Fine secolo - 24-25 agosto 1985

. . . . h 'i In questepagine:Don Luigi Giussani,teologo di Comunionee Liberazione,FranlcSinatrain una immaginedi alcuniannifa, i tavolinidi piazzadel· Pantheon,"campiello"romano,HumphreyBogarte un~o gatto metropolitano fotografatoda Anna Mannucci. Nella paginaprecedente I ragazzidella via Paal e ClaudioMartelli. stinità, medica e penale. Se si fosse schiacciati dall'anta– gonismo fra il rispetto «divino» della vita che sta per na– scere, e l'impossibilità psicologica, affettiva, fisica, del tutto «umana» di accoglierla, alla fine sceglierei il diritto umano - non rinuncerei all'altro punto di vista, n~ ho bi– sogno, e tuttavia alla fine sceglierei il diritto umano, sog– gettivo. Un titolo di cavaliere... Non credi che si siano perdute, o almeno non utilizzate ab– bastanza, occasioni di discussione e di rimescolamento di carte formidabili fra gli schieramenti costituiti, sul «diritto alla vita» o sul rapporto con la natura, o anche su esperien- · ze come quella della Polonia? Magari scambiandole per vi– cende di un mondo arretrato, con la sua -arretrata Madon– na Nera, e il suo arretrato dispotismo sovietico, - roba da lasciare ai cultori di provincie e di medioevi, di papi polac– chi e di Parsifal. Parsifal, la vita secondo l'ideale, l'itinerario condiviso con i cavalieri - mah, in fondo siamo anche noi un po' come cavalieri, non dico di un altro esercito, perchè non ho esercito, ma di un'altra ricerca, di un'altra forma dì vita (in•fondo, di altre storie, esperienze). E' salutare che una comunità organizzata com'è CL, anzi ormai protetta e portata in palmo di mano, animi un dibattito sui valori. Non sempre i valori coincidono. Forse la situazione di ciascuno nel mondo è diversa. Per me, non condivido la premessa della loro filosofia, .che poi è quella di Del Noce, per cui ho un risp~tto intellettuale e personale, ma che in fin dei conti è una specie di -Lukàcs vaticano, con lo stesso repertorio di distruzione della ragione più (e so– prattutto) il marxismo. Non credo che la redenzione del mondo sarà opera di innocenti - e nemmeno di moderni «pentiti». La loro forza non è il semplice portato di un proselitismo efficiente o scaltro. Questi cattolici sono, sulla scorta ·del papa, «post-socialisti», per-così dire. E' qui fa leva della loro possibile superiorità strategica, e della loro conqui– sta di posizioni. La loro guida non è solo un pontefice, ma un ex-operaio che ha attraversato la storia mondana · del marxismo, vivendolo antagonisticamente e riuscendo alla fine a sgominarlo, nel punto in cui al comunismo si è contrapposta la classe operaia e il mondo intero del lavo– ro come Solidarnosc. Ora questa non è nè una p~rabola della Polonia attardata, nè una versione cristiana del khomeinismo: è una grossa lezione anche per l'Italia, la dimo~trazione che il comunismo non sarà superato «in avanti» ma per così dire in indietro. · I compagni restituiti a Sinatra I miei rapporti personali con questo rriondo cattolico sono stati brevi., e non simpatizzanti. Conobbi per un paio di pomeriggi don Giussani,. ma finì rapidamente in lite, per la mia impertinenza, probabilmente. Mi era in– sopportabile il loro indottrinare i ragazzi, quell'improvvi– so sparire di compagni di scuola che fino a un momento prima stavano giocando con te, e ora erano finiti al «Raggio», sottratti, ingoiati. Era la fine degli anni '50, io ero ateo fervente, ero andato lì a provocare, e a vedere di riportarmi indietro qualcuno degli scomparsi, e restituir– lo alla vera vita, Sinatra, Camus .... La mia conversione all'ateismo, al ginnasio, l'avevo commemorata con un poemetto in cui scaturiva inevitabile dalla rivoluzione, la guerra di Spagna, gli orrori della guerra civile. (Lettera– riamente, era forse ·meglio un altro poemetto che scrissi in esametri latini sul primo amore). Tornando a don Giussani, è sicuramente il miglior im– presario politico-religioso fra i tanti, di tante sponde, che operano in Italia. Ha molti talenti, e li trasfonde nelle sue successive organizzazioni: una combinazione di ortodos-· sia e rigidità da una parte, duttilità e plasticità a costumi e linguaggi del momento dall'altra. Giorni fa un trafiletto su qualche giornale dava notizia di un processo cecoslovacco in cui erano stati condannati a cinque anni tre contrabbandieri: la merce contrabbandata FINE SECOLO* SABATO 24 / DOMENICA 25 AGOSTO 25 erano alcune decine di crocefissi e di rosail. Un interessan– te-documento sull'evoluzione della domanda interna, oltre che della legalità socialista. Non è una notizia da pòco, per un regime convinto che la religione sia 1:oppio dei popoli: in fondo lì hanno messi dentro per traffico di droga. Da noi si va dentro per l'op– pio, senza allegorie. Il vecchio mondo A che cosa ti fa pensare il tema del Meeting di Rimini? Non sò, finora, molto più del solo titolo. Immagino che Superman·, un eroe della comunità, uno Zorro che vola, abbia più confidenza con le generazioni recenti di Parsi– fal. La bestia non implicherà un disprezzo per gli anima– li. Soprattutto, spero che non ci sia una triade della mar– cia verso la degradazione, un'inversione delle magnifiche sorti e progressive: peraltro anche il Medioevo sarebbe (probabilmente Io è stato) un regresso nei confronti del– l'epoca classica. Ma la storia del mondo è più ricca di viavai, di spiegazioni e di religioni. Ci sì può chiedere quando finisca la giovinezza anche nel– la storia del mondo. Dopotutto, l'industrialismo è stato una tappa senza la quale non sarebbero immaginabili le possibilità materiali, e perfino teoriche, della coscienza ecologica. Altre lotte, che non muovano da qui, mi paio– no avere meno senso. Sei imbarazzato o compiaciuto de/l'eventualità di avere ascendente sui più giovani? Ma lusingato senz'altro, vistò che sono padre, ex-profes– sore, e politico. Non è il mio fine, il mio impegno, è un risultato possibile e piacevole di una leopardiana vaghez– za. Del resto nessun culto della giovinezza ripara dalla scoperta della sua scomparsa. Irreparabile, appunto, è l'aggettivo che si accompagnava alla fuga del tempo. Quanto agli aggettivi, la giovinezza è l'unica età della vita che ne fa a meno: si parla della serena vecchiaia, dell'età adulta matura, della innocente infanzia, ma quando sì è giovani, si è giovani e basta. Tutto è misurato dal tempo, unico valore-merce che non ha ricambio - il tempo della propria vita - e non è un caso che il tentativo del Super– man. contemporaneo sia di dilatare la giovinezza, antici– pandone l'arrivo e dilazionandone la fine - un Superman aerobico, cosmetico... Cosmesi per l'anima Una bella espressione barocca, di un tuo concittadino cre– do, Federico Borromeo, parla della "cosmesi dell'anima". C'è sempre, latente, in Ital,ia il rischio della controrifor– ma - che gli estremi, la cosmesi dell'.anima appunto, cor– poralità e trasfigurazione, si compromettano in _unareto– rica sublime, al di sopra e al di fuori dei problemi di uo– mini e donne. Retorica moderata e rivoluzionaria, due facce dell'Italia che non cambia, o cambia a questi ritmi, magari due volte in un secolo - magari capiterà che que– sta fine secolo cambi qualcosa dell'inizio, ci ricongiunga a un prima e ·ci metta in condizioni di affrontare il dopo. Non è stato un gran secolo, diciamolo. Il Novecento ha un aspetto di macelleria che fa spavento. E va ·tramon– tando così, fra discorsi di autisti che auspicano carnefici– ne di massa in nome dell'equilibrio demografico. Tutta– via l'umanità è pìù in grado che mai di influire.sul pro– prio destino. La sola etica accettabile discende da un mite individualismo di fronte a questa verità, e alla coscienza dei limiti ecologici sorpassati. Dalla sintesi continua fra bisogno ecologico e sociale, e qualcosa che è più di un bi– sogno, la riserva inviolabile dell'individualità. In un uni– verso di 4 miliardi, o si è miti, o ci si distrugge e si di– strugge il pianeta. Un'etica pacifica, dell'argomento, del– la persuasione, di un consenso sempre meno organizzato e sempre più libero, grazie anche alla crescente accessibi– lità alle fonti su cui si forma l'opinione. Alla fine contano gli accessi individuali alle opportunità di vita - non solo alla possibilità di farcela, ma di vivere secondo proprie qualità, e scopi. In un ambiente più fidato, amico e vario– pinto - e anche lontano, selvaggio, oscuro.

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