Fine secolo - 19-20 ottobre 1985

FINE SECOLO* SABATO 19 / DOMENICA 20 OTTOBRE Calendario ragionato delle niostre- d'arte a cura di Carolyn_ CHRISTOV BAKARGIEV MILANO Grandi mostre Manzoni. Il suo e il nostro tempo Una mostra che si preannuncia come un'attenta e filologica rivisitazione del contesto sociale e culturale, nonché delle fonti letterarie - e di cul– tura popolare - di Alessandro Manzoni e _della sua opera. Testimonianze figurative, musicali, documenti autografi, manoscritti inediti, dipinti romantici sul romanzo di Renzo e Lucia (Hayez) e infine documentari della RAI con spezzoni di film in tema, dagli anni '40 ad oggi. Palazzo Reale dal 22 ott. a feb. prossimo Louis Cartier' Castell o Sforzesco fino.al 29 ott. Milano:Progetti per una città Palazzo Dugnani, via Manin 2 fino al IO nov. DomenicoGnoli P.A.C., via Palestro 14, te!. 784688 9,30-12 14,30-17,30 chiuso mart., fino a nov. Sironi Tutti sanno ormai che cos'era il Novecento; tutti conoscono grosso modo la funzione di Sironi, pittore più o meno "ufficiale" di una certa parte della cultura fascista. A forza di mostre comme– morative, tutti sapranno, però, che il novecenti– smo di Sironi non era soltanto celebrazione e apologia, ma che , anzi, si allontanava fin troppo da quelli (secondo le "autorità" del tempo), e che c'è un aspetto di modernità nel suo portare la pittura sulle pareti delle sale universitarie (Re– porter, 24/9/85), dei palazzi pubblici, e anche sui manifesti, nel suo essere, come dice Argan, "sparso nell'aria, dovunque, in quegli anni: come una polvere che si posa su tutti". Tutti sapranno, soprattutto, che la sua era una pittura pregna di drammaticità e di forza autentica che sono qua– lità improbabili per chi volesse solo "ritornare" (all'ordine). Palazzo Reale, P.zza Duomo 9,30-12,20 15'30- 19'20 chiuso !un., fino all'8 dic. Kandinskija Parigi: 1934-1944 Prosegue la collaborazione fra le istituzioni civi– che milanesi e la Solomon Guggenheim Founda– tion di New York, a cura della quale è organiz– zata questa grande, dettagliata ed esauriente ma– nifestazione. quasi tutta la produzione dell'ulti– mo Kandinskij vi è documentata insieme ad una campionatura di lavori di altri artisti che viveva– no e operavano a Parigi in quell'epoca (ed erano molti, anche per motivi politici). L'arte kandin- Lectio f acilior Arte Povera È uscito già da qualche mese, anche in occa– sione della grande retrospettiva a P.S.1 di New York attualmente in corso, la nuova edizione dell'ormai noto volume di Germano Celant sul– l'a.rte povera. Fresco di stampa, poi, The Knot, ·sempre dello stesso autore. Sono passati quasi vent'anni da quella esplosione intellettuale ed ar– tistica, crogiolo di opere, di eventi e di personag– gi diversi come Mario e Marisa Merz, Zorio, Pi– stoletto, Kounellis, Fabro, Paolini, Boetti, Peno– ne. Calzolari, Gilardi ed altri ancora, accomuna– ti forse soltanto dalla posizione critica e proget– tuale del lavoro: un desiderio di radicalizzare un principio già presente nelle avanguardie storiche, quello, diciamo, del rifiuto dell'arte "rappresen– tativa" o mimetica. Il che non era poco. Il che si– gnificava non solo arte astratta, ma anche far si che il materiale - legno, paglia, corda, alluminio che sia - fosse l'opera, che il materiale, insomma, non fosse più "materiale", ma oggetto. Il che si– gnificava cercare e trovare l'energia vitale latente nella natura e nelle cose, anche in quelle più pic– cole (o più grandi), quelle di solito tralasciate dallo sguardo moderno. Decostruzione e rico– struzione. Il che significava anche spostare l'at– tenzione dalla fruizione dell'oggetto al valore dell'esperienza in sè, quella del soggetto che fa arte. li che significava, poi, arte comportamenta– le, Body art, Land art, arte postale e via dicendo. Insomma, una grande radicalizzazione, una grande apertura, una grande teorizzazione, una grande "rivoluzione", forse un contributo (un po' consapevole, un po· involontario) ad un pez– zo di storia rimosso. Allora, non si prevedeva skiana appare tesa in una ricerca di conciliazione e di sintesi fra i vari aspetti dell'astrattismo: le geometrie diventano ripartizione della superficie pittorica; le forme fantastiche sono spesso simili ad amebe e a cellule multidigitate. Ma sembra prevalere la frammentazione e si intuisce una tendenza decorativa che fa dell'eclettismo un po' Kistch dei lavori di quel periodo una curiosa an– ticipazione di molta pittura attuale ...Da notare lo sponsor: Ratti di Como. _ • Palazzo Reale, piazza del Duomo, te!. 871913 fino al 10 novembre Filippo De Pisis Colori lievi, pastelli, eterei e quasi trasparenti. Nature morte, rarefatte pitture di interno, tanti disegni di nudi giovinetti. L'estetica di Filippo De Pisis propende decisamente verso, chiamia– molo cosi, "secondo decadentismo". In effetti, gli influssi dell'avanguardia futurista sulle opere degli anni '10 e, soprattutto, la conoscenza di De Chirico e Savinio nel 1916 a Ferrara (dove De Pisis era nato) non servono a De Pisis per sviluP: pare un linguaggio avanguardista autonomo. È negli anni '30 che, fra pratiche esoterico-buddiste e viaggi a Parigi, decisioni di andare a "belare in .arcadia" e ricerche ·"essenzialiste", la sua pittura si caratterizza e trova collocazione storica. "Gli certamente il "nomadismo culturale" -e l'astori– cità della generazione postmoderna - pensieri de– boli, approcci morbidi, prògetti dolci ... Non si poteva immaginare l'eclettismo edonistico' del kitsch rivalutato e ritrovato, il bizzarro gioco sti– listico di molta pittura molto pittorica. L'Arte Povera si configurava come un modo di porsi, come slancio vitalistico e umano contro la "tecnologia", il multiplo, l'arte programmata, la Pop art, e perfino in opposizione al minimal nel quale, però, trovava anche le radici: "l'arte povera fu pertanto una legittima difesa di una cultura naufraga e stori_cacome q_uella..eur_opea ... DaÙ,-Àmenca nel 1966 arrivò la "condanna" di Stella e Judd ...l'arte europea veniva accusata di complessità e di decorativismo, quindi confusa e barocca rispetto alla simmetria e alla semplicità, all'essenzialità della pittura e della scultura ne– wyorkesi". Essa era fatta di "percorsi disordina– ti" e di "distruzione" più che di costruzione. La storia dell'Arte Povera? La racconta, un po' nostalgicamente forse, il suo padrino Celant: "Nel 1965, Jni interessai di arte programmata e dei suoi aspetti utopici... Le sere si passano di– scutendo, completamente "fatti", di arte e di vi– sione, in una stanza in corso Vittorio con tutti gli artisti torinesi... Nel 1967 i rapporti e le amicizie danno luogo ad una mostra a Genova, presso una.nuova galleria, La Bertesca, e ad un saggio– manifesto pubblicato su Flash Art". Poi, la mo– stra a Bologna alla galleria De Foscherari e la rassegna internazionale d'arte ad Amalfi. "Subi– to dopo ...incontrai Harry Szeemann. Ci scam– biammo le informazioni sulla situazione italiana ed internazio!1ale e un anno dopo-a- Bema,Harry-– organizzò W/ìen Attitudes Become Form ed io pubblicai Arte povera in 20 mila copie".Ma poi, verso il 1970 quando si realizza la mostra Conce– ptual art Arte povera Land art al museo di Tori- spazi si allargano come se in un lavoro ai ferri venissero a cadere improvvisamente delle maglie. Il bianco prende il sopravento. Degli oggetti ri– mane unicamente un'ombra, una lontana eco come in un'allucinazione" (Paolo Thea, dal ca– t.)...De Pisis muore nel 1956, in manicomio, dopo sette anni d'internamento. P.A.C. via Palestro 14, te!. 784688 9,30-12 14,30-17,30 chiuso martedì Luciano Baldesuri Mòlleldesip MolJilitede!dli dal '900 ad oai Palazzo della Triennale, viale Alernagna 6 no, Celant comincia a non usare più il termine "povero", forse perché, ormai storicizzato il gruppo, rischiava di divenire solo un'etichetta. Da allora, gli artisti ridiventano, agli occhi del critico, cani sciolti. Come mai allora lo ritira fuori adesso? "Passa– ti quindici anni, ritorno a riusare il termine ... quando è storicizzato e in prospettiva funziona ancora come 'conflitto' contro il ritorno all'ordì- - ne clella ricerca anni ottanta". Comunque, se Calvesi ci ha detto che "chi oggi fa arte povera fa un'operazione di assoluto conformismo", Celant su questo punto non si sbilancia. Critica certa– mente i citazionisrni, ma più che proporre, oggi, l.eoaetto Ca)llliello: dallapitma alla grafica Accademia di Brera 9,30--19sab. 10-13 chiuso !un., fino al 30 ott. Gallerie l'ittre KJmsowski Prima di tutto, erotismo. Il celebre scrittore, un po' filosofo (Roberte ce soir, 1953; Le Bapho– met ...) presenta alcune "grandes machines" di– segni fatti con matite colorate in cui atti di ~– nente seduzione, contatti (un po') osceni che– stanno-per-avvenire sembrano colti e riproposti come in foto istantanee. Comunque, pastelli e contorn i armoniosi relegano il potenziale pertur– ba.me a sfere lontane e ricordano che l' (<istanta– nea» n on è mai "reale", così come l'arte figurati– va è, ìn fondo, "astratta" (dalla realtà). Studio Marconi, via Tadino 15, teL 225543 FAl:Rmdla Francoise Lamhert, Bastioni di Pta. Nuova 11, tel. 650087 fino al 20 novembre A&soaWildiag Salvatore Ala, P.zz.a Umanitaria 2, tel. 5400612 AlllhéMamon Nike, via Turati 6, te!. 6559306 10,30-12,30 15,30-19,30 chiuso !un., fino all'8 nov. Sironi; co mposizi oni nmra]j Bergamini, e.so V enezia 16, tel. 702346 Igor Mitonj Sculture di un rafiinato interprete del classici– smo, già presentato in una grande antologica a Castel S. Angelo a Roma. Immagini di culture pa.Mate, "torsi" di guerrieri, antichi volti. Qual– che intervento ironico, di sapore vagamente con– cettuale. Compagnia del Disegno, via del Carmine 11, tel. 8053374 fino al 30 nov. Fa!Bto Pirandello Gian Ferrari, via Gesù 19, tel. 705250 Nao.-e Prollleaatidae della l'isualiti struttunata Una rassegna curata da Carlo Belloli, che pre– senta alcuni lavori di un gruppo di artisti (di va– rie generazioni) che si ritrovano intorno ad una tendenza che la galleria persegue con pervicacia anche (come adesso) lontano dalle mode: quella dell'arte detta "programmata" o, meno sempli– cemente, "costruttivist.a; concretista e cinevisua– le" (com_ stampa). I "23 operatori cromoplastici inoggettivi", fra cui Gianni Colombo, Grazia Varisco, Carmelo Cappello, Max Huber ecc., vo– gliono immettere il pubblico in una situazione GiuseppePenone,Albero di 7 metri, 1980- 1982. In alto: Siroai, Moado arcaico, 1945--46. ella pagina a fronte. dall'alto: Plmacake «Heroes OfThe Paintinp (Gaudio Ragni, RomoloPallotta, Gianni Cella);Tancredi, Frustare il drago??!,1960; Klos.sowski, Le bapbomet au momeot l'OWJI ( ), 1982. storiciz:za. Puntualizza. Distingue ciò che era nuovo ed importante da ciò che era epigonia. Mancano in generale, oggi, chiarificazioni teo– riche propositive. L'arte degli ultimi anni riaf– fronta il problema dell'immagine e della bellea.a (al di là di semplici ritorni a concetti neoclassici). Pone il problema della "visualità" dell'arte visiva e richiama l'attenzione sul problema dell'impatto psicologico ed emozionale della figurazione, di forme e di colori. Ma il lavoro di Celant è ugual– mente fondamentale, perché evidenzia la proget– tualità. Si può innnestare la ricerca visiva attuale - sulla base progettuale e _concettuale del passato? Rincollare i lembi. Parliamone un attimo (solo due parole, rubate in un caffé ...) con Celant. li problema dell'arte contemporanea in Italia si pone a vari livelli. Per esempio, non ci sono incen– tivi f,.scali alla donazione. In America. wmpri 4 IJ,uadri per 10.000 dollari. Aspetti che si rivalutano e ne doni wio ad wi museo deducendo 10.000 dol– lari do/le tasse. In Italia, non puoi donare. Paghi più tasse. Poi, qw manca il retroterra per l'arte contemporanea. Ci si adagia sul fatto che una "ci– viltà" c'è già stata in passato .... A me interessa la dimensione pubblica del lavoro, la scala urbana: cambiano i mezzi, le realizzazioni ... on m'inte– ressa /are "scoperte", ma che il mondo riconosca il valore là dove è. Ci sarà una rivalutazione degli anni '50 e '6() e riusciranno fuori Burri, Fontana, Piero Manzoni, La Savio, Vedova... C'è anche un lavoro do fare sulle "novità", ma non do baracco– ne. Me la prendo con le attitudini di molti di quelli che si occupano di arte contemporanea, .. G. Celaat, Arte Ponra, Electa, 1985, pp.278, L40.000 - Tlle Kaot Arte PoTera, 411emandi, 1985, pp.280, L70.000

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