Fine secolo - 26-27 ottobre 1985

ni tali per cui ha cominciato. a scrivere le pri– me poesie in friulano su questa suggesfione di suono antico. Il friulano è·una lingua mol– to vicina all'origine neolatina, cioè di quando il latino si trasforma nelle lingue romanze; in questo senso è più antico dell'italiano, in quanto è meno evoluto. E questa parola lo riconduceva verso questa zona antica della lingua, che poi è stata la base di tutto il suo fare poetico successivo. Lui ha cominciato a scrivere queste poesie credo in una successio– ne molto stretta, nel senso che è maturato. improvvisamente perchè tra le prime poesie e l'uscita di questo libretto «Poesie a Casarsa» sono passati, credo, appena due anni di tem– po. Nell'assenza del padre che era in guerra e nel– la scelta di scrivere nella lingua della madre: che rapporto c'è tra la poesia di Pasolini e il mondo delle madri qui in FriMi? E' un rapporto molto personale di Pasolini con sua madre. Era un rapporto molto esclu– sivo, di grande intimità, di grande leggerezza; di quell'aspetto della vita che si risolve viven– do dentro una luminosità perenne. Ecco: questo è il rapporto degli amori perfetti, au– tosufficienti, che non chiedono nulla di altro al di là di sé. Questo rapporto aveva una sua presenza fisica in casa: tutte le attenzioni che la madre-aveva per il figlio e il figlio per la madre, costituivano dentro l'assetto familia– re un fatto a sé. Pasolini, scrivendo in friula– no, è vero scriveva nella lingua della madre che però non parlava friulano, ma conserva– va dentro la sua struttura affettiva il mondo linguistico friulano. Quindi il mondo dei contadini? Il mondo dei contadini. E in certo senso mia zia Susanna, malgrado molte sue esperienze. nella vita che l'avevano portata fuori da Ca– sarsa a vivere in vari centri, a essere la moglie di un ufficiale e quindi ad essere una signora borghese, nei momenti essenziali della vita era proprio una contadina di Casarsa: aveva quella salute, quel buon senso, quella seve– rità - ripeto sempre questo concetto di seve– rità che mi sembra ... - però questo perfetto amore, questo mattino estivo meraviglioso che può essere come un'immagine di questo rapporto· tra Pasolini e sua madre era, come dire, in contrasto con qualche cosa d'altro. Cioè, la sensibilità narcisistica chè era vissuta in questo rapporto poteva essere pericolosa - ha potuto essere pericolosa per tutta la vita di Pasolini. E questa pericolosità, dovuta al– l'esclusività di questo rapporto, c'è stato un momento - un momento ideale e non verifi– cabile nell'esperienza, nei ricordi - un mo– mento in cui è subentrato il principio di co- . noscenza della realtà, che è in qualche modo in contrasto con questo rapporto. E' il prin– cipio di conoscenza della realtà che ha porta– to Pasolini a conoscere fondamentalmente due mondi. Pasolini ha conosciutQ due mon– di popolari: il mondo· popolare contadino friulano e il mondo popolare romano. Questi sono i due principi della realtà su cui Pasolini si è basato allontanandosi, come dire, dal grembo materno per conoscere la realtà - «Passione e ideologia». Questo ha provocato una tensione affettiva, posso perfino dire le parole più ovvie che si dicono in questi casi: il rimorso quasi di abbandonare la madre per conoscere il mondo. Ecco, lui l'ha compiuto questo passo ed è dà quel momento lì che è cominciata la sua poesia forse più alta, quel– la che appunto si basava sulla c9noscenza della realtà e non era più. una sensibilità la– sciata così liberamente a un suo libero corso. La ·sessualità, e la voglia di non parlarne Nella ricerca su Pier Paolo Pasolini ho sempre sentito una certa difficoltà o reticenza, sia a Roma ma anche in Friuli, quando si affrontava l'argomento della sua sessualità o della sua di– versità sessuale.;quanto è reale questa reticen– za e da dove nasce secondo te? Mah, come· reticenza nasce dai tabù che so– pravvivono ancora oggi; specialmente nel mondo contadino questi tabù hanno sempre pesato molto. Non so se sia una reticenza però. Non si ha voglia di parlarne, forse ... Ma la reticenza è un sentimento borghese, politico e non credo che gli amici, coloro che hanno conosciuto Pier Paolo vogliano in qualche modo essere.dei politici nei suoi con– fronti. Credo che preferiscano non parlarne, onestamente, lealmente... In realtà sarebbe ormai meglio che ne parlassero come si parla di tupi gli altri argomenti. Questo tabù c'è anche in Friuli, anche nel mondo contadino; anche se leggendo il tuo li– bro «Nei campi del Friuli» vienefuori un'im– magine quasifelice di questo mondo, anche ri– spetto a questo tema. Quanto è reale questa éomplicità che si legge qui, in questo libro che tu hai fattor Io ho cercato di raccontare qualche cosa che aveva a che fare con i miei ricordi, ma anche una possibilità di razionalizzarli questi ricor– di. Purtroppo le razionalizzazioni sono sem– pre un po' banali quando si tenta di farle. Comunque io sarei arrivato a questa conclu– sione, questo giudizio: si· parlava prima del rapporto tra Pier Paolo e sua madre come di uri rapporto esclusivo, come di un rapporto autosufficiente che viene strappato in un cer– to senso dal mondo. Ecco, i ragazzi, cioè l'o– mosessualità di Pasolini, l'~ttrazione che Pa– solini sentiva per i ragazzi è come un anello di congiunzione tra il mondo materno e la realtà, nel senso che i ragazzi - il mondo dei· ragazzi - non-parlo dei singoli episodi d'amo- . re, ma il mondo dei ragazzi appartiene per una parte ancora al mondo materno in quan– to amando i ragazzi l'amore materno rimane intoccato, rimane puro, senza tradimenti. Allo stesso tempo questi ragazzi che vivono nel mondo, che vivono in una loro realtà che ha dei connotati diversi come sono diversi gli ambienti e i luoghi, sono il ponte verso que– sta realtà. Allora: il mondo contadino e il mondo delle borgate romaµe sono entrambi conosciuti attraverso i ragazzi. I ragazzi che hanno questa duplicità, o ambiguità, di ap- partenere al mondo cristallino e allo stesso tempo di proiettare la sensibilità di Pasolini nella conoscenza, che è sempre brutale, del mondo; la conoscenza è sempre traumatica e infatti se non c'è stato un trauma di cono– scenza del mondo contadino, e non poteva esi,erci un fatto traumatico, ma quello del mondo popolare romano sì, quella è stata una rivelazione traumatica. Il silenzio contadino e la vendetta_borghese Sì, però mi sembra che anche se non c'è stato un trauma, tuttavia quella che è l'immagine del paradiso del Friuli si interrompe proprio qui in Friuli perchè è proprio questo mondo contadino che poi porta allo scandalo e alla denuncia di Pier Paolo Pasolini. Non è il mondo contadino che porta allo scandalo e alla denuncia. No, è il mondo borghese, il mondo del piccolo borghese che ricorre ai codici, allo scandalo; il mondo con– tadino giudica con severità ma non si richia– ma a un codice morale diverso da se stesso, come è il codice ufficiale dello Stato italiano o di quello che si vuole... li mondo contadino per niente avrebbe sollevato uno scandalo; l'avrebbe giudicato severamente, sì, con il si- - lenzio come è accaduto - si parla dello scan- . dalo di Pasolini di quegli anni lì - l'ha giudi– cato severamente, ma il mondo contadino di allora, adesso non si parla del mondo conta- . <lino di oggi, conteneva quello che si chiama la misericordia, la conoscenza delle cose, la conoscenza naturale delle cose~degli animali, delle piante. Tutto ciò porta a un codice di comportamento e di giudizio totalmente di– verso da quelli che sono i codici correnti del– la morale borghese. Chi ha denunciato Paso– lini erano dei borghesi, era una vendetta bor– ghese. Non era nemmeno una presa di posi– zione di giµdizio morale o giuridico: era una vendetta, perchè secondo l'ambiente borghe– se friulano aveva tradito diventando comuni- sta. Mi sembra che però Pasolini prima difare del– la sua sessualità un momento di conoscenza del mondo, l'abbia vissuta in maniera molto drammatica, in maniera anche molto difficile, almeno dagli aggettivi che lui usa, «Nei Campi del Friuli»: lui parla di nudo terrore, parla di ossessione, parla anche di sdoppiamento. Fin dove è vero questo? Credo che sia tutto vero. Il riconoscimènto della omosessualità è un fatto traumatico, in quanto Pasolini poteva, in quel momento lì, sentirla totalmente in contrasto con il suo es– sere ragazzo modello, il suo aver i sentimenti e gli ideali... Poteva sentire un contrasto, è ovvio. Addirittura, a Silvana Mauri scriverà una let– tera da Roma negli anni '50, dicendo che la sua omosessualità era qualcosa di più. · Io non credo. In queste lettere a Silvana Mauri - Silvana Mauri rappresenta per Paso– lini qualche cosa di molto importante e di molto nobile - Silvana Mauri appartiene al mondo bolognese, all'università, al mondo della cultura che era contrassegnato d!ill'emi– nenza di Roberto Longhi. Silvana appartiene. a questo mondo._ Che Pier Paolo sentisse un contrasto tra la sua omosessualità e la di– gnità, la nobiltà, la gentilezza di questo mon– eto di alta cultura bolognese è chiaro, ma questo è uno dei passaggi della sua esistenza. · Poi tuho questo è stato riassorbito, credo, velocemente. Tuttavia, leggendo le lettere scritte a Silvana, penso che Pier Paolo abbia

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