Fine secolo - 9-10 novembre 1985

I buoni terroristi _ «La casa era al- riparo dei rumori della coppia di amanti donne provenienti da una strada principale, situata in quel che si sa- comune lesbica; Bert, con pose da leader e rebbe detto uno scarico d'immondi,zie. Una tute militari; Pat, la sua ragazza, con una grande casa. Solida. Nere mattonelle d'ar- vistosa sensualità esibita - Alice nota che il desia profilavano le grondaie; in una fessu- Council ha guastato di proposito gli impian– ra alla base del grasso comignolo s'infilò a ti elettrici e otturati i cessi col cemento per volo un uccello, trascinandosi dietro un filo scoraggiare probabili squatters:«Sporchi d'erba tante volte più lungo di lui. fascisti, merdosi maiali fascisti», commen– "Direi 1910", disse Alice, "guarda come ta Alice. sono spessi· i muri"». E' questo il nucleo originario del C.C.U. Alice, che addita la casa, è quel che si dice (centro d'unione comunista). Qui la rico- SABATO 9 / DOMENICA 10 NOVEMBRE '-------------------• «non più una bambina»: 36 anni, una vita di struzione della casa si accompagnerà alla•-------------------' gruppuscoli e comuni, picchetti duri o costruzione di un mito: prendere contatto nella democrazia -io sono per la democrazia, capisce. Ma quel che &ccade è una specie di «non può succedere a me!». Ora, qui in Inghil– terra tutti credonò ·che don possa accadere a loro. E purtroppo può accadere. Il nome e 'lo pseudonimo Lei ha detto prima che combattere coniro /'ap– propriazione accademica della letteratura è una buona causa. Non pensa a trovare il modo di combattere dall'interno stesso del suo medium, dalla letteratura stessa? · • La macchina letteraria è proprio una macchi– na, con regole di funzionamento, spesso incon– scie, ma come in una macchina le cose accado– no secondo schemi regolari. Quando ho pub– blicato il mio. primo romanzo sotto pseudoni– mo non mi aspettavo di non essere riconosciu– ta, ma mi aspettavo di essere stroncata al massimo da uno <;> due critici, perché così di ·solito accade alle opere prime. E quando il li– bro uscì, mi aspettavo almeno che mi dicessero qualcosa, almeno, che so, quel che mi aveva detto il mio editore americano: «Ma va là, Do– ris, ma chi credi di.far scemo?». Bene, lui è sta– to l'unico ad accorgersene. Poi ho scritto un altro libro sotto pseudonimo, perché ne avevo , voglia. L'establishment letterario è molto pre– vedibile, è fatto di persone che si comportano secondo schemi ricevuti, tendono alla conser– vazione. Qui in Gran Bretagna, gran parte di loro proviene ancora da Oxbridge (parola ri– sultante dallafusione di Oxford e Cambridge, le due università tradizionali, ndr). E a mio parere il più gran nemico della letteratura è co\ui, o colei, che è appena uscito dall'Università. Sono di un'arrogl!nza indicibile, di tutto dan– no giudizi negativi, perché gli hanno insegna– to, appunto, che la let.teratura è loro proprietà. Per questo l'esperimento dello pseudonimo è stato divertente. Qùando ho rivelato che l'au– trice ero io, ho ricevuto molte lettere da lettori e da altri scrittori. Ma l'establishment lettera– rio era furioso. E infatti mi hanno punita. Mi hanno caricata di offese, e assai aspre. Quegli stessi libri, usciti pseudonimi, hanno· però avu– to un buon successo in Francia e in Scandina– via. Qui nessuno ha speso per loro una parola buona. Si dice che un certo direttore di un cer– to giornale di lusso si riporta che abbia detto «Ma come, le insegno io a quella lì, non può trattarci così...». Sono molto infantili, vede, se non si rispettano le loro regole. I movimenti per - la pace li movimento per la pace ( Cnd in Gran ,Breta– gna) e altri movimenti paralleli in Italia, Ger– mania e altri paesi sono attivi da anni, ma in ap– parenza non hanno ottenuto molto. Perché mo– vimenti così vasti si rivelano tanto inefficaci? Che cosa pensa si debbafare per riuscire a otte– nere qualcosa? Lei sa benissimo che potremmo parlare di que– sto per 24 ore. In primo luogo, credo che si sa- . rebbe dovuto combattere questa battaglia alla fine della Il guerra mondiale. Quando gli ame– ricani entrarono in guerra al nostro fianco, il prezzo che dovemmo pagare fu di entrare a far parte del loro sistema difensivo. -Quando sono arrivata in Inghilterra, dopo la guerra, c'erano soltanto tre persone e mezza che·si lamentava– no di questo stato di cose, e li chiamavano co– munisti, traditori, ecc. La battaglia è stata per– sa allora, ammesso che ci fosse una possibilità di vincerla, perché ci sono battaglie che non si possono vincere. Non credo che ci sia ora alcu– na probabilità di riuscire ad ottenere che le in– stallazioni americane siano rimosse. Credo ~rò che i movimenti per la pace abbiano una qualche efficacia. In alcuni casi riescono a far pensare gli uomini al potere. Pensi al caso di quel californiano, Paul Erlecken, che ha parla– to per primo dell'inverno nucleare. Questa è una notizia che perlomeno impone a quei coc- meno, spesa in squats (case occupate), con l'IRA. E' da dire subito al futuro lettore come questa dove sta per andare a vivere. italiano che questa è la fantasia fondante di Capiremo presto che non si è accorta del ogni aspirazione al terrorismo che circola passare del tempo. Ha giocato alle bambo- nel polverio di gruppuscoli.- tutti con segui– le coi membri del suo gruppo, a fare caset- to minimo, poche decine di persone - che si ta, irradiando una sua materna femminile agita ai margini della vita urbana britanni– efficienza. Si trova sempre un suo _posto ca di questi anni. Gli aspiranti terroristi di centrale nella società gruppettara in cui ha Doris Lessing appariranno al lettore italia– sempre vissuto. Qui, ogni minima tecnica o no certo più inetti, pasticcioni, ideologica– piccola arte del vivere comodo e decente - mente rudimentali e illetterati, velleitari e pulizia, riscaldamento, cibi cucinati e com- irresponsabilmente, stupidamente crimina– fort - appaiono come scomparse per subi- li di quanto siano apparsi ad alcuni recen– taneo disapprendimento, collasso antropo- sori britannici o americani. Ma credo che i logico. Lei ama invece imporre agli altri, ai recensori abbiano meno esperienza diretta suoi altri, amorosamente, una giusta conci- della Signora Lessing di questo sottomon– liazione di domesticità e vita eversiva. E' do urbano. A me è ben noto, gente proprio brava a far tutto, bricolage casalingo e cu- così mi è vicina di casa. Ci sono libri che cina; ma soprattutto sa muoversi con de- vogliono confrontarsi col contesto reale da strezza nei meandri del Welfare State bri.:- cui muovono, rimandarci ad esso, appro– tannico. Sa come ufficializzare la condizio- fondirne la conoscenza, anticipar11e gli svi– ne di «squatter» in quegli strani· contratti luppi - è implicito nell'idea di letteratura che si combinano qui col Council (il comu- come conoscenza che Doris Lessing difen– ne): si convince la burocrazia a non demo- de nell'intervista. Se l'autrice, con voluta lire una casa; si .offre di fare le riparazioni onniscienza sovrana e, a un tempo, sovra– di prima urgenza e di pagare un affitto no- no distacco da autore ottocentesco, pone minale, e si ottiene un contratto a breve questi personaggi in azione e li lascia reci- .vita, finché la casa non sarà demolita, o ri- tare una loro grottesca e sinistra «comedy presa in possesso dal Council. of manners», è proprio per condurre un Nella sola Londra più di 30.00 0 persone vi- esperimento di anticipazione: vedere, a vono così. Una piccola città.di marginali, in partire da un ambiente reale che già esi– una fascia d'età com posita c hè assomma ste, che ci sta attorno, a quali conseguenze quarantenni avanzati all'ebbrezza politica estreme conducano i processi di fabulazio– degli anni '60, ventenni, diciottenni, o ne mitica tipici di quell'ambiente. Conduco– meno, avanzati come surplus dal mercato no, lo vedrà il lettore, a un esito sangu~no– del lavoro; spesso con istruzione universi- so e insieme così grottesco da essere inde– taria, completata o interrotta; spesso .o gno d'ogni compassipne.$Ha colpito di quasi sempre con dietro di sé una situazio- nuovo i recensori che nùlla sia fatto dal– ne familiare piccolo o piccolissimo borghe- l'autrice per muòvere il nostro giudizio o la se. La sussistenza economica è garantita nostra simpatia: come in una «comedy of appunto dal Welfare State, che concede ad manners•, abbiamo appunto una raccolta Alice, a tutti loro, un surrogato d'esistenza accurata di usi, maniere, gesti, fraseologia al minimo. - antropologia del costume. Si lascia anche Alice integra con denaro estorto o rubato ai - senza intervento dell'autrice - che il letto– genitori separati, durante incursioni che re oscilli indeciso tra le due facce scisse di hanno sempre jnizio con una confusa ricer- Alice,. espresse dall'ossimoro del titolo, Il ca di un bene familiare; infantile, perduto - buo·nterrorista: tenerezza materna, solleci– il comfort, la prosperità che i genitori le po- ta compassione, calorosa amicizia, da un tevano garantire nei ricchi anni '60, e l'ar- lato; e dall'altro, senza transizione, odio monia familiare che le si accompagnava - e annichilatore, rifiuto negativista di questo terminano in furiose l_itidove dalla bocca di complesso mondo del possibile e dell'im– Alice esce la parola che sigilla, che anni- perfetto in cui, bene o male, dobbiamo sco– chila, che definisce alterità da distruggere prire tutti la nostra felicità, o la nostra tra– per salvare il proprio essere: «Fascista!» gedia. lo accetto con meno difficoltà dei re– Alice, all'inizio del romanzo, sta additando censori inglesi l'avvertimento che questo la casa a Jasper, ·suo compagno, suo par- libro vuol lanciare: attenti, sta per accade– tner, suo ideologo; tra loro è un rapporto re, proprio qui tra noi; i tempi sono maturi, casto. Jasper, ventenne o poco più, ha con o abbastanza marciti perché questo acca– Alice un legame da figlio tirannico .e sfrut- da. Spero che il gran successo di vendita tatore. Quando vuole qualcosa, lo ottiene del libro significhi anche un allargarsi del afferrandola per un polso e stringendo sino .campo d'attenzione per quel che avviene ai al dolore. Ha una sua altra faccia oscura margini sociali di questa disperata Piccola che.non ci è mostrata, né è mostrata ad Ali- Bretagna dei giorni nostri. A questo tipo ce: raids omosessuali che durano giorni e· d'attenzione la cultura ufficiale inglese si notti, e che per ~lice hanno valore di puni- direbbe impermeabile. Credo di far piacere zio.ne emotiva. a Doris Lessing se dico che il primo criterio Esplor ando la casa, dove già vivono altri di qualità di un libro è l'alone, la risonanza «compagni» (qui ci si chiama sempre com- di pensieri e riflessioni che un libro ci la– pagni) - un ragazzo nero, Jim, originario scia; anche i sospetti e le. inquietudini. E occupante.della casa che gli è stata invasa questo suo ultimo ro_manzoce ne riempie dagli altri, i «politici» (lui non lo è); una la testa. (L.F.\ Una foto storica ddla Rhodesia di inizio secolo: il colonnello "Mad" Jack Flint mostra la sua abiliti nell'uso della spada; ta~liandoin due un fa'zzoletto tenuto in mano da un a_ttendente africano. 1 .l-- codrilli che ci governano di pensarci su ancora una volta. Mi sembra che lei tenda un po' a li– quidare i movimenti per la pace come se non avessero nessuna efficacia. Penso che hanno effetto, invece, e che continueranno ad averlo. Lei dà un giudizio del tutto positivo dei movi– menti per la pace?- No, li critico. Ma non perché abbiano fallito -questa è la sua opinione, e io non sono d'ac– cordo- ma perché la mia idea è che si dovrebbe far qualcosa per proteggere la popolazione, co– struendo rifugi appropriati ai vari tipi di guer– ra. I movimenti per la pace hanno in mente soltanto uno scenario: ci sarà un grande «bum», e questa è la fine di tutto; credo di non esagerare se descrivo così quel che è nella men– te di molti. Io credo invece che bisogna prepa– rarsi a diverse eventualità, che vanno dall'inci– dente nucleare con fuga di radioattività, a guerre su scala limitata (consideri per un mo– mento quella ridicola guerra tra Iran e Irak: -di che cosa non sono capaci?), alla .guerra con– venzionale, in Europa ad esempio, dove ricor– rerebbero a tutti i tipi di· armi, incluse quçlle chimiche, e alla fine quelle nucleari. Ogni guer– ra che c'è stata è arrivata del tutto inattesa. Ho un ricordo chiarissimo dell'ultima guerra; si avevano in mente i più diversi scenari, ma nes– suno di questi includeva la possibilità che la Russia scendesse in campo a fianco dell'Ame– rica e della Gran Bretagna. Nessuno aveva avanz.ato quest'idea. Sono cose imprevedibili le guerre. Quanto al movimento per la pace, le mie posizioni a volte sono viste come reaziona– rie, perché io dico che dovremmo pensare a co– struire rifugi antinucleari. A mio parere il mo– vimento per la pace dovrebbe lottare per uno scopo: la protezione dei cittadini. Accade inve– ce l'opposto. In questo-paese il movimento per la pace dispone di persone espertissime di pub– bliche relazioni e dell'uso dei media; il risultato è che idee come la mia non possono nemmeno essere discusse, non lo permettono. Io invece ho l'idea che una guerra limitata, diciamo con– venzionale, sia nell'aria e come conseguen7.a milioni di persone morirebbero, grazie agli sforzi di questi pii umanitari_ amanti dell'uma– nità, che non pensano alla protezione civile. Il· movimento per la pace dovrebbe costringere i governi a provvedere alla protezione della po– polazione -ma su questo nessuno è d'accordo con me- doWebbe insomma combattere su due fronti: da una lato lottare contro le installazio– ni nucleari, e se fallisce, dall'altro, lottare perché si costruiscano rifugi. E perché mai non dovrebbe fallire, quel primo livello di lotta ha già fallito. Quando dico queste cose, il movi– mento .per la pace reagisce col sentimentali– smo. Dicono: «Ah, rifugi per i pochi eletti!». A me va benissimo che ci siano già rifugi per i governi; nei momenti di disastro ci deve essere un governo che faccia funzionare i servizi. Quel che io dico al movimento· per la pace è che dovrebbe lottare per la protezione della popolazione tutta. · . Costruire rifugi Vuol dire che dabbiamo dare per scontato che una guerra ci sarà? No, dico soltanto che dovremmo comportarci «come se», prepararci' e costruire rifugi. Forse è persino già troppo tardi per costruire rifugi, o il tipo adatto di rifug1. Il solo paese che ha provveduto a una protezione adeguata è la SviZ7.era,credo, ma lì hanno cominciato subito dopo la fine della guerra, e ora sono in grado di offrire protezione a gran parte della loro po– polazione.- Non riusciremo certo a fare altret– tanto dall'oggi al domani. So benissimo che tutto quel che dico non ha nessun effetto, perché ci sono momenti in cùi il vento ti è con– trario e tu non puoi farci niente. So che il ven-

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