Fine secolo - 30 novembre-1 dicembre 1985

J FINE S-ECOLO * SABATO 30 NOVEMB.RE / DOfilENÌCA1 DICEMBRE u-rofof:n8a••"- D' Aaia., tuafuita ili• ...-.•---~ ....,....,,.._,eCOD' -tuule •·fkuione .. CIIIIIRSa-DIIBD--. piaare.e_..__,. -.a..~ altre sue • A sinistra,Dmanovale,diA:ugust Sander;e, qui accanto, AJbrecht Diirer,Contadini· innamorati (Ambrosiana, Milano). ·3- e spenti, riescono anche ad avere qualcosa di avido e di perfido. Molte cose accadono negli anni immediata– mente seguenti. I contadini rifiutano çli essere «proprietà dei signòri». Si fanno portatori di valori-nuovi di uguaglianza e di dignit<!che ve– dono gli uomini «tutti riscattati senza eccezio– ne, il pastore come. l'imperatore». I contadini di Diirer perdono idiozia e pesantezza. Al– i'Ambrosiana di Milano si conserva un suo schizzo. Si vedono due giovani teneramente abbracciati. Si guardano negli occhi e stanno per baciarsi. L'atteggiamento è troppo familia– re, intimo, comune, umano, dolce, ardito, perché ci siano committenti di un quadro. An– cora una coppia di.contadi.or al mercato. Han– no anche delle uova, ma rron si danno troppo da fare per venderle. Impacciato, ma, simpati– camente, lui. Particolare curioso: lei, una nor– dica,..morbida bellezza bionda, ha una scarpa sol;i. Sembra l'abbia persa nella fretta di corre– re da lui. Il sarto di Sander Un altro scampolo di passato. Rimaniamo in Germania e facciamo un salto di quattrocento anni tondi. Un altro uomo di immagine, Au– gust Sander. Sarrder è un fotografo e va com– ponendo una specie di catalogo, di campiona– rio, di atlante dei componenti la società che lo circonda. Le persone che sentiamo più vicine, sono quelle che non contano niente. For-se il :,alto più intelligente che troviamo nella storia ·dellafotografia appartiene. al suo sarto. Sta sti– rando nella bottega. I vetri della finestra sem– brano i riflettori di un teatro. E lui, il sarto, sembra il grande e sicuro protagonista di una commedia di Shakespeare. · Il pastore di Sarrder ha il volto che i bambini pensano- debbano avere i premi. Nobel. Il suo manovale è tra i più bei ritratti della storia del– le immagini. Un volto aperto, fermo, consape– vole. Un uomo che l'enorme peso-che gli tocca portare non è riuscito a piegare. Almeno per uri momento, quanto gli è bastato per darci di sé l'immagine che lui voleva. La superficie del– le sue spalle non basta a sorrçggere tutti quei mattoni. Gli è stata imposta una sorta di im– palcatura di legno. Ha una mano su un fianco, l'altra stringe una tavola del suo basto. Porta un berretto e i segmenti delle braccia riprendo– no e.amplificano le linee della visiera piegata e deWombra che lascia sulla fronte. I segmenti richiamano una. svastica e l'insieme della com– posizione.la cancella. A Sander i nazisti proibi– rono di esercitare il suo mestiere. Il suo libro fu confiscato e distrutto: Di questi scampoli di passato possiamo trovar– ne tantissimi: dalla Colonna Traiana alla Pho– to League dè!Ia Nuova York degli anni cin– quanta, dai vendemmiatori del duomo di Fer– rara ai fotomontaggi di Rodcenko. Qualcuno ha parlato di un feeling che è sempre esistito tra le immagini, tra gli uomini di immagine e gli uomini che non hanno potere. Forse è una generalizzazione un po' forzata, come tutte le. generalizzazioni. Certo è che, se questo feeling c'era, in questi anni si è proprio interrotto. Tra il mostro e il cadavere Barthes nei suoi ultimi appunti si chiede come mai la fot-Ografiadi reportage, proprio quella che parla delle vicende degli uomini, dei loro dolori, gioie, aspirazioni, sia piatta ed omoge– nea coine una fotografia pornografica. La fotografia negli anni che ci troviamo a vive– .re deve costringere a un ruolo completamente mortificante e passivo. Funzionare come le bombe sui treni. E certe fotografie così indefi– nibili, così difficilmente controllabili, possono suggerire pensieri, risvegliare ricordi concreti, ' suscitare sentimenti magari poco graditi, a chi ha potere su altri uomini. Una buona fotogra– fia inserita per sbaglio, corre il rischio di anda– re ben oltre l'ordine delle parole scritte sui giornali o dette nei telegiornali. Meglio elimi-

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