Fine secolo - 11-12 gennaio 1986

Non sempre i polacchi hanno fa1to tesoro della oorma del realismo in politica. Settembre 1939: la cavalleria della Seconda Repubblica si scaglia contro i carri armati tedeschi. L'esito è a tutti ooto. Nella paginaaccanto,foto di gruppo dell'ottobre 1979:AdamMicbnik, in maglionebianco all'estremadestra,posa con i partecipantiad uno scioperoperla fame, tenutoin unachiesa varsavianapersolidarietàcon i prigionieripoliticiin Cecoslovacchia.Tra gli altri:Jacek Kuron,Jan Litynski,Anka Kowalska,Halina Mikolajska. rali e dei principi etici. Mentre le cose andarono altrimenti per quanto concerneva i modelli per le nuove tecniche di azione. La tràdizione polacca è ricca di esempi di posizioni insurrezionali, di complotti, ma anche di-azioni "organiche" politiche ed extra politiche negli ambiti legali definiti dal potere di occupazione. Il soccorso agli incarcerati era piuttosto dominio tradizionale del– le donne polacche, da Narcyza Zmichowska a Stefania Sempo– Iowska. Ma si trattava di una azione importante e comprensibi– le a tutti. L'aiuto agli operai imprigionati ben corrispondeva al complesso di colpa degli intellettuali polacchi, che ancora sof– frivano del loro silenzio nel dicembre 1970, e o(friva pratica– mente a tutti la possibilità di partecipare all'iniziativa: chiunque poteva, anche solo con una offerta in denaro, aiutare i persegui– tati. Tuttavia il soccorso ai prigionieri non esauriva tutte le esi– genze sociali, anche perchè il KOR non aveva la minima inten– zione di diventare una istituzione filantropica. Per cui, genera– lizzando le proprie esperienze, i korowcy formular_ono la tesi della necessità di costruire istituzioni di autodifesa sociale in ogni settore della vita collettiva. In tal modo si ricollegavano in– consapevolmente al pensiero politico dei nazionaldemocratici nei primi anni della loro esistenza, vale a dire·all'inizio del seco– lo. Questo pensiero, fondato sul proposito di costruire la sog– gettività della nazione e di ispirare una attiva politica polacca, era conosciuto negli ambienti del KOR male e superficialm~nte. _Cosmopoliti ma improvvisatori Può sembrare un paradosso, ma fummo duramente attaccati proprio da uomini di quella provenienza politica. Erano loro che frequentemente ci accusavano di criptocomunismo, di co– smopolitismo e altri peccati mortali del genere. Invece proprio negli scritti dei teorici di democrazia nazionale, e in particolar modo in Dmowski e Poplawski, i korowcy, anche se non li com– pulsavano tanto spesso, avrebbero potuto trovare elementi a fa-· vore della propria strategia. Indubbiamente vi erano anche delle analogie con il movimento dei dissidenti russi e con quei movimenti di liberazione che ave– vano programmaticamente escluso il ric01:soalla violenza. Ma non si trattava di parentele consapevoli. Le azioni del KOR erano frutto di una continua improvvisazione. Le idee venivano fuori un pò alla volta, "in marcia", per così dire, e di solito non vi era il tempo necessario per trovare una loro generalizzazione teorica. Spesso mi veniva chiesto: ma il KOR è di destra o di sinistra? Anche a quei tempi pensavo che una domanda del genere fosse mal formulata. Pur identific-dndomicon la tradizione di sinistra e con il sistema di val0ri della -sinistra, credo che estendere que– sta definizione a tutto il KOR sarebbe un vero e proprio abuso. Ovviamente all'interno del KOR non ero l'unico che si ricono– sceva in tale posizione ideale, ma vi erano anche altre persone, cui invcoc non passava nemmeno per la testa di farlo. Ecco perchè pensavo che il KOR si ponesse al di sopra di questa di– stinzione. I koroll'cy si integravano intorno ad altri. valori ed i legami interni erano di diversa natura. E così credo la pensasse- ro tutti. · Oggi dirò di più. E' la stessa distinzione "_destra-sinistra", svi– luppatasi in altra epòca, che oggi mi sembra in Polonia (è forse anche in altri Paesi governati dai comunisti) non prestarsi ad una ricostruzione sensata. Le differenze, che dividono in manie– ra sostanziale ropinione pubblica polacca, ·si riferiscono ad al– tre questioni. Dagli antichi conflitti sono nate polemÌche sulla tràclizionc. Non che siano poco importanti, ma anch'esse devo– no portare. secondo la logica delle cose, ad una rivalutazione, una reinterpretazione e a nuove sintesi delle vecchie idee. Un ' valido esempio di tale tentativo può essere il breve e magistrale saggio di Leszek Kolakowski Come essere un socialisia liberal- . conservatore. Lo scritto di Kolakowski, richiamando l'attenzione sugli auten– tici valori presenti in ognuna di queste tradizioni, rappresenta infatti una stupenda illustrazione dei processi di formazione del · nuovo pensiero in merito ai valori politici. Tale saggio è stato al tempo stesso un documento. Il documento della sintesi tra siste– mi di valore e di pensiero politico tradizionalmente in polemica tra loro; una sintesi che, giorno dopo giorno, diventa realtà. Solo una riflessione oscurantista e dottrinaria può cancellare gli eventi sociali: la sintesi descritta da Leszek Kolakowski è stata per l'appunto un evento del genere: Il KOR era consapevolmente antidottrinario. La sua sola "dot– trina" fu la sempre ripetuta tesi sulla necessità di costruire, gra– zie all'autoorganizzazione, la soggettività della società. Nel– l'ambito di questa idea potevano armonicamente convivere, e· convissero, modi di pensiero che si rifacevano a valori ancora fino a,poco tempo prima violentemente in conflitto ·tra loro. L'azione del KOR, indipendentemente da ciò che gli stessi ko– rowcy pensavano allora, non può essere definita e deséritta con le categorie proprie dell'età delle rivoluzioni borghesi, con i concétti legati allo scontro tra sinistra e destra. Di più:·1ediffe– renze di opinioni tra i korowcy in merito al passato non si cela– vano dietro alle diverse posizioni nel dibattito sulla contempo– raneità e nessuna di tali differenze può essere inquadrata nelle categorie tradizionali: Nel definirmi come socialdemo~ratico e uomo di.sinistra, io cercavo nelle iniziative del KOR proprio la realizzazione di quei valori socialdemocratici e di sinistra. Pen– so che lo stesso facesse Jacek Kuron, che giustamente era consi– derato uno dei leader del KOR. La cosa creò molte incompren- , IO . ..:..._,;. :·.- :;. . ·: :-·.•.• ..... ::,. . . . .t \ sioni, perchè i nostri amici, anche coloro che solidarizzavano pienamente con la nostra posizione, non volevano nemmeno s~ntir parlare di simili etichette socialdemocratiche. E avevano ragione. Incontro al fiume Dal momento che è impossibile raccontare il ·fenomeno del · KOR con il linguaggio di un'altra epoca, bisogna cercare un nuovo linguaggio e nuovi concetti. Bisogna anche accettare il fatto che all'interno del KOR, nelle sue idee e nelle sue conqui– ste, agivano in sintonia diversi ideali e diverse tradizioni. Rap– presentando un punto di svolta nel processo di ricostruzione di una vita civile indipendente, il KOR fu al tempo stesso punto di incontro delle più varie posizioni ideali, luogo di raccordo di persone appartenenti a diverse generazioni e diversi ambienti; . un fiume nel quale confluivano torrenti molto dissimili t(a loro. Univa in sè, e doveva unire, vari fermenti. Univa in sè la tradi– zione, che era la memoria di una collettività assoggettata, con uno sforzo di modernità, che era invece la esigenza di una col– lettività privata di ogni diritto. Univa l'ethos dei congiurati alla pazienza dei fautori del lavoro organico, trasformando entram– be le cose: senza neppur rendersene conto, nell'embrione di una attività politica polacca. Univa valori universali e valori specifi– camente nazionali, cercava una lingua comune con gli ambienti dell'opposizione· all'interno dei Paesi del blocco sovietico e con i settori antitotalitari dei Paesi occidentali, sviluppando al tempo stesso la trama della tradizione patria. Si proiettava all'esterno e riusciva ad avere una sua influenza. Tuttavia, e la cosa va sottolineata, il KOR non esauriva tutta l'opposizione democratica. Se non vado a fondo su questo pun– to, questo dipende dal fatto che non riesco a trovare in me stes– so una oggettività sufficiente per definire le differenze tra il KOR e ad esempio, il ROPCIO. Tali differenze furono senza dubbio sosta.nziali,visto che suscitarono tante polemiche. Ma il loro oggetto non mi i ancora del tutto chiaro. Noi eravamo ac– cusati di rifiutare l'idea dell'indipendenza: si trattava di una ac– cusa profondamente ingiusta e in cattiva fede. E' vero che evita– vamo di dichiarare ripetutamente in ogni risoluzione il nostro amore per la patria. Ma, ha scritto Lampedusa, "le parole im– portanti non si possopo .gridare; grida di amore e di odio si tro-. vano solo nei melodrammi o in.persone molto rozze, il che in fondo ·è la·stessa cosa". . · .Esorcismi del genere d'altronde non erano necessari. I korowcy facevano riferimento alle aspettative sociali. Se il numero di persone attive, che rischiavano in proprio, cresceva continua– mente, se i giornali e i libri delle edizioni indipendenti si diffon– devano sempre di più, se ambienti sempre nuovi sentivano la .necessità di essere attivi: queste erano tutte prove della nascita di una nuova dimensione qualitativa nella vita pubblica dei Po– lacchi. In tutto il paese iniziavano a svilupparsi canali di diffu– sione indipendente della comunicazione e dell'informazione. Si

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