Fine secolo - 6-7 giugno 1985
W~r in uno schim, a matita di Pau.l voo Joukowsky, fatto a V eoezia il 12 febbraio 1883, il giorno prima della sua morte. Nena · accanto F~iemdle;.; IDI ritratto a olio di autore sconosciuto, nel 1870. L'equazione litarismo ebraismo-uti-. Già da Feuerbach il Wagner del periodo rivo– luzionario aveva imparato a coniugare utilita– rismo ed ebraismo. •un tempo gli uomini -si legge nell'Essenza del cristianesimo, un testo a lui assai caro- immaginavano che gli insetti na– scessero dalle carogne o da altre lordure. Non perché avessero un'origine così disgustosa di– sprezzavano gli insetti. ma poiché li disprezza– vano immaginavano un'origine spregevole conf onne al loro essere. Per gli Ebrei la natura era puramente un mezzo al servizio dell'egoi– smo, era puramente un oggetto della volontà'. Schopenhauer non fa che confermare a Wa– gner, in una totalità francamente aggressiva, un antisemitismo dalle radici lontane. Nella Lettera aperta l'antisemitismo è solo latente (ne abbiamo date rapide indicazioni nelle Note) ed è strettamente connesso al rifiuto del– l'utilitarismo, interpretato come nucleo del processo di civilizzazione. La vivisezione di– venta qui la metafora di una degenerazione giunta agli estremi che si sostiene sulla coppia scienza/civiltà dell'utile. Il 18 agosto 1879 i Dimi di Cosima riferiscono un'osservazione di Wagner sulla pratica della vivisezione in Clau– de Bemard, che ·eglicommenta come espressio– ne compiuta del delirio 'civilizzatorio' che ha in Francia il centro di irradiazione. Questo aspetto è per Wagner decisivo, e caratteri27.a tutto il suo percorso, fm dal sogno giovanile (influenzato da Bakunin) di bruciare Parigi, 'stalle d'Augia della nostra civiltà'. Dal monu– mentale manifesto ideologico-estetico di Opera e dramma, fino alle enunciazioni programmati– che di germanesimo del circolo di Bayreuth, è continua la contrapposizione tra Francia e Germania, che pone in antitesi civilizzazione– /scienz.a e comunità organica/arte. Sullo sfon– do vi è l'ideologia romantica dell'opera d'arte come riproduzione immediata della totalità or– ganica della natura, che l'intelletto scientifico, invece, smembra e falsifica con tracotanz.a. La morte per spiegare la vita Ciò che probabilmente aveva impressionato Wagner nelle pagine di Qaude Bemard sulla vivisezione, era la dichiarata necessità, per la scienza, di dissezionare la tÒtalità dell'organi– smo, mostrandola come superficie di un nasco- sto meccanismo, e di fare consapevolmente fede nei principi, ma nelle rane sì'. della morte il presupposto della conoscenza e Anche qui (come sarà per Wagner) la forza di– del potenziamento della vita. 'E' necessario struttiva si converte in autodistruzione, al– perciò. dopo aver sezionato l'organismo mor- lorché Bazarov soccombe a un'infezione di tifo to, sezionare quello vivo, onde mettere allo contratta durante una autopsia. Gli scritti in scoperto, per vederle funzionare, le parti inter- prosa dell'ultimo Wagner sono in gran parte ne e nascoste di esso. E' necessario cioè esegui- una protesta contro l'ideologia positivista del– re quell'insieme di operazioni che prende il l'ascetismo _scientifico, che in nome di un pro– nome di vivisezione, senza il quale non esistono cesso di verità giustifica l'eccedenza rispetto né fisiologia né medicina scientifica. Per sapere alla norma morale. 'La morale non proibisce come vivono l'uomo e gli animali è necessario di fare esperimenti sul prossimo, né su noi stes– che ne muoiano tanti, perché i m~smi del- si -scriveva ancora Claude Bemard- e nella la vita possono essere svelati e dimostrati solo vita di tutti i giorni ogni uomo fa esperimenti con la conoscenza dei meccanismi della morte'. sugli altri uomini (...) la diversità del fine giu– Ciò che Wagner sottolineava, e tutta la Lettera stitica tutto. Il fisiologo non è un uomo come aperta lo conferma, era la congiunzione di ni- gli altri; il fisiologo è uno scienziato, un uomo chilismo e progresso scientifico che già anima cioè che è tutto preso e come ossessionato da le rigorose pagine di Claude Bemard, ma che un'idea scientifica che persegue; il fisiologo è diventerà un aspetto decisivo nelle discussioni sordo alle grida degli animali, non vede il san– dell'epoca. ·'Noi distruggiamo perché siamo gue che scorre; ·egli vede solo fa sua idea ·e -una forza', dice Bazarov in Padri e figli, l'ope- guarda davanli a sé-degli o,ganrsmi che gli na– ra che ha contribuito a generalizzare e diffon- scondono problemi che egli vuole riS(?lvere. dere il termine 'nichilista' nella cultura euro- Così i_lchirurgo non si arresta alle grid~e ai pea. Bazarov viene caratteri27.ato, fin dalle pri- pianti più laceranti perché egli vede solo la sua me battute del romanzo, per la sua pratica del- idea e lo scopo della sua operazione. la vivisezione: Così ancora l'anatomico: egli non si accorge di 'Sono delle sangufyughe? -chiese Pavel Petrovic. - trovarsi in un orribile carnaio: sotto la spinta --N<>;-delle-ran . --di----u-lHdea-SGientifiGa-egli-oogue--affascinate-un - Le mangiate, o ne fate cultura? filuzzo nervoso fra carni gràveolenti e livide, - Faccio degli esperimenti, -disse Bazarov con che per chiunque altro sarebbero oggetto di di- indifferenza entrando in casa. sgusto e di orrore. Ogni diséussione sulla vivi– -:. Le sezi(J'fCerà;-usservù Pavel Patrovic.- Non ha sezione-è-oziosa ed assurda'. Tutto salterà in aria per distrazione Immagini assai simili userà"Wagner per carat– terizzare la degradazione civilizzatoria della grande città: Parigi si compendia nei suoi ma- celli. · Abbiamo parlato fino a qui della dipendenza da Sc;hopenhauer, ma non meno forte è la dif– ferenza. In Schopenhauer la compassione è un episodio occasionale che modifica l'orrenda-. tessitura del mondo, la scena su cui la volontà di vivere si ripete. Il carattere antropologico fondamentale che questa filosofia analizza non è la compassione ma l'egoismo, e per Schbpen– hauer il mondo non può smettere di testimo– niare la 'colpa' o il 'peccato originale' connatu– rato aila ·sua stessa esistenza. Wagner effettua una modifica radicale della metafisica della vo– lontà, che troverà espressione compiuta solo qualche anno dopo nello scritto Religione ed arte. Essa però è già annµnciata dalla Lettera aperta, che avanza l'ipotesi di un 'pessimismo attivo', e definisce la compassione come stru– mento -di redenzione del mondo (e non dal mondo, come è in Schopenhauer) che lo porta dallo statuto di 'dilacerazione' alla 'salvezza nella quiete dell'unità'. In Religione ed arte, certamente sollecitato anche dai contempora– nei tentativi (Mainlander, Hartmann etc.) di leggere la filosofia di Schopenhauer come una FINE SECOLO* SABATO 6 / DOMENICA 7 GIUGNO 9lad} bn 9latur vhoto11tnubitt. 2ollrn Jl;irrr n>ir bitlt~ lrbrnbi!l Atrfmnitttn nmbcn biirfru·'.' filosofia della redenzione, caricata di una forte tonalità religiosa che rie dilata a dismisura le componenti romantiche, Wagner ipotizzava che il male radicale non è nèlla volontà, nell'es– senza immodificabile delle cose. L'affermarsi dell'egoismo e della volontà di potenza farà terminare la storia, a causa di una incontrolla-· ta tracotanza tecnica, jn _una conflagrazione planetaria: ' . 'Già i monitotj corazzati, contro cui la fiera e magnifica nave a vela non può più nulla, èi of– frono una spettrale ed orribile immagine. Uo– mini obbedienti fino al silenzio, che però non hanno più l'aspetto di uomini, servono a que– sti mostri e non ne abbandoneranno le spaven– tose caldaie. Ma come tutto nella natura ha il _ suo contrario che lo distrugge, così anche l'ar– tificialità costruisce nel mare le torpedini, e do– vùnque dissemina dinamite e simili ordigni. Si potrebbe credere che tutto questo; insieme con l'arte, la scienza, il coraggio e il punto d'o– nore, la vita e la proprietà tutto salterà in aria per una distrazione non calcolata'. Tutto ciò non deriva tuttavia da un evento me– tafisico, come la filosofia di Schopenhauer esi– gerebbe, ma storico. Vi è unà-~rdita storica– mente individuabile dell'origine buona, per cui l'uç,mo veget!3-riano,pacificato con la natura e i, suoi simili, trasformato in uomo carnivoro, .avido di sangue, 'animale da preda'. La civiltà tecnica è la forma sublimata e potenziata di questa lontana corruzione della natura umana, tuttavia suscettibile di rigenerazione. Non a caso in qusti anni Wagner, sollecitato dal gio– vane filosofo Heinrich von Stein, precettore di suo figlio Siegfried, si interessa di progetti edu– cativi di impronta roussoviana. Compassione ed eroismo La prospettiva di redenzione del mondo attra– verso la 'compassione attiva' è sostenuta in Wagner sulla centralità 'del genio, romantica- .. mente inteso secondo una dimensione prome– teica, e· che unisce in sé le figure del filosofo; dell'artista e del santo, che Schopenhauer tene– va rigorosamente distinti. Da ciò deriva la -con– giunzione di compassione ed eroismo che ani– ma Parsifal e che può culminare nella finale ri– generazione della natura nell'incantesimo del Venerdì santo. In realtà l'intero processo della compassione è finalizzato da Wagner a una va– lorizzazione dell'eccezionalità e superiorità del genio, che diventa così elemento propulsivo ed unica condizione della redenzione, il 'vincitore del mondo'. "Il debole che desta compassione non può essere uno scopo. Invee~ il forte com– passionevole, la forza che annnienta se stessa nella compassione, è il risultato definitivo" an– notava, e addirittura esprimeva, con un lessico darwiniano, il carattere del genio: 'La divinità è la natura, è la Volontà che cerca la redenzio– ne e, per dirla con Darwin, si cerca i forti per portare a compimento la redenzione'. Questa prospettiva è già formulata, tuttavia, fin dall'e– poca di composizione di Tristano, in un'impor– tante lettera a Mathilde Wesendock. Prenden- - ·do l'avvio dal dolore dell'animale martirizzato, Wagner chiarisce che la compassione non è le– gata al valore dell'oggetto, e 'si rivolge alla stessa sofferenza, al di fuori della persona'. L'immedesimazione della sofferenza-significa un incremento del soggetto, che si dilata oltre i confini dell'individualità normale e svela quel mecçanismo di potenza che Nietzsche ha più volte sottolineato nel sentimento wagneriano di compassione: 'Se io-risento profondamente la sofferenza di coloro che mi circondano, si– gnifica che la mia sensibiÌità è capace di inten– sa emozione. Chiunque invece immagina la sofferenza altrui sotto dimensioni ridotte, pro– va con ciò come non vi sia nessuna grandezza in lui. Così la mia compassione fa della soffe– renza altrui una verità, e più insignificante è l'essere al quale questa compassione si rivolge più grande è il campo della mia sensibilità, di– stintivo del mio carattere che potrebbe parere
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