Fine secolo - 12-13 ottobre 1985
ILCARNEr- DEt ,l,E CAMPAGNE IN CORSO Legge baleniera,commerciodi pelli, commerciodi carne di balena,metodi di pesca distruttivi, inquinamentodel mare, sonofra gli obiettivi tuttoraperseguiti da Greenpeace, conminor risonanzache nella peripezi_a di Mururoa. N el 1985 Greenpeace è stata al centro del'attenzione internazionale per la campagna contro gli esperimenti nu– cleari a Mururoa. Drammaticamente interrot– ta dalle bombe dei servizi segreti francesi che sono costate la vita a Fernando Pereira e l'af– fondamento del Rainbow Warrior, la campa– gna è poi ripresa con un'altra nave ed è tuttora in corso. Non per questo sono state interrotte le altre campagne per la protezione di specie animali e contro l'inquinamento chimico e nu– cleare. L'IWC approva con 25 voti contro 7 la messa al bando della caccia alle balene entro il 1985/86. Nel 1983 una nuova, parziale, vittoria: la Lon– don Dumping Commission approva con 19 voti contro 6 la sospensione degli scarichi di ri– fiùti nucleari nel mare per due anni. Ma il go– verno britannico decide di ignorare il bando provocando la scesa in campo del sindacato dei marittimi che invece decide di sostenerlo. Dopo un viaggio di propaganda nei porti del Mare d'Irlanda riprendono le azioni dirette contro gli scarichi dell'oleodotto Windscale. Vengono scoperte delle chiazze di petrolio ra– dioattive e ciò crea per mesi un grave imbaraz– zo nelle autorità di Windscale, che alla fine de– cidono una riduzione degli scarichi. Ma Greenpeace continua a premere perché la ridu– zione arrivi fino al livello più «basso tecnica– mente raggiungibile». Il Mec decide di vietare per due anni l'importa– zione di pelli di cuccioli di foca e derivati. L'Urss continua la caccia alle balene e Green– peace continua ad ostacolarla. Questa volta portando la protesta in territorio sovietico. Mentre il Rainbow Warrior incrocia al largo un gommone sbarca un gruppo di militanti nei pressi di una fabbrica dove la carne di balena viene trasformata per farne mangimi. La gente attonita prende i volantini in russo e guarda gli Non c'é pace per le balene Per quel che riguarda le balene, l'atteggiamen– to di Greenpeace è di vigilanza e di attesa. La moratoria votata dalle nazioni baleniere del– l'IWC prevedeva un periodo di tre anni per consentire di prepararsi alle conseguenze della cessazione della caccia. Questo termine scade a cavallo fra il 1985 e il 1986, ma Norvegia, Giappone e Urss hanno continuato come se niente fosse fino ad ora. Poi la Norvegia ha di– chiarato che si sarebbe attenuta alle indicazio- ) ni del Comitato scientifico dell'IWC il quale ha confermato éhe la specie che i norvegesi cacciano deve essere considerata protetta. L'Urss ha detto che smetterà nell'87-88, ma è quasi certo che si tratti di un tentativo di fare apparire come un semplice rinvio la volontà di non smettere affatto: Anche il Giappone ha detto che smetterà nel 1988, al tempo stesso ha fatto un accordo con gli Usa per poter uccide– re un certo numero di capodogli, specie già esclusa dalla caccia dall'IWC, senza incorrere invasori fino a quando vengono arrestati dalla polizia. Dopo qualche giorno verranno liberati ed espulsi. La notizia rimbalza in tutto il mon– do attraverso i giornalisti appositamente im– barcati sulla nave. Campagna contro gli esperimenti americani sui missili di crociera. Manifestazioni contro la società Hoffman-La– roche, quella di Sevesò, la cui sede sociale a Zurigo è bloccata per diverse ore. I militanti di Greenpeace sostengono agli scio– peranti che bloccano le miniere di uranio di Roxby Downs in Australia. Il commercio di pellicce, decimazione della vita sel– vatica Nel 1984 la Londond Dumping Convention decide di prolungare il divieto di scarico di re– sidui nucleari in mare fino al 1985 e la Gran Bretagna accetta di installare a Windscale nuo– ve tecnologie volte a minimizzare gli scarichi radioattivi. L'impianto per l'incenerimento di rifiuti tossici a Banereybridge, Scozia, annun– cia la chiusura dopo sei mesi di campagna in– tensiva di Greenpeace volta ad attirare l'atten– zione dell'opinione pubblica sulla presenza di nelle sue sanzioni._Ma Greenpeace e altri grup– pi protezionistici hanno denunciato il governo americano, perché in questo modo ha violato una legge che stabilisce che per nessun motivo si possono prendere decisioni contrasto con quanto stabilito dall'IWC senza incorrere in sanzioni. Nel caso particolare gli Usa dovreb– be ridurre del 50% le concessioni di pesca in acque· americane, il primo anno, e il secondo toglierle del tutto. Il tribunale ha dato ragione alle organizzazioni protezionistiche e ora il go– verno degli Stati Uniti ha 90 giorni per appli– care le sanzioni. Se saranno applicate il danno economico per il Giappone sarà grande perché la pesca in acque americane gli rende 500 mi– lioni di dollari l'anno, mentre dalla caccia al capodoglio ricava 20-30 milioni di dollari. In complesso il bilancio di questa campagna è positivo anche se a Greenpeace non si sentono ancor;:, di cantare vittoria. Tanto più,che il di- diossina nel terreno e nell'acqua attorno al– l'impianto. Una nave, il Mont Louis, che tra– sporta uranio esafluorite, affonda nel canale d'Inghilterra accentuando l'allarme per i tra– sporti di materiali nucleari. I sindacati dei ma– rittimi di tutta Europa minacciano di entrare in sciopero fino a quando non siano garantite misure di sicurezza e controlli più efficaci. FINE SECOLO SABATO 12*DOMENICA 13 OTTOBRE 19 vieto dell'IWC riguarda la caccia commerciale mentre è ancora consentita la caccia per «moti– vi scientifici» per la quale non è necessaria al– cuna autorizzazione, basta informare l'IWC e consegnare copia dei risultati della ricerca. In realtà anche questa della «ricerca séientifica» è una scusa che serve, tra l'altro, a mantenere ef– ficiente e a rinnovare la flotta -baleniera. Le navi di oggi infatti sono vecchie e basterebbe non sostituirle per far scomparire definitiva– mente la baleneria. La campagna per la difesa delle balene, che compie il suo decimo anno, non è ancora definitivamente conclusa e, forse, gli zodiac dovranno tornare a frapporsi fra i cetacei in fuga e gli arponieri_ Quattro anni di respiro per i cuccioli di foca La Cee ha recentemente rinnovato il divieto di importare pelli di cuccioli di foca e derivati. Anche questa volta però il divieto non è defini– tivo ma riguarda un periodo di quattro anni (la prima volta era stato di due). Il calo della domanda già prodotto dal primo divieto aveva portato ad un crollo delle uccisioni che que– st'anno sono state 4000. Ma le nazioni interes– sate stanno cercando di sviluppare il mercato asiatico anche con la vendita di organi genitali maschili presentati come afrodisiaci. Senza contare che il divieto di importazione in Euro– pa riguarda solo i cuccioli di foca di età infe– riore alle due settimane. Resta poi il problema che in alcune isole attorno ali'Alaska la caccia alle foche viene presentata come attività di sus– sistenza. Il che è, per Greenpeace, quanto meno dubbio visto che vengono prese solo le pelli, in--alcunicasi gli organi genitali, e il resto viene buttato a mare. Poiché in alcuni casi è davvero difficile tracciare un confine netto fra caccia di sussistenza e caccia commerciale, Greenpeace sta elaborando delle proposte al– ternative per l'e.conomia di queste popolazioni. Non comperate pelle di canguro La campagna contro la caccia ai canguri era iniziata come campagna nazionale, ma ora è diventata internazionale per poter intervenire La torre del Parlamento inglese e la Statua del– la Libertà vengono scalate e occupate per pro– testare contro il rifiuto delle superpotenze di concludere il trattato per il bando di tutti gli esperimenti nucleari. In otto paesi diversi -fra cui la Cecoslovacchia– vengono occupate le ciminiere di fabbriche che improvvisamente si trovano pavesate di stri– scioni contro le piogge acide. Viene lanciata la campagna «Liberiamo la Gran Bretagna dalle pellicce». Sui muri inglesi compaiono grandi manifesti con pellicce che lasciano dietro una scia di sangue e la scritta «Occorrono le pelli di 40 animali per fare una pelliccia. Ma solo uno per vestirla». Ai milioni di animali uccisi per le loro pellicce si aggiunge • la quantità sterminata di altri animali «inutili» o con le pellicce rovinate che incappano nelle trappole e vengono lasciati a morire sul posto. Sempre nel 1984 prende il via una campagna contro lo sterminio di canguri in Australia. La legge prevede l'uccisione di 3 milioni di anima- li (2 milioni nel 1985), ma stime non ufficiali parlano di 6 milioni. Greenpeace dichiara che se le cose vanno avanti così molte specie di canguro rischiano l'estinzione. Solo i paesi del- la comunità economica europea importano ogni anno circa I milione di pelli che vengono conciate e utilizzate per fare scarpe o altri og– getti di cuoio. e
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