Fine secolo - 23-24 novembre 1985

FINE SECOLO* SABATO 23 / DOMENICA 24 NOVEMBRE 22, ..... acquistato val~re per me/ .../ Nelle notti di insonnia mi sono preso spesso una rivincita contro i fantasmi mìraco– Josi dei raggi, facendo apparire anch'io a mia volta ogni sorta dì figure, serie e allegre, sensualmente eccitanti o spaventose, nella mia camera o nella cella». Tuttavia, nella rivincita della sua proiezione - il «miracolo inverso», come lo chiama - il presidente Schreber si ven– dica anche trionfalmente dell'effetto di realtà che gli è stato dolorosamente rapinato, è si apre la strada della sua riconquista. Rimasto «l'unico uomo reale ancora su– perstite», egli convoca nella sua fantasmagoria no stop in una sola volta l'onnipotenza dì Dio e le anime di tutti i millenni - il pubblico di un Giudizio Universale sotto la regia del Senatspriisident Schreber. E quel pubblico inaudito casca ancora più grossolana– mente che gli spettatori del treno dì La Ciotat o degli scheletri viventi della lastra di Rontgen nella trappola del realismo di Schreber. Dato che i raggi compaiono per lo più come uccelli fatti per miracolo, «non di rado mi di-. verto a fargli lo scherzo di farli apparire nella mia testa come divorati da un gatto». Quanto al sonoro, è un tor– mento per i raggi, «abituati alla quiete più sacra>>,co– sicchè «tra le loro locuzioni abituali vi sono state per lun– go tempo le frasi: 'Se almeno questi treni maledetti smet– tessero di parlare', 'Se almeno questi maledetti vaporetti smettessero di parlare'». (L'ingenuità delle anime, oltre– tutto, arriva à presumere che «per eliminare un qualche fastidio, sia sufficiente esprimere con parole il desiderio di farlo», e pretenderebbero che anche Schreber si compor– tasse così assurdamente, «mentre io /Schreber/, da uomo pratico che sono, preferisco» agire concretamente). Il realismo ingenuo delle anime Ciò non equivale di necessità a una debolezza delle anime, che sono fatte, avverte Schreber, «solo per godere, e non, come l'uomo e altre creature terrestri: per agire nella vita pratica». Come che sia, «per me il parlare dei treni e altri rumori /.../ è divenuto uno strumento di potere, da no!} sottovalutare, nella lotta contro le falsificazioni del pen– siero operate dai raggi». E ancora più vittoriosamente:. «Per me naturalmente può essere soltanto oggetto dj spasso, quando, nel suonare le arie del Flauto magico, 'Ah, lo sento, in eterno, ecco è scòmparsa, la delizia del– l'amor' oppure 'Ribollono le fauci dell'inferno nel mio cuore, morte e disperazione mi circondano', a questo punto sento nella mia testa delle voci, le quali partono dal presupposto che io davvero ritenga perduta in eterno la mia felicità, sia colto dalla disperazione e via». «E' la stessa ingenua ignoranza -conclude Schreber, che non ha certo letto i resoconti senza precedenti di Georges Bru– nei, Les projections mouvementéès, 1897, sul pubblico del cinema - grazie alla. quale persone incolte che vanno a - teatro si immaginano che tutto quanto viene detto dagli attori riproduca i loro sentimenti o che gli attori siano veramente i personaggi rappresentati». Disabituato com'è agli esseri viventi, e dunque a ogni giudizio media– to, Dio si comporta come questo pubblico, e il presidente Schreber può lentamente tenerlo in scacco col realismo della ~ua fiction. Col che-la proiezione è andata oltre il suo meccanismo semplice, tra çffetto di realtà e sua per– dita; e la lotta fra vita e sogno si è complicata: è toccato a Dio, sia pure nei limiti del timore che gli è irreparabil– mente dovuto, sognare i sogni del presidente Schreber, e consentirgli di «ristàbilire un contatto», incredulo certa– mente, e compromissorio - di opportunità, insomma - con un mondo reale che, deve ammettere Schreber, alme– no esteriormente, sembra che davvero abbia continuato a esistere. Le «Memorie» furono scritte da Schreber nel 1900,e ven– nero integrate nel 1901 e nel 1902 da Supplementi. Nella. seconda serie dei Supplementi (ottobre-novembre 1902) fa la sua comparsa per la prima volta (se non m'inganno) la menzione dei raggi Rontgen. Il miracolo é l'accertabilità «Nei primi anni della mia malattia, secondo me, sàrebbe stato facile rilevare, mediante un'osservazione non del · tutto superficiale del mio corpo con i soliti strumenti me- dici, soprattutto con i raggi Roentgen, che d'altra parte allora non erano ancora stati inventati, i mutamenti più evidenti sul mio corpo e in particolare le ferite apportate ai miei organi interni, che in altre condizioni provocano senz'altro la morte/ .../ Se fosse possibile dare una rappre– sentazione fotografica dei fenomeni che si svolgono nella mia testa, del guizzare dei raggi provenienti dall' orizzon– te, ora con estrema lentezza ora - quando la distanza è eccessiv~ - con velocità vertiginosa, sicuramente lo spet– tatore non potrebbe nutrire alcun dubbio sui miei rap– porti con Dio. Ma purtroppo la tecnica umana non di– spone ancora degli strumenti appropriati, onde rendère accessibile alla percezione oggettiva simili impressioni». Il passo è esemplare dì quella combinazione fra fiducia nella accertabilità scientifica e unicità dell'esperienza «miracolata», organicismo e misticismo, che caratterizza la posizione di Schreber. L'estraniazione progressiva dal– la «realtà» è connessa anche a una sua sordità: la realtà viene considerata nulla quando mostra di non essere in grado di comprendere il soggetto. La cui «guarigic;ne» non è tanto un suo movimento rinnovato verso la «realtà», quanto una retroattiva e parziale riabilitazione della realtà nei suoi confronti. Riemerso dalla fine del mondo, Schreber deve ammettere che la vita è continua– ta, perfino nelle proporzioni stesse che precedevano il fi– nimondo, e tuttavia resta l'enigma di quella voragine sen- za cicatrici. · Una rivelazione scientifica I raggi Rontgen mostrano come il «mondo reale» possa riscattare, gradualmente, la propria inettitudine e la pro– pria arretratezza «tecnièa». In questo riconoscimento del mondo «reale» resta una diffidenza veemente, ed è ben comprensibile, come di fronte a un delitto cui abbiate as– sistito,. e che qualcuno vi neghi, dopo averne cancellato meticolosamente le tracce. Del resto, la rivendicazione di realtà di un mondo che vi circonda in carne e ossa e pie– tre non è mai stata sufficiente a tagliare la testa al toro: e l'argomento che la terra avrà pur dovuto esistere prima che l'uomo vi_comparisse,e la nominasse, Ìl<:m hajmpedi– to a uomini comuni e a scienziati di fare come se il mon– do esistesse solo in. quanto e fino a che esistono loro. . ._ :~-- \ \- -~~ - .. .....,__ ...... ~ ·--,,-~ .. - -- . -- - ._~-:/ ,.J~"• -.{;~. ~ .· .. , ' \. :... . -4~/• ' . ' .,..:,, E' già tanto che il presidente Schreber ammetta che «ol– tre alle manifestazioni di vita degli uomini (e degli anima– li) influenzate dai raggi, vi.sono anche manifestazioni di vita indipendenti dai raggi». Che rinsavimento sarebbe quello che amputasse di anni e di memorie· una qualun– que vita? Ma torniamo un momento all'armamentario tecnologi_codel presidente Schreber. I raggi Schreber non sono affatto una controfigura positivistica dei raggi X. Sono i raggi del sole, della mitologia, dell'alchimia~perfi– no di quelle così comuni Annunciazioni in cui Dio (e un suo «uccello miracolato») disce~de nella forma di un fa– scio di luce sulla Vergine, commossa e spaventata. «Qualcosa di analogo alla concezione di Gesù Cristo da parte di una vergine immacolata - una cioè çhe non_aveva mai avuto rapporti con un uomo - è avvenuto nel mio corpo stesso/ .../ Per un miracolo divinò erano stati getta– ti nel mio corpo nervi divini corrispondenti al seme virile: dunque era avvenuta una fecondazione». Ma questa iconografia mitica sta in un rapporto singo– larmente stretto con una reverenza corporale alla scienza. Quest'ultima è in parte strum.entale - è con le armi del– l'avversario che occorre combattere - in parte connatura– ta alla gelosia di Schreber - per suo padre medico, per il suo primo medico personale, il dottor Flechsig «curato d'anime» («che una congiunzione nervosa divina sia stata concessa proprio a una persona dedita alla terapia delle malattie nervose appare piuttosto naturale»). Ma è, più sostanzialmente, un'espressione dello spirito del tempo. La nuova religione di cui il presidente Schre– ber si fa banditore e profeta ha i connotati di una Rivela– zione Scientifica. Schreber sente di aver fatto nel proprio corpo una grande scoperta scientifica, la rinascita' dell'u– manità attraverso l'evirazione e fecondazione sua, di Schreber: è come immaginare Cristo che mettesse il pro– prio corpo a disposizione. di una commissione medica di indagine sulla sua doppia natura, e sul mistero dell'incar– nazione. Questa modernità del delirio di Schreber è im– portante almeno quanto il ritorno degli archetipi e la loro - elaborazione mitologica. I raggi schreberiani sono paren– ti delle radiazioni su cui si accanisce la ricerca fisica con– temporanea, e il suo gran romanzo ribolle di orgogliose rivendicazioni dell'umanità costruttrice, contro un. Crea– tore che non sa imparare dall'esperienza.

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