Fine secolo - 20-21 luglio 1985

preti si guadagnano la vita facendo i lavori più umili: fuochisti, spazzini, addetti alle pulizie. Non già preti-operai per scelta ideòlogica come ·nella Francia degli anni 50, ma operai- preti per costrizione. · Delle attuali tredici diocesi in Cecoslovacchia dieci non hanno ancora un vescovo perché il governo si rifiuta di approvare le nomine della Santa Sede. I cattolici praticanti subiscono persecuzioni e discriminazioni nella vita pub– blica e professionale. Viene impedito qualsiasi tentativo di dare una educazione religiosa ai bambini. In teoria é possibile esigere un'ora di catechismo nel ciclo della scuola elementare ma la richiesta deve essere sottoscritta da tutt'e due i genitori che si presentano alla scuola. . Solo se essi resistono ai ricatti e alle minacce dell'insegnante potranno ottenere l'ora di reli– gione per il proprio figlio. La carriera d~ll'i~se: , gnante stesso dipende dal numero degli alhev1 che rifiutano di partecipare ai corsi di religio– ne. Qualsiasi riunione di credenti fuori dalla chiesa e dagli orari fissati é severamente proi– bita come attività·legale, come pure ogni tenta– tivo di stampare o diffondere materiale religio– so. Tutte queste misure. riguardano prima di tutto la chiesa cattolica, che é la più numerosa. Ma anche le chiese protestanti e gli ebrei sono vittime della repressione. -Per questi ultimi dopo la morte del grande rabbino di .Slovac– chia nel 1978 non esiste più un rappresentante ufficiale della religione ebrea in questo paese. L'obìettivo della repressione anti-religiosa é stato chiaramente espresso alcuni anni fa da un membro del Comitato centrale del Partito comunista slovacco: «stiamo ormai diventan– do un paese dall'ateismo di massa». La norma– lizzazione voluta da Husak, dopo che i carri armati sovietici soffocarono la breve stagione della primavera di Praga nel '68, trova nella chiesa uno dei principali punti di resistenza. Il regime succeduto al governo di Dubcek ha cer– cato di garantire un minimo di benessere eco- . nomico alla società ceèoslovacca puntando su molti aiuti dall'Urss, al contrario di quanto av– ven~to in Polonia dopo il golpe di Jaruzelskj 'del 1981. Nonostante i gravi problemi che pre– senta lo sviluppo economico della Cecoslovac– chia il livello di vita dei suoi abitanti si colloca ai primi posti dei paesi del Com~n. ~o~ é quindi dall'economia che nascono disagi e m- - quietudini. E' piuttosto l'immobi~smo ass?lu– to di un regime che non vuole discostarsi da una rigida ideologia mane-leninista a rend.ere pesante il clima politico e soc_iale che si respira in questo paese. . . II movimento di Charta 77 ha un ruolo dects1- vo ma più nel senso della testimonianza che dell'efficacia politica. Il suo maggior rappre– sentante é un drammaturgo, Vaclav Havel, che invita a riscoprire .l'etica della responsabilità personale contro quello che lui chiama il pote– re impersonale. Gli aderenti di Charta 77, circa un migliaio, tengono vivo il sogno riformista di quindici anni fa. Quelli che nel '68 ~rano po: litici intellettuali, giornalisti di fama, ora s1 trov;nò al fondo della scala sociale. Per i più indomiti c'é la prigione, per i meno coraggiosi il ricatto costante delle misure amministrative, vale a dire licenziamento dal lavoro, estromis– sione dall'università ecc. Come la maggior parte dei cecoslovacchi an– che i cattolici per molti anni si erano pressoché rassegnati a questa situazione di impotenza. Del resto anche la cosiddetta Ostpolitik del Vaticano, inaugurata all'inizio degli anni '70, cercava di trovaJe un modus vivendi con il re– gime. La politica dei piccoli passi ottenne ne! i 973 la nomina di: tre vescovi. Per contro s1 chiudevano gli occhi davanti alle prepotenze del regime e si taceva sulla organizzazione del clero filogovernativo 'Pacem in terris', una as– sociazione voluta dai comunisti che nel 71 ave- chia dove la tradizione cattolica è molto forte e presenta caratteristiche quasi polacche, nel re– sto del paese la chiesa rappresnta una mino– ranza, circa il 30%. Soprattutto in Boemia c'é una tradizione laica che si è alimentata già ai tempi dell'eresia Hussita e che ha poi avuto un grande ruolo nella formazione di una coscien- za nazionale. · Ma dal 1980qualcosa cambia. Gli avvenimenti polacchi, il pontificato di Giovanni Paolo !l_e i suoi continui riferimenti alla comune ongme spirituale dei popoli europei oltre la divisione fra est e ovest, una progressiva riscoperta da parte di molti giovani dei valori religiosi anche come protesta contro la cappa di piombo di un materialismo soffocante, sono tutti fattori ché hanno riproposto _lacentralità della chiesa nel– la vita cecoslovacca. Perfino l'anziano primate di Boemia, l'ottantaseienne cardinal Frantisek Tomasek, sembra vivere·una seconda giovinez– za e resiste alle pressioni del regime. I rapporti fra il governo di Praga e il Vaticano volgono ormai al peggio: nel marzo dell'82 la Santa Sede dichiara illegale dal punto di vista del di– ritto canonico il movimento fiJogovernativo 'Pacem in Terris'. In questi ultimi tre anni i nuovi aderenti sono stati scarsi: su un totale di circa tremila sacerdoti i ·membri della 'Pacem in Terris' sono meno di un -terzo. Il governo di Praga ha risposto intensificando gli attacchi alla chiesa e in particolare alla persona di Wo– jtyla, definito «uno dei più reazionari pontefici di questo secolo» (dal settimanale "Trybuna" del· marzo 1984). Alla campagna repressiva e propagandistica si accompagna una strategia che punta sulla divisione interna della gerar– chia cattolica.· ·Quasi ogni giorno. la stampa elogia monsignor Josef Vrana, amministratore apostolico di Olomouc in Moravia, recente– mente decorato con la medaglia d'onore della Rep4bblica Socialista Cecoslo;acca e ricevuto con simpatia all'ambasciata sovietica di Praga, capofila dei vescovi per la 'Pacem in Terris'. Il cardinal Tomasek, che il papa ha definito pub– 'blicamente «una quercia dello spirito», viene invece trattato -come un povero vecchio fuori · della realtà e tenuto praticamente in isolamen– to. In una tale situazione l'anniversario di S.Me– todio non poteva che diventare l'oggetto di uno •scontro fra chiesa e stato. Qualcosa di preoccupante per le autorità era già avvenuto il IO aprile scorso a Velehrad, il piccolo paese della Moravia che fu sede di Metodio ed ora ospita la sua tomba. Quel giorno, si riunirono oltre mille sacerdoti mentre migliaia di fedeli gridavano «vogliamo il papa!». L'anno scorso una lettera con ventimila firme era circolata per tutto il paese proprio con questa richiesta e Ii cardinal Iomasek l'aveva atta.propna mvi– tando Giovanni Paolo II alle solenni celebra– zioni previste per il 7 luglio 1985 proprio a Ve- La parabola di un~ enciclica insolitamente annunciata aveva ripreso il negoziato con il suo in_terlocu– torè cecoslovacco, !'·ingegner Vladimir Janku, segretario dell'ufficio governativo per il culto. I colloqui (?rano poi continuati nel luglio a Roma. Ma l'impasse sembra totale. Sul pro– blema più cruciale, quello della nomina dei ve– scovi, non si profila alcun comprom_esso.Sul resto della questione religiosa sqlo parole. L'u– nico piccolo fatto é stato' il permesso accorda– to al Vaticano di introdurre in Cecoslovacchia 10 mila messali. Anche l'ultimo incontro al vertice, fra il segretario di stato Casaroli e il leader cecoslovacco Husak, avvenuto sabato 6 luglio nel castello di Bojkovice, secondo fonti attendibile sarebbe stato molto deludente. I 200.000 di Velehrad Mentre la diplomazia segna il passo i cattolici cecoslovacchi si muovono. Quanto~é accaduto due settimane fa a Velehrad é qualeosa di asso– lutamente eccezionale. Peccato che gli inviati speciali, che di solito non si perdono una ma– nifestazione di massa, non abbiano pensato alla Cecoslovacchia in quei giorni. Purtroppo, quei pochi che ci hanno pensato, non hanno ottenuto il permesso, e le immagini dell'avveni– mento sono state riprese solo dalla televisione I termm1 della questione sono chiari: da un cecoslovacca. Le uniche notizie non ufficiali lato vi é chi, come il governo, vorrebbe ridurre sono giunte dai corrispondenti delle agenzie· la festa ad una sagra paesana nel bel verde del- straniere residenti a Praga. Un fatto ecceziona– la Moravia. Dall'altra coloro, il cardinale in le dicevamo. Quasi duecento mila persone si testa, che desiderano dare rilievo al significato sono date appuntamento in un piccolo paese universale dell'anniversario. Quando un mese della Moravia senza che nessun organo ufficia– e mezzo fa, mi sono recato dal cardinale di le o notizia di stampa avesse mai accennato ai Praga per chiedergli un'intervista, l'anziano festeggiamenti in programma per il 7 luglio. porporato colse l'occasione per preannunciare Anche i settimanali cosiddetti cattolici control– l'enciclica 'Slavorum Apostoli' che sarebbe lati dai' movimento 'Pacem in Terris' riporta– statapubblicata poi il 2 luglio. Un simile vano solo notizie sui colloqui internazionali preanmmcio, del tutto inusuale' nella storia delle 'Chiese per la pace', in svolgimento a Pra– della chiesa (finora le encicliche, cioé le lettere ga gli stessi giorni. a tutta la chiesa, venivano ann_unciatesolo dal Neppure sulle bacheche polverose in fondo papa) mi aveva stupito ma il cardinale mi ri- alle chiese di Praga era mai stato posto un av– peté più volte la stessa frase: "Sì, ci sarà un'en- viso. Eppure in tutta la Cecoslovacchia si è ciclica per la festa di S.Metodio'.'. In questo passata parola. Il tam tam clandestino portava modo ha voluto lanciare un sfida esplicita alle anche un'altra indicazione: la sera prima della dichiarazioni del governo di Praga secondo cui festa ci sarebbe stato un grande raduno giova– «Ja celebrazione di Velehrad é un fatto interno nile. E infatti almeno ventimila giovani, sabato al nostro paese». 6 luglio,'erano arrivati alla basilica qarocca di Due giorni dopo che l'intervista é comparsa Velehrad con sacchi a pelo e chitarre, superan– sul Sabato, in Cecoslovacchia sul quotidiano do i controlli della polizia che circondava tutta Lidova demokracie esce la smentita, fatta non la zona. Il giorno seguente alle dieci in punto già dall'interessato ma dal suo sorv~gliante, ~l la celebrazione per San Metodio. Prende la pa– vice segretario dell'ufficio governativo per Ii rola il ministro della cultura Milan Klusak. culto, Frantisek Jelinek. Più difficile, sfortuna- «Questa è una grande festa della pàce» attacca, tamente per lui, smentire l'enciclica di Giovan- ed è subito-sommeFSoda-una-bordata di fischi. ni Paolo II che esce puntualmente all'inizio di Tutte le volte che accenna a ·«Cirillo e Meto– luglio come Tomasek mi aveva preannunciato. dio» la folla lo corregge: «/ santi Cirillo e Me– Nell'enciclica, «il primo papa chiamato dal todio!». Le parole del ministro sono coperte mezzo delle nazioni slave», esalta-il valore at- dagli slogan-che si-alzano daclcortile di fronte tuale per l'Europa dell'opera dei santi Cirillo e alla basilica stipato fino all'inverosimile: «Vo– Metodio che già nel 1980 erano stati posti gliamo il papa!». E ancora: «Libertà per la come patroni di tutto il nostro continente ac- chiesa». Applàusi a non finire invece per il car- . canto alla figura di S.Benedetto. Ormai la bat- dina! Tomasek e per l'inviato del papa il cardi– taglia esce dal campo della polemica giornali- nal Casaroli che tiene l'omelia in lingua ceca. stica ed investe la chiesa. Il governo di Praga In molti c'è la convinzione che il testo l'abbia rifiuta il visto di ingresso ai cardinali Koenig scritto di suo-pugno papa Wojtyla, che cono– di Vienna, Lustiger di Parigi, Hutnç di ~ondra, see molto-bene questa lingua-slava. «Il papa è Glemp di Varsavia, che vorrebbero recarsi a qui, presente spiritualmente fra noi» dice il Velehrad per le celebrazioni del 7 luglio. Già cardinal Casaroli. Il suo discorso non contiene prima era stato rifiutato l'ingresso allo stesso alcun accenno politico ma insiste sul valore 'Giovanni Paolo Il. Unico cardinale straniero .universale dell'opera dei due apostoli dei po– ad essere presente in Cecoslovacchia é il ségre- poli slavi. E' dal l 968 che in Cecoslovacchia tario di sta.to Agostino Casaroli. Il papa l'ha non avveniva una manifestazione religiosa e in~ato come suo rl!J!P~~~~y.1e~rJo~a!~ ~popolar-e--0osi-imponente:--ba--:normalizzazion_e . le autorità di Praga sottolmeano che «Ii c_ard1- di Husak nònostante tutto, non è una macchi– nai Casaroli si trova in Cecoslovacchia su invi~ na perfetta come l'avrebbe voluta il .Grand~ to del nostro governo». Il suo nome a Praga e fratello. E già qualcuno, all'interno dei palazzi legato alla ostpolitik va~cana. Fu infatti C~sa- del potere che danno sulla Moldava, stanco roli ché nel 1983 riuscì ad ottenere la ratifica dell'immobilismo del vecchio Husak, preoccu– dal governo comunista di Praga alla_nomina_~ ..pato della nuova vitalità della chiesa, insospet– tre vescovi. Da allora ~ess_unpasso_m avanti e \ito dal nuovo corso del Cremlino imposto·~al tato compiuto nella difficile trattativa fra Pra- movane Gorbacio"., sta pehsando ad una (pie– ga e Vaticano. - co,)!l) liberalizzazione cecoslovacca. Ma sarà Nella primay~ra dello _scorso~_anno -l'inviato sempre tropp? per il partit<?comunista e trop– .va-sostituito-i:-'-Preti-perla pace":-lnsommwper molti ~ni la chiesa ha voluto salvare la sua sopravvivenza senza scontrarsi direttamente con il potere. Del resto, se si esclude la Slovac- 1 . ___:_.........__ __ ~-------- ............... -------------.............._---------~----------, _-:---'.__.._ ______________ _ lehrad. . speciale della, ~anta, Sede,,.monsignor _P<>ggi, po poco per I cec9sloyacch1,

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