uomini con altri dello stesso partito o di por· tifi of~ni per un gioco di olchl· mie ch2 malamente sopporta, ma nel vedere finalmente attuati dei progronmi. g. g, Costa o dei monopoli Il dott. Costa, presidente della Confederazione generale dell'Industria, in una Conferenza sullo dello pesantezza che caratterizzo il nostro processo produttivo. Raccogliamo alcune delle frecce più variopinte che il Nastro ho valuto scoccare contro il salito San Sebastiano, lo Stato. Egli ho asserita che lo nostro produttività è insoddisfacente tra l'altro, dato l'alta costo del de• nero: fenomeno - questo - dovuto al fotto che lo Stato...,Jo rorefà, sul mercato finanziario, con le sue abbondanti emissioni di Buoni del Tesoro ecc. Mo è facile obiettare che lo Stato è indotto a sobbarcarsi nuovi òneri - e perciò a cercare i mezzi finanziari per farvi fronte - ancora dalle deficienze dell'iniziativa privala, dai suoi errori e dai suoi egoismi: l'Un e il flM sono sorti per puntellar lo sfascio di grandi complessi industriali che la nostra classe di• rigente ho sviluppato senza pru• denza nè intelligenza e - spes· so - neppure onestà; i cantieri del lavoro, le opere pubbliche d'ogni genere, si moltiplicano, a spese dello Stato, perchè i privati possono licenziare; la Casso del Menoglo,no o g"li altri argo• nismi similari tonificano il mer• calo, sviluppano la domanda alle industrie private, dai trattori al cemento. No: non tocca ai no• stri capitalisti di accusore lo Sta• ta. Toccherebbe semmai alla mas• finanza, e una maggior sollecitudine verso la piccola e media in• dustria, verso lo piccola e medio proprietà, tessuto connettivo della economia nazionale. Nè si vada più ripetendo lo slogan che l'industrio italiano non lavoro in un sistema di monopoli organizzati, bensì in un re· gime di libera concorrenza. Il rimprovero delle missioni tecniche americane è, al riguardo, pre• cisa, circostanziato. L'industria non si cura del mercato, non lo conosce, non fa indagini nè sul potere d'acquisto nè sui gusti del consumatore. Vogliamo do• mondarcene il perchèr Perchè la industria occupa i passaggi ob. bligati, le strettoie della necessità, come un tempo si costruivano fertilizzi agli ingressi delle volli laal/'i~'.zio dei, ponti. Si pensi alzi eh ti~ dell of_ferto _e_dei prezd' . fa su, fertilizzanti - med~c~na r la terra - e sui ;.;it;:;, 9 \,indu e p~op~i. In de• ha bisogno di • o iJo_hana. n~n monopoli, bastandole izzarsi • m rorsi la produzione di ccapar~ di cui la natura è avara. beni Non è mancato, nella Dicembre 1951 costituiti, che se ciò non avviene lo colpa va ancoro una volta ritorta sul mando capitalista, che incapsula tali organismi pubblici nelle sue strutture, nei suoi interessi e nelle sue concezioni privatistiche. Tonto per esempJifìcore, ci sarà sempre doto - almeno di diritto - di aprire i mastri della contabilità dell'AGP; mentre neppure di diritto passio• ma conoscere i costi - poniamo - della FIAT: ed è per questo che il Comitato per la produttività - testè costituito - noKe cieco. La Conferenza si è chiuso con due preziose affermazioni: la primo, che i rapporti di lavoro possono considerarsi, nel com• plesso, buoni, Ora, o quanto ci risulto, lo Commissione americana che di recente ho visitato 120 nostri stabilimenti, ha espresso il suo stupore di fronte olla stile Luigi XIV dei Dirigenti d'azienda. La secondo "affermazione è uno verità lapalissiana: se un'azienda riesce od ottenern uno maggior produzione, il beneficio - dice il doti. Costa - non può andare o/tanto ai lavoratori, sotto formo r oggior compenso mo all'intetività, ostio forma di mi• Lo pre dei prodotti. Lo stabilità del governo ed il suo prestigio nel peose, le possibilità di rafforzare nelle coscienze l'omore per il regime democratico in visto delle elezioni del '53, risiedono nel grado di efli solo annunzio o lo fondato probabilità di uno crisi segna sempre un orresto dl ogni alti• vitò e di ogni iniziativa e questo volta l'interregno di alcuni mesi per la elaborazione diffid· le e contrastato fra i diversi partili dei nuovi programmi e dei nuovi progetti condurrebbero con ogni probabilità il nuovo governo a ridosso delle elezioni del '53 senza aver seriamente offrontoto nessuno dei grondi proproduttività, tenuta nei giorni sa dei risparmiatori, e del contri• scorsi a Rama, ha sintentizzota buenti di domandare allo Stato - col sua dire - l'assoluto in- - in cambio del loro denaro - renza, l'accenna ad interventi sto• tali, che, essi, ed essi soltanto, limitano lo concorrenza e creano situazioni di monopolio. E' vero che lo Stato attribuisce diritti pressochè monopolistici o taluni suoi organ1sm, di produzione: tuttavia essi sono (o dovrebbero essere) controllabili dalla callet• tività, nel cui interesse essi sono attendiamo "é}h. in parala, e ci stria che egli rop~onde ind•w in pratico quanto lkta, metta dente ha così autorevo~esifermato. '-..;.t capacità del nostri grandi indu· striali a risalire olle cause prime una minore indulgenza verso le malefatte e l'incoscienza dell'alto f. p. LaDemocrazia Cristiana Le scelte politiche ubbidiscono a costanti rapporti di forze e tanto più la base sarà cosciente dei suoi problemi e tanto più acquisterà forza politica. Si dovrà agire, prima di tutto, nell'interne del sistema per preparare il successivo slancio rivoluzionario del sistema stesso; si dovrà tendere all'alleanza, alla base, tra il cel<t medio e la classe lavoratrice democratica ed impostare un programma di azione concreta per la difesa della democrazia. La quale di già può solo consistere nel combattere per una politica popolare, intesa nel senso sopradetto, per una politica che trovi il ceto medio in prima linea, per la moralizzazione della vita pubblica, l'efficienza ed autorità dello Stato, il controllo democratico dei monopoli. Questa iniziativa popolare non solo è doverosa ma possibile. Lo dimostra, anche se per esigenze di altissima emergenza quali quelle dei soccorsi agli alluvionati, la spontaneità delle iniziative di solidarietà di tutto il popolo italiano. e la lotta Dall'esperienza Politica dei cattolici italiani di questo ultimo dopo guerra si può già parlare anche sottd il profilo storico. Se noi esaminiamo il quadro politico dell'immediato dopo guerra, vediamo caratterizzarsi due forze poliliche ideologicamente antitetiche, ma ugualmente popolari, slanciate alla conquista del nuovo stato democratico con intenti rivoluzionari e con mele prefisse e ben determinate. Da una parte il partito comunlSla con la sua 0rganizzaz1vnc militare e il suo fanatismo, dall'altra il J)artito cattolico con la sua ancor debole effi- ·-.:.-..- ..... n.-.rt!:ir>i·r·n::di.u~ TO:l. f"On 11.n~ larP:=i b;:i1:p di consensi e di adesioni. La linea che in un certo senso dava a queste forze politiche radicalmente antitetiche una piattaforma comune di" intesa era la rivoluzione delle classi popolari da inserire nel nuovo Stato italiano. Questo inserimento richiedeva una vasta riforma di struttura, una rivoluzione sostanziale del vecchio sistema liberal-borghese e quindi un radicale mutamento della situazione. Attraverso lo slancio rivoluzionario del periodo immediatamente postl1berazione si delineò, allora, una lotta serrata tra due organizzazioni e tra due metodi. Dall'urto dell'organizzazione comunista con quella cattolica scaturì subito la potenza (dovuta alla spregiudicatezza e alla immoralità politica) della prima anche in conseguenza dell'impreparazione e della sostanziale debolezza della seconda. E' proprio in questo periodo tuttavia che possiamo fissare una linea politica della Democrazia Cristiana, in un senso dinamico anche se con carattere di politica dì freno e cli moderazione. Si delineava, infatti, il pericolo che, impostando qualsiasì nforma di struttura, con tutte le immediate conseguenze di qualsiasi rivoluzione, l'organizzazione comunista - che era la più attiva e capillare - prendesse la mano e instaurasse definitivamente la sua rivoluzione attraverso la dittatura. * * Ma se questa fu saggia politica in quel determinato periodo storico, il perseverare in un continuo temporeggiamento anche quando il periodo della minacciosa prevalenza comunista era superato con il 18 aprile, non poteva non portare necessariamente politica a delle gravi conseguenze, in principal modo nella stessa Qase democratica cristiana. Si veniva infatti sempre più affievolendo l'iniziale spirito rivoluzionario, si creava a poco a poco una stasi politica che riportava i ceti medi, attraverso la posizione difensiva e temporeggiatrice del loro partito, alla loro posizione storica - dopo il Risorgimento - di inerte scetticismo. E fu la politica del giorno per giorno, fu la politica del « tamponamento » delle falle, che una situazione economica di secolari equilibri aggravati dalla guerra provocava. no creduto al rinnovamento politico-economico -si cominciarono a lX)rre come forza di ribellione all'adeguamento .continuo e senza finalità. Inserito nelle correnti di idee sociali, politiche, culturali più vive del mondo cattolico, questo movimento che prese il nome da Dossetti galvanizzò intorno a sè le forze più giovani e le più battagliere. Non si può negare a questo movimento di aver centrato uno dei problemi di fondo: il rinnovamento di una democrazia parziale, vecchio stile. La democrazia cristiana doveva tendere all'inserimento delle classi popolari nello Statoi ma tale inserimento richiedeva un nuovo Stato, nuovo nelle strutture, nei metodi, nello spirito informatcire. Nel momento in cui, attraverso la politica del « tem_poreggiamento », si era riusciti ad arginare validamente l'ond.a.ta comunista, era necessario affrontare decisamente l'obiettivo che già era stato il punto di partenza dei cattodici: il superamento dello stato liberale. Questo movirnento lavorò intensamente ma ad un certo momento si trovò isolato, si trovò ad impostare problemi, sulla cui verità nessuno discuteva, ma senza una base Politicamente preparata e quindi senza una forza adeguata alla grandezza del fine. * * in•Italia E' sorta quindi una nuova esigenza di rinnovamento: entro e fuori i gruppi anzidetti, l'esigenza di una nuova alleanza che agisca non al vertice, ma alla base del partito e del corpo elettorale. L'inserimento rivoluzionario dei ceti medi e della classe lavoratrice per una sostanziale modifica dell'attuale struttura dovrà venire gradualmente e coscientemente come spinta dal basso, come forza di propulsione che provenga dal partito e che imponga una determinata e precisa linea politica. Giuseppe Tonuttl MONDO ECONOMICO AVVENIRE Col 31 dicembre scade H Comitato liquidatore del FJM (Fondo Industrie Metalmeccaniche), che già lo scorso anno dette luogo a una notevole discussione parlamentare. Come si sa al FlM sono legate Le sorti di un gruppo di aziende metalmeccaniche sovvenzionate, quali la Breda, le Reggiane, la Ducati, La Caproni di Ponte S. Pietro e di DEL. FIM Reggiane - e abbia avviato verso una definitiva sistemazione aziendale la Caproni di Ponte S. Pietro, la Ducati e La stessa Caµroni di Trento, non è umanamente passioile pensare che con il 31 dicembre possa concludeni la gest?one del Ji'lM. Nè è pen- ..uutte a uu.ru. J~u1·~~ ,, tru.1,,asso at <,rt.u::.ste aziende 1''11',1 au'l.ttl - o 1,,iu precisam.ente: ulLa I! mnieccan,ca - senza correre it risento Trento ed altre. ui tuuo Ct.rmJftOIILeuere, v·.accne questa J,'i· n Comitato avrebbe dovuto in quest'anno, ,ianziuna gestiSt..e ant:n'ess.l azienue pnvate con i dieci miliardi che glt furono assegnati m g 1·avissmte coaa..izwni, si:nza aver dato sicontribuire alla riorganizzazione delle azien-- ,iora seg1u Pi alcun apprezzabile progresso de ed in ogni caso predisporre iL passaggio <.L~ riorganizzazione. Le situazioni m motte 1.1.zienae aeLLa 1' mmeccanica inJaLtì pennanad una gestione definitiva che, nel pensiero dei parlamentari, avrebbe dovuto essere i'IRI. vono m uno .sLato tuu'attro che rassicurante. .casta pensare ai t...:anttert navali e - se si uuole - atta equivoca e incredibile condiPer quanto il Comitato di liquictazione zione d~lL'Alfa .teomeo. del FIM abbia lavorato con impegno ed afJrontato con COTaggio delle situazioni fallimentari, - basti pensa·re alla Breda e alte ' LETTERADA PESARO Infatti la lotta politica in Italia è tradizionalmente ristretta ai gruppi dirigenti, ed ogni linea sovvertitrice viene sconfessata, isolata e respinta. Di modo che l'immaturità delle masse, unita alla cristallizzazione degli esponenti, non permise di creare una base progressiva. li movimento di Dossetti, ponendosi fuori del sistema tradizionale, apparì teorico, poichè l'istinto di conservazione della società così conformata, giocò a favore del gruppo egemone. La soluzione poteva aversi solo linea che non creasse disfunzione e pericoli al sistema esistente, pur operando per il suo rinnovamento . Se si dovesse procede-re a una accurata indagine sutta vita e sui criteri direttivi ser,uiti. dahe aziende della 1"inmeccamca, i dirigenti di quella Finanziaria non potrebbe·ro tanto JactLmente. giustijic'ifli. Basterebbe pensare che, a cinque anni daUa fine della guerra, ,10nostante l'imponente sJorzo finanziario sopportato dallo Stato non si può indicare u risanamento di neppure una sola azienda della .hnmeccan,ca. Non è quindi assolutamente iL caso di a/1 ida1·e a un complesso direttivo cosi difettoso altri comPiti. 1l 29 novembre è indetta l'assemblea della Finmeccanica, che dovrà discutere un o.d.17. sul rinnovo del Consiglio e il conseguente cambiamento di alcuni dirigenti massimi: tuttavia, dalle notizie che si possono avere, non sembra che si intenda procedere con la necessaria energia e coraggio. Anche in questo campo H metodo det temporeggiare e dt!l cofnpromesso minaccia di !asciare le cose come sono e di far permanere deUe situazioni iUooiche e pesanti che costano al co'ntribuente e agli azionisti milia'rdi all'anno. Caro Direttore, ho Letto iL tuo giornale aWindomani del 5° Congresso deLLa Democrazia Cnstiana delta mia provincia di Pesaro che st è tenuto il 10-11 novembre a Fano. Mi. sembra che ie preoccupazioni, te idee, le critzclle ed i pro1-,ositi espressi da motti delegati a nome de{Jti amici del?e sezioni siano gli stessi del tuo giornale. Tre punti mi sono sopratutto appaTSi com~ i più significativi per La concordanza che ti ha contrassegnati nei vaTi interventi: 1) Esigenza dell'unità dei cattolici sul pianu pontico e proposito di potenziare il partito <:onsiderato come ~t_rumento indi~pensabile di una azione pohttca democratica. 2) Sfiducia del ceto medio nei confronti della democrazia e del sistema parlamentare, µrico1o di un suo orientamento _a destra su un piano antidemocratico. Consolidamento dell'estremismo bolscevico per la carenza dell'azione di governo e per difetto di iniziativa del partito. 3) Insopportabile disfunzione dell'apparato bm·ocratico dello Stato. Non ve,rrei che tu. J;ensassi a formul.azioni, anche se esatte, ancora generiche, perchè esse erano la conclusione di colOTite d~cument ;.i n • derivanti dall'esi;erienza polttica vis.<ufa nel Paese, nella città, nelle campagne. Nè erano dettate da i;::ercriticismo pe-rchè l'entusiasmo per il paTtito era grande e tutti hanno rinnovato il prnposito di una azione sempre Più serrata per il rafforzamento del Partito e la difesa delta democrazia. Sovra.tutto qu.eUo che si sentiva nell'almo• sfera del nostro Congresso, nelle interruzioni e nella vivacità un µò chiassosa di certi gruppi ( che è un po' dispiaciuta al 1·appresentante della Direzione) era l'ansia di un rinnovamento del nostro partito, L'ansia di dare al partito u.n costume nuovo, se mai ce n'è stato uno vecchio ( è vero che alla direzione centrale da diversi mesi non concludono pili niente?), l'ansia di una più efficace e sollecita azione di governo, specie in ordine al fenomeno delta disoccupazione che nella mia provincia è più grave che aUrove. Caro DiTettore, sono molto lieto che queste idee discusse prima nelle assemblee di sezione e poi espresse nel congresso provjnciale non sono isolale ma sono condivise anche da molti altri nel partito, e sono contento che abbiate preso l'iniziativa del giornale. Ti prego di mandarmelo sempre e con me agli amici di cui ti allego l'elenco e gli indirizzi. Con molta cordialità. G. Luccardini Montelabbate (Pesa<o) 20 novemb,e 1951 Mentre da un lato il partito ufficiale non esprimeva le esigenze di base, dall'altre monopolizzava la sua rappresentatività impedendo alla corrente rinnovatrice di compiere un lavoro di educazione e di trasformazione. Ambedue le posizioni rimasero senza seguito e senza forza effettiva, a tutto vantaggio delle forze estranee al Partito. Avviso al lettori! "lniziafiva democrafica .. è sorfa per la convergenza di idee e di -proposifi che sono nafi in alcuni gruppi di base, in alcune sezioni, in alcune associazione caffoliche. Sappiamo che quesfe idee e pro. posifi non erano le sole. Ve ne sono altre dello sfesso tipo in tuffo il mondo caftolico ifaliano. Ebbene, scrivefeci, impariamo a conoscerci e a riconoscerci. • Le maggiori rndustrie meccaniche ilaliane sono sovvenzionale dallo sia/o, allraverso speciali organismi (inanziari. È un campo queslo dove bisogna rimettere ordine e chiarire le idee. Poichè non è possibile montane• re un sistema per cui lo Siate paga, ma praticamente non dirige ciò che sostiene con il denaro dei conlribuenti. Quando al FIM, non resta evidentemente· che prorogarne la legge istitutiva, con l'assegnazione di una decina di miliardi atti a ffnanz~a1·ie Le aziende assistite con quei crediti d'ese·rcizio che sono ton, asSolu.tamente necessmi, ora, se si vuole che escano definitivamente dalla fase di r1èlimensionam.ento a quella p,·opriamente di t'1.ercato. E intanto è necessario operare decisamente nei quadri direttivi della Finmeccanica. al fine di farne - come buona parte delle rzltre finanziate dalL'IRl - uno strumento che rossa nel più breve tempo far fronte alle oroprie funzioni, ed ereditare pe-rciò anche le aziende del FlM .
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==