Fine secolo - 8-9 giugno 1985
Augustm Earle (1793-1863) é visgito alla vigilia del tempo della fotografia. La sua ambizione di via~atore e disegnatore infaticabile era quella di OD moderoo reporter, descrivere ogni luogo «finora non visitato da alcun artista». Fu fra l'altro con Darwin sul Beagle. In Australia, a Canber– ra, si conserva la più ricca raccolta di sue opere. Le due immagini qui ri.Prodotte si intitolano «Solitudine - Tristan d'Acunha - Guardando l'oriz– ronte» (1824) e «L'uomo che uccide gli albatros » (stessa data). La pnma, e r,iù suggestiva, raffigura il giovane pittore seduto col suo cane, al tramonto, con lo sguardo volto a scorgere una vela, e poi tornato indietro in OD espressmne di malinconia sognante. Si può osservare che, sul trat– to di spi~a a sinistra, giacciono insabbiate alcune balene. La seconda imm~ illustra il massacro di albatros adulti compiuto a bastonate, per vendere le ali. L'uccisione o l'irrisione degli albatros è il sacrilegio cantato nella «Ballata del vecchio marinaio» di Coieridge, e in una celebre poesia di Baudelaire. state sviluppate per l'amministrazione di fore– ste commerciali. Nel caso di ferrovie, la bruciatura fu formal– mente richiesta per rimuovere il pericolo che poteva sorgere dalle sciJ;Itilledelle locomotive. L'incendio è ancora praticato per ridurre i ri– schi dei fuochi fomentati dai treni e per proteg– gere le traversine di legno se scoppia un incen– dio sul territoriò adiacente. Studiosi attribuiscono la capacità della Swain– sona p/agiotropis di sopravvivere sulle riserve ferroviarie che vengono incendiate nella tarda primavera o all'inizio dell'estate, alla prima fioritura di questa specie. Per contrasto, altre specie dalla fioritura ritardata sono state elimi– nate dalla bruciatura prima della fioritura e l'inseminazione. L'esclusione del fuoco può influire negativa– mente su specie in pericolo che dipendono dal fuoco a certi livelli di crescita per ridurre la competizione. La Diuris Punctata var. albo-vio– lacea è una rara orchidea che cresce vicino a Melbourne. Una piccola area di questa specie fu affittata alla Società per la Conservazione . delle Piante originarie dalle Ferrovie della Vi– ctoria. Per diversi anni l'area affittata fu esclu– sa dal programma annuale di bruciatura per le riserve ferroviarie con il risultato che la The– meda australis ("erba del canguro") divenne dominante ·e concorrente con l'orchidea. Una zona più vasta di circa 700 metri quadrati fu inclusa nell'area riservata per circondare un numero di piante che avevano continuato a so- pravvivere nell'area regolarmente bruciata. Nel 1979, 59 piante di Diuris punctata var. albo violacea furono registrate ma nel 1981 solo nove piante furono viste in fiore. La zona fu bruciata ai primi del 1982 e nella primavera di quell'anno furono contate 53 piante. Si pensa che il fuoco abbia contribuito alla presunta estinzione di 4 specie, Croton magne– ticus, Hakea pu/vinifera; Helichrysum o/igo– chaetum, e Leucopogon pogonocalyx. Concorrenza di altre piante Le piante sono state introdotte dall'uomo in Australia sia intenzionalmente che incidental– mente. Si pensa che almeno tre specie (Datura leichardtii, Solanum erianthum e Centratherum punctatum, furono introdotte nell'Australia precolonizzata dall'America centrale e meri-· dionale per mezzo del commercio tra Spagna e Portogallo nel Pacifico con le Filippine e l'In– donesia. Il modo esatto di entrata è incerto, ma si sa che Macassans fece visite annuali nel- 1' Australia del nord nel 18mo secolo per racco– gliere il Trepang, la lumaca di mare commesti– bile. Si trascorrevano due o tre mesi a terra, crean– do così l'opportunità di introdurre alcune piante, intenzionalmente o no. Anche il Tama– rindo si presume sia stato introdotto durante . queste visite. Specie estinte e in pericolo,e fattori di minaccia Minaccia Pascolo domestico selvatico indigeno Agricoltura Sfruttamento dei boschi Lavori stradali Miniere.- e cave _ Urbanizzazione e sviluppo industriale Raccolta orticola Fuoco Concorrenza. Erbicidi Rarità della popolazione relativa Vari Non noti I I Numero di specie Numero di specie-in pericolo presunte estinte M;naccia Minaccia Minaccia ·presente presunta passata e futura 29 44 46 21 21 28 2 5 7 45 158 110 I 14 12 . 1 8 54 l 1 'i J4 ~· ·- 7 22 23 o 3 13 4 5 29 2 3 55 o 7 8 o o 25 I 8 21 15 9 o I 'l I e- Indubbiamente l'introduzione di molte piante è avvenuta a partire dal 1788. Non vi è nessu– na pianta originaria che dia una sostanziale ri– sorsa alimentare per gli europei, sebbene molte specie fossero utilizzate dagli aborigeni. Tutti i frutti comuni, vegetali e cereali ora coltivati in Australia ebbero origine in altri paesi. Altre specie furono introdotte per legname, pascolo e orticultura ornamentale. Alcune specie intro– dotte sono sfuggite dalle zone coltivate per competere con le specie originarie. L'invasione del fico d 'lnt.ia Generalmente le "evase" si sono impiantate più prontamente su zone disturbate, come bor– di stradali o fattorie abbandonate, ma l'intro– duzione orticulturale, come per la Lantana ca– mara, l'Ulex europaeus, l'Opuntia e il Ligu– strum sono esempi ben noti di specie stabilite. in territori relativamènte indisturbati. Il fico d'India (Opuntia-ficus indica) dà un buon esempio dell'estensione che può essere invasa da una specie esotica avversando la ve– getazione originaria. Circa nel 1839 una pianta conservata di fico d'India fu portata da Sidney a Scone nel New South Wales, e tra il 1840 e il 1850 molte talee furono piantate per formare– siepi di delimitazione delle proprietà. La pratica di"piantare tali "steccati viventi" fu comune prima dell'introduzione delle reti. Una colorata veduta di lnvermien, dipinta ·dal fa– moso pittore Conrad Martens nel 1862, com– prende un largo gruppo di fichi_d'India sullo sfondo, dando una. prova della presenza di questa pianta straniera. Quando ci fu la semi– na, il fico d'India cominciò a invadere la terra circostante, e nel 1884 dava già noia a Darling Downs, nel Queensland, 700 km a nord di Sco– ne; nel 1900 si stimò che 4.000.000 di ettari fos– sero coperti da questo flagello. Uccelli come l'emu, il corvo e la gazza dello scrubb (steppa australiana) furono ritenuti i principali spargi– tori di semi, e se ne premiò la cattura. Si stima dai pagamenti delle taglie che 335.000 uccelli furono uccisi, compresi 252.000 emu. Nel 1925, 25.000.000 di ettari deWAustralia orien– tale erano infestati e il fico d'India si espande-– va circa a 100 ettari l'ora! Il danno alla vegeta– zion~""lraLi~attraverso-1.rconcorrenzcrfweon– siderevole, e vanno considerati anche gli effetti collaterali di più di 3 milioni di kg. di pentossi– do di arsenico impiegato dalla Queensland Commission nel tentativo di controllare il fla– gello. Il notevole controllo ottenuto usando l'insetto Cactoblastis sp. è ben documentato come uno dei successi spettacolari di controllo biologico. Molte introduzioni di piante e a~- FINE SECOLO * SABATO 8 /. DOMENICA 9 GIUGNO .. ... mali furono fatte sotto il rispettabile patroci– nio di organizzazioni chiamate Società di Ac– climatamento. Il meccanismo fisiologico per cui le specie eso– tiche possono causare il declino di quelle nati– ve non è pienamente compreso. La competi– zione per il nutrimento del terreno e l'umidità è chiaramente importante. L'ombra, che inibi– sce la crescita e 1mpedisce che la rigenerazione divenga stabile, è pure rilevante. Può darsi che alcune specie introdotte siano asilo di insetti e pesti fungine che attaccano le ·piante origina– rie. Due specie , la Festuca benthamiana e l' Hydatella /eptogyne si presumono estinte al– meno parzialmente a causa della competizione, che è considerata una minaccia del passato per tre specie e una minaccia prese0:te e futura a queste e altre 52 specie in pericolo. Erbicidi Gli erbicidi vengono usati oltre la bruciatura, il taglio e l'incrocio per controllare la vegeta– zione "indesiderata" lungo riserve ferroviarie, bordi stradali e linee elettriche. Le specie in pe– ricolo che crescono in queste zone possono es– sere influenzate direttamente da questo tralta– mento. Erbicidi selettivi che distruggono alcu– ni gruppi di piante ma non altri, sono usati per il controllo delle erbacce in agricoltura e nelle _ zone forestali. Uno spruzzo nella vicina vege– tazione originaria può causare danni. L'esem– pio più diretto di erbicidi che contribuiscono al declino di alcune specie native è stato visto nel- 1' Australia occidentale dove specie di Gastrolo– bium e altri generi, velenosi per il bestiame, sono stati sottoposti al "veleno delle piante". Gli erbicidi sono considerati una grossa mi– naccia per la sopravvivenza di sette specie di Gastrolobium ora classificate come in pericolo. Una popolazione di un'altra specie, la Davesia cuphorbioides si ritiene in pericolo a causa dei ·trattamenti con erbicidi per il controllo delle erbacce sui bordi delle strade. Popolazioni poco numerose Piccole popolazioni possono essere una carat– teristica naturale di alcune specie, che sono quindi descritte come rare. Le specie rare non sono necessariamente a ri– schio, a meno che il loro habitat non sia a ri– schio. Per esempio la Phebalium ralstonii è co– nosciuta solo in un'area vicino Bega, nel New South -Wales, dove è comune su strapiombi rocciosi inaccessibili. La zona é entro una ri– serva naturale e non é probabile nessun cam– biamento nell'uso della terra. Il livello di popolazione cui una specie può es– sere ridotta nella s~to naturale e tuttavia so– pravvivere, dipende dalla sua composizione ge– netica e dalle interazioni con altri organismi, come gli agenti impollinatori. Più é piccola la popolazione pi~ é piccola la variabilità geneti– ca, e minore é la flessibilità nel fronteggiare gli -effetti avversi come malattie e flagelli di insetti, siccità e gelate: L'estremo matrimonio Quando le popolazioni sono basse gli effetti di attività come la raccolta scientifica possono es– sere resi più gravi dalla rimozione di materiale in fiore e dalla riduzione dei semi. Un esempio estremo di una specie minacciata da popola– zione-bassa-é lo Stylidium coroniforme-ehe si credeva fosse ridotto a una pianta singola sen– za semi,genninabili. Una seconda pianta é sta– ta recentemente trovata a una certa distanza dalla prima, e tentativi di impollinazione ma– nuale sono stati fatti nel tentativo di produrre •semiche possano poi mettere la popolazione di questa specie in grado di aumentare il suo nu– mero a livelli ragionevoli.
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