Fine secolo - 25-26 gennaio 1986
FINE SECOLO* _SABATO25 / DOMENICA 26 GENNAIO 20 gli alleati imperiali); la pace di Saint-Germain- - en-Laye (1679), che pur seguiva a una serie di sfolgoranti vittorie, alla conquista armata UN l\'AESlROSAPIENTE AFFmuoso Marca, rozzi e arretrati. Negli ultimi anni del– l'Elettore, la piccola Berlino di allora (un ven- rrzanu dell'intera Pomerania, non gli portava che acquisti territoriali insignificanti, lo de-· fraudava ancora una volta della Pomerania anteriore. · Un vero fallimento, dunque; e un fallito dovet– te considerarsi talora egli stesso; ma lo confor– tava una imperturbabile costanza, il tratto for– se più caratteristico e veramente magnanimo· della sua personalità: si rimetteva al lavoro, a tes.seredi nuovo quella tela che non gli era riu– scita; così, inst~ncabilmente, attraverso gli ac– ciacchi della vecchiaia che lo colpirono assai presto, fino alla morte; La quale gli fu partico– larmente benevola; lo avesse colto avanti il .1675e ben difficilmente si sarebbe mai parlato di lui come del "grande elettore". Aveva cin– quantacinque anni e non aveva fatto nulfa che potesse colpire particolarmente la fantasia dei contemporanei; certo era noto come principe· ambizioso; a Parigi si scherzava un poco su questo "prince d'Empire" che voleva mettere il naso in cose più grandi di lui; si sapeva èhe si era battuto a fianco degli Svedesi sotto Varsa- . via, ma un po' come ausiliario; si ricordava an– che che si era'trovato in situazioni imbaraizan-. ti e che n'era uscito un po' compromesso: così, appunto, dopo quella campagna di Polonia, quando fu piantato in asso dall'alleato svedese e dovette la sua_salvezza alla felice contingenza della morte dell'imperatore Ferdinando III, per cui gli Asburgo dovettero mettersi in mez– zo per assicurarsene il voto per la successione alla dignità imperiale; così nell'inverno 1672- 73, il suo momento più nero, quando si trovò quasi solo contro i Francesi e fu costretto a una conversione politica così rapida, da provo– care un coro di imprecazioni contro "il vile", "il traditore"; il governo delle Province Unite olandesi dichiarò "frivole" le ~piegazioni che egli volle dare al suo atteggiamento e si _disse ad alta voce, anche· se non ufficialmente, c~e E' assai arauo dominare per un momento la · commozione e l'affollarsi dei ricordi per par– lare di Ernesto Sestan, uomo schietto e gen– tile, Maestro indimenticabile. Tanto più rin- . cresce di doverlo farè frettolosamente, come è purtroppo inevitabile in questi casi. Altri potranno, a tempo debito e con più co.mpe– tenza, valutarne. il posto occupato nella sto– riografia italiana di questo secolo. Un posto, comunque, altissimo, assai più di quanto possa sospettare un pubblico abituato oggi a· · trovare di frequente opere di storia nelle classifiche dei libri di maggior successo. Se– stan apparteneva a una generazione che, ri– spetto all'attuale, studiava e sapeva assai --più di quanto scrivesse. E tuttavia, della sua lunga, continua operosità testiQ1onia una se– rie sterminata dr saggi e articoli, molti dei quali esemplari e a distanza. di tempo insu– perati. Uomo sthivo come pochi, si ràccoritava che avesse vrnto un concorso universitario perchè tre amici, _a sua insaputa, avevano ·presentato per lui domanda, documenti e. ti– toli. Quegli amici si chiamavano Walter Ma– turi, Carlo Morandi e Federico Ch_abod,eco~ stituirono con· lui un quartetto inseparabile. Tempra di alpino trapiantato in Toscana, Se– stan era stato allievo sia di Salvemirii, sia di Volpe, e di entrambi aveva memoria affettuo~ sa e commossa. Il giorno in cui morì Salve– mini, Sestan a\(eva _ilsuo consueto semina– rio alla Scuola Normale con un gruppo ri– stretto di studenti fedeli. Venne e ci dette la notizia con molta fatica, senza poter frenare le lacrime. Poi non resse più, ci chiese scusa e se ne andò.-Credo sia stata una delle po– chissime volte in cui, nella sua lunghissima carriera, sia venuto meno, per così dire, a un impegno didattico. Per noi stude·nu, quando timila abitanti appena) era per un buon quarto ci capitava di essere svegli all_esei e mezzo- .abitata da francesi, che ne rappresentavano l'e– sette di mattina, era quasi un appuntamento · lemento più attivo e intraprendente. Ma qui rassicurante guardare alla sua finestra, al di non eb~ro parte soltanto considerazioni di là del cortile. Dietro la tenda, già a quell'ora, -cupido fiscalismo; Federico Guglielmo stesso lo si intravvedeva sempre alla scrivania, in- era un fervente calvinista come suo padre, tento alla lettura. Eravamo alla metà degli come suo nonno, che aveva aderito a quella anni '50, e Sestan era già uno storico più che .confessione nel 1613. Era egli stesso un po' un affermato: ma di lavorare e cercare senza "rifugiato", un po' un tollerato nei suoi stessi posa non avrebbe mai smesso, fino alla fine· !omini; chè, infatti, fra i suoi sudditi, la stra– della sua vita. Medievista, aveva scritto un li- grande maggioranza era luterana, intransigen– bro fondamentale, sul quale molto si pensò e te contro ogni forma di "sincretismo", con cui, si discusse, su Stato e Nazione nel}'Alto Me- velatamente, si intendeva di denunziare la lar– dioevo. Ma Sestan non era studioso chiuso ga tolleranza del principe; che non fu la tolle– in confini cronologici: poteva parlare tran- ranza scettica e~ po' beffarda di un Federico quillamente dl:lll'origine delle Signorie come II, ma la tolleranza di uno spirito -profonda– di Gino Capponi O di Bettino Ricasoli. E nel mente religioso, ma rispettoso per ciò stesso, di 1945 fu lui a introdurre Max Weber nel dibat- ugual sentimento, a parte i dissensi dogmatici, tito storiografico- italiano: la sua introduzione in altri. a L'etica protestante e lo spirito del capitali- A parlar di sovrani, può capitare facilmente di smo è (o dovrebbe essere) ancora oggi una essere ingiusti: di dare loro troppo e troppo lettura obbligata per ogni studente di storia. poco. Un Luigi XIII quasi svanisce dietro un La sua sapienza era proverbiale: "questo bi- Richelieu; sarà il caso che Federico Guglielmo sogna chiederlo a Sestan", era una fr-ase emerga troppo avanti ai suoi eonsiglieri? Cer– abituale per colleghi e allievi. to, ne ebbe molti, di buoni e di meno buoni, di UÒmoschivo, dicevo: e tuttavia capace di as- fedeli e di meno fedeli, di filoimperiali e di filo– sumere anche respo_nsabilità civili sia pur francesi, di corruttibili e di incorrotti; da quel– sempre con rara sobrietà. Senso della•misu- •. lo S-chwarzenberg, già onnpotente presso suo ra, ironia, raffinatezza, erano doti peculiari padre e che egli sopportò per al~un tempo an– della sua scrittura, per la quale-pure Sestan che poi, fino alla morte dello stesso S-chwar– occuperà un posto elevato _tra gli storici ita- zenberg, benchè credesse fino ai suoi ultimi liani di questo secolo. Europa settecentesca anni che quel ministro avesse voluto avvele– e altri saggi è una galleria di autentici'piccoli narlo quand'era principe ereditario (si era trat– capolavòri storici e letterari insieme. Ma gli tato, invece, pare, di una semplice rosolia); si farebbe un torto se non lo si ricordasse so- · fino a _quelloS-chwerin,che fu il più degno e il prattutto per l'umanità profonda e per l'affet- più fido. Nel primo ventennio di governo i mi- - to che seppe dare (e conservare a lungo nel nistri e consiglieri ebbero qualche voce in capi– tempo) a generazioni di allievi che oggi, con tolo; poi, furono quasi soltanto suoi esecutori, lo stess_o affetto, ne P,iangono la scomparsa. talvolta un pòco anche suoi capri espiatori; sempre ascoltava i loro pareri, anzi si-compia– ceva nell'assistere, arbitro, ai loro armeggii, ai Gianni Sofri - loro giochi sottili per scalzarsi reciprocamente egli era un imbroglione e che i suoi consiglieri ·-·· • -- si facevano curare dai francesi con "auro Ilu- f& .. -- • __ __ .. . _· ~-=i~ MiiNM nel favore del principe; poi faceva di testa sua. - Apparentemente impulsivo, scaricava su di essi merabili". -Insomma, fallit0-e screditato. Ma, ecco, egli ha d'un tratto i suoi anni di grazia: 1675-79.Dalla del Grande Elettore avrebbe repugnato a tali Franconia, ove svernava con le sue truppe, concezioni. Tuttavia, non si può negare che la piomba nella sua Marca: in nove giorni, con· _struttura che egli dette ai suoi domini ~ i quali una serie di brillanti· vittorie, Rathenow, Fe- solo con lui cominciano ad essere uno stato e a hrbellin, la spazza dagli Svedesi che vi erano cambiare il volto feudale per assumere quello penetrati-,_ li insegue nel Mecklemburgo, nella · assolutistico - si può dedurre, in massiip.a, dal-. Pomerania, che conquista palmo a palmo; ca- la necessità di mantenere un forte e numeroso · dono Stettino, Riigen, Stralsunda, Greifswald; esercito. Non scenderemo in troppi particolari, e quando gli svedesi tentano una diversione _per non annoiare. Ma si sa che un esercito co– nella Prussia, Federico Guglielmo li caccia an- sta, etanto più un esercito in massima .parte di che di là e Ii insegue fino alla porte di Riga. La mercenari, q~ali erano quelli del tempo. Per i figura di questo principe quasi -sessantenne; suoi 20-30 mila uomini (non superò mai questa dalla corporatura imponente, che alla testa dei cifra massima) occorrevano molti danax:i;mol– suoi moschettieri, dei suoi dragoni, carica a ca- ti, negli a~ni di alleanza non sempre poi man– vallo le truppe sv_edesi ritenute imbattibili; che tenuta al momento cruciale, venivano sotto durante gli assedi passa con i suoi soldati !un- forma di "sussidi" dal governo olandese e spe– ghi mesi nei fossati melmosi attorno a Stettino cìalmente dal re di Francia, che in questi anni, e a Stralsunda· che, nel cuor dell'inverno, sui da vero "Rè Sole', col luccichio dei suoi "lui– laghi e fiumi g~la_ti della Prussia_e della Litua- gi" correva in tutta~Europa, e· perfino nelle -nia, insegue alle reni gli Svedesi fuggenti; era . casse private di un re Carlo II d'Inghilterra; al- · fatta per destare l'ammirazione di quanti senti- tri danari venivano dai beni demaniali e privati vano l'ideale della "bravura cavalleresca"; ed del principe; ma il più doveva venire dalle ta– erano legione in tutta quell'Europa un po' spa~ · sche _deisudditi. _ gnolesca, barocca, piumata e spadaccina, sen- Ma qui la politica fiscale del principe cozzava sibilissima al punto d'onore; nella Germania,· negli os!acoli rappresentati dalle sopravviven– poi, pervasa in questi anni, di fronte alle pré- ze medievali tenacemente difese dai ceti o "sta- .potenze francesi, ·da una ventata, se non pro- ti" (Stiinde) privilegiati della nobiltà e dell'altà prio di passione nazionale,' almeno di "patriot- borghesia di alcune città. Si esprimevano tali, · tismo dell:impero" quel principe si trasfigurò resistenze in organi rappresentativi di vario in simbolo di rivendicatore dell'onore del- nomé, in consuetudini e·privilegi diversamente Reich; nacque allora e si affermò il nome e la estesi, applicati ed intesi nei vari frammenti•· fama del "grande elettore" e gli restò anche con i quali si era venuto componendo il domi– quando poi si vide che di quella fiammata epi- nio èlegli Hohenzollem; ma tutte queste resi– ca magrissimi frutti politici erano nati e rima- stenze si assommavano_ in 1,1na:nella pretesa sti. · che ogni esazione fiscale, per essere legittima, Rimase Io strumento, l'esercito; e.dicendo eser- dovesse essere àpprovata dai rapprese~tanri di cito si dice, per buona parte, lo statò brandé- quegli stessi che erano,chia_mati a sostenerne burghese-prussiano; non nel senso che Federi- l'onere. . co Guglielmo, nel suo paternalismo assolutisti. Fu- una dura fotta che Telettore dovette corn– eo volesse fame come 'taluno dei suoi succes- battere per ·decenni, per spezzare queste resi– so;i, una immedsa caserma; la larga umanità stenze; meno dura nella Marca, ·asprissima nel- i suoi scoppi d'ira; ma l'ira non gli era mai consigliera degli atti, che erano sempre il pro– la Prussia, dove giunse a momènti drammatici dotto di matura e pacata meditazione. Amò il e dove né! nobile Cristiano Ludovico Von Kal- fasto non per sè stesso, ma come un· apparato ckstein il principe incontrò un avversario così dovuto al suo rango; non viaggiò mai, nemme– protervo da vedersi indotto. all'unico, forse, no per andare alle acque termali, con un segui-– atto di brutalità della sua vita. La resistenza fu to di men di dugento cavalli; in questo amor infine spezzata o almeno circuita, con l'istitu- del fasto rientrano anche le costruzioni son– zione di organi finanziari di nomina del princi- tuose, i'l gusto curioso di coniar, per questo o pe posti in concorrenza con quelli dei ceti reni- quel fatto, medaglie commemorative ornate di tenti. Modelli francesi, ma specialmente· olan- roboanti iscrizioni latine, e un po' a questo, un desi, furono tenuti presenti; anzi, all'Olanda ,po' a un sincero desiderio di conoscere e di ve– l'Elettore ebbe sempre l'occhio, come a un mo- dere,. rispondevano le sue raccolte di oggetti dello di terra felice che egli si pròponesse di co- · ' rari, di quadri, di statue, la biblioteca che egli piare ·e di trasferire nella sua. Lo abbagliava aprì (allora cosa quasi inaudita) perfino al pre– soprattutto la ricchezza dell'Olanda, l'inesau- stito a domicilio; il favore dato agli studi e agli sta capacità finanziaria, e perciò militare che vi studiosi, specie agli storici, coi quali però non era in essa ·pòtenzialmente. Chi è più ricco, è ebbe fortuna, tranne con l'ultimo, Samuele Pu– anche più forte; e chi è più forte può farsi an- fendorf, del quale non potè vedere l'opera pri– ebe pi(i ricco, per divenire ancora più forte; e ma di morire. .continua. Tutta la sua vita sentimentale fu, si può dire, Non sappiamo se Federico Guglielmo intuì il conclusa negli affetti domestici, che sentì con senso tragico di questo affascinante richiamo. purezza, con castità di cuore; non si ha memo– UÒmo di equilibrio, di -innato buon sènso rea- ria di sue scappatelle extraconiugali, che pu_r listico, certo, non ·vi si lasciò prendere; ma è sarebbero state considerate~ indulgentemente, non meno certo che non soltanto per patema- quasi un appannaggio della regàlità.· Sposò lismo'; non soltanto "per il pollo in pentola due volte; e se i consiglieri poterono poco su di ogni giorno", ma anche per interessi fiscali,. lui, si dovrà dire che in qualche occasione po– egli promosse l'arricchimento dei suoi sta-ti;di- terono troppo le mogli, specialmente la secon– sboscamenti, bonifiche, canali, ripopolamenti da e negli ultimi suoi anni, quando a favore dei rispondono a questi fini; anche l'agognata con- figli di secondo letto commise uno sproposito _quista della Pomerania anteriore, ricca di porti che poteva compromettere l'opera sua più du– e perciò di dazi, rientra in parte in quest'ordine ratura: la costruzione dello stato prussiano. di idee; anéhe il larghissimo favore dato dal . Ma, nell'insieme, potè _chiamarsiconiugalmen– principe elettore a fuorusciti, per motivi reli- - te fortunato, se si considera che per poco non giosi, da altri stati, -ad a~iniani, perfino a so- sposò quella donna impossibile che fu Cristina ciniani, ma specialmente a calvinisti francesi, di Svezia sua cugina, e che per un certo tempo soprattutto dal 1685dopo l'abrogazione dell'e- vagheggiò la possibilità di un matrimonio con ditto di Nantes,- si spiega un poco con interessi Mademoisèlle de Montpensier. Non se ne fece fiscali, essendo notissimo come questi "rifugia- poi nuJia; ed egli si consolò con un motto lati– ti" fossero abilissimi artigiani, agricoltori, im- no: "Vestigia me teirerit" - disse alludendo al prenditori e rappresentassero un progresso tee- tempestoso passato amoroso di madamigella. nico notevolissimo rispetto ai sudditi dell!i Ma questa volta non coniò medaglie.
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