Fine secolo - 26-27 ottobre 1985

FINE SECOLO * SABATO 26 / DOMENICA 27 OTTOBRE 38 Gilda, il primo amore (da "Amado mio") Davanti a Gilda qualcosa di stupendamente comune invase tut– ti gli spettatori. La musica di "Amado mio" devastava. Così che le grida oscene che si incrociavano per la platea, gli: "Atten– to che ti si spaccano i bottoni", i "Quante te ne fai stasera?", parevano fondersi in un ritmo dove il tempo pareva finalmente placarsi, consentire una proroga senza fine felice. Anche quan– do lasìs, abbracciato da Desiderio, gli posò il c apo s u una spal– la, e in quell'atmosfera da orgia consumata al di.là del tempo, prima della morte, il petto di Desiderio parve final mente scio– gliersi, fu una commozione a un livello dove le lacrime si gela– vano. Rita Hayworth con il suo immenso corpo, il suo sorriso e il suo seno di sorella e di prostituta - equivoca e angelica - stupi– da e misteriosa con quel suo.sguardo di miope, freddo e tenero fino al languore - cantava dal profondo della sua America Lati– na da dopoguerra, da romanzo-fiume, con un'inespressività di– vinamente carezzevole. Ma le parole di "Amado mio" la evoca– vano, con la sua bellezza di contadina, quasi in uno stato di estenuazione o di post amorem, accovacciata-presso un suo in– dicibile muchacho ... Visti da un'avenida di Montevideo o dal Plata quel cinema di Caorle e quel ragazzo seduto al suo fianco, cos'altro erano divenuti per Desiderio se non le figure di una tragica rassegnazione? Rinunciatario ed arreso, col petto. sciolto come cera dalle note e.dalle parole della canzone, Desiderio ac– carezzava la testa del ragazzo appoggiata alla sua spalla, come si·accarezza un fratello. E tra le lacrime, invece del lungo di– scorso che avrebbe dovuto annunciargli la sua decisione di ri– nunciare per sempre..., gli mormorò all'orecchio: "Perdonami, Iasìs", ma Iasìs, a quelle impercettibili parole alitate da Deside– rio, sorrise, distratto, e gli rispose: "Stasera". Fu come un urlo di gioia, un dolce cataclisma che facesse crol– lare il cinema e tutta Caorle. Mentre Gilda, intanto, contro il cielo, sul pubblico ansimante, con delicata libidine e furiosa pa– zienza si sfilava il guanto dal braccio. LAuRA ama. COME UNAFEBBRE Jl film Pier Paolo lo costruiva artigianalmen– te, lo faç_evanascere in casa ~a, in casa mia, nelle cene fuori, come una febbre, una febbre immensa e coinvolgente. Senza l'atmosfera solita del cinema - perchè il grande capitali– smo si è affacciato nel cinema di Pier Paolo dopo il "Decameron", quando Pier Paolo è entrato in un'orbita di grande incasso, in cui tutto veniva tutelato e programmato. Ma per "Accattone", per esempio, vedere il film come nasceva nella testa di Pier Paolo, il suo assoluto sprezzo per le logiche abituali della regia, la sua scelta degli attori, delle facce, il suo rapporto con gli amici, furono un'avven– tura bellissima. (...)

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