Fine secolo - 1-2 giugno 1985

FINE SECOLO * SABATO 1 / DOMENICA 2 GIUGNO ·. li carnevale, e i .gatti Il folklore ha reso familiari allo storico i cicli di cerimo– nie che scandivano allora il calendario. Il più importante era i~ciclo di Carnevale e Quaresima, un periodo di follia seguito .tla un periodo di astinenza. Durante il carnevale. la genté sospendeva le normali regole di comportamento e rovesciava cerimonialmente l'ordinamento sociale. (...) Carnevale era un periodo di rivolta per i gruppi giovanili, in particolare glì apprendisti, che si organizzavano in "abbazie" guidati da una caricatura di ·abate o re, e in– scenavano burlesche processioni con musica per umiliare i cornuti, mariti che erano stati picchiati dalle .moglie, La cerimoni~ aveva luogo in gran pompa nella stessa Metz, finchè fu abolita nel 1765. I dignitari della città ar– rivavano in processione alla Piace du Grand Saulcy, ac– cendevano la pira e un anello di fucilieri dalla guarnigio– ne sparava raffiche, mentre i gatti sparivano urlando nel– le fiamme. · · Cambiano le feste, restano i gatti sposé di mariti ttoppo anziani. (:-..) _ · SeQbene la pratica variasse da luogo a luogo, gli ingre– Carnevale ·era .la stagione dell'ilarità, della sensualità, e dienti erano ovunque gli stessi: unfeu de joie (falò~, dei delle risJe giovanili - un periodo in cui i giovani metteva- gatti, e ·un'aura di gioconda caccia alle streghe. Oltre que- . no alla prova i confini sociali con isolati scoppi di rivolta, ste generali cerimonie, che coinvolgevano intere comu– prima di essere riassimilati nel mondo dell'ordine, della nità, gli artigiani celebravano cerimonie particolari per il sottomissione e della serietà quaresimale. Finiva il Mar- loro mestiere. Gli stampatori andavano in processione e tedì Grasso, quando un fantoccio Re Carnevale, o Cara- facevano festa in onore del loro patrono, San Giovanni mantran, era ritualmente processato e condannato. Evangelista, sia nel suo onomastico, il 27 dicembre, che I gatti giocavano una parte importante in questi chariva- nell'anniversario del ·suo martirio, il 6 maggio, festa di ri. In Borgogna, la folla includeva la tortura del· gatto Saint Jean de Porte 'Latirie. Nel XVIII secolo i J?adroni nella "musica rozza". Mentre burlavano lin cornuto ·o avevano escluso i lavoranti dalla confraternita devota· al qualche altra vittima, i giovani passavano intorno· a un santo, ma i lavoranti continuarono a tenere cenmonie nei gatto, strappandogli la pelliccia per farlo urlar~. Faire le laboratori. A San Martino 1'11 Novembre facevano un chat, lo chiamavano. I tedeschi chiamavano il charivari processo per scherzo seguito da una festa.'_ Kat::enmusik, un termine che può ess(!re derivato';d'alle_ · urla dei gatti torturati. L'iniziazione I gatti figurano anche nel ciclo di San Giovanni Battista, che aveva luogo il 24 giugno, il-tempo del solstizio' d'esta– te. La folla faceva dei falò, vi saltava sopra, vi danzava attorno e ci gettava oggetti con poteri magici, sperando di allontanare i disastri e di avere buona fortuna per il re- _ sto dell'anno. Uno degli oggetti preferiti erano i gatti - gatti messi in bòrse, gatti appesi a _corde,o gatti arsi sul rogo. I parigini amavano br.uciare gatti in saccate, men– tre i Courimauds (èour à miaud o cacciatori di gatti) di Saint Chamond preferivano dare la caccia a un gatto in fiamme per le strade. In località della Borgogna e Lorena danzavano intorno a una specie di palo di maggio con un gatto attaccato. Nella regione •di Metz bruciavano una dozzina di gatti alla volta in un-~esto in cima a un falò. Contat spiegò che il laboratorio era una piccola repubbli– ca che si governava secondo un suo codice di condotta. Quando un lavoratore violava il codice, il sovrintendente segnava una multa sul registro: lasciare una candela acce– sa, cinque soldi; azzuffarsi, tre lire; insultare il buon nome del laboratorio, tre lire, e così via. Il giorno di San Martino il sovrintendente leggeva le multe e le raccoglie– va. I lavoratori talvolta si appellavano a un burlesco tri– bunale composto degli anziani del laboratorio, ma alla · fine dovevano pagare in mezzo ai belati, rumori di uten– sili, e grasse risate. Le multe venivano spese in cibo e vino nella taverna preferita dal laboratorio, dove il baccano continuava fino a tarda .notte. La tassazione e i conviv Qui accanto: Un gatto · as.gste Satana nef suo • diabolico lavoro. Sotto: "La Paresse" Onclolenza),xilografia di Félix Edouard V allotton, 1896. Nell'altra _pagbia: Il frontespizio dello spartito inglese di "Mamma oca", c.1700. caratterizzavano tutte le altre cerimonie del laboratorio. Tributi speciali e feste segnavano l'ingresso di un uomo nel negozio (bienvenue), la sua uscita (conduite) e perfino il suo matrimonio (droit de chevet). Soprattutto festeggia– vano la promozione di un giovane da apprendista a lavo– rante. Contat descrisse quattro di questi riti di iniziazione di Jeromé. La "presa del grembiale" (prise de tablier) avvenne pre– sto. Dovette pagare una cifra (la paga di circa tre giorni per un lavorante ordinario) in un piatto che i lavoranti integrarono con _piccolipagamenti da parte loro (f aire la reconnaissance). Poi il laboratorio si trasferiva alla taver- , na, "½C Panier Fleury" nella rue de la Huchette. (...) Silenziosi, e con i bicchieri in mano, i lavoranti si riuniro- no intorno a Jerome in una stanza speciale al secondo piano délla taverna. Il sotto-sovrintendente si avvicinò portando il grembiale, seguito da due anziani, uno per ciascun settoi-è del laboratorio, la casse e la presse. Porse il grembiule fatto di stoffa nuova al sovrintendente che prese Jerome per la mano e lo portò al c~ntro della stan- za, seguito dal sotto-sovrintendente e dagli anziani. Il so– vrintendente fece un breve discorso, pose il grembiule so– pra la testa di Jerome, e glielo allacciò di dietro, mentre tutti bevevano alla salute del'iniziato. A Jerome venne poi data una sedia con i dignitari del laboratorio a capo– tavola. Gli altri ·siprecipitarono sui posti migliori e si get– tarono sul cibo. Si rimpinzarono in fretta e chiamarono per averne ancora. Dopo molti giri si misero a parlare della bottega, e Contat ci fa ascoltare: _- _.::Non è vero -dice uno di loro- èhe gli stampatori sanno come mangiare? Sono sicuro che se ci portassero un montone arrosto grande come vi pare, non lasceremmo che le ossa ..." Non parlano di teologia né di filosofia, e nemmeno di politica. Ciascuno parla del suo lavoro: uno ·vi può parlare della casse, un altro della presse, questo del timpano, un altro dell'inchiostro. Tutti parlano allo stesso momento, che vengano uditi o no. Dunque, i gatti - Alla fine, la mattina presto, dopo ore di canti e grida i lavoratori si separarono - ubriachi ma cerimoniosi - ' 'Bonsoir M onsieur notre pro te ( sovrinten<;lente ), Bonsoir Messiers /es imprimeurs; Bonsoir Jerome". . Il testo spiega che Jerome venne chiamato per nome finchè non fu lavorante. Quel momento venne quattro anni dopo; dopo due cerimonie intermedie (I' admission à l'ouvrage e l' admission à la banque), e dopo molti scherzi pesanti. (...) Questo per quanto riguarda le cerimonie. E riguardo i gatti? Biosgona dire subito che c'è un indefinibile je ne sais quoi sui gatti, un che di misterioso che ha affascinato l'uomo dai tempi degli antichi egiziani. Si può avvertire una intelligenza quasi umana dietro gli occhi di un gatto. Si può scambiare l'urlo di un gatto di notte con l'urlo umano, che viene dalle viscere profonde dell'animale umano. I gatti compaiono in poeti come Baudelaire e pit– tori come Manet che volevano esprimere l'umanità degli animali come l'animalità degli uomini., e specialmente delle donne. - Questa ambigua posizione ontologica dà a certi animali - . , maiali, cani e altri, compresi i gatti - in certe culture, un .potere occulto associato al tabù. Questa è la ragione per cui gli ebrei non mangiano maiale secondo Mary Dou– glas, e perchè gli inglesi si insultano dicendo figlio di una cagna piuttosto che-figlio di una vacca secondo E. Leach. Certi animali sono buoni per i giuramenti così come sono "buoni per pensare" e altri - i gatti in particolare - sono buoni per metter su cerimonie. Hanno un valore·rituale. Non potete montare un charivari con una mucca. Lo fate con i gatti. Decidete di /aire le chat, di fare katzenmusik. La tortura di animali, soprattutto di gatti, era un diverti– mento. popolare, specie nell'Europa della prima epoca moderna. Basta guradare gli Stages of Cruelty di Ho– garth, e una volta che abbiate cominciato a guardare ve– drete gente che tortura gli animali dovunque. L'uccisione di gatti fu un tema comune nella letteratura dal Don Chi– sciotte ai primi del XVII secolo in Spagna, a Germinai agli ultimi del XIX, in Francia.

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