Fine secolo - 22-23 febbraio 1986
FINE.SECOLO* SABATO 22 / DOMENICA 23 FEBBRAIO 20: si sono sviluppati a discapito delle vecchie co– munitù di lingue e di vita. Le frontiere comin– ci,1110 giù a scomparire tecnicamente ·poiché si può, con il Concorde, percorre duemila chilo– metri in meno di due ore. sospetta, e la sostanza ancor di più. Vi si legge ·un'opposizione alla Democrazia. La Democra– zia amministra lezioni che si pretendono senza replica, Perché un gruppo possa formarsi, pen– so che occorre innanzitutto un solo uomo in– torno al quale un'élite possa cristallizzarsi. Per il momento, l'aspirazione al confort, alla dolce vita... Ciò che noi chiamiamo in Francia "la psicologia della piccola felicità"... · Appunto, Questa aspirazione è troppo forte perché il ribelle (il "waldgiinger") possa trova– re la sua ragion d'essere. Un .tempo, a Wilflin– gen, si vedeva in autuniì'o ed in inverno la po– vera gente accaÌflstare i Ì:ami caduti per riscal– darsi. Oggi si froverebbç quest'azione degra– dante. Nessuno vuole più lavorare con le sue mani. Si lascia questo c"5ìnpito da voi ai negri, da noi ai turchi ... In upo stato mondiale, ogni essere può avere la sua patria, dove si parla la sua lingua materna e in cui si sente a suo agio. Ma al posto della Patria, può apparire ciò che andrebbe meglio definito come una "Matria" 0 da noi in Ger- Lei dice ne "Il trattato del Ribelle" che uno dei mania una "Heimat". guai del nostro tempo consiste nell'assegnare dei Si conoscono già modelli di grandi stati in cui ruoli importanti ad attori del tutto mediocri. Lei popolazioni assai diversificte sono unite man- prende ad esempio i grandi vocaboli del/'azio_nè tenendo intatte le loro particolarità. Non ci- politica del nostro tempo: espropriazione, svalu– terò che la Svizzera. Ma si possono sognare tazione, capitalizzazione, liquidazione, naziona– prospcttive molto più vaste. Ben inteso, biso- /izzazione, socializzazione eccetera, per aggiun– gna sempre saper separare i sogni dalla realtà. gere che essi non presuppongono né cultura né Kant aveva già composto un saggio sulla c~rattere. . · . . "Pace eterna". Anche se il vissuto è tutt'altro, . S1,sono_c_olp1~0,da quesJa degrada~o_ne del eh~ rimane uno critto importante.· · ma p~htJc~ m r~pp~rta. a!l0 Spmto. {?gm • · uomo mtelhgente m g1oventu ha la tentazione Nella misunÌ Ìn ~ui la pace non sarebb~ in effetti. di lasciarsi attrarre dalla politica. Holderlin, 111 w realtà ù(cui l'uomo libero si sentisse minac- Schiller, e perfino lo stesso Goethe, non fanno cialll nel quadro delle catastrofi limitate o gene- eccezione alla 'iegola. ,,,, ra(i::::ate,lei ha scritto "Il tratto del ribelle O il Alla fine si sono ritirati, .scoraggiati, dall'azio– ricorso alle foreste", un mezzo difficile, perfino ne. _Ho scritto un intero libro sulla questione: "L'autore e la scrittura". E' tutta la differenza eroico, per l'uomo forte, di preservare la sua-li- bertà. che stabilisce Schopenhaùer tra la volontà e la Sì, ho scritto: "La persona è sempre esatta- rappresentazione. Per quanto. mi riguarda, io mente provvista della stessa sovranità che in sono dalla parte della -rappresentazione. Con tutti gli altri periodi della storia. Forse essa è Ernst Niekisch un iémpo ~nelmovimento "Wi– più forte che mai, perché a misura _chele po- derstand" appunto- ho tentato di agire. Inva– tenze collettive guadagnano terreno, la perso- no. Siamo stati battuti da gente più forte di na si isola dagli organismi antichi formati nei noi. secoli, e finisce col trovarsi sola. Quest'uomo diventa allora parente del Leviatano, forse an– che il suo vincitore, il suo dom~tore". Penso che ciò che distingue i'essere umano dal– le strutture zoologiche, è la possibilità di un ·campo d'azione .per.!e piccole élites disposte a tutto. Do1•esitua queste élites? La Storia apporta in questo caso degli elemen– ti di risposta. Nella vecchia Russia, erano gli studenti, i figli e le figlie dell'antica aristocrazia che portavano avanti l'azione nazional-rivolu– zionaria, e lanciavano le -bombe. Sono finiti nelle prigioni zariste o bolsceviche. Élite, e democrazia E' -concepif?ileuna tale élite ai giorni nostri in Germania? lo ·non la intravedo. La parola stessa "élitè" è, . l ,.. • E tuttavia nelle sue opere mitiche affiora qua e là la nostalgia dei tempi cavallereschi eforse l'i– dea che un giorno potrà nascere un nuovo tipo d'uomo, molto vicino al cavaliere. Forse il 'lavoratore' quando sarà giunto alla sua vera dimensione, al di là del demonio del– l'economia e del regno del Titano, sarà il nuo- vo cavaliere. ' · Il cavaliere, storicamente, è morto. Ariosto, nel suo "Orlando Furioso", aveva già, ben pri– ma di Cervantes riposto l'attitudine eroica nel suo giusto luogo. · Qualche ufficiale nelle due ultime guerre mon– diali ha ancora giocato questo gioco. L'espres– sione "parola d'onore" è oggi così ridicola quanto un duello. La borghesia ha preso in . prestito qualche suo tratto all'antica aristocra– zia. L'operaio imita a vçlte il borghese. La "donna" era _tutto per il. ~avaliere. Che cos'è una donna oggi? La parola sembra scomparire perfino dal vocabolario. Un tempo, quando ero un giovane ufficiale avevo appreso che dovevo immediatamente in– tervenire non appena avessi .visto prodursi un'aggressione contro una persona anziana o indifesa. Oggi, in casi del. genere, la polizia stessa distoglie lo sguardo. Ho letto sulla stam– pa che un uomo a New York ha ucciso quattro negri che lo avevano aggredito. Gli è stato dato tutto il torto possibile. Perché non era "democratico". Il re degli scacchi Di fronte a ciò che lei chiama '/'inesorabile ac– cerchiamento dell'uomo preparato da tempo dal– le teorie che tentano di dare del mondo una spie– gazione logica e senza imperfezioni", lei a1lebra l'immagine del ribelle. Lei dice: "E' ribelle chiunque è messo dalla pro– pria legge di natura in rapporto con la libertà, relazione che lo spinge nel tempo a una rivolta contro l'automatismo, e al rifiuto di ammetterne la conseguenza etica, il fatalismo". Nelle· sue Città mitiche e specialmente in Eumeswill, lei introduce un altro personaggio: l' "anarca", che distingue accuràtamente dal/' "anarchico".– Qual è il rapporto tra il ribelle e l'anarca? La differenza essenziale è che il ribelle è stato bandito dalla società, mentre l'anarca ha ban- 9ito la soci(,__tà. Si tratta di due differenti ap– procci ai pericoli del mondo. L'anarca non perde mai di vista jJ suo tema prediletto: la li- bertà. · Relativamente all'autorità, l'anarchico ne è il nemico mortale. L'anarca ·non ne riconosce la legittimità. Egli non cerca di impadronirsene. Anarca, non importa chi possa esserlo:Quan-. do ero seduto alla mia scrivania, al Majestic, nel 1941, tentavo di tenermi il più lontano pos– sibile da ogni problema politico. L'anarca è in qualche modo sovrano, ma anche camaleonte. E' come il re nel gioco degli scacchi,.un pezzo. il cui ruolo non è quello di compiere evoluzio– ni, ma di esistere. L'anarca si fonda sulla pro– pria esistenza. E il ribelle? Il ribelle cerca contemporaneamente la salvez- .za e la lotta. Egli si impegna al servizio della causa che gli conviene. Ma attenzione! Egli conserva la sua libertà contro questa causa. II mercenario che va là ove lo si paghi, non è che una varietà del ribelle. Il mio amico Ernst Von Salomon ha scritto un bel libro sul ribelle. Io lo avevo accolto nella mia casa di Berlino quando .era uscito di pri– gione dopo l'attentato contro Rathenau_. At– tentato di cui egli non era protagonista ma semplice comparsa, e di cui mi diceva ben pri– ma che avesse avuto luogo che si trattava di una follia. Sono stato il padrino di suo figlio. Come in effetti ho già scritto, il ribelle è contro tutti gli automatismi. Egli non si sente a suo agio in nessun sistema. ( ... ) ,. Lei dice nel "Trattato del Ribelle": "La vittoria sulla paura della morte è nello stesso tempo il trionfo su ogni altro terrore. La violenza pura ... non può alla fine vincere la partita. Così il Cri– sto è ancora, a buon diritto, il punto di riferi– mento delle nostre date. Ercole è il principe delle prime età che gli stessi dei debbono chiamare· a riscossa nella loro lotta contro i Titani. Egli è il primo degli eroi". La risposta figura in un poema di Holderlin: il principe è Ercole, lo spirito comune Bacco, ov– vero Dioniso, il signore delle feste. Il Cristo giunge alla fine. Bacco ha mille. rapporti con la Oemocrazia. Potete constatarlo in ogni taverna. Nella festa, c'è il vino, la birra, e si arriva fino alla droga: è un combattimento che comporta molte perdite ma anche molte vincite. Io ho tenuto una costante corrispondenza con Alfred Hoffmann che ha estratto lo LSD dalla segale cornuta. Abbiamo fatto anche delle esperienze che ho descritto nella mia opera 'Avvicinamenti, droghe ed ebbrezza". Ho rice– vuto recentemente una lettera sull'argomento. Certe droghe possono essere adattate, a partire dallo LSD, conformemente ai nostri desideri psichici. Le piante allucinogene sono a volte salvifiche. Quando Hoffmann ha studiato la segale cor– nuta aveva intenzione di preparare un compo– sto che agisse sul metabolismo. Si può raggiun– gere con le piante più dolci e psichicamente più efficaci un erotismo superiore. Non sessuale. Ma bisogna ben scegliere i propri convitati: creare una "vera buona società", altrimenti il tentativo diviene giustamente sospetto. L'ultima parola E che dire dell'oppio? , L'oppio è un gran prodotto, utilizzato in Asia dai tempi più remoti. Sembra mantenere inte– gri i vecchi cinesi. Fumare dell'oppio nel mo– mento in cui si "passa la linea" può costituire un sogno. Ci si ritroverà in piena foresta vergi– ne. E' l'ultima parola di Federico il Grande: "La montagna è passata". Possiedo una gran collezione di ultime parole. E' estremamente istruttivo, anche se alcune di queste non hanno il senso che generalmente si attribuisce loro. traduzione di Attilio Scarpellini I collaboratori di questonumero di Fine secolo .. Carlo BULDRINI vive in India. Scrive per varie riviste, fra cui l'Europeo, Frigi– daire, e il nostro giornale. E' magro, gentile, spirituale e spiritoso. Grazia MARCHIANÒ ha vissuto e studiato in India e in Asia Orientale. Scrive di filosofie e estetiche europee ed extra-europee. E' docente di Estetica all'Univer- sità di Genova, e abita a Roma. · L'intervista di Jean Louis FONCINE ci è stata cortesemente trasmessa, per Nuo– vi Argomenti, da Edoardo Albinati. Marco BELPOLITI è nato a Reggio Emilia, dove vive, nel 1954. Insegna lettere in una scuola media superiore di Sassuolo e redige, con altri, la rivista letteraria filosofica finisterre. · · Margherita BELARDETTI collabora frequentemente con noi, da Vienna, con disegni e articoli. Martin HEIDEGGER (Messkirch 1889 - Freiburg-im-Brisgan 1976) figura qui come poeta. Le poesie pubblicate sono tratte da Winke (1941) e da Gedachtes (1971). Valentino BOMPIANI cura una pagina antologica di autori dimenticati, esor– dienti, inosservati e comunque meritevoli. Chi si crede meritevole e inosservato indirizzi discretamente a noi per lui. Carolyn Chistov Bagarkiev cura per noi la rubrica delle mostre d'arte. Calligaro e Vincino disegnano regolarmente per noi. OL'79 è assente, giustificato. Silvia Ginzburg cura le pagine con gli appuntamenti vari della settimana. Asso– ciazioni e singoli che vi vogli_anocomparire scrivano a lei. Ginevra Bompiani è la curatrice della pagina settimanale dedicata alla poesia. Hanno variamente collaborato: Giorgio Agamben, Alberto De Cevegnini per le classifiche dal Nicaragua, Giovanna Calvino, Antonio De Marco (che si è adope– rato per far più bella la copertina, per cui abbiamo riusato una celebre fotografia di Jean-Francois Jonvelle, intitolata "Tina"), Carlo Degli Esposti, Gianni Cop– pola, Sergio Placido, Alberto Berlanda, Stefano Montesi, Aldo Biagini, Giorgia Gasparetti, la rivista Frigidaire, la casa editrice Settimo Sigillo. . Curano Fine secolo: Nora Barbieri, Paolo Bernacca, Marino Sinibaldi, Adriano Sofri, Franco Travaglini ..
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