Fine secolo - 11-12 gennaio 1986

FINE SECOLO* SABATO 11 / DOMENICA 12 GENNAIO 20 costitui,va un legame sociale indipendente e ufia cultura indi- pendente. • ( ... ) Il KOR fu solo un frammento di questo processo, ma fu come l'ispiratore di molte iniziative indipendenti nei più svari_atiam– bienti. I korowcy presero parte alla creazione .delle Università Volanti, dei Comitati di Solidarietà Studentesca, dei Liberi Sin– dacati (WZZ) .. Dal piccolo gruppo degli organizzatori del WZZ del litorale baltico si sviluppò "Solidarnosc", che arrivò a con– tare dieci milioni di membri. · ( ... ) Le èlites intellettuali accolsero la nascita del KOR con simpatia, ma anche con una certa sfiducia nell'efficacia delle sue iniziati– ve. I korowcy erano un gruppetto disarmato; il regime era una potenza. Gli intellettuali appoggiarono apertamente i fini del KOR, ma i metodi di azione sembravano loro eccessivamente rischiosi. I korowcy venivano quindi rimproverati di ti;oppo ra– dicalismo, di mancanza di misura, di lanciare "prematuramen– te" molte iniziative. Difficile stupirsi: tutta l'esperienza indivi– duale di quegli uomini imponeva loro di pensare che tutto ciò non poteva andare in porto. Avevano propri e ben elaborati mo– delli di non conformismo e di resistenza. Avevano una autorità costruita negli anni ·e una posizione consolidata nella vita pub– blica. Avevàno raggiunto infine dei risultati concreti: libri pub– blicati e ricerche scientifiche realizzate. E volevano continuare su questa strada con vantaggio per tutti. Ripetiamolo: difficile stupirsene. Questi uomini non avevano nessuna esperienza di azione in campo non ufficiale; non sentivano neppure il biso– gno o la tentazione di provare un;esperienza del genere. Inoltre erano parte, sia pur parte realmente di opposizione; del quadro ufficiale. Il KOR, guidato da giovani disposti a rischiare quoti– dianamente, spezzò la gerarchia ufficiale e ne creò una nuova. Determinò una situazione in cui bisognava scegliere. Varie pere sone fecero scelte diverse. Si perpetuarono aspre polemiche, che rinacquero nel periodo di "Solidarnosc ". L'apparato di potere gierekiano dichiarò di tenere in scarsa considerazione l'opposizione democratica. A parte alcuni brevi periodi di demonizzazione (ad esempio il maggio del 1977), mantenne sull'argomento un silenzio discretQ. Nelle conversa– zioni private gli esponenti dell'apparato sostenevano che "se sarà necessario, li sistemeremo noi". Dop9 l'agosto 1980 il si– lenzio fu sostituito con massicci attacchi. Che aspetto aveva il tipo ideale del membro del KOR nelle affermazioni dei propa– gandisti ufficiali? Andiamo a vedere una attendibile testimo– nianza di questa nostra epoca inquieta. Nel terzo volume degli atti concernenti il procedimento penale contro Bogdan Lis, Adam Michnik e Wladyslaw Frasyniuk a pagina 455 si trova un rapporto su Adam Michnik opera della feroce penna di un sergente del commissariato di polizia di Varsavia centro. Una persona, molto sporca . Facile individuare le schifezze scritte sul conto mio ·e dei miei amici: ecco perchè ho scelto proprio questa caratterizzazione del "nemico". Chi è dunque questo gentilum_no, attualmente accusato di far parte della Commissione Temporanea di Coor– dinaIJlento del sindacato indipendente "Solidarnosc"? Leggiamo attentamente: Varsavia, 7 marzo 1985 Serg. Andrzej Solecki · Commissariato di Varsavia centro RAPPORTO Nel corso di una indagine condotta sul conto di: Adam _Michnik figlio di Oziasz Szechter e di Helena Michni– k,nato nel 1946 a Varsavia, residente a Varsavia in Aleja Przyjaciòl 9 int. 13, laureato in storia presso la facoltà di storia e filosofia dell'Università Adam Mickiewicz di Poznan, nazio– nalità ebraica, cittadino polacco, celibe, senza lavoro, senza pa– trimorn0 e senza rendite,· è stato accertato che è l'unico inquilino di un appartamento dalla superficie di l 14,5 mq. Nella sua abitazione egli non si comporta positivamente dal punto di vista sociale, da vari anni non lavora, non si sa da dove tragga i suoi mezzi di sostenta– mento. L'indiziato ha due fratelli: Jerzy Michnik nato nel 1928, tecnico-elettricista, residente negli USA; Stefan Michnik, nato nel 1929,ex funzionario del Tribunale Militare di Varsavia, im– putato tra gli altri nel processo al gruppo di ufficiali polacchi noto come Tatar-Kirchmajer. Attualmente risiede in Svezia, dove .ha assunto il falso nome di Karol Szwedowicz. Adam Mi– chnik dal 1967 fino ad oggi si è sempre dato da fare molto atti– vamente contro la Polonia, Popolare, è stato tra l'altro uno de– gli organizzatori del gruppo antistatale che operava sotto il nome di "Comitato di Autodifesa Sociale KOR". Nel 1968 è stato condannato in base agli articoli 36 e 49 par.2 (tre anni di carcere e due di interdizione dai diritti civili) e poi liberato in forza dell'amnistia del 1969. · Il giorno i 3 dicembre 1981è stato internato in forza del decreto del Consiglio di Stato, successivamente, il. giorno 3 settembre 1982, è stata formalizzata nei suoi confronti la accusa di aver intrapreso azioni che avevano come fine il rovesciamento del regime della Polonia Popolare e l'indebolimento della sua capa– cità difensiva sulla base degli articoli 123 e 128, ragion per cui è stato sottoposto ad arresto preventivo. Malgrado l'isolamento nel campo di internamento di Bialolgka prima e nella prigione di via Rakowiecka poi, Adam Michnik ha sempre fatto uscire, grazie a varie persone, materiali a carat– tere antistatale allo scopo di pubblicarli in_patria e all'estero. Per quest9 motivo il 17 settembre 1983 è iniziata contro Adam Michnik una nuova istruttoria sulla base degli articoli 270, 271 e 273. . Nel settèìnbre 1983 la Procura Militare ha inviato al Tribunale Militare di Varsavia un atto di accusa nei confronti di quattro persone temporaneamente in stato d'arresto (J. Kuron, A. Mi– chnik, Z. Romaszewsl<ie H. Wujec), membri del disciolto mo– vimento antistatale, che operava sotto il nome di "Comitato di Autodifesa Sociale KOR". Il processo è cominciato il 13 luglio 1984 e, dopo una interruzione di qualche giorno il Tribunale Militare, ha deciso di procedere nei confronti di Adam Michnik · applicando le norme della amnistia del 21 luglio 1984, Il giorno 4 agosto 1984 A. Michnik ha lasciato il carcere e si è nuova– mente inserito nell'organizzazione di attività ostili alla Polonia Popolare e ai suoi organi istituzionali. , Nell'opinione dei vicini di casa A. Michnik è una persona mol– to sporca,- non tiene in nessun conto nè la pulizia nè l'ordine. Nei più diversi momenti del giorno e della notte vanno a tro– varlo persone sconosciute di entrambi i sessi, che spesso turba– no la quiete degli altri inquilini. Un vero nemico L'opera fin qui citata del sergente Andrzej Solecki è un classico esempio di come viene costruita la figura del nemico. Il nemico è ricco e vive nel lusso (dimensioni dell'appartamento), ma le origini di questa sua.ricchezza sono molte oscure ("non si sa da. dove tragga i suoi mezzi di sostentamento"). Il nemico è.asocia– le ("nella sua abitazione non si comporta positivamente") e .molesto per l'ambiente che lo circonda ("turba la quiete degli altri inquilini"). Il nemico è amorale ("nei più diversi momenti del giorno e della notte vanno a trovarlo persone sconosciute di entrambi i sessi") e laido (''è una persona molto sporca, non tiene in nessun conto nè 1a pulizia nè l'ordine"). E' un criminale (più volte condannato) e ha collegamenti con l'estero (due fra– telli). E' furioso (mira a rovesciare il regime e ad indebolire la capacità difensiva) ed è un parassita ("da vari anni non lavo– ra"). Nella sua ostilità è ostinato ed inguaribile. Non lo si può nemmeno riabilitare dal punto di vista sociale ("il giorno 4 ago– sto 1984 ha lasciato il carcere e si è nuovamente inserito nell'or– ganizzaziÒne di attività ostili alla Polonia Popolare e ai suoi or– gani istituzionali"). Ma soprattutto è uno straniero ("naziona– lità ebraica"). Dal momento che è a tutti noto che proprio dagli stranieri sono arrivate e continuano ad arrivare le disgrazie nazionali dei Po– lacchi, la visione del nemico viene arricchita con il ritratto del fratello, che oggi; da veccl}ia volpe quale è, "risiede in Svezia sotto falso nome". Il sergente ha· messo in questo suo rapporto tutti gli elementi presenti nella campagna propagandistica rivolta contro il KOR. Qualcuno forse resterà stupito della definizione 'tnazionalità ebraica" in_seritatra i dati personali. Ma non c'è nulla di cui meravigliarsi. Si tratta invece di un vecchio disco fatto suonare Capellilunghi, viso in carne:questo il Midmik degli anni '70. Oggi è risibilmente smagritoe porta un paio di baffettiradi. già da molti anni dalle nostre aquile dei servizi di sicurezza. Ho letto più di una volta questa annotazione nei miei confronti nei volantini e nei giornali redatti e diffusi dagli intellettuali-inter– nazionalisti di via Rakowiecka. E' vero: il criterio di "nazionalità" còsì impiegato tradisce una coscienza caratteristica dei funzionari dell'apparato hitleriano · di potere. Gli hitleriani segnavano sui documenti personali de– gli individui, qualificati come Ebrei alla luce delle legg1di No– rimberga, la lettera "J" (JUDE) e aggiungevano 'al cognome il nome "Izrael". La nazionalità ebraica non è in nulla mepo vali– da di quella polacca. In tale nazionalità si riconoscevano i miei nonni. E sono stati uccisi dagli-hitleriani. Li hanno assassinati solo perchè erano stati qualificati secondo quei criteri come "nazionalità ebraièa", solo perchè un qualche sergeµte hitleria– no aveva apposto sul loro fascicolo personale la lettera "J". Ed ecco che· io, quarant'anni dopo la disfatta di Hitler, sono stato annoverato, secondo criteri puramente _hitlerianj, nella "nazionalità ebraica". Il che spinge a riflettere sulla mentalità di questi miei "classificatori". Anche se, in persone come quelle che hanno ammazzato padre Jerzy Popieluszko, una mentalità del genere non dovrebbe stupire più di tanto.· Il sergente Solecki sa benissimo che la mia nazionalità è quella polacca. Quel signore sa altresì molto bene che ai sergenti dei commissariati non è riconosciuto il diritto di decidere a proprio piacimento la nazionalità dei singoli cittadini polacchi in base alle norme razziali hitleriane. Ma il sergente ha compiuto il suo dovere di èombattente. Non so perchè lo abbia fatto, se per paura o per convinzione, per bassa volontà di far carriera o per stupidità. Il punto è che ha obbedito agli ordini, convinto del– !' onnipotenza della menzogna nel condizionamento degli stati d'animo sociali. E poi la stampa occidentale scrive che esiste·un "antisemitismo polacco" ... Ma è ovvio: il nuovo nasce sempre dai conflitti. Il fatto certo è che la mancanza di cultura politica e la pluriennale assenza di .pluralismo misero tutti noi in difficoltà. Anche noi korowcy non eravamo senza pecca. Imparammo con difficoltà ad essere tolle– ranti e pluralisti. Ma perlomeno volevamo impararlo. Lo rico– nosco: non sapevamo discutere tranquillamente nemmen·o tra di noi. E non si trattava nemmeno di polemiche fondamentali. Nel KOR si scontravano divérsi punti di vista, ma non saprei descriverli se non parlando di differenze tattiche o di conflitti personali. Ma il KOR ha ottenuto anche dei successi. Per que– sto ritengo che il pensiero dei korowcy fosse un pensiero reali– sta. Fin dai suoi primi passi esso si basò sul principio che, sia nei conflitti internazionali sia in quelli interni, bisognasse cerca– re soluzioni di compromesso. Se non si vuole sparare, bisogna trovare una intesa. Espressione di questa logica era stata la con– ferenza di Helsinki; della stessa logica furono espressione anche le relazioni tra potere e società in Polonia negli anni 1976-1980. Gli accordi di Danzica del 1980 furono possibili grazie all'esi– stenza di una strategia politica, elaborata negli anni del KOR, la quale stabiliva che, dal momento che i Polacchi non erano in . grado di cambiare la mappa politica d'Europa, dovevano ri– spettarla e cercare al suo interno· soluzioni fondate su una giu– stizia, foss'anche limitata. Nell'attimo in cui gli accordi di Dan..: zica venivano sottoscritti, il ruolo del KOR si esauriva. Ed esso cessò di esistere nei fatti sia come istituzione sia come ambiente. Nella nuova situazione il KOR smetteva di essere necessario alla società. I korowcy divennero un frammento di "Solidar– nosc' " e in breve tempo si orientarono lungo percorsi indivi– duali, spesso diversi tra loro. Ciascuno di noi trasse addirittura diversi insegnamenti dall'esperienza del KOR. Che cosa ne tras- si~ . Per me forse la cosa più importante fu la verifica della veridicità delle parole di Edward Abramowski: "lo spirito di solidarietà è l'amicizia che si stringe senza alcun interesse personale in tutti i fatti della vita, sia quelli individuali sia quelli sociali". Gli ac– cordi di Danzica comprovarono alcune verità, che vanno ricor– date. Comprovarono che in un Paese governato dai comunisti, direttamente confinante con l'Unione Sovietica, nell'epoca del– la dottrina Breznev e dell'intesa di Helsinky, era possibile rag– giungere un compromesso tra il governo e una rappresentanza di operai in scioperò, che in realtà esprimeva la stragrande mag– gioranza dei Polacchi. Il potere comunista -vi fu· un tale mo– mento- aveva preferito negoziare con i suoi oppositori piuttosto che picchiarli e incarcerarli. Gli operai avevano preferito rag– giungere un accordo piuttosto che dar libero sfogo ai loro senti– menti di vendetta e di rabbia. Si trattà di una lezione importan– te e degna di essere ricordata. L'agosto 1980 dimostrò inoltre che la società era in grado di ri– costruire in breve lasso di tempo i suoi legami interni e di riaf– fermare la sua soggettività, mentre l'apparato di potere riuscì in un periodo altrettanto breve .ad elaborare un nuovo modo di reagire alle crisi sociali. L'agosto evidenziò quali tra le posizioni precedenti fossero ca– ratterizzate dal realismo e quali invece dalla paura o dalla illu– sione. (traduzione dal polacco di Mauro Martini)

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