Fine secolo - 28-29 settembre 1985

. FINE SECOLO * SABATO 28 / DOMENICA 29 SETTEMBRE iS<.f, '.'J'.;f :;:\;: J tr>>x, \, J; ,,;; '~, :\.~ ::s.:? ..• <:t: .•... _ }<< ,}·'· .. /ki)/i:>Y ,.<2::2 :.T>t:;ç\y< ·~ <E:i'./~;:hv:x2~Jtl\:.:;~: ';\/'.;~/C;;(f-;> \ ·:~zk· 5:"L~c.<;~):· ~\\('>btez··y/i1}!74;:':; 33 Un poeta divertente La stessa continuità troviamo per quanto ri– guarda l'attenzione agli studi danteschi del Pa– scoli. C'è da qualche anno, per fortuna, una ri– nascita dell'attenzione verso questo settore del– l'opera pascoliana; ma il_Garboli lo conduce con particolare continuità e delicatezza, lavo– rando su due fronti: sia per valutare questi la– vori danteschi nel loro insieme e nel loro svol– gimento, sia per accostarli all'opera poetica a meglio illuminarla. L'anno 1900 della Cronolo– gia è quello dove più a lungo e senza interru– zione si parla del lavoro del Pascoli su Dante, dell'uso e della funzione di questo filtro nell'o- pera pascoliana; si ritorna all'argomento nel– l'anno 1904 confrontando il carattere di que– sto lavoro con il secondo giudizio della com– missione dei Lincei, e nel suo rapporto coi ri– sorgenti studi danteschi in Italia. Ma colpisce lungo tutto il libro la persuasività e la delica– tezza con cui quest'opera viene tenuta presente per capire le poesie commentate. Considero in– superabile la nota 3 a Giovannino, di. cui cito solo l'inizio: 'fior caduto ecc.: metafofa usura– ta, di poco prezzo (che al Pascoli ossessionato da Dante non suonava tale, perché la riporta– va al sistema, da lui enfatizzato, di metafore silvestri e arboree del poema sacro e quindi a tecnicismo vegetale; (...)'. E di seguito, all'in- terno della parentesi, s1 cita un brano della Prolusione al Paradiso scelto veramente con mano felicissima. Peccato, non si può che andare per sommi capi, il libro bisogna studiarselo e una recen– sione serve solo se ottiene quel risultato. Ma per concludere riprendiamo la linea generale del lavoro, questa nuova interpretazione del– l'uomo e dell'opera, eseguita indirettamente, in un ambiguo tralice, come uno che frigge il pe-· sce e guarda il gatto; in una situazione per cui le dichiarazioni sul carattere e i limiti dell'ope– ra in corso assumono una capacità ironica che collabora grandemente al divertimento del let– tore: "I limiti in cui si deve tenere un cronogra- Pascoli con la soreUa Mariùal pontedi Campia pressoCastelvecchio. fo non permettono ..." annota virtuosamente il Garboli all'anno 1903 della Cronologia; e la pagina contiene uno straordinario suggerimen– to di lettura dei Canti di Caste/vecchio, in cui si avvia quello svolgimento che lo porterà a ca– ratterizzare l'ultima fase dell'opera pascoliana. Il Garboli usa qui la metafora di turba circola– toria, ma è una metafora significativa. All'an– no 1908 invece, l'ascesso perianale di cui il Pa– scoli viene operato può essere accostato senza bisogno di giustificazioni, trattandosi di una cronologia, all'analisi delle Canzoni di Re En– zio uscite appunto tra il 1908 e il 1909. A questo punto del libro, cioè alla fine della cronologia, il Garboli ha già pronta, elaborata ~ dispiegata, la struttura solida del suo lavoro; le successive tre parti di questa 'antologia', come egli la chiama, andranno ad allogarsi precise precise all'interno di questa struttura; il Pascoli testimonierà contro se stesso; il lavoro da lui svolto, la forma trovata, porteranno a giorno il lavoro non svolto, la forma non tro– vata di cui il Garboli parla all'inizio. Dalla Amorosa Giornata agli ultimi rintocchi funebri del Diario Autunnale si apre e si svolge la para– bola (di cui il Garboli ha già annunciato coll'a– nalisi delle Canzoni anche la fase finale) di un amore e di una felicità che non ci sono stati e di cui non è stato espresso nemmeno il deside– rio, precludendo così la via anche all'espressio– ne di ogni desiderio altro: "Ebbene, l'occhiata che il Pascoli ha gettato su re Enzio, spiandolo come un fantasma e prestandogli il malessere e la disappartenenza dei 'personaggi non realiz– zati' - punto inequivocabile di fuga da Carduc– ci e d'Annunzio, intorno ai quali l'esperienza pascoliana ruota fino a trovarsi, senza volerlo, di casa-nel Novecento - trova un antecedente "privato" nel piccolo orto del Diario Autunna– le, pieno di fiori e tropi cimiteriali, crisantemi, geminazioni, iterazioni, anafore, chiasmi. ecc. ecc., fiori di linguaggio morto che crescono sulla fossa dove la vanga spinge uno per uno tutti i ricordi famigliari. È l'ultimo colpo di terra. Guarito, liberato dal male, il bambino si dispone, puro, alla malattia". Una sola osservazione ancora. Il Garboli ritie– ne che il Pascoli sia un poeta divertente. Un in– segnante che abbia provato a invitare una clas– se a lavor_are sul serio sulle cose del Pascoli sa che la classe si diverte e si sorprende del suo proprio divertimento. Lo stesso succede a chi studia il libro del Garboli e convive con esso per tutto il tempo necessario a capirlo. Non mi pare che si possa pensare a un risultato miglio– re. --- I collaboratori d questonumero di Fine secolo_-----. Jacqueline RISSET insegna letteratura francese a Roma. Poeta e saggi– sta, sta traducendo in francese la Divina Commedia. Su Dante ha scritto "Dante /'écrivain. Intelletto d'amore". Daniel COHN-BENDIT è un nostro vecchio amico, di cui molto si sa, molto si crede di sapere, qualcosa si apprende dalla conversazione com– piegata. Carmen BERTOLAZZJ viene inviata da Reporter in porti e angiporti e ne riviene illesa. Sergio LAMBIASE aveva scritto per noi su San Domenico Maggiore a Napoli: come si vede, è topo di sacrestia. Raffaele VENTURINI ci for– nisce foto campane; ci seppellisce sotto foto campane. Paolo BERTOLANI è nato a La Serra di Lerici il 26 gennaio 1931. La– vora a Lerici come vigile sanitario. Ha pubblicato tre libri di poesia: Le trombe di carta (Carpena 1959). Incertezze dei bersagli (Guanda 1976), Seinà (Einaudi 1985, in dialetto); e uno di prosa: Il racconto della contea di Levante (Il Formichiere 1979). Il suo dialetto è il lericino, non quello che parla lui, ma quello che parlava sua madre. Le poesie qui pubblicate sono di questi ultimi mesi. Bruna CORDA TI MARTINELLI vive fra Pisa e Barga. Ha scritto per noi su suo padre, che dipinse anche il ritratto di Pascoli qui riprodotto. Cosicchè, trattandosi del Pascoli famigliare, anche noi siamo restati in famiglia. · Ginevra BOMPIANI è la curatrice della invidiata pagina settimanale dedicata alla poesia. Carolyn CHRJSTOV BAGARKIEV compila settimanalmente la rubri– ca degli appuntamenti d'arte. Calligaro, OL'79 e Vincino disegnano regolarmente per Fine secolo. Hanno variamente collaborato: Ovidio Bompressi, Gabriella Caramore, Ma!Jrizio Ciampa. Gianni Coppola, Antonio De Marco. Curano Fine secolo: ora Barbieri, Paolo Bernaccà, che si occupa della veste grafica. Marino Sinibaldi, Adr_0no Sofri, Franco Travaglini.

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