Fine secolo - 18-19 maggio 1985

moso orologio di Platone, due secoli dopo, combinando vari quadranti, tendeva a ripro– durre a terra i movimenti del sole. Graduando– li con precisione. L'ora di cena Gli dei maledicano colui che primo imparò Come suddividere il tempo. Sia maledetto Anche colui che costruì una meridiana in que– sti Luoghi, miseramente in piccoli frammenti Riducendo i miei giorni. Quando Ero ragazzo, la mia meridiana era il mio sto– maco, Più sicuro strumento e più esatto, più certo Di tutti gli altri. Quello mi dava il tempo Giusto della cena, quando dovevo mangiare ffil Avvertiva. Ma ora, ahimè!, non so perchè Quand'anche io senta i morsi, non posso · Andare a tavola senza il permesso.del sole, Tanto la città è zeppa di queste maledette me– ridiane ... E' in una commedia di Plauto, la 'Boeotia', questa invettiva. Molto precedente allo svilup– po e alla diffusione degli orologi meccanici. Quelli che avrebbero misurato, trasformando il tempo non solo in spazi, ma in suoni, anche il passare della notte. Gli orologi meccanici Non avevano diffusione di massa, gli orologi meccanici, ma esistevano da tempo. Il più anti– co che si conosca è conservato al museo del Cairo. Fu fabbricato 3500 anni fa per Amenofi III. Ma il suo predecessore, Amenofi I, a quanto risulta da una iscrizione ne aveva uno in cui le ore potevano variare di durata a se– conda della stagione, assecondando così i qua– dranti solari. L'uno e l'altro erano ovviamente clessidre. Orologi meccanici anche molto complessi fu– rono realizzati molto prima di Galileo. .. FINE SECOLO* SABATO 18 / DOMENICA 19 MAGGIO Ma forse con strumenti meno rigidi varrebbe la pena di provare a capire, per esempio, perchè nelle civiltà precolombiane meso-ameri– cane non si ritrovino quadranti solari, nono– stante avessero sviluppato ben tre calendari di– versi, paralleli e intrecciati, dimostrando una conoscenza dell'astronomia di posizione molto raffinata. C'è chi vede nel passaggio dal nomadismo al– l'agricoltura la prima necessità di un calenda– rio annuale molto sommario, che deve essere raffinato quando il prodotto agricolo diventa merce di scambio. Perchè i campi devono pro– durre di più. Mentre l'orologio sarebbe legato all'inurbamento. Perchè l'uomo deve produrre di più. Ma, anche se fosse detto meno brutalmente di così, mi piace pensare che non basti. Meglio leggerci l'ingegno e il talento del singolo. L'orologio perduto di Su Sung Ma degli orologi meccanici islamici, o di quelli cinesi, o di quelli greci, non si parlerà qui. La curiosità che viene, scorrendo le-idee, le ipote– si, gli studi, di chi ha dedicato la sua vita all'ar– gomento o di chi ci si è avvicinato solo da poco, stanco magari di doversi per forza con– vertire da astronomo in fisico, preferendo di– ventare archeologo, la curiosità - dicevo - è di capire se qualcosa dei rapporti tra scienza, tec– nica e società, che il marxismo aveva insegnato a mettere al centro di tutto, possa, anche mar– ginalmente, aiutare a vedere altri aspetti. 1 Meno matematici. Credo sia molto difficile. AthanasiusKircher."Primitiaegnomonicaecatoptricaehoc est horologiographiae oovae specularis".Avenione,Ex Tipographia I. Piot, 1635. Racconta David Landes che "nell'anno 1086 della nostra era, un imperatore della Cina, an– cora ragazzo, o più verosimilmente qualche suo ministro, ordinò che si facesse un esame dei congegni astronomici ereditati dai regni precedenti e che si fabbricasse un orologio astronomico in grado di superare tutti quelli costruiti fino a quel momento. Il compito fu affidato a un certo Su Sung, un diplomatico e funzionario navigato che coltivava interessi scientifici. Su Sung mise insieme un gruppo di funzionari, tecnici e artigiani e nominò proget– tista e sovrintendente alla costruzione del con– gegno un certo Han Kung-lien, che era allora un piccolo impiegato del Ministero del Perso– nale. In Cina non esisteva la professione del fabbricante di orologi e dunque occorreva sco– vare il talento in luoghi fra i meno prevedibi– li". Passarono otto anni "e la monografia esplicativa era pronta per essere presentata al– l'imperatore, presumibilmente accompagnata dall'orologio. L'orologio di Su Sung (...) era una delle meraviglie dell'epoca". "Sembra che l'orologio di Su Sung abbia funzionato per qualche anno. Ma nel 1126i tartari Chin, inva– sori venuti dal nord presero la capitale Sung, K'aifeng, e si portarono via ciò che poterono dell'orologio di Su Sung"; " ...gli sforzi degli imperatori Sung volti a ottenere, dopo la fuga, un duplicato del grande orologio fallirono: non c'erano infatti né astronomi capaci di pro– gettarlo né tecnici meccanici in grado di co– struirlo ..." Dopo di che, i gesuiti introdussero l'orologio meccanico in Cina nel Cinquecento. I collaboratori d questonwnero di Fine secolo Valeria CAMPORESI è bolognese, e, quando non va al cinema, si occupa di storia contemporanea. Ha ora una borsa di studio in Inghilterra, e la usa per studiare gli stereotipi e le immagini del mondo arabo in quel paese. Ha pubblicato saggi su "Passato e presente", sulla "Rivista di storia contemporanea", ecc. Orietta ROSSI PINELLI vive e insegna a Roma. Ha pubblicato un libr0, "Girolamo Genga architetto" (Bulzoni 1971) e vari articoli in riviste, soprattutto sul neoclassicismo e sulla storia del restauro e del collezionismo. Si trova bene negli archivi. Collabora regolarmente con il quotidiano Reporter. Cesare CASES è notissimo germanista, poligrafo e moralista. Vive e insegna a Torino, e non collabora regolarmente alle nostre pagine, del che ci rammarichiamo. ,I Roberto MORINI è all'origine un fisico, vive ora a Padova e si occupa di informatica e antiquariato. E alto e smilzo, dunque buono a far da gnomone in una giornata di sole. Renato Calligaro. Vincino e OL'79 collaborano stabilmente con Fine secolo. Hanno inoltre variamente contribuito: Ginevra Bompiani, l'Agenzia fotografica Contrasto, Gianni Coppola, il Centre Culturel Francais di Roma, Antonio De Marco, l'Istat, Guglielmina Mattioli, Mimmo Pinto. La cura di Fine secolo è di Nora Barbieri, Paolo Bernacca, che si occupa della veste grafica, Marino Sinibaldi, Adriano Sofri, Franco Travaglini.

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