Fine secolo - 30 novembre-1 dicembre 1985

Il clima americano Ecco: un minuto fa c'era il sole. Adesso arriva un temporale. Mark Twain, a proposito del' clima di questo paese, disse che, stando in un solo luogo, in ventiquattr'ore, era riuscito a contare B6 diversi «umori» del tempo. Sarà pure un'esagerazione. Ma quando si tratta di questo argomento, gli americani tendono sem– pre a esagerare. Così, quando decidemmo di tentare un'inchiesta sul clima negli Stati Uniti, scegliemmo soltanto interlocutori veramente degni di fede. Come il mio amico Roger Welsch, un contadino del Nebraska. Un atten– to osservatore del suo clima. Kuralt: «Quando arrivano quelle tremende giornate da cani, fa caldo assai in Nebraska». Roger Welsch: «,-.roncredo esista, d'estate, po– sto più caldo. Anche il fiume è così secco che i pesci escono e cercano sollievo ai nostri rubi– netti. Ma sì, lo giuro. Non solo. Ma molti con– tadini nutrono le galline a ghiaccio triturato, per evitare che depongano uova sode». Ridete, ridete. Sappiate, però, che, qualche volta, il caldo sfocia in tragedia. Kendall Mor– se ricorda quanto avvenne nel Maine: «Faceva così caldo, l'anno scorso, che un giorno -mi trovavo in mezzo a un campo di granturco quasi maturo- i chicchi cominciarono a scop– piettare, saltare, a coprire tutto e tutti. Di pop– corn. Nel campo vicino pascolavano le muc– che. Videro quella pioggia di mais e si stupiro– no. Ma le mucche, è noto, non sono creature geniali. Pensarono fosse neve. Le sciocchine re– starono immobili. Fino a morire congelate». Per essere Maine, quella fu, certo, una giorna– ta calda. Ecco cosa ne pensa Charles Porter: «Qui a Odon, nell'Indiana, faceva un gran cal– do. Tanto che era possibile tirare fuori un hamburger dal freezer, gettarlo in aria e ri– prenderlo cotto a puntino. Il rischio era che sa– lisse troppo in alto: rischiava di bruciare». (sghignazza) A metà dell'estate, andammo in Arizona, per chiedere come andavano le cose a Jim Griffith: «Qualche volta fa un po' calduccio. Joe Harris dice che diventa talmente calduccio e asciutto che non si riesce neppure a sputare. E i cani, a mezzanotte, cercano un po' d'ombra, per ripo– sar~. Sì, in verità fa caldo. Qualcuno giura di avere visto alberi che inseguivano cani ...». Questo è caldo, d'accordo. Ma nel Nebraska, la moglie di Welsch è costretta a strizzare il pozzo ...: «Si dice di rane che invecchiano senza avere imparato a nuotare. E si racconta che, nelle scuole, per 'insegnare' l'acqua ai bambini, usassero piccoli annaffiatoi. Per evitare che, in caso di pioggia, potessero subire traumi. E non .è tutto. C'è la storia del contadino che arava il suo campo quando cominciò a piovere. E, alle prime gocce, svenne. Per farlo rinvenire fu ne– cessario buttargli in faccia due secchi di polve– re!». Oh, sì, è stata un'estate calda. Ma la primavera è stata piovosa. Don Reed racconta quanto fu piovosa nel Middle West: «Nel Minnesota, le inondazioni furono di tali proporzioni che le tartarughe uscirono dal guscio e lo usarono come canoa». Porter: «Le gocce di pioggia erano talmente grandi, da riempire -ciascuna- una brocca». (ride) _ Ma per quanto grandi fossero, non raggiunse– ro mai le dimensioni di quelle cadute in Texas, nel 1973. Ne parla Ed Bell: «Gocce di pioggia? Non saprei. Ricordo soltanto ·che, cadendò, scavarono un pozzo così profondo che ancora lo usiamo, a molti anni di distanza». Pioggia significa zanzare. Credevo che da noi, nella Carolina del Nord, le zanzare fossero grandi. Mio nonno diceva sempre che ne aveva viste due grandi come corvi che parlavano e ri– devano di lui. Anzi una diceva: «Ce lo mangia– mo subito o a casa?»; e l'altra: «Meglio man– giarlo qui. Se lo portiamo a casa, i 'grandi' se lo prendono loro». Jim Griffith: «Anche da noi sono grandine. Ma non così grandi da non poterle uccidere a fucilate. Comunque, quelle veramente notevoli stanno nel Nevada del Sud. Me ne ricordo- una -ne parlarono tutti i giornali- che atterrò all'ae– roporto militare di Nellis. Le fecero il pieno prima di accorgersi che non aveva la sigla giu~ sta. E...». KuralJ: (Ride) «Era una zanzara gratftle». Griffith: «Sì, abbastanza. Niente male». Dovrei dire, credo, che non sono sicuro al cen– to per cento che queste storie siano vere. Gli americani, quaJche volta, dicono bugie. Al mio paese c'era un tizio, per esempio, che ne diceva di incredibili. Non più incredibili, comunque, del bollettino metereologico medio. A metà agosto ci si dimentica facilmente quan– t'era freddo in inverno. Un amico che vive in una casetta nel Montana mi ha detto che da lui fa talmente freddo che gli si gela la fiamma della candela. Sidney Boyum dice che anche nel Wisconsin fa freddo: «A Madison, fa un freddo tale che un giorno, dalla terra, uscì un insett!), quasi congelato. Vide un bruco, si ap– postò e. zot, gli scippò la pelliccia, se la iQfilòe FINE SECOLO * SABATO 30 NOVEMBRE / DOMENICA 1 DICEMBRE ,,J9 scese d1 nuovo sotto trerra». Welsch: <<Lacosa peggiore, quando fa freddo, è mungere. Il latte si gela prima di approdare nel secchio. Allora, c'è sempre bisogno di qual– cunoche raccolga tutti quegli 'schizzi' cristal– lizzati e li metta in ordine, in un posto sicuro– ...(risate)». In Arizona, non è il freddo, naturalmente. Ma il deserto è il posto più ventoso che io conosca . Kuralt: «Soffia sempre in questo modo?». Griffith: «Non proprio. Spesso, quasi per metà del tempo, gira e soffia nella direzione oppo– sta. In estate, il vento che arriva da Occidente è così maledettamente duro che rallenta, di cir- ca tre ore, il tramonto del sole». - - Kuralt (a Welsch): «Anche in Nebraska c'è vento, o mi sbaglio?». Welsch: «Continuamente. Dicono che un gior– no smise e tutti caddero per terra». Ed Beli sostiene che anche in Texas le tempeste di vento non scherzano: «Gente, quello fu ven– to vero! Non smetteva di soffiare. Sempre più violento. Strappò la corteccia degli alberi, tutte le penne alle galline, e tutte e quattro le ruote del vecchio modello T della Ford». Reed: «Un ~izio, nel Wisconsin del Nord; rac– conta che nel 1976 allungò talmente tanto i fili del suo telefono che, poi, il giorno che fece una telefonata al viçino di casa, gli furono addebi– tati 17 dollari e 60'extra per la chiamata 'a lun– ga distanza'». Ti credo che in Nebraska il vento è tanto forte. Il Polo Nord è dietro l'angolo. Li separa solo una staccionata. E se qualcuno lascia il cancel– lò aperto non c'è più niente che possa fermare il vento. · Perham: «Vento? Beh, volete sapere una còsa. Da me soffia talmente forte· che la mia gallina è stata costretta a deporre lo stesso uovo quat– tro volte». Deposto lo stesso uovo quattro volte. Questo succedeva nel Maine. Ma sentiamo Chuck Larkin che vive in Georgia: «lo ne ho vista una, di gallina, proprio oggi pomeriggio, che dava le spalle al vento e che faceva lo stesso •uovo cinque volte. In Ùeorgia, cinque volte! Welsch: «Qualcuno, l'altro giorno, mi ha detto che la sua lo aveva fatto sette, di volte». Sette volte per il NebriJska! Griffith: «II vecchio Joe allevava galline e sa– pete cosa fece. Doveva spostarle da un punto all'altro, proprio in un giorno di vento. Lo fece alla rovescia. Così, la più vecchia delle sue chiocce depose lo stesso uovo quattordici vol– te, prima di riuscire, ·finalmente, a ·liberarsene». Quattordici volte in Arizona! Vi avevo detto che l'Arizona è il posto più ventoso d'America! Ma, come forse avrete notato, il nostro è pro– prio un paese ventoso. Un po' dappertutto.

RkJQdWJsaXNoZXIy