Fine secolo - 25-26 gennaio 1986

FINE SECOLO * SABATO 25 / DOMENICA 26 GENNAIO 2 to sue lettere già·prima dell'omicidio di Tura– tello. E quando la descrive come un pezzo da novanta del ·panoramJ malavitoso milanese, in un secondo tempo agganciata dalla camorra. «E' qui che, signor presidente, dico che è inter– venuto un ·vero e proprfo processo di interazione fra p~ntito ed inquirente, un processo di intera– zione dove un'influenza è stata_reciproca. Non soltanto da parte dèl pentito sull'inquirente, ma anche inconsapevolmente /'inquirente ha creato questo tipo di suggestione attraverso cui _si è giunti al modellamento. Perchè a questo punto, una volta smentito'Barra sul personaggio Mar– zano, il giudice istruttore avrèbbe dovuto quanto meno avere dei dubbi, dei forti dubbi, su quanto Barra andava raccontando. Ma, prigioniero di .quel tèorema, nonostante la smentita precisa di Barra avvenuta ad opera di un dirigente della Criminalpol, il giudice istruttore emette .manda– to di cattura nei confrof!ti della Marzano». In scena la Marzano, e sua retrocessione · Finalmente. La donna.di cui tanto si parla fini– sce in manette. E i magistrati napoletani pos– sono ascoltare anche la sua versione dei fatti. Ma non scopriranno niente di particolare, nemmeno mettendo a confronto la donna con il suo accusatore. Verificheranno di persona che ha sempre i nerv( scossi, che si sente risuc– chiata in una storia troppo grande di cui igno– ra le origini e gli scopi. Nadia Marzano am– metterà alla fine che qualcuno le ha chiesto di scrivere quelle lettere verso la fine dell'81, dopo l'omicidio di Turatello. Lettere insignifi– canti, dirà. Non dirà in compenso chi è il com– mittente. Si dirà impaurita, avendo subito nel-– l'estate dell'83 un pestaggiò che l'aveva portata in ospedale. In quel periodo una fuga di noti– zie aveva rivelato ai lettori di un settimanale indiscrezioni sugli interrogatori di Barra, in ve– rità sotto segreto istruttorio. E lei era stata quindi picchiata. Seconqo gli inquirenti dai cu– toliani, secondo il suo avvocato dal personag- -gio minore che le avèva commissionato gli scritti. Lei si ostina a non fare il nome ancora oggi. Un po' per paura, forse, e forse per osser– vanza delle regole del/a malavita che esigono il silenzio. E il suo avvocato aggiunge: «e voi pensate che i cutoliani /'avrebbero soltanto pe– stata? -Quelli sono abituati a ammazzare per molto meno». Il 23 gennaio 1984, in mattinata, avviene il confronto tra l'accusata e l'accusatore. Nel po– meriggio gli inquirenti pensano bene di richia– mare per la terza volta Barra, nell'intento di arrivare a una scom-evole deposizione. «La S. V. mi chiede maggiori precisioni sul ruolo avu– tò dalla Marzarw Nadia e come sia possibile che Enzo Tortora sia stato affiliato alla Neo dà Cu– tolo presso la Marzano già dal 1979, se a/l'epo– ca la Marzano·era copegata, come risulterebbe dalle mie dichiarazioni, non al Cutolo, bensì al Turate/lo e ai fratelli Mazzei ...Mi aggiunse il Cutolo che l'incontro e gli accordi con il Tortora furono presi proprio nella casa della M arzana che io non avevo mai,conosciuto, nè sentito no– minare prima ai allora. Solo dopo /'uccisione di Turate/lo, riapparve là Marzano ...// fatto, poi, che la M arzana funse da collegamento con il Cutolo per la vicenda Tortora si spiega, eviden– temente, con ilfatto che all'epoca il Turate/lo e il Cuto/o erano in rapporti buoni e si scambiava– no anche dei favori. In tale contesto, quella che alla Signoria Vostra è apparsa· come un 'incon– gruenza ...è invece un fatto normale. Per quanto riguarda il ruolo della Marzano nella Neo io so soltanto ciò che ho già dichiarato, e cioè ciò che mi ha riferito il Cutolo e le varie lettere che mi sono scambiato nel/'~} e ne//'82 con la stessa– ...Quindi, a quanto mi risulta, non posso dire che la stessa sia stata ufficialmente «legalizzata» nella Neo. Anzi, ritengo di escluderlo; perchè nessuna donna fu mai ufficialmente «legalizza– ta». Inoltre, come ho già detto, non ne so nulla, anche perchè ero e sono deienuto, che ella abbia commesso specifici fatti delittuosi per conto del- la Nco:..come ho già detto, la sua dichiarata di– sponibilità a còllaborare forse a favore della Neo proveniva certamente dai frat(_!//iMazzei, con i quali, a mio avviso, essa era in collegamen– to...ma non posso riferire alcun altro pàrticola– re, perchè nessun'altro so». Annotazioni per il terzo interrogatorio. - I) "Quello che Barra sa delhr-Marzano, lo sa sol– tanto perchè l'ha sentito raccontare da Cutolo. 2) Lo scambio delle lettere è avvenuto effetti– vamente ,dopo l'uccisione di Turatello, quindi dopo l'estate '81. 3) I buoni rapporti tra Cuto~ lo e Turatell9 sono frutto di una sua personale ipotesi. 4) Nadia Marzano non è più «la castel– lana» della camorra, ma una «fiancheggiatri– ce», un jolly usato da tutti. «Dalla disamina degli atti, signor presidente, si è evidenziato che Barra Jiamentito, che Barra si è contraddetto. E per fortuna viene il dottor Ar– genio della Criminalpol che ci ha potuto rt;stitui– re una diversa verità...Bene, !!Oidobbiamo rite– nere quindi che il Barra abbia tentato, per trova– re UTJ riscontro all'episodio della fidelizzazione, di ingigantire il ruolo della Marzano. Ma poi, alla fine, sostanzialmente ha detto che di questa non sa nulla, e che in realtà ne ha parlato soltan– to perchè incidentalmente c'entra con Enzo Tor– tora. Perchè Barra in quel colloquio avuto nel settembre de/1'82 · con il dottor Argenio non ha fatto minimamente cenno all'episodio della fide– lizzazione di Tortora in casa della Marzano? Come è possibile? Se Barra dice che il ·nome-del– la Marzano gli viene in mente soltanto a propo– sito della fidelizzazione di Tortora, come è pos– sibile che nel settembre '82, sei mesi prima di fare il nome· di Enzo Tortora per la prima volta, gli parla solo e unicamente della Marzano? Que– stò è un punto essenziale, questa è la dimostra– zione che /'episodio dellafidelizzazione è un epi– sodio del tutto inventato». Chi ha fatto sparire le lettere sparite? ..... Storia ingarbugliata: clan malavitosi che si confondono, ricordi che cambiano, personaggi che _mutano aspetto, controversie su fatti e date. Ma perch~ non porre fine alla questione andando a leggere le lettere di cui tanto si par– la per accertarci di persona del· contenuto e delle date? Immergiamoci nuovamente. nelle carte processuali e andiamo alla ricerca delle parole scritte. Un desiderio realizzabile grazie' ai magistrati napoletani, i quali avevano ri– chiesto diligentemente nel gennaio '84 ai vari istituti di pena, .esoprattutto a quello di Cuneo dove era dete1;mtoBarra nell'epoca in discus~ sione, quanto poteva servire allo scopo. La richiesta porta il numero di protocollo 924. «Prego esibire in copia al latore della presente, militare del gruppo CC. Napoli 1, tutta la corri– spondenza fotocopiata da codesta direzione in arrivo e in partenza relativa al detenuto Pasqua– le Barra. Prego esibire, altresì, copia del regi– stro della corrispondenza in arrivo e in partenza relativa al predetto detenuto per il medesimo pe~ riodo ove vengono trascritti i nominativi dei mit– tenti e destinatari. Ringrazio. Il giudice istrutto– re Giorgio Fontana». Il 31 gennaio il tenente colonnello dei carabi– nieri Antonio Almoro porta a termine la mis– sione. Si reca a Cuneo e ne porta dietro un vo– luminoso fascicolo con fotocopie di lettere e del registro di corrispondenza. Le lettere, in– fatti, venivano puntualmente aperte e fotoco– piate come prescriveva la legge, essendo Barra un detenuto in condizione di massima sorve– glianza. Il colonello invia il tutto e lo prova il protocollo nr. 420/200-172 del 31 gennaio 1984. Non resta che dedicarsi alla lettura. Al processo l'avvocato Ciruzzi aveva lasciato tutti a bocca aperta, quando, verso il _finale della sua arringa, aveva detto: «Non vi è trac– cia di lettere». E chiedeva ragguagli. Nasce uno scandalo, messo a tacere dalle categoriche affermazioni dei magistrati: «Avvocato, non si preoccupi;_ci sono». E via i giornali a dire: «Le lettere ci sono, non preoccupatevi, ci sono». Ma nessuno le ha mai viste, avvocato Ciruzzi in prima fila. Anche noi abbiamo scartabellato tra le carte e non le abbiamo rintracciate. Abbiamo trovato le richieste di sequestro, i verbali dei carabinie– ri e anche le fotocopie dei registri. Un largo fo– glio su cui venivano annotati la data, il mitten– te, e il destinatario di ogni carteggio. Il nome di Nadia Marzano effettivamente compare, e sempre nelle date indicate dalla donna e alla fine anche da Barra, cioè dopo l'omicidio di Turatello. Le lettere che fine hanno fatto? Nessuno ha mai risposto, inquirenti napoletani compresi. Se non sono agli atti, possono essere rimaste nel carcere, dimenticate, oppure essersi smarri– te nel viaggio, oppure non essere mai state consegnate dai carabinieri; oppure ... Ho chiesto a un direttore di carcere che cosa succede in questi casi: se cioè le lettere fotoco– piate_vengono conservate dalla direzione del carcere. Ha spiegato che, salva una mancanza _del personale delristituto, un'altra copia <le-Ile lettere dovrebbe trovarsi custodita nella cassa– forte della direzione. E allora perchè non chie- ilcre al carcere di Cuneo un nuovo invio di car– te, visto l'incidente di percorso della prima . mandata? «Devo dire, signor presidente, che sulla sparizio– ne di queste lettere in realtà si potrebbè pensare che il contenuto potrebbe anche pòi non essere determinante, in quanto sia Ba"a che la Marza– no sostanzialmente sono d'accorda sul riferire del contenuto delle lettere stesse, giacchè era un tentativo di contatto. Bene, però resta il quesito perchè sono sparite ...Quando le lettere sono spa– rite, o comunque quando le lettere non sono sta– te acquisite agli atti, Barra aveva tratteggiato una diversa figura della Marzano. Allora erano importanti, perchè Barra aveva detto nel secon– do interrogatorio ché la Marzano gli scriveva da, anni e che svolgeva funzioni di collegamènto con la Neo. Allora, se le lettere sono sparite in quel· periodo, la sparizione evidenzia ancora di più una metodologia accusatoria, un sistema di inve– stigazione. Allora la sparizione, il giallo "delle lettere non -è più soltanto una semplice disatten– zione, ma potrebbe assumere tutto un altro si– gnificato. E vi prego di rileggere questi altri si– gnificati, sempre alla luce di quella costruzione, di quella chiave di lettura che mi sono sforzato difornire all'inizio della mia discussione. Questa progressiva sostituzione dell'interesse giusto al– l'indagine che ha fmito per coinvolgere l'inqui– rente_per quei due fattori: ilf me fortemente eti– co che muoveva l'inquirente e il rapporto con il mezzo di informazione di massa che ingigantiva la figura ·e ne creava un protagonista. Non pote– va essere s11t_entito il teorema, le conclusioni era– no contenute già nelle premesse, per cui si giun– ge a forzare la realtà, si giunge, forse, a fare sparire le lettere. Unfatto certo è che queste /et- . tere, di cui"si ha prova dell'esistenza e del fatto che sono state spedite alla cancelleria del giudi– ce istruttore, non ci sono, non sono presenti in questo processo, non sono presenti nelle carte processuali».· Il 20 febbraio inizia il troncone del processo . che riguarda Enzo Tortora. Pasquale Barra, giudicato durante l'istruttoria come il testimo– ne chiave, si rifiuterà di venire in aula e confer– mare pubblicamente le sue dichiarazioni. Il suo posto verrà quindi preso da Giovanni Pand.ico. Si interroga anche Nadia marzano la quale di– chiara: «No, io Tortora non l'ho mai conosciuto. La conosco attraverso la televisioné,però sono falsità che Tortora sia stato a casa mia. Posso dimostrare che nel '78 non ero in via Massaren– ti, ilvevo mio figlio ,cheaveva sei mesi con la per– tosse ed ero a Madesimo». La corte chiede perchè non l'ha detto prima e lei si difende spiegando che in carcere, faticosamente. ha ri-

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