Fine secolo - 16-17 novembre 1985
diritto inalienabile della persona sanci_todalla costituzione. La tanto criticata apartiticità na– sce dal bisogno di esprimersi liberamente senza strumentalizzazioni da parte di nessuno. Chiaramente essendo presenti militanti dei vari partiti ci sono le varie tendenz.e,i vari modi di vedere le cose. Sono infatti solo i dirigenti ad essere isolati dato che fondamentalmente cer– cano di portare avanti solo_ciò che· serve al partito e non al movimento. E questo a noi non sta assolutamente bene. Anche i giornalisti hanno tanto chiacchierato su questo risveglio studentesco. Il non voler es– sere, da parte del movimento, classificato con un'etichetta di partito li ha portati a credere di avere il diritto di parlarne come se fosse un'as– sociazione goliardica. Troppe volte sui giornali abbiamo visto tenta– tivi di minimizzare le iniziative studentesche, specialmente le manifestazioni, riducendole o meglio tentando di ridurle a passeggiate collet– tive sotto l'ultimo sole primaverile dove l'unica cosa importante era la sfilata dei vari look gio– vanili. Tutto ciò è ridicolo e sinceramente ha fatto na- · scere in me e in tutti credo, una grande rabbia. Tutti hanno sempre rinfacciato ai giovani d'oggi di non avere ideali impegno sociale, etc. Bene, ora che sono stati clamorosamtne smen– titi sarebbe bello che si decidessero a prender– ne atto. Noi abbiamo degli ideali e abbiamo degli ob– biettivi concreti. Ci è stato chiesto 'perchè le aule?', 'perchè solo quelle?'. Nessuno ha mai detto questo. Si parte dalle strutture per arrivare ad una scuola efficiente anche e sopratutto nei pro– grammi. Anche quelli basste brutti Chiara, 2" A, Liceo «Gioberti», Torino Gli anni scorsi, nei corridoi della nostra scuo– la, c'erano soprattutto cartelloni di CL con grossi disegni di Snoopy e Calimero che invita– vano, con frasette da posta del cuore, a parte– cipare a gite in campagna per «vivere insieme I'esperiell7Jlcristiana». Le sqle varianti erano piccole mostre fotografiche sulla fame nel Ter– zo Mondo o sulle conseguenz.edella bomba di Hiroshima; qualche raro aggancio con un'at– tualità più vicina era dato dalle riflessioni sulla violenza sessuale o su qualche sporadica pole– mica con i fasci. Quest'anno, accanto al gatto Garfield che invita a «studiare insieme per una scuola piena di vita», sono comparsi i cartello– ni del Collettivo Gioberti che spiegano cps'è il movimento studentesco e perché dobbiamo schierard tutti insieme contro la finanziaria. Anche gruppi di persone che non hanno pro– prio niente di ufficiale dicono magari in un manifesto il loro parere sull'ultimo comitato studentesco e lo firmano con i loro nomi e rin– dicazione della classe. Perfino i fasci (o «giova– ni di destra». come vogliono essere chiamati loro) scrivono manifesti, rivendicano il loro di– ritto agli hamburger e alle Timberland. Una cosa viene fuori da tutte le parti: (qualche tro– tzkista, un democratico proletario - tre figi– ciotti più molti genericamente di sini~tra) con– tinuano a ripetere di non voler essere strumen– talizzati. Ma il fatto più positivo viene· fuori· nelle assemblee: non parlano più solo quelli · èlie hanno la tessera di qualche organi.zz.azione o, peggio, i leaderucoli alti, belli, con la voce forte e un gran repertorio di frasi fatte, ma an– che gli altri. E poi alle manifestazioni ci si di– verte tanto: non che le cose per cui scendiamo in piazza non siano serissime, ma è divertente essere tutti lì, quello che dice di fare cordone «perché chissà cosa succede se siamo superati dal Galileo Galilei» e quelle che tra un «Lotta dura sarà» e l'altro inventano sul momento qualche·slogan ironico o surreale. La merlettaia Daniela, 16 anni, Jstituto Tecnico «Severi», Roma lo due anni fa ho avuto dei problemi con la scuola, a causa di una professoressa di mate– matica e sono stata a casa, a fare merletti. Quest'~nno ho ripreso a studiare ma le condi– zio"nidella scuola sono schifose, mancano ac– qua, sedie, attaccapanni; io sarei disposta a pa– gare più tasse a patto di avere strutture ade– guate; altrimenti tra un po' ci saranno solo scuole private. Per questo servono le manife– stazioni; io non ho paura di partecipare, pei;chè noi siamo cugini pacifici di quelli che hanno fatto il '68, che erano dei ribelli. Le cose che non mi sono piaciute della manifestazione di sabato 9 sono stati alcuni slogan politici, an– che se bisogna dire che i sobillatori sono stati messi in condizione di non nuocere. Del resto, se fosse successo qualcosa, avevamo già deciso che ce ne saremmo andati subito via. Più chelaspiegazione può il digiuno Alessandra, Chiara, Elsa, Flavia, Francesca F., Laura M., Manuela, Silvia, Simone, Teresa, Li– ceo scientif,co «Via della Farnesina», Roma Sono le ore nove e venticinque. In pieno orario scolastico, noi ragazze della quinta di un liceo scientifico romano 'senza nome' stiamo scri– vendo questo articolo perchè dadue mesi esat– ti dall'inizio dell'anno scolastico, la scuola non è in grado (come non lo è stata mai) di garan– tirci un regolare svolgimento delle lezioni: dai turni pomeridiani alle lezionLtenute nei gara– ges, dal cambio continuo di sedi scolastiche a malapena agibili alla manca·nza di sedie, lava– gne, riscaldamenti e luce elettrica, per giungere infine a quest'anno in cui, dislocati in quattro prefabbricati dalle mura di cartone, siamo co– stretti a dividere il nostro. edificio scolastico con altri studenti del nostro stesso liceo, la cui 'attrezzatissima' sede è stata dichiarata inagibi– le dalla U.S.L Attualmente i turni sono due: ore 8.00-11.20 e 11.30-14.50. Quando ci viene riservato il secondo turno, le lezioni assumono un tono quasi grottesco: mentre i professori spiegano, noi tentiamo di pranzare; tra l'altro, essendo in quìnta, abbiamo anche da svolgere i programmi in vista dell'esame. E dovremmo anche pagare tasse scolastiche più alte per una scuola del genere! FINE SECOLO* SABATO 16 / DOMENICA 17 NOVEMBRE Scientifico, l _ dice. il noìne ·21 Mauro, 5° liceo, Nono Liceo scientifico, Napoli Abbiamo meno del minimo indispensabile;. il fatto stesso che questo è un liceo scientifico, cioè dovremmo applicare il metodo scientifico invece noi di sdentifico non abbiamo proprio niente! Tutto è a posto umanisticamente. Ci soffermiamo solo su quello che è scritto sul li– bro; l'anno scorso, quando abbiamo studiato Galilei in filosofia, abbiamo visto che scientifi– co significa applicare il metodo scientifico, an~ dare in laboratorio ... noi questo non l'abbia– mo mai fatto; è la concezioe della scuola che è sbagliata. Già l'edificio è meno dell'indispen– sabile. Noi giovani passiamo la maggior parte del nostro tempo legati alla scuola; cioè se la scuola non ·ci dà quello che ci serve, noi che formazione possiamo avere? Io vorrei passare le giornate iii laboratorio, applicare ciò che ap– prendiamo sui libri: noi non abbiamo mai una verifica. Ai posteri_ Ed.i Francesca, Liceo «Marco Polo», Venezia Venezia dei paninari occupati a vascare tutte le sere, Venezia dei rari darks. e gotliic punks rin– tanati in locali fumosi, dei grezzi confinati nei quartieri periferici. Anche questa Venezia ter– ribilmente futile ed apatica si è risvegliata sotto · la provocazione della legge finanziaria (biso– gna dirle grazie?). Si sono risollevati i problemi di strutture inagibili o addirittura inesistenti, di bibliÒteche e laboratori chiusi, di program– mi scolastici atavici. La razza degli studenti che scioperano per buttarsi in branda o conti– nuare a frequentare le lezioni spinti da inspie– gabili convinzioni personali, non è ancora sta– ta estirpata. Eppure è avvenuta una presa di ~oscienza che ha portato alla lotta, alla dichia- razione delle nostre esigenze e delle colpe di un governo che non sa spendere i propri denari e per questo ci chiede di pagare ingenti tasse ac- · compagnate da promesse che non hanno im– bambolato migliaià di studenti esasperati. · Pur essendo Venezia un borgo di pochi abitan– ti, al momento della convocazione di un'as– semblea cittadina aperta per la costituzione di un coordinamento studentesco unitario, è av– venuta _laspaccatura. Gli esponenti del comita– to interistituti sono insorti affermando che tale organo era il loro: era inutile ricreare una realtà .già presente, sarebbe stato sufficiente confluire tutti all'interno di tale antico e presti– gioso comitato. Non si può negare che l'interi– stituti sia da lunghi anni presente nelle scuole della città dove promuove lotte più o meno ef– ficaci, ma l'esiguo numero che partecipa alle sue attività è la-chiara testimonianza dell'esi– stenza di una realtà giovanile che non aderisce ai suoi metodi e alle sue idee. Così non era cer– ta assurda la proposta di un coordinamento studentesco cittadino alternativo, in cui altri ragazzi si ric.onoscesseroe potessero esprimer– si. La divisione era apparentemente di esclusi– vo carattere pratico. In seguito all'accusa in– fondata nei confronti di un esponente del coordinamento studentesco cittadino di appar– te~enza al Fronte della gioventù e di strumen– talizzazione da parte della Fgci di tale orga·no, la divisione ha assunto caratteri ideologici. Da una parte la volontà di lottare in nome della democrazia .solo in quantò·· studenti seppure ognµno con le proprie id~ologie politiéhe, dal– l'altra il desiderio di screditare l'impegno altrui per rimanere gli unici gloriosi combattenti che, condannando inesistenti estremismi e violenze, si fanno' a loro volta portare di violenze. Sola– mente in futuro, acquisita la necessaria pro– spettiva storica, potremo giudicare obiettiva- - mente i metodi seguiti. · ·
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