Iniziativa democratica - anno I - n. 1 - 18 novembre 1951

I ' I ' I ;,.nno 1°~Numero l lire 25 SETTIMANALE DI OH.[Eì'ìT'l\IENTO POLlTICU Roma 18 novembre 1951 Direltore, GIORGIO ZARDl • Direzione, Red.,z, ed Amminislraz., Rom&,Via del Corso 101 Telef. 6&1719 ~ Manoscrilli, disegni e fotogrefie enche se non pubblicoti non si resti• luiscono - Reg. Tribunole:-di Roma 9 novembre 1951. Abbonamenti - Annuo l. 10:::0 • Semeslrole L 550 - Trimes1rale l. 3(() - Estero: il doppio Pubblici!-'· tariffa L. SO per millìmetri di altezza l"rghezza un" colonna. Ani-Gref ~omo - Vie Sirte, 33 Telef~no 884-830 l ============ ,_:PROSPETTIVA Sui • casi del e 'è innegabile una situazione pesante nel poe- ,...- se. Un senso di insoddisfazione serpeggia in vasti strati dell'opinione pubblico e si riflette ogni giorno in uno crescente sfiducio nel metodo e nell'atione democratico, in uno insoddisfazione sempre meno celato dei ceti medi, in una irreouietezza dei partiti politici. Bisogna prendere coraggiosamente otto di questo stato d'onimo; perchè ;,roprio su ~i esso il comuni• smo italiano cerca di ritrovare un punto di inseri• mento nei ceti medi ed il neofascismo si insinuo ricontando il ritornello del • si slavo meglio quando si stavo peggio •· Dobbiamo riconoscere uno nostra deficienza. la _ demouazlo venula dopo la liberazione non è stato -,. capace di infiammare le nuove generazioni, di so• stituire al mito astratto del nazionalismo un valore aiù concreto e sovente non è opporsq come lo stru• nento capace di interpretare e di riflettere le esi• r 1enze popolari. Per lo demcxrozio non esiste il problema del mito nel senso di un ideole che si pongo al di fuori e al di sopra dello persona umana; esiste il problema di ridare fiducia olla persona umana - che si sente troppo spesso isolato ed estraneo allo vita e allo evoluzione dello Stato -, fiducia nelle sue possibilità di inserirsi come elemento consapevole nello vita sociale. Il problema dello democrazia divento così il ., ~ 'problema dello Stato: di uno Stato che nei suoi istifuti, nelle sue leggi, nelle sue ·rappresentonu, nelle sue ispirazioni sociali riproduco e interpreti il più fedelmente pouibile lo fisionomia e le aspirazioni del popolo su cui ~i configuro. Il problema dello ~emocrozio divento così anche il problema detlo brta politico che non si adagi su schemi prefissati 1 cristallizzati, nè si astraggo verso finalistiche im- >ottozioni che non hanno corrispondenza nello real• •à attuale, ma che sia coooce di muovere il paese 1erso una evoluzione democratico e di costruire il ·" nuovo stato. e moderno intelaiatura organizzativo, non si cristallizzi, non abbia o frao;>orre diaframmi o compressioni olla sua vitalità democratico interna. Quando ciò• si verifico il partito perde la suo funzione e lo suo capacità di promuovere l'inserimento dei ceti popolari nello stato e si trasforma in apparato, in un organismo di clientele, in un puro strumento di potere in mono o pochi uomini. Combatteremo pertanto lo nostra battaglia oer• chè nel partito non si insinui questo tentazione e non maturi questo perlcolo. Senza un partito che si ponga come forzo politico, che raccolgo l'ode• sione dei ceti popolari, che soppio superare e vincere le difficoltà concrete, i pioni ed i programmi per quanto orditi o per quanto perfettamente con• gegnoti divengono pure aspirazioni del tutto irreo• lizzobili. Solo una forzo politico che si strutturi nel partito e non un continuo appellarsi o esigenze ed a necessità, e tanto meno un'cilta!ena di combinazioni al vertice, è capace di esercitare lo sua influenza sul Parlamento e sul Governo. Influenza sul Parlamento. - in questo scorcio di legislatura e specialmente sugli uomini che vi rappresentano le forze democratiche cristiane - con un richiamo permanente ad essere consapevoli del loro dovere e diritto di iniziativa e di controllo legi. slativo e politico; per lo scelto delle vie, dei mezzi e dei metodi per concludere con il massimo dei risoltoti lo presente legislatuw e per predisporre a quella che le succederà il più idoneo sistema di funzionamento. Influenzo sul Governo; oer il più congruo e ro· zionole coordinamento degli sforzi, lo più intelli• gente scelto dei settori di opplicazione, l'adozione dei mezzi che assicurino lo più leale ed attivo col• loborozione dello burocrazia, il coraggio di offron• tare certi temi di impostazione economico e sociale per i quali non si chiedono soluzioni massimalistiche nell'uno o nell'altro direzione, ma che si esco finalmente dall'attesa e si chiariscono le direttrici es• socialismo • I t a l • I a Il O Il Sen. Romita ha di recente dichiarato alla stampa: cc lo lavoro effettivamente J:,er raggiungere la meta dell'unificazione integrale di tutti i socialisti, ma non ho avuto alcun scambio di idee in proposito con Nenni e perciò è inesatto parlare di intese presenti o future ». In questo spirito è la mozione << con il socialismo» che eoli ha presentato per il prossimo Congresso Socialdemocratico. Nello stesso tempo, sull'altra spenda, il C.C. del P.S.l. approva -risoluzioni riformiste cui l'On. Nenni si ispira per modulare sulle note della moderazione e della temperanza il suo canto allettatore. ( Avanti, 28/10). Il Sen. Romita ha titoli per essere considerato simbolo delle vicende della Sociald~ moc-razia Italiana: a differenza dell'On. Saragat, piU costantemente convinto, e di S-ilone, più costantemente riluttante, il suo riformismo è stato a volta a volta convinto e riluttante: ultimo dei Leaders Socialdemocratici a uscire dal P.S.I., primo a rilanciarvi i grappini d'arrembaggio defLe sue interviste e delle sue mozioni. Il lettore comune,....nupisce e si domanda perchè mai vi -s1a uscito se vuole rientrarvi. Ma egli rispon_derebbe che non vuole ciò, ma l'unificazione mtegrale di lutti i socialùrti. E quale navicella del convoglio soctalista dovrebbe accogliere i due ttquipaggi e quale epere abbandonata? La fusionista o la riformista? Vittoriosl dovrebbero· rimanere t corsari Marx-Leninisti o i legalitari socialdemocratici? Questo foglio nasce come otto di fede nello s~nzioli. . . . . · __ ,{p~in e•~ oor;~e u,i .coiloou>o~• ; v, ... p: .... 0 :;:~ t.;,~u ..~~~;T,~a~:...}e~~~~7~.i.~~ttu_r,o..::'. Noi non crediamo che tutto queato pos,a aumentare il preitigio personale del Sen. ~---· ..... -),.,....!._;y:,n_ ..ai:!-~ ..... _..,.....,.__._ - .. cittadini e specialmente tra i cattolici italiani, con,.inti l'esigenza di uno voce stimolotrice che esprimo le come siamo che lo rispondenza tra azione di Go- nostre opinioni - critiche, anche, se sorà necesverno &cl esigenze popolari non può avvenire se non sario - sforzandoci di aderire con i modi più po• ottroverso la forzo politico di uno va 5to corrente cati e più fermi e con pareri modesti mo chiari allo popolare che assumo uno funzione promotrice ed realtà delle cose. La classe operaia .; ben lungi dall'aver sviluppato tutte le sue virtualità di responsabilità pal!tica"e di giustizia sociale, che debbono portare a nuove strutture della società. Quali le cause? La situazione internazionale, la situazione ecano• mica interna, la presenza in Italia del partito comunista, l'insufficienza e la soggezione polltlca del sindacati, son;=-1 presupposti delle continue e dolorose sconfitte della classe operala italiana. ·Bisogna ridare fiducia alla classe operala ed :affrancarla dalla sua soggezione comunista spezzando il suo isolamento. Bisogna perciò subordinare gli interessi particolari alla difesa della democrazia e non sfruttare questa ai fini della conservazione economica. In questa determinazione riposano i germi di un'alleanza popolare e le speranze dei proletari italiani e gli interessi di una vera democrazia interpretotrice nel Paese. Nel prefiggerci questi obiettivi prendiamo atto della presenza di determinate situazioni storiche che condizionano il nostro operare politica e che esigo• 10 uno pieno, consapevole, leale adesione. In primo luogo la presenza dei comunisti. Esso .sige uno ferma e rigido opposizione sia ai prin- <ipi che il comunis.mo predica come olle incorno• 1:ioni politiche che tendono od attuarli. Deve ritenersi miope chiunque si presti al pur scoperto gioco di attutire lo vigilanza del mondo libero democratico: perchè sarebbe stolto il pensare che si posso impunemente spogliare lo democra,zio degli strumen• ti di difesa civile e militare, come -sarebbe illusorio d'altronde il ritenere che essi siano di per sè sufficienti o risolvere il problema del comunismo. In secondo luogo lo comunità atlantico. Esso è uno realtà che aderi,ce olle esigenze del tempo presente: nata come uno sfrumento di difeso mili• tare, spetto o chi vi partecipa evolverlo in strumen• to di collaborazione politico ed economico dei popoli che lo compongono. l'Italia potrà avere in esso uno funzione ricco di prospettive e di possibilità, anche per l'iniziativa del suo Presidente del Consiglio che, con il prestigio di cui gode, con lo intimo moralità cui può ispirare il suo operare, svolge un ruolo storico utile all'Italia e allo comunità dei popoli liberi. l'adesione popolare non viene però suscitata e lo democrazia non si mantiene se noi pensiamo in IE-rmini strettamente difensivi: se quei fotti che con• dizionono il nostro operare nello presente realtà, sono invocati per eludere certi interrogativi e certe ottese. l'adesione popolare non viene però suscitata e scitoto neppure con le combinazioni al vertice o con le dosate alchimie parlamentari che hanno perduto ormai significato e suggestione nello coscienza politica dei cittadini. Strumento essenziale di uno democrazia vitale non può essere che il partito politico; e noi riteniamo che chi opero con intendimenti cristiani in que• ~ta democrazia debbo riconoscere che lo strumento più idoneo in questo momento storico è il partito unitario in cui tutte le forze dei cattolici democro• tici trovino il modo più efficace e più idoneo ai tempi di essere presente nello vita politico e di attuare la costruzione dello Stato democratico. L'apertura del partita alle forze cattoliche po• '!tuia lo necessità di uno intrinseco unità del por• lito stesso. Questo u;'ità però noi non lo concepiamo come uno meccanica organizzativo che giustapponga uomini e ceti che ~ muovono su diverse interpretazioni di comuni preg-.idizioli programmatiche o su differenti correnti di interessi. lo democrazie è un mezzo che non opero negli istituti dello stato M! primo non è operante nei partiti politici. Cià conporto che all'interno del partito -sia dato ampio libertà o quello dialettico delle opinioni, agli strumenti essenziali di una discussione franco e leale che deve trovare nello temperato ~aggezzo di chi disctte e nello capacità di sintesi -ii interpretazione e dì ottuozione di chi ha le maggiori responsabilità Ftilitiche ed organizzative, il suo costante divenire u-irario. Il Partito pu0 svolgtre questo funzione o con- .dizione però che, pur nello neces1ità di una solido Alla base di ogni nostro pensiero starò uno esi• genzo etica pregiudiziale: l'azione politico in funzione cristiano esige negli uomini e nei metodi uno alto carico di moralità pubblico. Il machiavellismo INIZIATIVA DEMOCRATICA (Continua .• p■g:. 4 in 1 col.) Co1De si alDministra la ••città,, i ~ i son due risposte: una é la risposta del servo pigro che non negoziò il talento avuto e lo restituì non accresciuto al suo padrone; l'altro é la risposta del servo fedele ed attivo che negoziò tutti i talenti ricevuti e li restituì raddoppiati al suo padrone: ne aveva avuti cinque e ne restituì dieci! A queste due risposte - per le quali il Vangelo (il solo libro valevole per l'azione umana non solo individuale, ma anche collettiva) offre una così luminosa interpretazione - corrispondono due tipi di amministrazioni. Il primo tipo, quello pigro e negati va, poggia, come si dice sul bilancio. In che senso? Ecco: si fa il « preventivo ": si calcolano prima le enquesti bisogni inprorogabili della ia casa. ~ la musica: cioà la festa popolazione bisognosa. comune, la gioia comune. i,.d ecco allora i.pparire il secc;1dt- Moltiplicare i talenti, adoperarsi tipo di amminis:razione: é qudlo senza stanchezza, al traffico attivo di cui parla il vangelo, quando si di essi. Ed avere davanti a sé, la richiama al servo buono e fec.ele che st ella polare deli'evangelo: ebbi fail padre di famiglia mise a capo, mc e mi deste da mangiare! della sua famiglia perché désse a Una amministraZinne di questo tutti il vitto (epi;erciò il lavoro) ne· secondo tipo ricca di energia, di ocessario. Questo secondo tipo di am- razione, di fede, di solidarietà, dà ministrazione ha anch'esso si capi- risultati di infinito valore: cristiasce, come punto di partenza il bi- no, umano, politico: perché cemen- ~ancio: perché, infine i bilanci de- ta in unità i cittadini, spezza le arvono· essere fatti. Ma come? Ecco: mi di una opposizione sterile ed abpartendo dai bisogni essenziali ed bozza •quella " comunità ideale ", improrogabili della comunità: dcfi cristiana che deve essere com;; l'idea nendo anzitutto le spese (ordinarie che deve muovere tutto il congegno o straordinarie che siano) che devo amministrati_vo. . . . no essere fatte a tutti i costi e pro- . Due_tipi di. ammmist~az_one? du~ porzionando poi ad esse le entrate .hpi di bilancw, due tipi d1 az10ne. (ordinarie e straordinarie). bisogna scegllere. . trate e si proporziona poi ad esse le Bilancio umano sul quale si mouscite. Ma il calcolo sia delle prime della il bilancio contabile. Disoccuche delle seconde é senza un riferì- pati da occupare? Case da costrnimento reale, approfondi,o-~lla _si_re? Assistenza da compiere? Per un tuaz10ne c~ncreta della c1tta: CIO~ caso o per l'altro, direttamente o insenza un nfenmento alle necessitai direttamente, queste spese devono 1mprorogab1li della popolaz10ne. essere fatte: le entrate devono veniTanto entra, tanto esce: il bilan re. Come? Lo so: le difficoltà sono cio quadra (il famoso ideale del ra- immense, ma bisogna mettere in oreggia del bilancio!). E se vi sono di- pera tutti i mezzi per risolvere que• soccupati? E se vi sono persone sen sto problema: quadrare il circolo! Per un cnstiano - e per ogm t,omo pensoso e politicamen .,, eff'ciente - la scelta non é dubbia! Giorgio La Pira prego, ,.Signore, za casa? E se l'assistenza, quella più elementare, fa difetto? Allora che si fa? Stringersi r elle spalle? A che serve un b"ancio in pareggio se non é in pareggio la vita? Si sa: il problema non é facile; esige, per la soluzione, \lna enngia ed una fede: una insonne riflessio ne per cercare di andare jncontro a E fra questi mezzi il primo e Più efficace quello della preghiera. Ricorrere a tutte le vie: mutui, interventi dello Stato per cantieri di lavoro, per l'assistenza e così ,ia: tut te le strade devono essere bat' u' e~ l'obiettivo deve essere raggiunto: fare del Comune una comunità di fratelli in cui ci sia per tutti nei Fruiti del possibile - il lavaro, il pane. '-..... '-..... SI abboni! \. _______ __, cialdemocrazia. L'opinione pubblica ha sem..- pre riguardato con diffidenza la ridda di sigle sibilanti che hanno Picchettato la via del socialismo democratico ftaliano, e con scarsa convinzione le unificazioni avvffiute in base a complicati protocolli, quasi fosse un gioco di bussolotti da fiera paesana, con relativo trucco. Erra però nel ritenere questo esclusivamente frutto delle mene degli uomini e delle ambizioni personali. Anche se giustifica pienamente il comune atteggiamento nei suoi dguardi, vi è una profonda ragione storica e politica nelle incertezze della socialdemocrazia. Il contrasto esistente tra le due anime del socialismo marxista è diventato insanabile, e i~ certo senso risolto, dal leninismo sul pia:no ideologico e dalla Rivoluzione d'otto1.Jre tul ptano storico, originando la divisione deLle masse dei lavoratori e delta classe operaia hL comunisti e socialisti. I primi, fedeli ad 1!)1!- ~sterna in sè, J.?OStel! pre:n_esse, ~r: fett,li,mem.e valido e ncco di venta parziah. su}s' piano •:Joriografico e politico; i secondi ci';ntra.ri aHà premessa fondamentale di un silJtema che Pl,.'lrta au:estr~m.o l'e~ro-re fil?- S½fico negatore 1elta hberta e deH autonomia sp!irituale dell'uo'W-O, in ciò fedeli alla tradizione di tutto il s(ciatismo umanitario. Errore filosofico che v"idi!l1!1-0<?gni g~orno concr~- tatV nei regimi pohfici orientali, e che è dtven~to limite storico all'espansione comunista i·n occidente. _In questo modQ il soe-.. a:~m~ ~arxista ha dime,.,st:rato la sua incapacaa di dtventare la nuove... ideologia unificatrici di tutto il mondo. Pierciò oggi ai sociaListi i'..--C'i'... resta alt,,.o che. Prender postzione neU'uno o nell'altro schieria.mento. n P.S.l. ( o meglio la sua s\n\-- st:r a, l\~enni e Morandi, /o-rse più questo di queUo) ha scelto l'oriente. Cioè ha scelto H marx-leY,inisrno e il patto d'unità d'azione. H primo.~er la organicità teoretica e il secondo pe~ le sue esperienze storiche che oli insegnano che là vi è socialismo dove è o-rganizzata la maggioranza dello classe operaia. Casi anche recentissimi mostrano che vi pot:ranno essere emorragie e dimissioni, ma iL congresso del gennaio scorso ha dimostrato che la sua scelta è definitivamente fatta, e questo basta a ridicotizzare tutte le sirene ·dformiste nenniane, se appena vi fosse maturità e coscienza Politica. Ma non è da tutto questo che nasce la crisi della socialdemocrazia. Nasce invece dalia mancanza di co·erenza deUa sua azione politica alla sua azione storica. Noi abbiamo ammirata l'abilità con cui il Sen. Romita ha saputo pilotare una parte del socialismo itatiano fuori dal campo d'Agramante. Ma oggi dubitiamo di tutto. Non per la bassa ragione che egU ve I.i -riporti, ma per l'i.nanità e la vuotezza d'un doppio o tri-- J.;lo giochismo che ricorda La .spola di quegli insetti che, narra il Fabbre, continuano a tessere iL bozzolo che pi.it non hanno. Il paraoc:ne calza a pennello 1·iç1orosamente. La (Coo1inu■ • pos, 2 in l col.)

Pag. 2 del Sui casi socialismo italiano (Con.tio.uasiooe d• p•g. 1) stessa mancanza di -razionalità e coscienza, la stessa azione meccanica nel costruire il bozzolo dell'unificazione integrale ( !) di tutti i socialisti. Fuor di metafo-ra, il Sen. Romita ci illumini un poco su quale base ideologica intenderebbe creare l'unificazione integrale di forze così differenziate. La nost-ra curiosità è legittima e intensa, t-rattandosi di una delle maggiori cause del faticoso e traballante anda-re di un mondo o-rmai col fiato grosso, perchè la unificazione dei socialisti italiani sul piano ideologico e politico significherebbe il supemmento della crisi o-rienteoccidente. Ma noi temiamo purtroppo che il Sen. Romita conside,·i l'ideologia politica e la coscienza storica come un affare personale e si fidi esclusivamente nella sua capacità manovriera di conciliaTe posizioni e int-reccia-re giri di valzer, scomponendo e ricomponendo al vertice gli ingredienti del socialismo secondo le formule della più con.mmata abilità, magari distillati in serpentine protocollari. No, l'alchimia politica, che è la suµema capacità di tanti uomini politici, anche socialisti, non ha niente a che vedere con una politica di massa che sgorghi dalla base con un'azione rigidamente demo~atica e popola-re. E infatti a tuttoggi chi si è avvicinato alla botte del socialismo democratico non ha bevuto vino generoso ma un liquido amarnonolo che sa di delusione e di sfiducia. Una socialdemocrazia che si p·eoccupasse d'avere in sè vino miglio;·e, dovrebbe rinnovarsi adeguatamente nella elabG-razione dottrinale della sua funzione storica. Una soc!aldemocrazia cosciente storicamente potrebbe svolgere nel vasto campo socialista una azione sostanziale di unificazione e di proselitismo analoga a quella che noi caltolici sociali e democrntici andiamo svolgendo nel vasto campo cattolico. Una socialdemocrazia unificata e diffusa nella sua naturale base sociologica di ceto medio ( « aristocrazie ope1"aie » sopratutto) votrebbe diven,re il centro e il perno dei minori raggruppamenti radical i e di sinistra del!" opposizione co.,tituz'onale ( oggi che anche i liberali bloccano a sinistra), assolvendo l'analoga funzione nostra nell'ambito della formula tattica della « terza forza », il meno peggio che il mondo capitc.listico occidentale abbia saputo espriINIZIATIVA DEMOCRATICA editoriali Occidente ed Egitto le decisioni del Governo Wofdisto di procedere olla involidozione del trottato onglo•egiziono del '36 ho O?erto lo prospettivo di un lungo periodo di tensione alle porte sud orientali del Mediterraneo. Indubbiamente il governo britannico dispone nei confronti di Nahos Pascià carte che non possedeva nei confronti di Mossodeq: un'armata di 100.000 uomini su territorio egiziano contro un esercito mole armato o non armato offotto: l'impossioilità pratica per l'Egitto ai un roves::iamento delle alleanze irr nediato:nente operante come nel coso persiano: l'interesse militare americano a tenere una posizione preminente per lo difeso del Mediterraneo e del nord Africa: l'inter'esse politico del governo di Parigi o dare la solidarietà francese oll'I nghi'te:ro in Egitto per ri:ovarnc poi lo solidarietà inglese olla Francia in Tunisia o in Marocco. Il governo che si insedio oggi o Londra è un governo che non può fare concessioni: le pagherebbe con la suo esistenza, in un appuntamento inevi;obilmente prossimo con gli elettori, quegli elettori che ho:ino vo:oto contro • il Premier che aveva evacuato Abadan ». Contro tutto ciò, sto il fotto che l'occidente nel suo complesso non è disposto o lasciarsi andare ai colpi di forzo: il principio della libertà individuale e collettivo è il punto cardine della coe~ione politico occidentale; e uno " reolpolitich » che non ne tenesse conto sarebbe olla fine autolesionista. Il mondo islamico ha necessitò per vivere e progredire dello cooperazione occidentale: e l'Europa occidentale ho bisogno i:-'i avere dallo sua, nella bilancio mondiate di potere, lo solidarietà di uno catena di stati che si estenrio ininterrotto do Gibilterra all'Indio. Ci si illu-ie se si ?enso di fondare tale solidarietà solo su riflesso anticomunista del mondo islamico, mantenendo lo maggior parte degli stati islamici in condizioni aperte o larvate ~i protettorato. Solo la fondazione di uno os-_ sociozione sostanziale e integrale in occidente e in rr.ondo islamico può tradursi anche in cooperazione politico e militare, mentre nullo potrò evitare il cristallizzarsi degli stati isJamici su posizioni di neutralismo e di terza forzo se tale solidarietà non sarò attuato. l'occide111te ha già formulato in linea di p1incipio tale politica, col famoso qi.orto punto Truman sulle aree cepresse. Tra i f:lttori che ne hanno impedito l'ottuozione, sto certo il primato c!ato dogli U.S.A. dopo lo guerra di Corea, allo sforzo di riarmo: ma sto certo anche il timore delle vecchie potenze coloniali di ,edere lo potenza economico ame·icana soppiantarle o breve losso di tempo dal loro cc riservato dol'inio •· Non c'è uno con• nessione tra la preser,za attivo degli stdunitensi in Marocco e lo ripreso del nazionalismo marocchino? ~ppun le, via dell'integrazione cccidentcie-islomico posso per questa via: ed è del resto illogico pensare c.he lo potenza che sto al centro i:-fella comunità occidentale, gli Stati Uniti, non stia anche ol centro dei suoi sviluppi e delle sue intP.9rozioni. In tut·o questa situazione, l'lta- • lio non può rimanere solo spettatrice: esso ho una tra,:(izio..ne di coopero2ione col mondo islamico, che la politica lungimi:"onte, praticato nei confronti ,;Jelle sue ex colonie, ha contribuito o ravvivare: esso è d'altro conto legata do strettissimi rapporti col governo di Parigi e nutre buone relazioni con quello di Londra. Questi srrettissimi rapporti e queste buone relazioni non possono però impedire al Governo italiano, in relazione anche alla suo posizione di leale membro della comunità atlantica, di sottolineare come solo dal superamento delle condizioni di minorità politico ~egli stati islamici e do una orgonica integrazione economico di essi col mondo occidentale, può venire lo soluzione di tutti i problemi che vanno rendendo, dal Morotco al Pohiston, istobili i governi e r-lifficili le relazioni con gli occidentali. In un auadro di orgonica colloborazion~ tra occidente e Islam, l'Italia può ritrovare lo suo funzione naturale di ponte tro i due sistemi e le possibilità di una integrazione economico di comune vantaggio. Per questo uno prudente e ragionato prospettivo di politico mediterronPo sul quadro della co· munità atlantico, si va aprendo al nostro Paese: e il Presi:jente De Gasperi, nelle sue ultime dichiarazioni di politica estero, ha mostrato chiaramente di averlo compreso. b. b. L'Italia e l'EPU li Messaggero del 30 ott. dopo aver doto notizia dello riunione del Comitato Interministeriale della Ricosrruzione per definire il problema dello e liberolizi:ozione degli scambi •, scrive: • si ~rotto come tutti sonno di raddrizzare la nostra bilancia commerciale e la soluzione di tale problema è uno solo e consiste nel riassorbire al pili presto l'eccesso dei nostri crediti ver~o i paesi dell'Unione Europea dei Pagamenti. Il volume di questi crediti sta raggiungendo ropidon1ente il mossimo di 205 milioni di dollari (120 miliardi· previsto dagli accordi ed ho origine dol fotto che mentre le nostre esportazioni verso i paesi predetti comminano con gronde rapidità, le importazioni in Italia dogli stessi paesi si svolgono molto .lentamente •. Precisiamo lo situazione trogicomii:o del nostro commerci~ con l'estero. Poveri come siamo, oossiomo vantare: - crediti verso 1--u.P.E. per 183 milioni di dollari - soldi creditori precedenti verso i medesimi paesi, per 129 milioni di dollari inoltre - crediti verso i paesi orientali sul Sud Americo; il totale generale a'Tlmonto o 453 milioni i dollari, poco meno di 300 miliardi di lire. Crediti che rischiono di finire' in crusca. col vento che tiro, di valutazioni .., catena. 11 Governo si trovo, do uno porte, a dover tutelare l'Ufficio Italiano Cambi, cioè a;-icoro '!.e stesso, che ho pogoto gli esportatori e teme di vedersi sfumare o congelare lo controportlt.a all'estero e si trovo dall'altro, o dover ridurre al rr.inimo gli effotti che un aumento delle importazioni potrebbe provocare Novembre 1951 dente di beni dal Paese, e spendendolo oltre frontiera. Certo, non bisogno, col mettere a dogano prodotti che primo erono contingentati, aumentare le difficoltà delle aziende; mo è ben vero anche, che indurre o un risparmio forzato per 300 miliardi di lire un Paese in cui ogni inividuo ho un reddito di duecento dollari l'anno, significo in--.,sr. durlo od agitazioni e riottositCI d'ogni sorto, che non possono c.er.., to andare a beneficio dell'onda~ .,."I mento produttivo. ~ I nostri grondi capitoni d'i!, ':.: dustria non si accorgono di cof tradirsi: vogliono che il Govern: ottengo doll'U.P.E. lo conversiori in dollari ei nostri crediti in ste? lino perché oggi è possibile ~ pratica comperare solo ,;ull'ari 1 del ollcro, senza mostrare ol"<.,,., U.P.E un minimo di b1Jono -..e; lontò quale appunto vogliono s.. , gnificare i recenti provvediment: governativi messa o dogano C; legg~ro ritc::co dei dazi contrc cui essi s, levano. ,, po,, i li-:enziomcnt; e gli aiuti di cuì lo gronde indu~rtio ~i è potuto servire, non erano o~r il ,. ridimensionom,ento •? E ~ioè per riconnessione dello nostro strutturo produtfvo o ouello europeo? Dopo i 400 miliardi di lire erogati all'erario oltre ai fondi IMI e FlM; dopo le rr.i~ sulla 9roduzione. Tuttavia, è eviente che non è glioio di licenziom-enti, come può possibil~ continuore ci ridurre il lo grande inustrio temere l'imreddito ,cole del Paese, esportan- portazianc di prodotti i -:vi prezzi $ono al rialzo per e'fet:o del do senza importare, per aumentare il gruzzolo dei fortunati esportatori ,vedi cctonieri . I trecento miliardi di lire distribuiti dall'Ufficio Italiano Cambi, glf industriali li hanno otte:,uti tagliando via uno fettn corrisponriarmo, senza confessore la provo- prio incopocitò - o cattivo lontò -- o ridurre i ?ropri costi largamente extroecr~pei? f.p. mere sul piano politico istituzionale. E collabora,re cosi alla salvezza de!la democrazia sia stando all'opposizione, (dandole un senso positivo all'interno della fo-rmula democratica), sia al governo. E nello stesso tempo salvare se stessa nell'unica via che le permetta il •ureramento del manicheismo filo o antigovernativo, annullandolo nell'autonomia funzionale sua propria. Una tale socialdemocrazia sarebbe al nostro fianco, sia pure lontana, in un'azione parnl!ela. 1l parallelismo nella funzione sto·dca. che presupporrebbe la coscienza dei !intiti ideologici e che porterebbe a costru,re uno Stato che, pur ne!t'ambito del sistema, realizzasse nt massimo le sue potenzialità di giUstizia sociale Parlamentoalla frusta All'attivo, un dibattito serrato: si sono apportate anche modifiche ai disegni di legge. Rimane un problema di efficienza di gruppi parlamentari, di collaborazione governativa, di modifiche ai regolamenti. e di democ-razia s03tanziale articolata. Così Lr due Camere hanno e:--aurilo la di:;cus- I la capacità degli organi rappre~enlativi di :-.volsoUanto si potTebbe dare 1.1.n senso e un 'Oo- sionc dei bilanci entro il termine mm-simo gere adeguatamente le loro funzioni. Qui non Lori? storico, quindi di attualità politica, aUa con~ollito dall~ ro.:.tituzionc all'c:--crrizio pro,·- ri interes~a di di~rriminare i punii a favore jo-rmula del 18 aprile, attuando un supera-• vi •ori,. f"iì, è ,.,.,1:•. ,1: ·"'r'"° nnn ,nln I ,lei Governo e dell"opposizione, come si veni- ~ut<i \.J "' ,., urt"i'.O pa~sivor• ·~: e~~" pt·r i .l\.'\CHulo .,cl·•mp 11111-nl ;1i-Jr,,hhlt,o 1. \'JJJ'' él 'J •1r •mi 11 ,1 111 finP rli oc;ni discu!:-- orr:... nEnl, • 4 n ,, r T"e ~ J ru, n1•h,• per ~li 1•l•·111t.'11u , • i. \.I ,one: al tl.: 11 valul41/.i 1~ ;10 d, J·mrv ., ! .. ~7;.1;=.lL-2!~1~..I;''•• -. rii"t~~:~...•.~.~.. ;!s .-~,f' n•!'~\~~~~~•~I .!}.~..~ 7/ Jt- :hu,,Ja r J:Q o :,e ,..!t.:1 ~1n;::.. lr l111::rnr1 p ~enlla q11;1~i -.t:m• pol.tico•amm1111• r .,.. • a, du:. tra~u. ·1 ,HlI f. e 1 , mtHt.·r, f··" "(· quc:--Lion, d1 Jnlf~- dando I<• ,p·-ito di·L rf'1' ,lamenti pnr' 11 iri, iro d, nrofond.J rJ'.'-0• que'.'-t1oni (liu ,,wrifidu· o adJirltL,;r,:i d1 raU~u.e qu.u.1rc V' u.-ypv .:>vtriui--nta aet t-'.S. ( :i.1.1.S--:J saprebbe annullarsi per realizzarla. Le numerose mozioni presentate per il prossimo congresso di cui una Il mina vagante • da collocare qua e là ccme una poUrona, con la loro prevista pressochè uguale ripartizione di suffragi, con il loro velleitarismo banale e astarico, lasciano prevedere che la socialdemocrazia italiana proseguirà nella sua sconfortante impostazione e nei siioi sconfortanti risultati eletto-rali, a meno di un miracolo. Ma i socialisti non credono ai miracoli. E questa volfa quasi quasi non ci crediamo nemmeno noi. F. E. P. nrnza ·naz1ona1e. Lél 11a.t.1v11a••--..:. ., •• Jrl11 n- ratlc1r- lol·al ... da l.1· t 1~ir 1 • ad altr· o... l ;1,i •f' di du~t ic dc11rid1e, l'av,enire delta riforma I impegno 11iù ~Pntw 1inll 'fù~a1ion t· r.). agraria, i rapporti ira a-manu n.o privato e 'ion ~iciamo che ~1ue"-t_o~pir~to !)J~ _!',lato~~marmamcnio na,ale publ,lico, il comportamento prc n~pellato: che anzi molti ordm1 del g1orcJegli organi di polizia nella lotta contro il no e parecd1i di!--tor:--i destinali in c~clu:--iva banditismo, il , iaggio cli Dc Ga~peri in Amc- agli elettori dei diver'.'-i. rollegi, ~i potevano rica, per non ri1are C"hegli ar~oment! di mag-1 certo ,ev!tare e-on.van1a~g10: ma nel ~on~!>les-.o, gior irilie,o, hanno allirato l at1cnz1onc del- per 1 u1g~1~za cli t_oncluderc _e pe1 ~ 111~por.- l'opin:c ne pubblit:a, -.oli1amenLc cli--tralla, !--ul- tanz_a. polit1ca degli arJ?oment1 trallal1, 1 . dile discu~sioni di :\Ionteritorio e di palazzo \la- hau111 hanno av111?. 111 a~1clamento relat,~·aÙama. Ma quel che pili importa è che quc:--to mcr~tc --cr alo •. E < 10 ,.on_ e andato a scapito rapporto Parlamento-opinione pubblica ~i sia d_el_al pprofo~1dm1en10 l~rnu~o, ~a _operare. posman!.enulo vivo per un periodo in::iolitamen.t. s1bilm.e111c 111 ~cde cli -~omn11:s1cnc: sicché lungo e che esso abbia fallo !--entire al Paese fatto abbm,Lar~z~ raro, :1 e ~er~ino sopp~rtata qualcl1e mod1f1ca ai di,•gn, d, legge d, approvazione e agli ..,.aniiamenti fissati negli ~,ali di previ~ione. MONDO CATTOLICO In . margine a Il' apostolato dei laici Vno dei punti più delicati toccati dal <:anto) « zi_one di attività politica; . è. il. loro buon Padre nel -recente disc~o tenuto a 1en- « diritto, non meno come cristzanz. che come ti delle o-rganizzazioni laiche d .,<> « cittadi'1.i. La presenza nelle sue file e la convenuti a Roma da tutto il "'"' pel: . partecipazione di membri dell'Azione Cat: • Congresso Mondiale per l'. osto!tfo<> d, j • !elica -. n_el senso e nei limiti su accennati Laici II è il punto che si ·if, :ce r, v.:, --- . - è legittima e puo essere an-::he del tutto fra apostolato dei laici eè azionP. i:o,,~ u. « desiderabile ». su questo punto Sant0 P,frtre -~' affe'r· Autorevoli i:;ai·ole dunque, hanno voluto mato: « Necessari,.mente e CSnt ,· I ,lente ,la 1·iòadre anche in occasione della riunione a « 1'ita umana, pri zta e .s~iaLe .-,i trova :n Re, , d. dirigenti di croanizzazioni di laici • contatto cr,n .a rr?qqe f! 1 spiritc rei ca. te r d'ogni parte del mondo il concetto « Cristo; ,, suita, per ·a 1, ,a deUr ,.-, ,i.,,r,m ,rn, dei laici cattolici anche nella « una cn np netra.zione e< P ,ca det •. , .c:to• I vita J:O• tlf:J, :n quanto ~ittadini più di altri • lat(' •vlr. 7 . ,,s, e dell'a·· 1 . 1 . ., ,. 'ca I c~rac1 ad mdent1ficare 11 vero « bene della • 'J ione oi icn e,, . · « nèl ,,,., rr.ialiare della JaTola, ,wn "' pc I s >. _Qualcuno contest:ra questa maggiore « rJ,·, a i,•o che ,:- 01·~1-Jornlione , i Uene Q..c 1 t lGJ~anta det ::attolzci rispetto ai Loro con- " dt.ù, del!;: J:,'(11. 1 qu -sin bene de,. • 1 c,ttuò1n, che assu-n<>no l'isr,irazione del loro a città è mc/le· _. 1 e qu,ndì .,, 1 t•· .·reno ~.:ire d dottri'1e th o respingono il prin- ~ r,olitico ,ii d, '>uL.<;no , •i d••.ano 1, gg, di e •i,, smritual~•ta /l"e,ernità dell'an,ma nella , 1 um,Jia porta·a, quali reiflfit.~ al matr~- ~._- (ur11 u~ana) o non ammetto·~o La divi- « ,· ~io, a!ZJ fcnr,ialia, all'i1tfa"' a. al'a S<"UO· 'Il ta •e! Cnsto ccn tutte e relative conse~ « 1n, 9:-Pr lit:i tarCi a questz. ese-n r.,1Z. For:,e g~tenzt 'ii ordine storico e dogmatico. ~t- pu~ v chè qu, . p,-oblemi non interes. a1to an- r SJCO~de - a costorn eh! que::ta 1 car:acita 0 de1 , ; utto la religione~ Possono que • .':' .pro-I cattolici n. 1h~-, di altn a. iden. f•çare l oglJ. •mi lasciare indifferente ed arat,c, ,.n gett1 della '"-' ica eroe ti <ero " bene .postalo? Net discorso tenuto ,recentemente della polis 11 derit •l l?ro dall'amore per • 1ll'Azione Cattolic·a Italiana Noi abbinmo 11 co, s,mi!P, am, 0:he ha la sua fonte prima Crediamo che ~e il :Parlamento vorrà mantenere un conlalto ('O'iante col Paese dovrà c;eguitarc nella ~,rada dei diballiti politici frequenti e brevi: non è tanto d1e finora, <·ome si va dicendo, ,i sa falla 1roppa politica nelle Camere, quanto ~ innegabile che e!.'-sa ,ja ~lata trauata in mHlo spesso nocivo per prolit-silà e ..,car:-,o pe..,o ~pccifico dei dibattili; a rutta l'economia dei lavori parlamentari. Se invece per l'a11todi1ciplina dei gruppi e per l'introduzione di 1kunc norme regolamentari limitalriti, (di tipo francese, p. es.) si riuscisse ad offrire all'opinione pubhlita, con la collaborazione dd Governo, un aggiornamento di perioòici1à abba~tanza forte ~ui problemi più ~cntiti, nOl riteniamo che l'opera parlamentare, oggi cosi spesso miscono- ~ciuta o denigrata, troverebbe di fronte al Paese una legittimazione tntL'altro che inul ile. Certamente a questo In oro più cJamoro~amente politico, dovrebbe arcompagnar!)i un acccleramen10 della f,01zione legislativa: e anche qui,ollre i pre:;,,upposti procedurali ricordali sopra (e che ,pénerebbe in primo luogo ai gruppi maggioritari cli attuare), si fa senLire l'e~igenza cli una collaborazione pili stretta, efficiente ed illuminata tra Parlamento e Governo, il quale intanto dovrebbe avere ben chjare le idee sulla priorità della diocussione dei vari di&egni di legge, non vivendo, per così dire, alla giornata e non ingombrando le commissioni con ponderosi disegni di legge (facendoli magari discutere a lungo), senza che ~ia stata pre!',a la cleci~ione poli1i,~a di por- t(ner prc,ente il momento anomalo in cui tarli fino in fondo. ver ..a. tutta l'organizzazione rm,tituzionale, ma Il problema del Parlamento è dunque da in partic·olare quella dei... rappre:-.rntath i, risolvere soltanto in chiave di efficienza di per la prei-.enza nella vita politica italiana di gruppi parlamentari, di collaborazione go- partiti ri1cn11ti a ragione -.ovver~ivi dalla mag• vernativa, di modifiche ai regolamenti parla- gioranza democratica: ciò da luogo a un rap· mentari, di adozione di nuovi metodi di di- I porto con l'oppo~izione del tutto anormale, a •-"vn-c-- uO'I .,,,·a.-..~-~ 1 ,.~-s--- n-m.-1 un •c1J7P1'1._ì.., J..; ~._.....,..r ... !'...-..:.JJa jn Pat~1 .. nlo-;. Paratore). che limita in maniera grave la 110-.,ihilità di \on c'è anche un problema di rifor- rendimento delle due Camere. In ..econdo ma di ~1rull11ra da prendere in con,ide- , luogo il problema dc11a riforma del Parlamen• - razione? Senza e~rludere t~he e~i.:.,1aanc·he una 10 non può e~:--erc avul!--O nella -.ituazione ques1ione di ques.10 tipo (ed augurandoci anzi. odierna da quelle considerazioni di alta ,trache ~o~ la d~hit~ ur~enza ~~~a. '.'-ia chiarita n~i I l~f!ia elet.torale ('he la n_1aggioranza. demor~aLermm1 co:-.tlluz1onal1 ), 1101 riteniamo che i1 t1ta do,ra, a ~cadt'nza p111tto~to rapida. prenproblema de1la effieienza ahbia una prioritr, dere ~enza dubbio in C!--ame: e ciò ... j dice, temporale e logica, anche se in parte riman- non pc.r diminuire l'importanza di un pro• ga vincolato alla !:-Oluzione da dare al primo., blema tanio grave. ma per indicare il grado A questo riguardo è opportuno ricordare due di politit·i1à (·he (':,!-o attualmente pre~enta e elemenLi, la tui con-..iderazione può e, itare dw prcc-lude comunque :-oluzioni ba ..ate --u ~begni ~i riforma troppo astrat~i e ina~egua-1 a:,,,lralli :-.rhemi CO!ò.lituzionalistici. t1 alla situazione reale. lnnanz1tulto bisogna Gino Malatesta teneramsasa.~a~liala L'i11i-:.ia1iva presa dall"o11. I !lino Giordani e eia al1ri suoi amiri <li costituire uuo intesa parlametttr,re per la difesa della pllCe è di quelle , he 11011, essendo valide per l'impas1<1zio11ea mocli/icare una .,i1ua=.ione, di /<lllO ri\rhir,,,o di frec,re co11/usio11e, a fL;IIO v<mtag~io di 111w ,lei/e due forze cn111e11clenti. E' Junr di dubbio che fo presente tensione intenrn:,io• noie è gravicla di pericoli. nw per uscirne fuori 11011 è w1Jficie111e denunciare l'anuale .\lato ,li cose e<I esecrare la guPrra. Bisocma dunque calare in un<i ,1<;,,, realul .'"itorica, i11 un determinalo rapporto di forze, la e,wnria:;ione generale, e con ciò scegliere la linea politica, le strutture, i modi che ~<tr<ulliscmw cd massimo l'attua:.ione ecl il rispetto dell'emuicfoto generale. Altri• menti non si esce dol generico e l'ulferma:ione morale Ji1tisce per clive11tare mornlistic<i. Sono indicazioni precise cli 1111a p(llitica che tutPli la pace, i s.Pl/r> punti dell'appello c/ell'on. Giordani? ,,o,, _ç;embra. Il primo ide111ifi«t nel/e, mi,eria l'origirte prima ,lelCa11uale conflitto mondiale: è una ,liognosi palesem<'nte i11sufjicie111e. Il secondo rive11clira all'fu,lia la più ampia parteripa:;io11e <'//<'lliu, alle de<isioni collettive 11el <ampo interna:ionr,le: è un desiderio, 11011 una direlliva perchè è chi<iro che ne.'"iç;u110 s,i c,ugllra il contrario. 1l terzo ribculi.ç;ce le note tesi t>uropPistiche, troppo dette per e,ç;sere di per sè valide, ecl inoltre s.i pre.ç;/a all'equh·nco di 111;a li?r='l t·ia europen ( equivoro cJ,,~ Ira n/ suo limite la posi:ione neutralis1ica). Il quarto è ovvio, percl,è i11c/icando n.el Parlame1110 l"orga110 competrnte ad nssumere le supreme derisioni, ri[Jete il di.spo.\/o dell'art. 78 rtella Cos1i111:irme. fl <111into per l"nn vf:'r.'-O co11te11imento del Patto Atltmtico alla tagica di/err '"iin, - 11011, fo che ribadire le tesi uf/iriali dei Gor:erui adPrertti o qnesto Putto, e quine/i dice cose ovvie oppure dice troppo poco: per l'altro - riswbilimento <li normali relazioni diplomatic/1<•, culturali e com- ,:·c,rciali con tulli i pae.'-i del mondo -- C'-"J>rimeun de.ç;i<ferio che, .\e pure (l/lt1ato, di per ~è ,ron risofoerebbe l'attuale cn11/li110 e <111i11cl1i 1nu .w,rebbe .suffirienle {!aran=if, <li pace. li sesto, con l'inrilar<' ad appoggiare ngni ,eri<l iniziatii:a di pace, è cli 11r1111ra metodologica. Il sPttimo infine propttf!llll ;/ diw,rmo i11ter11a=.imwle, nobile indi• ri:=.o Mli piano ,li princ ipin, ma se non a/1ro i1w111wbile, fer,1111 res1<111<lo 1111a politfra cli gartm:.ia difensfra. Si è t•nluto con ciò dirf' d1e dal mani.festo di Giorcla- ,ri 11nn si 1raggo110 precise indica:.inni di politiu, estera, ma solo i11diri=zi irenerici che non aggiungorro nulla rtgli alluali contrc,pposti imliri:=.i politici. Esso è servito piuttosto <li s1rume11I0 propoganc/i,tico ai com1111i.sti. d,e notoriamP,rtP camu/fr1110 la loro prPcisa linea politica con i paludamenti delle verità /apalis.,iane. JYoi siamo i primi fl riconosrer<! la nobiltà clei propo• sili dell'on. Gi9rda11i e dei suoi amici, ma le buone in• ternioni però non bastano per fare h• buone azioni . F. M. « tracciato i limiti tra azione cattolica ed ,, ,rrlc 11,•Jl'arron: •!l'uomo per Di,> e nel e azione J.,Olitica. L'Azione Cattolica non deve r;cr•>o.,n11,ento del/ ,·e di Dio i:, . l'uomo. « entrare in Zizza nella politica di i:;artito. S• • z •iUPS'.G n ~ • 11 consimtl.. oè « Ma, come abbiamo affermato anc~e d:n- per il r,a,cllo 1mu ,, attività polt Al/"ONU, la lensione inlernazionale si esprime nel giuoco delle mani alzale. Ci auguriamo che per la pace tulle le man, sr alzino e non solo per propaganda. « nanzi ai membri della Conferenza Olivaint, tica divPntn facile me~zo di sopra,, oione del 1 è tanto desiderabile mantenersi al disopra fratello, smen!endo sè stessa ;n rp,anto .; « delle querele contingenti che inaspriscono ,!duce d~ « rn"!aborazione al '>cne de'l, • le lotte dei partiti quanto sarebbe biasi, città » ad "-. , mazione di sè e del pror.· ·io « mevole lasciare il campo libero, rer diri- eaoistico interesse. « gere gli affari di Stato, agli uaminì indegni Tvttavia, è da aagiungere elle a qui'- •· • e:! incapaci ». • capacità » di amore del cattolico fo-rmat• Nel disccrso ali' Azione Cattolica Italiana nelle organizzazioni di apostolato dei la, cui il Santo Padre fa cenno, sullo stes o non J:<LÒ essere disgiunta - se vuole a/re aTgomento il Papa si espresse con le seguenti in politi:a, come in ogni altra attivun ;:-arole: " Noi non abbiamo bisogn, d'insen- uman:z - un'altra " capacità 11: la capacità 11 gnarvi che l' Azicne Cattolica non è chia- tecnica. Non basta amare il fratello ,occorre • m.ata ad es:ere una forza nel camr,o dell(l anche sapere con esattezza, con la maggiore « politica di partito. I cittadini cattali";, in pcssibile lucidità, come aiutare il fratello. e quanto talf, r,ossono unirsi in un .t. l~.-.ocia- Il campanone

Novembre 1951 ]P>.lrl,m_do di .rc(·cnlc al r.?ngre::.:.o ~rovinlc d1 llrc-.1·111-.u rappor11 Ira pa;-l1to e i -.in<laca1i l':.w,. R1waioli - vece ~egre...'lrio 11oli1i<·o della Democrazia CriMiana ha ,·ulto mettere in guardia i lavora1ori dal pericolo .i cui andrehhcro inronlro ~e. ~volgcn<lo un'azione :,,.cnzn e 1·0111ro lo Stato, :$.i ~accas~cro da un.a ..,0JidariNÌ1 dei ecli medi. 11 tema, giì, altre volte affronlat,o dal , ice -.er,rf'l;:irio dd par1i10 cltlla c--igenza rii 1111.a td, )eanza tra ceto mcJio e cla::-~c la,orntrice, è ..('Jtza <fohhio cli un ,grande- interc•-.c politi,·o, <Jll.t 111.t!rit;:1a 11110a, i i-.o .alcune preci-.azioni. 1)it·iamo -.uhito t lw la tc:-i di RaYaioli t•i ,cmbra e,atta q11;.1nJo .,o-.tic.ne che :.C'JlZal'adc- ,iouc Jcl tcl<, medio la da•h,c Ja,·or;:1trit'f" in h,dia non potrì1 ra~qd11n_e-ere i -.uoi obbietti, 1: ml".110 e...at1;:1 lll\l"lt' qu..:u1do inlrined(' la ,,o ... -.i. bìli1.à di q11t.:"-l<.1 allt>all.7..:Jin 1111 .:akgu..am1..11lo clelb da"'-<' lm ointrill" a l'{'TICt'~igenzt· ma11ife... L11lt' dal f'('to 11,cdio - a1Yon1 iuw1aturr> p!'"r L•na p11li1i1·:1di a11.d,11·criforme~ L? rc·t.·rn!i , 117:i,ni ammi.ni~~rat_iH· hanno 111:--cj!;nnto 1.:hc il t·eio medio 11,ili:rno, Jopo .mer hlotrato il 18 aprile ...1dl:i demouazia ai- ...tiuna cd il -.uv pro~ru111m;1,ha dato inizio t'l)n <111clla ...u:i ca.rntteri:-1k:i in-.tahWtiì e~I irrc- <1uiclez.z;1 poli1ie..1, ud un pcricolo-.o proet":-:..o di polarjzzaz1oot: vcr-.o g]i e-.1remi:-;i aotidc..- mol'raliri di dl',-.tr;:1t' cli :-ini,tr.i. Ci.ò ... ta a :--ig.nifilaH' che una part~ lld , ceto medio italiano ha t>~prc...,o un d1faro ,cJ incc1uiyoco .itteg~iamcn10 ant igo, crnativo ~e anti:-.1\tuziou.alc ro111c -.in101110di un -.eu-.o di :!>fidutja che :--e;pt:'ggia e l'Ontinua a M·r~ (lcgg-iurc hcll'opinonc publie,, e t·au:-a dclb :-,em,azionc <li un:1 in::-uffirentc azion~ rldW attuale cla:--.c dirigu11c ,.,uJ ter~no ccon,,1111co e sorialc. NonoMuntc l':il?par<'Hte contrnddi1orictì1 del. le !-iuddivi:-ioni dei suoi ~uffragi il !)ignifica10 della pre~a di 110-.izionc ciel (elo medio è ~I.ilo univoco: è -.tato in :,O:,tanz.!I un attegggia• menlo di reazione alla p0Ji1ica economica ed C:)tera g0\erna1i,•a con una vo1azio11e orientala vn:-,o l'c-.trcma -.ini ...1rn in forma prudf'11• zialc (con pre,alenza ai nenniani) e ,,•r-.o l'e:.trema <lc::otra politica 1>regna di ll"mru~o gi:,mo !-,OCiale. Si è venu10 a creare l'O,ì - -.ia pure in forma ancora del tulio negativa e cornplctamente al di fuori di un chiaro orientamento e di una ~ensibilità politirn - un primo ~erme della co::ocienza Ji cla::-se del leto medio. Mai prirPa d'ora non !IOlo il ceto medio riel suo complesso, ma neppure una <o~Pìcua frazione di C:!>!-.Oaveva coscien1e111ente a!)~unto una po-.izione politka t·on un orientamento di difesa drgli interc!,:.i economici della tategol"ia. Non l'appoggio 1>lebi:-lila rio da!o al fa:-ri- . :--mo dove gio,·avano le e:-igcnze dclJ'ordine pubhliro, il mito dcl1'11omo, il motivo nazio- .~ non J.'l ,:otaziulU!.Jicl lB aorllc a fo. \'Ore della o.e. do,·c giocavano le e!>igenze cli una lolla contrn il prril olo comuni:-ta. Nelle rCl'< 11.i e I<zioni ammini:-trati,•c 11na parie del telo mt>dio ha tro\aio ndla negazione clella 1>olitica govt"rnati,a che ncn avc,·a risolto i ..,uoi p.:-ohlfmi (di ...ol'CTIHlZiC1ne di- ~agio economicv pe,· impiegati priva:i e pa:-,ofe-s!'>icnii,.ti,,rar,ilà del tredito e del <ircohm1e per i pit·coli ro111111crl"ian1i,mga!i aumen1i per gli ...1atali, ciC', ala pre-...ionc fi:--l'ale per i picroli proprietari I un.i prima ba:-e coinune di ccmenlo. « E ro perd è nella adc:--ione al ncofa,cii-mo i mc.,1ivi n:>ziola:-,lil"i ~ono :--lati rieerca1i solo come una giu-..tificazione :.cntimentale e ,ono pa-...ati in ..;ccondo piano ri-..pelto allo slogan del « ~i -..1a,a mrglio quando ~i ~lava peggio» e la -,tci,.:-,acampagna contro le ~trul• ture demoeratiche trova,a adito di fr'onte alle .accu~e della lentezza e della inefficienza ~O· ,·ernati\·a. E~eo penhè gli ,te ....i voti dati alla c:--trcrm.1 -.ini...1ra per <111ella e'-igcnza propria del celo medio di non ,·olcr ronfondere o di rion ca• • dere in un procc~,o di proletarizzazione !.ono ...,ari j!;O\'ernati da mi-.ura e :-ono for,e il frutto oiù di i:na situazione c.·ontingcnlc t·he di un Jrient.:menlo rriqallizzato ». Il futuro della -.iluazione politica italiana e la po-...,ib.ilità di l'll mulamento dell'equilibrio democra1ieo rn pertanto vi ...10 in relazione illa capacità e alla possibili1à del céto medio di ritrovare la <:,ua-.!rada in una po~izione cli ~ifesa dei '-UOi intere~si - al di fuO!"i del proetarialo e della dai-~e cconomicu rapitali::itira. L'unica forza politil·a <·apate di ri<"ondl:rre il erto medio nl'll'anrbito de11a tlemoC'raEia e di inlcrpretarne i \'•Ti "ntcrc~si di cla-..-.c • lullora la democrazi:i cri!.tiana ma 1•na Ocnocrllzia Cri:-tiana, rhe rompa finalmente ;;li ndugi e che si preoec11p1 dell'applicazi,me ntl"grale del -.110programma <li riforme. Cl1e co~a vi è infaui nel programma e più mcora ncll"iclcologin politi('o--.ociale della Denocrazia Cri~tiana che non collimi con gli i111crc:!>-..i ,cri e !.~l:lnziali del ceto medio~ dm non pO~!--arappresen11.1re la h:age di un mito dw•,:-,i:-ta del ,·et" medio? In 11lla -.oeicili a :-,fondo capitali:::tico eorne l'allu.ah-' t·.arallcr.izzata dai grandi confUui ~otiali fra l'1.1pitaJc e lavoro è evidCDte che il ceto medio, idc.ntificato cou c1uell.a cl~e c.he di.-.,J>OllCin 111i-..uralimitala di capitale e di I.i- ' oro, -..i tro\'a t·ome un , a:,o <.Jj eotcio in mezzo .:.i Llue ,a-.i (]j ferro. L.a -..ua a'-pir.nzione è quinùi per la fine della lotw di d.a-..~c e la eoncili:izionc degli .inJcrcssi òe.l 1npjtJle f! del lavoro (di qui la ~ua j ... 1mtj,·a .a,,er:--iOnt· l'Ontro tulle Jc forme ceec,-.,in.· di lo11u di dJ,~d1.alc l'Olll'ili;u:1onc ~i reulizzerà ,-olo iu ,n(·1et.i1 in t 111 i 111cui di protlu.zionc -.iano le JlliHli Jci lm·ornlori non in una foi ma eollt•Ui,, ...1in1 --lal..ali;,z.ita, ma in J1ua forma -..Ol·iu. li;.-f.JJ.la dw l'OJl'.-,Cnta un 111argine per l'ìnizia11,a imi i, id,rnlc. E' qm· ...to iu -.o:.l:rnza l'idralc della Oewo• crazl:J Cri:-,liau.i di urrn :-.ociet.à, dove, pratic:1111cntc, con la aholizione della t•la:,~e t.ipila• li-.1iru, la da-. ... t• proletaria \'iene clc\';lln u rdo mtdio. E' que-.10 Jll'laluralmenlc aud1e l'idcaJc proprio l' il 111i10 Jj 1.·la,.!.Cciel tcto mrclio: ri- <lu1re tulla I.i :..ot•ielà a ceto medio, co,ì t·omc per il 1·<11n1111i-.1110 ri<lnrrc tulla la ,ocietà a 1>role1arfr1lo. E"rn cp1indi la ..,ro.u]a 111ae,1ra della Dcmoera ✓-ia (ri~1i.uw e del l'CIO medio. E' la ,,1rnda n111e-.1rnche i'Onduce , cr,o le riJ01 me di ::-trulltura in una operante soJidorieJi1 cli 1·eto medio e da-.-.c la,,ora1ricc. SiaJIIO convinti pcrl1m10 alla stcs~a :,tregua deJJ'arnieo Ha,•aioli che jJ problcnw poli~ tiro allualc :--ia quello ,li creare una .illcanza trn t.eto nu·clio e da:,:,e 1:ivoratrice perchè ~o1o in qul'~la allt'imza ~1;1I.i forza politit:1.1 capace di a:--~i<:urarc 1111 progrc~::oo delle da~::oi 11.1,oraIri1·i. Siamo però altrettanto (on, inti t:he• l'allcan. za non po ...:-.acompier:-i fino a che il eeto mc• dio non ~i ~arà :,latl'ato dalla ~oggczi_onc economica e ~pirituale in (·ui è :-lato ~ernpre CO· :!>.retto dalla dc,tra in Italia. Se il 18 aprile lia un grande signifieato - che :-upcra il valoro <leJla :.te.,.:-a ,•itloria antitomuni"ia - è que ...to: che per la prima , olla non è -.iato il telo medio a ,otare per gli uomini della de:-,lra, ma sono siate le de:--lrc a \"Olure per gli uornini e i progr;1111mi <lei ero medio. l-'urlroppo I.i da:--.e Jirigente politil'a u~cita dalle lezioni del 18 aprile non ha ~ap·uto valorizzaré <p1e~ta eonqui~11.1cd invete di attua• :-e ~ul 1er::eno economico una poli1ica deJ ce• IO medio, d1e era in realtà una politica della Demo(razia Cri ...tiana, ~i è la::ociata fuorviare da una troppo i111crc:-~,1tainteq>relazionc <lì ('hi allribuiva al 18 aprile il ~ignificato d1 una ,•a-.ualc.-C(;..uiuLl!UZ.J , i. "'-"''..=-""...... _... -....i,.i.:•n~•~i anticonwm-.1110 negativo e precomzzavn che il lolalitario 11a:---.aggioda que~ta po:-izione a quella di 1,n antieomuni ..mo co::itruttiYO a\1"1.;h• hc fauo -., ivolarc il ceto medio ,cr-.o le '-lr(•mc -.oluzioni. O~~i al t cmtrario è dimo~trato che il peri .. (olo dello -liuamento del ceto medio non -.i clt•\c al fouo l he c~,o ,ia immaturo per una 1>olitfra 1>opolare, ma perchè sente che non "<'110ri-..olti i .. uoi problemi Yitali. Per :--ahart.: la d( mocrnzia nel paese non ::oi !ratta quindi di predicare la prudenza alle rla:--.i I;,"oralriei per non turbare il ceto medio e farlo pn·eipitare H!r-.o soluzioni 101ali1arie, ma al eonlrario di iniziare unn politil'a di 1.·c10medio flw valga a creare una ~olidarietù fra c:-,"o e le d::1-.:-.ilavO':-atrid. Una politi(·a del lNO medio richieJe un'r1zio- .1e alll1.1 ha ..c d1c fonia del ceto medio una forza aulorwma, ,ul terreno economieo e ~111 terreno politico all'infuori di una valutazione delle -,uc a11uali rappre-.entanze nello :.rhicrnmcnto c-.tremi ...ta di dc~lr.:i. Una politiea del telo medio rid1iedc una rnlorizzazione dt•l celo medio penhè a-.surna coraggio-.amente nel pac:--c 1:11 ruolo di respon- ,abilità pari ;,,Ila ~ua forza 1>oli1ica. Se Iniziati,a Dtmocratica ~aprà aprir-.i un eollo<p1io f'OI celo medio, !)C ~aprà dire all"impiegato :-,latale, all"artigiano, al piccolo eo1111ncreiante, al i'oith·atore clireuo, al pro• fe-.-.ioni!.ta: non è vero che tu sia il paria della :..ituazione italiana, tu ~ei o elevi cli- ,·entare la :-pina dor~ale dello Staio: non è vero 1hc la lua attività profcs•ionale ti pcnga ai margini drll'economia nazionale, la tua funzione è ahrellanto importante e indi~pen:-,ahile nella tua vita sociale di <1uella Jcllc forze <-indacalmente organiz. zatc: "e in altri termini ~aprà ridare al ceto medio la fiducia nelle ...ue capacità e nelle sue pos!libilità di inserir:-,i eome elemento co:,cien• le e re-.pon-.ahile nella vita ~ociale, ,e !òòaprà fare lulto <fUC5toavrà dato un grande contributo al rafforzamento della democrazia in Italia. G10\A~N1 G\I.LO~t ENERGIAELETTRICA li Comitéi,o Interministeriale dei Prezzi ha iniziato in ',Uesti giorni resame delle tariffe elettriche. Materia eletrica, perchè intere?sa tutto il Paese: produt"ori e utenti. I produttori sostengono di n,n poter mettere in cantiere nurvi impianti \Sufficienti a scongiurare il "deficit di 5 milià;'di di kwh annui che si pro- .fila per ~li aru\ futuri. perchè le tariffe JlOn permettono ioro di rimunerare sufficientemente i !on\ azionisti. sicchè si trova- 'no nell'impos!ibili\ di drenare il risparmio 'nuovo necessario. \ • Gli utenti sono ~~.stamente preoccupati di .uno sblocco delle t.:Ì)ffe. perchè l'elettricità 'é uno degli elemenBcostitutivi del costo cli :produzione di quasi ltti i prodotti e servizi: "un rialzo delle tariffie~on potrebbe non portare a un rialzo indot9 sulla generalità del beni. \ Comunque, c'è un punto fermo da ritenere. e una << morale » da trarre. Il punto fermo: gli industriali non pensino di autofinanziarsi a spese del consumatore; che, se lo facessero, il consumatore si viene a trovare nella pcsizione di un azio-- nh:!a comproprietario; e in tal caso la nazionaliz1,azione sarebbe il semplice riconoscimento giuridico di questo fatto. La e<morale »: i produttori di energia elettrica si trcvano in possesso di un «bene strategico» i:er la vita economica delJa Nazione; la lentezza con cui hanno proceduto anche per il passato a far fronte ai crescenti bi- ~og:ni di ener~ia del Paese, ha creato quelle interruzioni del lavoro che, negli anni scorsi, hanno cr1:ne e più degli scioperi - in~ ciso sui costi. In conclusione: non sembra che, esaminando la loro condotta passata, essi si siano INIZIATIVA DEMOCRATICA Pag. 3 ll ceto medio dorme il suo tranquillo sonno, nè si preoccup<t che sotto il suo nome e con il suo consenso i gr«ndi interessi privilegi<tti. i gruppi monopolistici dell<t grande industri« cerchino di «fferm«rsì sempre più. LQiwndo si risveglierà, qualcuno potrà fargli credere in una sua cointer~ssenza con la società borghese e con ~lassi retrive. Mentre in re<tltà egli p«g« in son«nte monew di disagio economico. di «lti costi e di basso tenore di vita la sua potenzi«le solidarietà ron i gruppi dirigenti dell'economi<t. Una frattura psicologica lo divide dalla classe operaia cui invece lo lega nna sostan::iale solidarietà di interessi economici. li' per questo dormire, sen::a esigere unct propria politica autononia. ,na .f,nnando la pi,ì ampia deleg« di poteri al grande monopolio, che il ceto dei piccoli operatori economiri rede in gravi di.fficoltà la picrola e la media industria, lrt piccola p.-oprietà agraria. l'artigianato. le Jonne cooperative a favore dei gmndi complessi passivi e parassitari. E necessario un 1novùnento che organi::ri queste piccole for::e economiche, le qu«li unite sono la spin« dorsale del paese e le convinca «d una politic<tdi collaborazione per l'edificazione di una società italiana pitì moderna, pitì fnnzionale, pitì ginsta, contro i persistenti poteri dei grandi feudatari modenri. ------------------------------------------ Piccola e media industria ceto medio dell'economia italiana Gli interessi della piccola e. media industria sinora sacrificati in Italia a queffi deffa grande indusria. Una legge di finanziamento rimasta lettera morta: mofioi tecnici o problema politico? Seeonclo j dati clell'ul1imo rensimen- lo :-.lato di aJTf"lratezza e('OJ101nico-so- produLLivi. Prima clell'ulthna guerra t.o. iJuluslrialcJ1937-.IQ39l lfl ;...ituwiiionc cinle )tu· cli eerlc la Jiccola 1na anche la n1edia indu-- clell"inclustria i1ahCf'fTI, daT pu11to di zone e e lian1ente slrrn - 011c aie 11 ·JJ•et 1..1en-c-ç.un-e7,=----1 , ista si rulluralf' :;i presenta comc "C'- qualche connessione Ira i clnc feno- basi inclividualisliche e fa1niliari - guc: 1ne11i esist-e: è noto iufotti che da noi !acevauo assegnamento, per eventuali IL f:"!i-ercizi Pie-cola ind. ( I) 183.993 ,\led ia i nel. 28.781 ---- 2] 2.774 Grand(" incl. 5.ll9 ---- 2li.893 Il. acl<lelli ---- 430.420 893.24:~ ---- l.:12:l.66:l 1.830.631 ---- 3.1~4.294 la c:osidetta ri,oluzione industriale - operazioni di a111n1oderuamenlo e a1ne cioè il passaggio dalrordinamc1110 pliamenlo. sull'autofinanziamento. Il produ11i,o di tipo artigianale all'orcli- ricorso a questa fonte oggi non t' pos_- 1rnmen10 produttivo di tipo industriale sibile o, quanto n1euo, 11011basta più - è a,,enulo ron mollo rilardo rÌSfJf"L- sia per _le diminuite disJJOnibilità di 10 ai pri11eipali altri Paesi europei e 1nezzi da parte dei titolari delle Ìlnpreche il processo di s,·riuppo che u~ è se (si pensi agli eHel!i della svalutadrri, ato i- ben lungi dall'essere giunto !azione monetaria); sia per l'ordine n eompimento. Si può quindi prevc-- tli grnuclezza forten1ente aumentato dei Piec·ola C' mPdiH incluslria ao;:o;:orho-clere un lenlo, ma graduale estendersi fabbisogni finanziari. Ne derina la no, dunque, il 96.7°◊ degli e~erci ✓.i delle grandi imprese rispelto alle mc- necessitù di un a1npio e sislenialico c·on c-irn, il 42°-~ cl<";.:.liaclcle1ti. Sc, poi, dir (" pic·cole, e di queslc rispello alle ricorso al credilo in UJ.1a situazione il limile della ml"'dia induslria vit>n(>, unità produtliH' <li Lipo artigiana1e. come quella italiana caralterizzala da <·o-me ~rmbra 1,!iuslo. :-pn~talo fino a Dire r1ue~to, però, non ::-igni[ica u[· un sistema bancario che presenla, parromprendC'rc gli C'$r1·rizi eon 500 ad- fermare nè che IP imprese di piccola tirolarmenle nelle regioni setlentriorlcui. le 1wrc·en111ali di cui sopra i'-al- e media di1nensione siano de~tinate uali del Paese, una ,asta rete di jsligono ullerionnentf' pa~sando rispel- a :-rontparire nè-, tanto meno. rhc l't·si- Iuli cli eredito che si dedicano ad opelÌYamrnte al 99.6c·~, (ntnnero dcp:li stenza di un"industria nella quale pre- razioni cli sconto commerciale, 1na che <·M·reizi) e al 69.6°-é, (nnmero degli ad- ,al~ono IC' piccole e medie imprese clispone invere cli pochi istiLuti a medio d{'lli. roslitui~ce senz·allro una remora al termine. Si traila per di più di istiL(" cifrf" :-.opra riportale non do, reb• miglioramento delle condizioni cli , i- lui i a carallere publicislico e fo1=i'ebC"rO("S~f•remollo cambiate nel p<'rio,lo la di llll Paese. Tullo dipende dalla mente burocratizzati, impastoiali nelle b~llic·o e pos1-lwllico, alm~no dal pun- volontà e dalla possibilità di queste forme e perciò lenii a muoversi e to cli vistn relativo; in ogni motlo esse· piccole e 111eclie imprese cli adeguarsi cleeiclcrc, la cui azione è ri1nasta di sono più ç;ufficienti per climoslrart' pronlamente - nelle aurezzaturc e fatto circoscritta a taluni settori solcome effe11ivamf"1He il tessuto eonnet- nei 1netodi cli produzione, di organiz- tanto àdl'allivìtà produlliva e, nello ti~o della vita econo1nica i1aliana c.;ja zazione interna e clei rapporti con lo ambito lf questi, alle i1nprese e ai cosliluito, anche nel se li ore inclusi rial e, esterno - al dinamismo di un 1nonclo gruppi più importanti, con danno, se da w1iti1 produttive cli piceola e m("dia in continuo progresso. Ora, per restàre non cou esclusione, clei più modesti. granclrzza. Se mai si potrà c-01nplf"tare da noi, il rilevato stato di arretratezza Sarà interessante esmninare più delil rilievo prn•isanclo che la situazione cconomiro-sociale non è tanto dovuto tagliatamente le iniziative prese e le è diversa da w1 ramo all'allro e rhe, al prevalere in sè e' per sè della picC'ola provvidenze aclollale in questi ultim.i 1nentre le ma{?:giori dirneosioni preval- e inedia industria. quanto al modo anni per cohnare qnella lacuna e per gono nelle industrie n1eLallurgiche. rudimentale ed empirico di Care le ro- rimediare a questi inconvenienti. AnmPc-raniche, d1iu1iche, della carta, et'e .. se, romune alla picC'ola e n1eclia c·omc ticipaudo le conclusioni, si può dire le piccole e medie industrie sono spe· alla grande industria. ehe i risultali non sono stati sempre eialmente clifluse nelle industrie ali- Ed è proprio qui. se mai, che occorre brillanli e che. in particolare., la Legmenlari, clell'abigliamento. del legno, Cermare l'auenzione giacchè in lUl Pae- ge 22 giugno 1950, n. 445, la quale del cuoio, poligrafiche, ec('. ~e come j) nostro - tanto povero di avrebbe dovuto dare vita a speciali Questa prcn1essa slatistica mentre, capitali e risorse quanlo rirc-o cli egoi- enti regionali per il finanziamento a da 1111 lalo, rivela il peso preponcle- smi partieolaristici e cli gruppo - lo medio tern1ine delle piccole e n1edie raute <"he piccola e media industria ~,c~so <"ammino verso il progresso si inclu~trie, e con ciò risolvere radicul• hanno nel nostro Paese, dall'altro, può risolve in una lolla aspra, arn:hc se 111ente il proble1na, è rimasta lettera [ar pensare ad una connessione ton abilmente coperta, dove il più grosso morta. riesce se1npre ad avere ragione clel ~el deter1ninare questo falliincnto più pi<-rolo, se11za riguardo alcuno rii- hanno avuto .indubbiamente larga parl"intcre ...'lie geuerale che ne esce pili I<' i 1notivi tecnici, m.a noi pensiamo dimostrati all'altezza della fiducia che il Paese dimostrava per loro. la~ciandoli incondizionati regc:latori di un settore-chiave della economia. Tocca quindi allo Stato, ai rappresenta~ti della collettività, di prendere il contrailo non solo delle tariffe, ma anche della produzione di energia elettrica . Controllare non significa possedere: basta pensare alla sapiente legi!:lazione americana che, evitando la nazionalizzazione. riesce tuttavia a impedire che· i produttori di trattengano su una politica di bassa offerta al massimo prezza'. o meno colpilo. che più ancora abbiano influito motivi Un sellore riguardo al quale questo cli fondo: per noi la crisi della piccoh conlraslo cli interessi tra piccola e 1ne- e media industria non è altro c·he lo dia industria da UJ1 lato f" grande in- aspetto economico cli UJl fenomeno Ji du,tria dull'altro si è risoho [inora più vasta portala che è quello della col sacrifitio della prima, è quello crisi clelle classi medie, e come tal~ dC'i {inanziamenJi a n1cdia seaclenza deve essere esatninata e curata. ~{a nceessari per proc("(lerc al rinnova- 1anrhe cli questo se ne potrà parlare in mf'nto del macd1inario e delle attrez- nn prossimo articolo. zaturf" C'" nll"ag~iorna1nenlo dei processi Mario Zavler

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