Fine secolo - 25-26 gennaio 1986

Foto cli WiktorWolkow. Spostamenti progressivi della coscienza innocente - Cr~do che conservi validità, e non solo in que– sto caso, la distinzione fra quello che si 'ritiene d_ipoter rivendicare solo come scelta indivi– duale o collettiva, ma privata, e quello che in– vece può e deve diventare norma positiva, pre-. vista anche dalla legge. Non che questa distin– ·zione mi sia del tutto -chiara. Personalmente però ritengo che sia giusto, che siano, per così dire, maturi i tempi, per una legge che proibi– sca di infliggere sofferenze e morte ad animali di qualunque specie per puro divertimento, per sport. Non me la sentirei invece di sostenere allo stesso modo, per esempio, il divieto di ci– barsi di carne. Mi limito a cercare di non farlo io e a spiegar.ne , a chi me lo chiede, le ragioni. In altre parole ho. l'impressione che si possa ancora essere 'innocenti' mangiando carne, · non credo invece che lo si possa ancora essere uccidendo animali con la caccia. Non è stato sempre così, ma mi·pàre che oggi sia così. Per il semplice motivo che oggi - oggi senza dubbio - questa .attività non trova più altra ragione di esistere, a_ltragiustificazione se non proprio nel soddisfare quel gusto gratuito di interromepre - di rubare_ - ta•vita di un altro animale. Questo aspetto. del problema può essere trala– sciato nel corso della battaglia referendaria che si-annuncia per i prossimi mesi? C'é chi ritiene . di sì. Per esempio Laura Conti in un articolo dal titolo infelice é rivelatore: «Ami là caccia? Allora vietala» (Nuova t:cologia, gennaio 1986). Pur riconoscendo che il rifiuto etico della cac– cia è un orientamento «che corrisponde a unà .profonda e positiva evoluzione culturale», Laura Conti ritiene che si tratti di un «pregiu– dizio ideologico» che non può «rigidamente determinare.la politica di una associazione am– bientalista che cerca di basare la propria azio– ne su una visione coerentemente scientifica dei problemi ecologici», a partire dalla quale' ·<da caccià -in certe condizioni- è perfettamente compatibile con l'ambiente». Poichè ora que– ste condizioni non ci sono più è necessario vie– tarla anche per ricostituire «quegli equilibri che potranno un giorno restituire l'oggettiva compatibilità tra l'ambiente e certe, limitate, possibilità· di caccia». Per· questo, conclude . Laura Conti, «ci aspettiamo norì l'ostilità di tutti i cacciatori, ma la loro solidarietà, almeno della parte più sensibile e meno consumistica. Ce l'aspettiamo perchè sarebbe logica». · linguaggio meno 'ricc,o.'.Certo è che una defi– nizione è difficile, e una spiegazione anche. Urta volta che, alla -fine di un'intervista, ho chiesto «ma perchè le piace uccidere gli anima– li?», mi sono sentitò rispondere: «nOl!__è che mi piaccià', ma la natura non è idillica, è tragica. E poi l'uomo è cacciatore: ..»."Allora: è possibile affrontare il referendum sulla caccia senza mettere in discussione questi 'pregiudizi'? · A interrogativi non diversi si arriva se si consi– dera la natura stessa del referendum di cui si parla. Abrogare la legge 968 significa rimuove- • re dalla legislazione italiana lo scandalo di una legge che si intitola «Principi generali e dispo– sizioni per la protezione e la tutela della fauna e la disciplina della càccia», ma che, lungi dal dettar~ principi generali di tutela a cui s_ubordi– nare l'attività venatoria, si limita a tutelare e a regolamentare, malamente; quest'ultima. Nel nostro paese, dunque, l'unica legge di inqua– dramento generale dçl problema della fauna, é in realtà una legge sulla caccia. Un assurdo lo– gico e giuridico, un po' come se esistesse una legge sui «Principi generali e disposizioni per la tutela della proprietà privata e la disciplina del furto». Parallelo paradossale solo se si dà per scontato che l'attività venatoria debba conti– nuare ad essere considerata una. attività in sè legittima. Al di là del paradosso, quel che risulta eviden– te al semplice buon senso è che prima ci vor– rébbe una legge che detti i principi generali di tutela degli animali e gli strumenti·con i quali attuarli.'Poi, in modo separato e subordinato, una eventuale legge che stabilisca a quali con- . dizionfe con quali-modalità può essere eserci– tata la caccia. Ma Così non è oggi, nè lo sarà in seg~ito alla eventuale vittoria del referendum. Una "Legge di principi" Il referendum abrogativo della legge sulla cac– cia può segnare un grosso passo in avanti, per .la vita delle 'prede' innanzi tutto, ma anche nella definizione di un ntiovo tipo di rapporto con l'ambiente e gli altri animali che lo abita– no. Perchè ciò avvenga nel modo migliore è però forse necessario - fare un passo in più, riempire quel vuoto legislativo nel momento stesso in cui si rimuove lo scandalo della legge attuale. Se lo si facesse, lo stesso referendum acquisterebbe maggiore forza e incisività. Non solo, ma accompagnare la raccolta di firme per Non nutro analoghe speranze e mi auguro che. le riflessioni di Laura Conti e l'azione politica delli_i. Lega ambiente non se ne nutrano più di tanto. Resta il fatto-che non si capisce - un cal– colo di opportunità? - perché non si dovrebbe mettere al centro del dibattito e dell'iniziativa referendaria anche quello che è il cuore dell'i– d.eologia venatoria, cioè che· la caccia è una sorta di 'a priori', una cosa che c'è sempre sta– ta e sempre ci sarà, che fa in qualche modo parte della 'natura .umana'. E che tutto questo ne rènderebbe accettabile la gratuita crudeltà. A questo pròposito è abbastanza strano che , anche fra i protezionisti ci sia chi considera un 'pregiudizio ideologico' l'essere contro la cac– cia, mentre non considera tale essere a favore della caccia. Perché? .l'abrogazione con, per esempio, la raccoltà di firme su una legge di iniziatìva popolare, met– terebbe almeno parzialmente al riparo da un nuovo 'scippo .di referendum'. In sostanza si tratterebbe di affiancare al referendum abro– gativo una proposta in positivo, una "Legge di principi" alla quale dovrebbe poi subòrdinarsi ogni eventuale successiva proposta di legge sulla caccia. Una proposta di questo tipo giace alla camera da due legislature senza che sia - mai stata discussa dai parlamentari, ma può ben essere una base di partenza per la discus– sione nel movimento ambientalista.· Qualche tempo fa ho letto, su un giornale ve– n,aforio, la lettera aperta di un cacciatore a una maestra. Lamentava che ci sono figli di caccia– tori i quali, male informati e indottrinati dalle insegnanti, vanno a casa e tacciano i -padri di assassini.- Io ho conosciuto molti cacciatori e so che non sono, singolarmente presi, più as- . sassini di altri. Conosco anche maestre che spiegano ai loro alunni che la caccia non è una buona cosa, senza per questo incitare i bambi– ni a dare dell'assassino al padre. Mi sono chie– sto allora se non siano proprio i bambini - am– messo che il lamento del cacciatore.sia fondato - a prendere l'iniziativa di _questa definizione, meno diplomatici come· spesso sono e con un Se si scegliesse questa via però, ancor più che per il solo referendum.abrogativo, risulterebbe ineludibile la questione se il movimento am– bientalista debba informarsi solo a una visione coerentemente scientifica o avere anche la ca– pacità di definire e fare propri nuovi principi etici. Si tratterebbe cioè di decidere se una eventuale legge di inquadramento generale che riguardi gli animali, debba fondarsi solo sulle nuove acquisizioni s~ientifiche dell'ecologia e dell'etologia, oppure anche su quegli elementi di una nuova etica dei rapporti tra umani, .altri animali e ambiente che stanno maturandO nel– là società in questi anni. Una· eventuale legge di questo tipo vieterà di uccidere animali per puro divertimento, anche se Ciò avviene in modo tale da non recare dan– no agli· equilibri ambientali; oppure indicherà con scientifica meticolosità quanti animali, di quali specie e a quali condizioni possono es-sere ab.battuti per il piacere dei cacciatori, senza che gli animali - quelli che scampano - ne ri- sentano? ·

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