Fine secolo - 18-19 maggio 1985

FINE SECOLO* SABATO 18 / DOMENICA 19 MAGGIO 1 smc:II11 DEGLI IT~ JJ .... Come si suicidano gli italiani, per sesso, regione, età, modo d'impiego,fascia oraria, secondo le rilevazioni di brigadieri di P.S. e funzionari dell'ISTAT. Un paio di settimane fa, abbiamo pubblicato i versi di un giovane poeta, nella pagina che abitualmente dedichiamo alle poesie. Non in quella pagina, ma nell'elenco dei col– laboratori, per un'ovvia discrezione, abbiamo ricordato che quel giovane si era suicidato pochi giorni prima. Abbiamo poi ricevuto una lettera, di non facile decifra– zione: un lettore esprimeva il suo sdegno perchè avevamo mancato di commentare la "tragica scomparsa" del poe– ta, e concludeva annunciando la sua decisione di abban– donare questo mondo di lì a un paio di giorni. Non sap– piamo altro. Nell'ultima settimana, sono stati riferiti dalla stampa al– cuni suicidi. Un giovane di 28 anni si é impiccato due anni dopo aver subìto un sequestro. Un uomo anziano si è sparato dopo essersi scoperto candidato a sua insaputa in una lista del MSI. Ancora nell'ultima settimana, l'ISTAT ha pubblicato i suoi periodici dati aggiornati suì suicidi e i tentativi di suicidio ~n Italia fino al dicembre 1984. I giornali ne han– no dato sommaria notizia. La stessa ISTAT ha stampato di recente un fascicolo speciale dedicato ai suicidi attuati o tentati nell'ultimo decennio, che qui ampiamente ripro– duciamo. 11fascicolo ha un tranquillizzante andamento tàbellare e quantitativo. Impossibile veder affiorare la persona in carne e ossa dietro la cascata di cifre e percentuali. Perfi– no le generalizzazioni più intime, i dati sull'ora prescelta, o sulle modalità di esecuzione, non scalfiscono l'anonima comparabilità dell'aggregazione statistica. I suicidi delle persone e le statistiche sui suicidi non rie– scono a interferire. Oggetto di curiosità pietosa o morbo; sa i primi, di curiosità sociologica e tecnica le seconde. E solo più sconcertante, su un tema come questo, trovar confermato quel corollario della trasformazione della qualità in quantità, che permette di passare dalla irripeti– bile singolarità di una vicenda personale alla regolarità uniforme del ricorso statisticamente rilevabile. Il saggio dei suicidi è ormai un essenziale e affidabile parametro di descrizione del grado di sviluppo economico, sociale, tec– nologico e, naturalmente, demografico di un paese. Per– ciò la lettura del fascicolo dell'ISTAT è istruttiva. Inol– tre, è una lettura attraente, come quella di ogni catalogo, dalle tabelle sui risultati elettorali all'elenco del telefono. Tuttavia, chi legge le tabelle sull'andamento dei suicidi è attratto da una ragione in più e diversa: non può smette– re neanche per un momento di sapere che si tratta del sui– cidio, cioè della forma più intima e coltivata della morte, la quale è a sua volta ciò che di più astratto e "statisti– co", e insieme di più strettamente personale accompagni la gente. Il testo dell'ISTAT, che ampiamente riproduciàmo, e che· ha fra le sue non minori ragioni di interesse il linguaggio e le argomentazioni di chi l'ha compilato, sembra sdram– matizzare il problema. Siamo dentro la soglia "fisiologi– ca" del suicidio, su livelli confrontabili a quelli dei paesi moderni -come, d'altro canto, per il saggio di natalità, ormai da rigorosa crescita zero- e comunque ben lontani dagli apocalittici tassi ungheresi e delle altre proverbiali patrie degli aspiranti suicidi. Inoltre la versione romanti– ca del suicidio giovanile è abbastanza ridimensionata: ci si suicida soprattutto in età avanzata, e del resto la longe- vità e l'invecchiamento crescente alzano di per sè la quo– ta assoluta del suicidio senile. Si può forse notare che questo genere di suicidio e di tentativo di suicidio è sepa– rato da una frontiera sempre più incerta dal problema che va sotto il titolo di eutanasia. (Lo mostrò indiretta– mente qualche tempo addietro il manuale di istruzioni per l'aspirante suicida pubblicato in Francia da due auto– ri, a metà fra la prestazione tecnica e la provocazione di costume). La longevità medicinale ha certo indebolito la vecchia decisione positivista e socialista di fissare una data finale ai propri giorni, i club dei suicidi che fioriva– no nei paesi anglosassoni di fine secolo: il suicidio di Ar– thur Koestler e della sua compagna sono stati fra gli ulti– mi episodi di quella milizia, e le polemiche e le "rivelazio– ni" che l'hanno seguito sono riuscite a intaccarne il rigo– re presunto. Ci sono anche tabelle sulle motivazioni, le meno affidabi- . li, poichè è dubbio non solo che le motivazioni dichiarate o desunte siano quelle vere, ma perfino, spesso, che esi– stano "motivazioni". Si può osservare comunque la com– plementarità fra la frequenza crescente delle motivazioni economiche e quella decrescente delle motivazioni "d'o– nore". Ci si può impiccare dunque perchè ci si è rovinati, non più bruciarsi le cervella perche si è rovinato qualcu– no. Colpa e vergogna sono meno ricorrenti nelle motiva– zioni di superficie dei suicidi - eccezion fatta, forse, per gli adolescenti e gli scolari, quelli che sono infelici perchè sono scolari, o che sono disperati perchè hanno preso un brutto voto, o hanno subìto un taglio forzato dei capelli, movente dei più sostanziali e seriamente rispettabili - e questo non può sorprendere in una società che ha fatto del fallimento commerciale una modalità d'impresa, 'e della longevità un incentivo alla persuasione che tutto cambia, che non si è mai colpevoli o innocenti una volta per tutte, e che c'è sempre tempo per pentirsi, e dimenti- rare. ~ Le considerazioni più stimolanti e meno circoscritte ven– gono probabilmente dai dati sulla differenziazione per sesso dei suicidi e dei tentati suicidi, e delle forme di im– piego. Qui lo stesso linguaggio dell'ISTAT è più rivelato• re dell'andamento dei costumi. Suggeriamo alcuni titoli a chi volesse leggere di più sul suicidio. Ci sono i classici, naturalmente, come Il suicidio di E.Durkheim, Utet 1969. Una trattazione d'insieme fondamentale e peraltro di agile lettura è in E.Stengel, Il suicidio e il tentato suicidio, Feltrinelli 1977; meno impor– tante ma anch'esso agile il volumetto di P.Moron, Il sui– cidio, Garzanti 1976. Di James Hillman l'Astrolabio ha · tradotto Il suicidio e l'anima, 1972 (é un libro scritto nel 1964). Da Guaraldi, I ~73, è uscito I suicidi degli adole– scentiCF7, di A.Haim. E ormai praticamente un classico Il Dio·selvaggio di A.Alvarez, Rizzoli 1975. Nella rivista ge– suita Aggiornamenti sociali, giugno 1984, Giuseppe Bru– netta riassume Il fenomeno del suicidio in Italia ne/l'ultimo trentennio: quest'ultimo articolo conclude in modo diver– gente dalle considerazioni dell'ISTAT, soprattutto per la frequenza dei suicidi per classi di età: analiticamente esa– minati, i dati mostrano che "i suicidi si fanno più frequenti non, come sembrerebbe, tra gli abitanti della popolazione anziana (sopra i 60 anni), ma tra i giovani delle classi sot– to i 34 anni". (A cura di N.B.) .... Deaths from suicide in the European Region of the World Health Organization ( latest year available) (a) - MALES FEMALES T0TAL COUNTRY Year Rate per Rate per Rate per No. 100 000 No. 100000 No. 100 000 popula- popula- p;:,pula- tion tion tion - Austria . 1980 1.342 37,8 590 14,9 1.932 25,7 Belgium 1977 1.201 25,0 673 13,4 1.874 19,1 Bulgaria 1980 842 19,1 364 8.2 1.206 13,6 Czechoslovakia . 1975 2.345 32,5 896 11,8 3.241 21,9 Denmark 1980 1.039 41,l 579 22,3 1.618 31,6 Finland . 1978 963 41,9 237 9,7 1.200 25,2 France 1978 6.447 24,7 2. 711 10,0 9.158 17,2 Germany (Fed. Rep.) 1980 8.332 28.3 4.536 14,1 12868 20,9 Greece . 1979 186 4,0 91 1,9 277 2.9 Hungary 1980 3.3441 64,5 1.465 26,5 4.809 44,9 Iceland . 1980 14 12,2 10 8,8 24 10.S ltaly (b) 1978 2.563 9,3 1.092 3,8 3.657 6,4 Luxembourg 1980 35 19,7 12 6,5 47 12,9 Malta. 1977 - - ·- - - - - Netherlands . 1980 901 12,8 529 7,4 1.430 , 10,1 Norway 1980 370 18,3 137 6,6 507 12,4 Poland 1979 3.766 21,8 732 4,0 4.498 12,7 Portugal 1979 701 15,0 251 4,8 952 9.7 Spain. 1978 1.094 6 ,1 413 2.2 1.507 4 .1 Sweden. 1980 1.137 27,6 473 11,3 l.610 19,4 Switzerland 1980 l. 128 36,7 493 15,2 1.621 25.7 United Kingdom England &: Wales 1980 2.629 11,0 1.692 6,7 4.321 8,8 Northern lreland 1978 38 5,0 32 4,1 70 4,.'i Scotland 1981 339 13,6 177 6,6 516 10.0 Source: WHO data banlr. (a) « Channing patterns in suicide behaviour • Regional Office for Europe– World Health Organization, Copenhagen, 1982. (b) Dati desunti dalle Statistiche Demografiche.

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