Fine secolo - 6-7 giugno 1985

FINE SECOLO * SABATO 6 I DOMENICA 7 GIUGNO '·. - ' · - . .; I militanti anti– vivisezionisti della RFf di oggi. ad altri una debolezza. Ammetto che esso fa– vorisca l'esclusivismo ... '. L'attenzione rivolta alla sofferenza dell'animale, che rimane chiuso . in un dolore muto e senza senso, è un presup– posto della legittimità del genio, che soltanto può attribuire senso e 'verità' al dolore. Questo aspetto, ribadito vent'anni dopo, è già. in pri– mo piano nella lettera alla Wesendock: 'Ecco perchè, in fondo, ho minore pietà verso gli uomini che verso gli animali. Io constato che a questi manca la facoltà di potersi elevare al di sopra della sofferenza, sino alla rassegna– zione, e alla calma profonda, divina. Se arriva– no, dunque, come è_ il caso quando son~ tor– mentati, alla sofferenza, io credo, con ango– scia, unicamente alla sofferenza assoluta, senza remissione, senza il minimo scopo elevato, con la morte quale unico mezzo di liberazione e . , con ciò, la conferma che sarebbe meglio valso per loro non venire al mondo. Se dunque que– sta sofferenza può avere uno scopo, esso consi– ste nello svegliare la compassione dell'uomo· che raccoglie l'esistenza mancata dell'animale e diventa il liberatore del mondo riconoscendo !"errore di ogni esistenza. (Un giorno ciò ti sarà reso più chiaro nel terzo atto del Parsifal, mattino del venerdì santo)'. Il genio e il cane fedele Non a caso la Lettera aperta insiste tanto sulla fedeltà del cane: essà allude alla dipendenza, verso la superiorità del genio, dei sofferenti, che trovano nella devozione assoluta il senso della loro esistenza. E il 'servire' di Kundri, o la fedeltà cieca di Kurwenal, inaccessibi.Je alla verità. di Tristano. L'imitazione di Cristo (ad esempio da parte di Parsifal) nel genio mira in realtà al Cristo eroico di Renan, tanto ammi– rato da Wagner, che annota: 'I discepoli capi– vano tanto poco il signore, quanto un cane fe– dele capisce noi; tuttavia lo amavano, obbedi– vano senza comprendere e fondavano una nuova religione'. La compassione istituisce qui un intreccio non districabile di sofferenze e po– t~re, che allude all'idea di una comunità dispo– tica. basata sulla parola chiave 'fedeltà' o 'de– vozione'. E' questo il senso della 'nuova reli-. gione' che anima i programmi di Bayreuth. Il rapporto di potere risulta così modellato sulla dimensione magica che Wagner attribuiva, nel Beethoven ( 1870), alla comunicazione artistica. La figura del genio-mago là delineata trova un'attenuata ripetizione, nella Lettera aperta, nella figura del medico-taumaturgo- che si sot– trae alla fisiologia e istituisce col malato una relazione basata su sensi irrazionali dedizione . , , fiducia, intuizione, 'compassione attiva'. La falsa medicina del prete asceta è al centro della critica di Nietzsche nella Genealogia della morale. La 'medicina sacerdotale' compare qui come una lettura magico-simbolica della natu– ra (a questa corruzione del testo della natura Nietzsche contrapponeva, fin da Umano trop: po umano, l'esattezza della filologia, della scienza storica e della fisiologia) indifferente alla causa reale della sofferenza. Essa cerca di narcotizzare il dolore, di esorcizzare }"assur– dità' dando un valore etico, un 'senso' alla sof– ferenza. Secondo Nietzsche i meccanismi pro– fondi del dominio, del potere, passano attra– verso l'identificazione del sofferente con il 'senso' morale che fa del dolore l'effetto di una colpa. 'II prete asceta deve essere considerato da noi come il predestinato salvatore, pastore e difen– sore del gregge malato. Solo'così comprendia~ mo la 'sua enorme missione storica. Il dominio sui sofferenti è il suo regno, a esso lo rinvia il suo istinto, in esso possiede la sua vera arte, la sua maestria, la sua specie di felicità. Deve es– sere lui stesso malato, deve essere fondamen– talmente affine ai malati e ai tarati per com– prenderli - per intendersi con loro; ma anche e$sere forte, ancor pì'ù padrone di sé che di al– tri, ,particolarmente indenne· nella sua volontà di potenza per poter essere per costoro 1 appog- . ~-- ... · . ,, .. . . •,··-:: .. · --~:-.:. -. . .. gio, resistenza, puntello, costrizione, corretto– re, tiranno'. L'attacco a Nietzsche Proprio con la distruzione nietzschiana della categoria del genio e della comunità devota, ef– fettuata in Umano troppo umano, Wagner si scagliava nello scritto Pubblico e popolarità in– dividuando in essa un attentato al cardine del– la propria ideologia. Qui egli vedeva la svolta di Nietzsche come un'adesione alla mentalità utilitaria e analitica che rovesciavain una sor– ta disocratismo intellettuale i temi wagneriani in cui è totalmente immersa La nascita della tragedia. Nella prima fase del pensiero di Nie– tzsche il termine 'vivisezione' è già la cifra per una opzione di civiltà. Il divieto della vivisezio– ne, dell' 'insensato sperimentare', significa la piena adesione alla lotta contro la civiltà utili– taria e macchinale che ha ferito la bella imme– diatezza della natura, nella prospettiva di una rigenerazione attraverso il mito e il genio arti– stico. ~a vivisezione diviene da Umano troppo um~no ti segno del dolore che c~sta un proces– so m avanti verso una nuova forma, di speri– mentazione cosciente contro l'irrigidimento delle facoltà in un modello d'uomo dato una .volta per tutte (il 'puramente umano' di Wa- gner). Vivisezionando col coltello proprio il cuore delle virtù del tempo, tradirono quel che era il loro strano segreto: conoscere una nuova grandezza dell'uomo, una nuova strada non ancora mai battuta per il suo innalzamento ....' La vi_viseziq~èappare quindi_un~,prova di for– za. d1 durezza necessaria verso sè e gli altri per -~ .... ~ _.._ . _..,...... . ... I sbloccare i valori storici memorizzati nell'istin– to: "la vivisezione è una prova e chi non la sop– porta non è dei nostri'. Ed è ancora questa me– tafora che si lega alla zaratustriana valutazio– ne dello _spirito: 'Spirito è la vita che taglia nel– la propna carne: nel suo patire essa accresce il suo sapere'. Nella Genealogia della morale dove il processo analitico di vivisezione è por~ tato alle estreme conseguenze, Nietzsche ha scavato nei mec.canismi nascosti che condizio– nano l'uomo alla civiltà, attraverso la violenta· separazione dal suo passato di animale, ha vi– s.~ole ~o~trad?izioni e le sofferenze a cui porta I mte~1onzza21one degli istinti aggressivi che non s1scaricano più naturalmente avvertendo con disperazione -la perdita dell'~ocenza di 'questi semianimali felicemente adattati allo stato selvaggio, alla gµerra, al vagabondaggio, all'avventura'. Nessuna nostalgia, nessun richiamo a quella lontana felicità animale, a quel nomadismo. L'animale ora 'dà di cozzo alle sbarre della cel– la fino a coprirsi di piaghe ....': Nietzsche av– verte tutto il disagio dell'attuale civiltà, legata comunque ad un processo di violenza .a una hybris verso la natura e verso noi stes~i:- 'Hybris è oggi tutta la nostra posizione rispetto alla natura, la nostra violentazione della· natu– ra con l'aiuto delle macchine e della tanto spen~ierata inventiva dei tecnici e degli inge– gnen (...) hybris è la nostra posizione di fronte a noi stessi giacchè esigiamo esperimenti su di noi quali non ci permetteremmo su nessun ani– male, e soddisfatti e curiosi disserriamo l'ani– ma tagliandone la viva carne: che cosa ci im: port~ a~nco~ala •~~ute' ~deiranima! t... ) I por- '1aclr bn 'Rar11r»bo<O!lrai,bin. ~ollcn ltirrr· wir birirs lrbrnbig ittfdmittrn h>trbrn biitjrn ·? tatori ùi malattia ci-sembrano oggi più neces– sari persino di qualsivoglia uomo di medicina e 'salvatore'.' Nietzsche ritiene che si debba attraversare l'in– ferno della civilizzazione e utilizzare la deca– denza come apertura di molteplici e inedite prospettive. In questo senso la metafora della vivisezione ha un valore antitotalitario, che mantiene aperta la sperimentazione contro la costrizione intollerante della forma unica, sia della teologia positivistica della scienza e del progresso, sia del mito estetico di Wagner: due poli complementari che definiscono in gran parte la storia culturale del secondo Ottocento. La via che Nietzsche intravvede passa attraver– so un potenziamento estremo del dominio su sé e gli altri:_appare per questo crudele l'eserci– zio della forma, sempre _più penoso il manteni– mento della distanza critica nella solitudine. Su qusta via ascetica raramente il rigore si al– lenta; la compassione appare un pericolo per Zaratustra. Vi è un frammento del 1888, ripetuto anche in una lettera, in cui Nietzsche scrive: 'Soggetto per quadr~. Un carrettiere. Paesaggio inverna– le. Il carrettiere nell'atto di urinare, con un'e– spressione di sprezzante cinismo, sul suo caval– lo. Il ronzino, povera creatura malmenata, si guarda intorno riconoscente, molto ricono– scente ...'. Yogliamo considerare perciò emble– matica di una natura volontariamente repressa l'incerta tradizione orale che, in una ripetizio– ne del sogno di Raskolnikov in Delitto e casti– go, vuole Nietµche negli ultimi giorni di Tori– no gettare il grido di compassione e liberarsi abbracciando un cavallo malmenato dal pa– drone.

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