Fine secolo - 9-10 novembre 1985
cleare: un allarme". Grande apprezzamentio del Papa per il modello di Vladimir, racconta la moglie. Una casa spaziosa Il 2 marzo Aleksandrov ripropone a Washin– gton i suoi lucidi con le isoterme a 50 gradi sotto zero che ricoprono il mondo per terroriz- _zarne gli abitanti di oggi, pe~ ibernare i cada– veri di domani. A bordo dell'IL-69 dell'Aero– flot, sul volo SU-301 da Mosca, sorvolando la Groenlandia, ha messo a punto gli ultimi par– ticolari della sua relazione, quella stessa che preseqterà in agosto a.Erice, insieme a Michael Glantz, un ricercatore dell'NCAR del Colora– do. Fa un salto a Boulder, dove non ha più li– bero accesso ai laboratori di ricerca, ma dove conserva comunque le amicizie, soprattutto femminili. Il mese di marzo lo trascorre di nuovo al La– boratorio Nazionale di Livermore, a San Francisco. Poi va a godersi il tepore della pri– mavera moscovita, aspettando Erice. Va a trovarlo, all'interno degli scambi est– ovest, Stefano Trumpy, il direttore del CNU– CE di Pisa che lo ha ospitato l'anno preceden– te. Al Centro di Calcolo dell'Accademia delle Scienze non ne ricava l'impressione del grande scienziato al lavoro: "I computers èhe hanno a disposizione sono di vecchia concezione, lenti, poco potenti - ci racconta oggi ad un anno e mezzo di distanza - ed in quella struttura lui non ricopriva certo un incarico di grande re– sponsabilità: coordinava un gruppo di una dozzina di giovani ricercatori, un gruppo deci– samente marginale all'interno dei 400 che lavo– ravano al Centro di Calcolo". Ma l'impressio– ne si modifica quando va à trovarlo a casa: "Un appartamento di più di cento metri qua– dri. Una casa non lussuosa ma grandissima anche per uno scienziato arrivato". Attento, Vladimir! 22 agosto 1984: al quarto seminario di Erice· sulla guerra nucleare è cli turno l'inverno neu– cleare. Ha appena terminato il suo intervento Mac Cracken, che ha proposto un modello che prevede un grande raffreddamento alla super– ficie di tutto il pianeta. Ma con molti dubbi ed incertezza sulla validità dei calcoli. Ha ammes– so fra l'altro che, per semplificare il modello, è stato costretto a sÌmulare che tutto Io sviluppo della circolazione atmosferica avvenga nelle condizioni che sono tipiche del mese di luglio. Ed ha comunicato che negli USA è stato mes– so a punto un modello di circolazione atmosfe– rica tridimensionale, il Granfour, realizzato a Livermore, che rappresel)ta un notevole passo avanti rispetto al modello utilizzato dai sovie– tici per le conclusioni illustrate l'anno prece– dente. E si inoltra senza tentennamenti nella illustra– zione dei risultati, presentati anche l'anno pre– cedente, con qualche precisazione in più. Sic.u– ro di sè, piace. Ma non convince gli esperti. Dopo di lui prende la parola Joseph Knox, il maggior esperto di simulazione di Livermore: "Sono stato a Mosca la settimana scorsa. Ho spiegato a Vladimir Aleksandrov che bisqgna guardare le attuali incertezze microfisiche con una graqde attenzione e serietà; e soprattutto, che la strada verso la saggezza inizia con una accentuazione del dubbio. Io desidero creare nelle vostre menti questo incremento di dubbio sullo stato della ricerca sull'inverno nucleare oggi. Altrove questo dubbio risuona. Freeman Dyson afferma: "L'inverno nucleare poggia su un sottile velo di ipotesi". Il professor Brode afferma: "La qualità dei risultati sull'inverno nucleare dipende dalla qualità degli input ·che diamo al modello climatico". Il professor Go– litsyn ha scritto: "Molti particolari, in special modo nel corso del primo mese, non sonò an– cora nucleari". Siamo in una fase di apprendi– menti; nuove direzioni di ricerca sull'inverno nucleare sono indispensabili". Gli inviti del saggio Knox sono condivisi dalla maggior parte della comunità scientifica mon– diale. Ma non dalla stampa nostrana: "L'incu~ . bo dell'inverno nucleare evocato al seminario di Erice", titola il giorno successivo il Corriere della Sera. E non è il solo. Complice, come ogni anno, l'assoluta mancanza di notizie esti– ve da dare in pasto ai lettori, Antonino Zichi– chi è riuscito ad avere le prime pagine. E Vla– dimir Aleksandrov,. oltre alla gloria, un titolo accademico che si porterà dietro fino alla scomparsa: "A Erice c'è Vladimir Aleksan– drov, direttore del Centro di éalcolo dell'Ac– cademia delle Scienze dell'URSS e massimo esperto sovietico di simulazione al computer di una guerra nucleare glob;lle USA-URSS", ha scritto ancora il Corriere il giorno dell'apertu- . ra del seminario. Niente male per il collabora– tore di Moiseev, a sua volta subalterno di Do– rodnicyn, direttore del centro di calcolo del- 1' Accademia della Scienze. Simpatico ina sem– pre meno stimato dai suoi colleghi, Vladimir è comunque felice: è anche apparso al TG2, in– tervistato da Stefano Picchi, che lì per lì non ha notato l'originalità di uno scìenziato sovie– tico che si-concedeva alle telecamere. Provare per credere. Parte dunque felice per la consueta vacanza italiana. Volo ATI da Trapani a Roma, e poi in treno fino a Firenze. Guido Visconti: "Siamo andati da Erice a Tra~ pani insieme. Lui non aveva il posto prenota– to. Era in lista di attesa. Ma mi ha assicurato che, nonostante la sua fosse una gita turistica, nel peggiore dei casi gli avrebbero ceduto il po– sto del secondo pilota". Thomas Malone, presidente dello Scièntific Committee on Problems of the Environment. . FINE SECOLO* SABATO 9 / DOMENICA 10 NOVEMBRE un organismo. internazionale che raccoglie scienziati dell'est e dell'ovest: «L'ho invitato a fare un giro di conferenze nel gennaio dell'85 negli Stati Uniti. E' venuto, ma non l'ho potu– to incontrare». Prima, quattro mesi a Mosca: ma gli studi sull'inverno nucleare non fanno grandi passi avanti. Parte .di nuovo per gli USA, in seguito all'invito di Malone. Può fi– nalmente tornare· a Corvallis, Università del– l'Oregon, ma per Larry Gates "è.ormai diven– tato esplicitamente un portavoce dei sovietici". La scomparsa di- Vladimir Valentinovich Aleksandrov Bierly ricorda che, dopo il breve seminario di Corvallis, tre giorni, ~ passato anche dalla Los Angeles American ·Methereology Society. Schlesinger sostiene che a Boulder, Colorado, gli avevano tolto le limitazioni sull'uso .dei su– per computer. Ma Turco nega con sicurezza che gli sia stato lasciato libero accesso ai 'large cbmputers'. La moglie conferma le affermazio– _nidi Rìchard Turco: "E' tornato da quel viag– gio in America per la prima volta sconvolto. Non lo facevano lavorare ai computers. Era sempre controllato. Lo seguivano anche quan– do andava in bagno. Un'esperienza terribile". • A febbraio, prima di tornare a Mosca, va a fare un giro di conferenze in Giappone. E' si– curamentè a Tokio e poi a Hiroshima,· come conferma Thomas Malone: "Non ero riuscito a vederlo negli USA, ma l'ho incontrato sia a Tokio'che a Hiroshima. E' stata l'ultima volta che l'ho visto". Torna a Mosca ai primi di marzo. E' stanco, sta male, ed è molto preoc– cupato. Per la moglie malata, ma anche per al– tro. Quando Stipcich va a trovarlo gli dice: "Speriamo che mi mandino ad Erice quest'ari– no"·. Per il momento il programma già fissato prevede solo un convegno a Cordoba, in Spa– gna, alla fine del mese. Dice alla moglie che non vuole partire, ma che deve: "Vladimir è un buon comunista, molto legato all'Unione So– vietica", ripete spesso lei. Eppure é indubbio che anche nelle più solide verità può arrivare il momento in cui qÙalcosa vacilla. Non sappia– mo se il marzo dell'85 sia stato per Vladimir uno di questi momenti. Non è escluso. Soprat– tutto sembra rivolgersi contro di lui la sua' . nuova grande notorietà: quando il suo vecchio amico Larry Gates ci dice, come abbiamo già riferito, che "è ormai diventato ésplicitamente un portavoce dei sovietici'', non esprime solo un giudizio personale. "Continuava a dire che era uno scienziato, non un politico", racconta Trigo, il vicesinda– co comunista di Cordoba, confermando invo– lontariamente che nella testa di Vladimir il rapporto tra scienza e politica che gli hanno insegnato in patria ha perso dei punti. "L'am– ministrazione comunale mandò una macchina a prenderlo all'aeroporto di Madrid il 28 mar– zo", ricostruisce poi Trigo in un'intervista rila– sciata a Reporter a settembre "Ma lui salì sulla macchina dell'ambasciata sovietica, fece tappa all'ambasciata stessa e furono loro ad accom– pagnarlo fino a Cordoba": sono finitii i bei tempi in cui ti muovevi liberamente da solo, Vladimir. A Trigo, appare come "un tipo mol– to chiuso", ed è la prima volta che gli capita di sembrare "chiuso". Nelle due notti a Cordoba Qui accanto,Vitaly Jurchenko,ricomparso . clamorosamente ancorpiù clamorosamente rientratonei ranghiKGB.Qualcunoaveva pensatoa unaconnessionecon la scom arsa di Aleksandrov. A sinistra,EdwardTeller, il "padredella bombaH", a Erice. 29 non dorme nel letto prep arato p er lui alla forè– steria. Beve molto. Sono le.su·eultime trasgres– sioni alfa regola. Anche Francisco Delgado e Josè Moreno, i _dueautis,ti che lo accompagna– no a Madrid il 31 marzo, confermano: ,"Ci ha chiesto diverse volte durante il tragitto che •ci fermassimo, ma-era solo per bere": Lo lascia-· no in consegna a due funzionari dell'ambasi;ia– ta sovietica, che tentano stranamente di sba-· razzarsene, pregando Francisco e ·fosè di por– tarlo all'hotel Habana. Ma i due ripartono' e ad accompagnarlo al suo. albergo sono due funzionari dell'ambasciata, come ricorda il portiere di notte. Che ricorda anche che lui . uscì subito dopo di nuovo. L'ansia, l'angoscia, si affogano nella vodka, insegnano a Mosca. Al Bingo, un locale lì vicino, si può bere. La notte non dorme all'Habana. Forse é la notte stessa, forse due o tre notti più tardi -é stato impos~ibilericostruirlo con precisione- quando ric9mpare all'hotel Castellana, sulla grande Avenida Castellana che attraversa tutta .Ma– drid e che a marzo è già costellata, di tavolini all'aperto. Gli trovano in tasca il passaporto sovietico e telefonano all'Habana, dove ~i soli– to l'ambasciata dell'URSS manda i suoi ospiti. "Sì, la chiave che ha in tasca insieme al passa– porto è la nostra", confermano all'Habana: Chiamano una macchina per farlo accompa– gnare. Vladimir, la bocca un po' impastata, ri– pete ossessivamente: "No, all'ambasciata so– vietica no". Ed esce. Qualcuno, ma non molti, ha cercato di indaga– re sulla sua scomparsa. Non I~ polizia spagno– la, che non ha interrogato né Delgado né Mo– reno, né i portieri dei due alberghi, né il padro– ne del Bingo. Non i sovietici, nonostante qualcuno abbia vo– luto vedere sullè sue tracce Jurtchenko, il dÌri– gente del KGB oggi di nuovo agli onori delle cronache. Non gli USA. Lo conferma Tellér ad Erice, alla fine di agosto. Che aggiunge di temere per la sua vita. La stessa notizia, stranamente, tarda a emerge– re. La moglie telefona a Wallace a Seattle, Sta– to di Washington, per chiedere notizie: e la storia della scomparsa di Vladimir, come or– mai lo. chiamano tutti, comincia a circolare nella comunità scientifica internazionale. Rim– balza a Stoccolma e poi a Londra, dove viene raccolta da Vera Rich, redattrice di Nature, che pubblica il primo articolo sull'argomento il 6 luglio. Pubblica altri due articoli in cui riba– disce che "non può essere scomparso volonta– riamente: era troppo preoccupato della malat– tia della_moglie". E ribatte così alle voci che giungono dalla Svezia secondo le quali due scienziati svedesi lo avrebbero sentito afferma– re che intendeva passare in' occidente. Anche Rodhe, dell'Accademia Svedese delle Scienze, ha indagato su questa voce e ci ribadisce: "non ho trovato conferme". Come non ha trovato conferme il racconto di Richard Turco: "Un turista svedese l'ha visto scaraventare in una macchjna". Anche se questa versione é più crè– dibile. Oltre che, purtroppo, più spiacevole. Poi, ai primi di settembre, ci prova Reporter ad indagare· sugli ultimi giorni pubblici di Vla– dimir Aleksandrov. Scopre alcune cose che ab– biamo riferito in quest'ultimo paragrafo. E in– fine ci prova Timè. Le~n Jaroff, redattore del settimanale newyor– kese, inizia l'inchiesta. Ma poco dopo si deve fermare: "Ci sono in giro troppe speculazio– ni", ci spiega. Ed anche Vera Rich, di Nature, ha dovuto sospendere le sue ricerche: "E' ve– nuto a trovarmi un tipo dall'America e mi ha consigliato vivamente di non occuparmi ulte– riormente del caso". Noi abbiamo scelto di occuparci del suo passa– to. Ci é sembrato il modo migliore per tentare di fare delle ipotesi sull'oggi. La sua storia non fornisce, purtroppo, elemen– ti a favore dell'auspicio di Bob Budwine: "Spe– ro che sia in un paese. sudamericano con una splendida signora spagnola' . Il K_GB non re- • gala biglietti per due per Acapulco.
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