Fine secolo - 12-13 ottobre 1985
In basso 1 inc,tenatisu unapia~orma oa cw vengono scancatia mare residuiradioattivi. Nellapa2ioaaccanto,sulleciminiere di unafabbrica cecoslovacca controle pioggeacide.Contemporaneamente 1 volontari-scalatori eranoarrampicati sulleciminieredi altricinquepaesi. \ più curati. Studiare i minimi particolari, le minime even– tualità che si possono presentare e come riuscire a non perdere il controllo e a regire in modo non violento è es– senziale. Poi c'è la preparazione psicologica che ciascuno fa per conto suo. Io sono convinto che l'aggressione pro– duce solo altra aggressione e che l'unica via è la non vio– lenza. Ma continuo a chiedermi cosa avrei fatto se avessi vissuto durante la seconda guerra mondiale e non ho an– cora trovato una risposta certa. Le difficoltà della non violenza Ci sono situazioni che mettono particolarmente alla prova questa vostra scelta? Una è stata sicuramente quando siamo intervenuti con– tro l'uccisione dei delfini alle isole Faroer. Lì non usano le ·navi con i cannoncini, ma delle grosse lance. Quando hanno capito cosa volevamo fare, si sono scagliati contro di noi per speronarci e si è creata una situazione di grossa tensione. Quando sei molto vicino, quasi a contatto fisico e vieni aggredito, se non hai una forte determinazione non violenta puoi perdere il controllo e combinare un di– sastro. Situazioni analoghe si sono create anche durante le c~mpagne sulle foche. Ci sono poi situazioni in cui non sappiamo ancora come mettere in atto azioni dirette. Come si può fare per esempio con i cacciatori di canguri? Difficile immaginare come affrontarli sul campo, magari quelli sparano ... Inq-uinamento e posti di lavoro Cosa fate quando decidete una campagna contro un 'indu– stria che inq~ina? Per prima cosa andiamo a parlare con la direzione e con il sindacato. Cerchiamo di convincerli che il nostro scopo non è chiudere la fabbrica o eliminare posti di lavoro, ma, possibilmente, di crearne. Ma soprattutto cerchiamo di spiegare che il lavoro non deve essere nocivo per chi lo fa e per l'ambiente esterno. Quando arriviamo a questi incontri in genere abbiamo già svolto una indagine su quell'industria, non solo, ovviamente, su quello che pro– duce e sull'inquinamento che ne consegue, ma, per quan– to è possibile, anche sulla sua situazione economica e fi– nanziaria, sui profitti, sulle possibilità che ha di fare nuo– vi investimenti. A partire da questo proponiamo dei pia– ni di riciclaggio dei rifiuti che producono nuovi posti di arriva una ingiunzione a cessare i tentativi di bloccare gli scarichi dalle navi. Dal canto suo Greenpeace rende pubblico un rapporto scien– tifico che segnala un numero di casi di cancro più elevato della media nella Columbia Britan– nica di nord ·ovest. All'IWC cresce il numero dei paesi orientati per la conservazione e sono accolte riduzioni importanti delle quote di balene cacciabili. La Russia prima dichiara di voler smettere la cac– cia, poi si rimangia la parola. Prima-visita alle - Isole Faroer (Danimarca) per protestare con– tro il massacro annuale di delfini pilota. - I servizi segreti francesi sequestrano, a Tahiti, il rapporto del movimento sul programma nu– cleare nell'Oceano Pacifico e i rischi di conta– minazioni. Nel 1982 Greenpeace produce un'ampia tlocu--- mentazione· sulle conseguenze dell'impatto· dei rifiuti radjoattivi scaricati dagli stabilimenti di Windscale e sostiene che la contaminazione della catena alimentare nel Mare d'Irlanda produce in media due morti all'anno. Prosegue anche l'azione diretta contro gli scarichi e la campagna ha grande risonanza nell'opinione pubblica quando i tre membri dell'equipaggio di un gommone che si era po~tato sotto la piat– taforma di scarico, evitano per un pelo di esse– re travolti dai bidoni contenenti materiali ra- Véngono da lontaf),o ANDY B001II E I BRANCHI • Ho cominciato a lavorare per Greenpeace circa un anno fa, avevo 23 anni e avevo da poco finito l'univer– sità. Vengo dalla classe operaia, mio padre é minato– re, e sono socialista. Ho studiato zoologia marina e mi occupavo in partico– lare di inquinamento da metalli pesanti. Per un anno intero mi sono dedicato interamente alla mia tesi: l'ef– fetto dell'inquinamento da zinco sui granchi. Mi sono accorto che· lo zinco che si trovava nello Humber, un fiume del nord, era sufficiente ad uccidere un granchio in poche ore. Ho scritto su questo argomento diverse comunicazioni scientifiche, ma mi sono reso conto ra– pidamente che da solo non potevo fare molto di più. Non potevo certo andare dalle industrie e dire: smette– tela. In altre parole ho capito che non sarei potuto uscire dal recinto della scienza e che quell'ambiente · non faceva per me. . Ho finito l'università e sono andato a lavorare in una fattoria del nord dell'Inghilterra. Addestravo i cavalli a saltare, ma non mi piaceva, cosi due anni fa sono an– dato a Parigi. Mi mantenevo vendendo orecchini per la strada fino a quando un grosso poliziotto mi ha caccia– to dal marciapiede e m( ha sequestrato tutti gli orec– chini. Sono tornato per qualche settimana dai miei ge– nitori, a Leeds. Sentivo però il bisogno di usare le mie conoscenze · scientifiche in qualche· forma di azione politica. Per spiegare alla gente cosa è e che effetti produce l'inqui– namento. Greenpeace mi offriva questa opportunità. Quando lavoravo per i cavalli avevo imparato a lavo– rare il legno. Quando ho saputo che Greenpeace ave– va·bisogno di carpentieri mi sono presentato per un periodo di lavoro volontario. Poi è successo che il re– sponsabile londinese delle campagne sull'inquina– mento è stato trasferito all'ufficio internazionale, loro sapevano cosa avevo studiato e cosa mi interessava, cosi mi hanno offerto di prendere il suo posto. lavoro e, a volte, anche materie prime per altre produzio– ni. In .certi casi abbiamo proposto dei veri e propri piani di riconversione produttiva. Di tutti questi aspetti si oc– cupa· la commissione di esperti che ha contatti anche con il mondo universitario. Ma voi lavorate anche all'inierno del sindacato? Alcuni di noi sì, ma non per problemi interni nostri. Sem- . plicemente perché l'obiezione che le industrie in genere ci muovono è che le nostre proposte creano disoccupazione e noi vogliamo essere presenti fra i lavoratori per dimo– strare che è vero il contrario. In questo abbiamo ottenuto dei risultati molto buoni, tant'è vero che alcune battaglie · le abbiamo vinte proprio perché i sindacati le hanno so– stenute. Una filiale italiana? Mettiamo che in Italia si voglia costituire un ufficio di Greenpeace, come si fa? Innanzi tutto bisogna che ci sia una richiesta effettiva e che si formi un gruppo che si mette in contatto con Greenpeace internation~I (che detiene in un certo senso il copyright dell'organizzazione). Se la richiesta appare fon– data vengono mandate persone con l'incarico di rendersi conto della situazione, di conoscere bene quelli che han– no avanzato la proposta, per valutarne l'atteggiamento e le intenzioni. Tra i requisiti fondamentali perché un grup– po sia autorizzato ad aprire una sede di Greenpeace c'è che tutti i suoi componenti credano e si impegnino ad ~sare solo metodi non violenti. I due emissari riferiscono, poi al consiglio di Greenpeace international. La decisione dell'entrata di un nuovo paese deve essere presa all'una– nimità. Se la decisione è positiva ·il centro internazionale fornisce il denaro per i primi due anni per salari, uffici, equipaggiamento ecc. Finito questo periodo il nuovo uf– ficio deve essere diventato autosufficiente, presentare un bilancio alla fine di ogni anno e versare una quota delle sue entrate a Greenpeace international. Appena ricevuta l'autorizzazione il gruppo deve costituirsi in società rego– larmente registrata. Da un lato una società a responsabi– lità limitata (Greenpeace limi_ted)che si occupa della or– ganizzazione delle campagne, dall'altro una fondazione (Greenpeace environmental trust) che si occupa della rac– colta dei fondi. A volte membri già provati dell'organiz– zazione vanno a lavorare nel nuovo ufficio per.mettere a disposizione la loro· esperienza. e dioattivi che l'equipaggio lancia in mare. La reazione di alcuni militanti è immediata: si ar– rampicano sulle gru di scarico e stanno lì per tre giorni facendo lo sciopero della fame. L'oc– cup~zione delle piattaformè di scarico è delle gru ritarda di molto i lavori con il risultato di una valanga di minacce. Comincia in Gran Bretagna una campagna contro la detenzione di cetacei in cattività e contro il loro sfruttamento commerciale nei delfinari. Il Mec discute per la prima volta la possibilità di interdire l'importazione di pelli di cuccioli di foca e dei prodotti derivati. ,La Vega ritorna a Mururoa per riprendere l'a– zione contro gli esperimenti nucleari, ora sot– terranei. E' accompagnata da una nave e da un aereo delle forze armate francesi. Quando su– pera il limite delle 12 miglia da Mururoa viene abbordata e sequestrata, due membri dell'equi– paggio sonQ espulsi a vita dalla Polinesia fran– cese. Uno di questi è il capitano John Castle che comanda la «Greenpeace» nella·campagna di questi giorni nel Pacifico. La Sirius visita Leningrado dove, dopo una manifestazione pacifica per la cessazione di tutti gli esperimenti nucleari, viene scortata fuori dalle acque territoriali.
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