Fine secolo - 23 aprile 1985

SENEGAL Leopold Sedar Senghor Nato nel 1906, è un sommo. Promotore, come ognun sa, con Césaire, della negritudine. E' stato il primo presidente della Repubblicade1Senegal. Io sono, prima di tutto, un poeta. Ho cominciato a scrivere poesie quando ero ancora sui banchi del liceo. Scrivevo per esprimermi: per dire le idee-senti– menti di un giovane scolaro senegalese. Quando, a 30 anni, ho bruciato tutte le poesie che avevo scritto e conservato, l'ho fatto perchè erano troppo influen– zate dalla poesia francese. A partire da quel momento, continuai a scrivere, cer– to, per esprimere le mie idee-sentimenti. Tuttavia, lo facevo allo stesso tempo come Negro, per rivolgere dei messaggi agli altri uomini, miei fratelli, quale che fosse il loro continente, la loro razza o la loro nazione. E i miei messaggi dove– vano essere intesi tanto meglio come canti umani in quanto erano canti negri .. SPAGNA Rafael Alberti Nato nel 1902 a Puerto de Santa Maria, nella baia di Ca– dice. Avrebbevolutoesserepit– tore, ma non ha rinunciatoai colori come poeta della "gene– razionedel 27". In esilio in Ar– gentinasotto il franchismo._ Ho sempre creduto che fosse per comu– nicare il più chiaramente pos~ibile con quelli che mi leggono e mi ascoltano. Anche nei miei momenti di maggior er– metismo, ho preteso alla chiarezza. Il fatto è che sono di un paese di sole, di linee nettamente stagliate in una baia fe– lice come quella di Cadix. Ho la passio– ne del mare, degli alberi e dei fiori nei giardi11'1, delle architetture bianche. Sono uno scrittore di pace, della pace. Ma ecco, l'ho detto così spesso: noi vi– viamo fra il garofano e la spada. Mi é stato dato di nascere nel secolo delle più grandi guerre e, allo stesso tempo, delle più grandi e meravigliose invenzioni che, invece di esser messe al servizio del– la vita, sono pressochè sempre orientate verso la morte: non è il regno del garo– fano, è quello della spada. Ma, fra il ga– rofano e la spada, io sto dalla parte del garofano. E' per questo che in mezzo alle più forti e violente tempeste, io sono un parafulmini della pace. J uan Goytisolo Nato nel 1931 a Barcellona, è uno scrittoredell'esilio,in esi– lio dovunque. Se lo sapessi, non scriverei. STATIUNITI John Ashbery Nato nel 1927 nello Stato di New York dove ha vmuto un'infanziarurale. Dopo aver lavoratonell'editoriae poi te– nuto la rubrica di arte sulla Herald Tribune di Parigi, ha pubblicato la sua primaraccol– ta di poesienel 1953. Maturità progressivae irreversibile.Un maestrostudiatonelle scuole. La poesia che io scrivo è totalmente im– premeditata, si rivela nel momento stes– so della scrittura, in modo completa:– mente imprevedibile. Di conseguenza, se non scrivessi, non avrei alcuna idea di ciò che posso scrivere. Suppongo di scri– vere allo scopo di trovare ciò che devo scrivere e che, senza di questo, sarebbe come un sogno dimenticato al risveglio. Come che sia, questa è la miglior rispo– sta che io possa dare alla vostra doman– da, anche se sento che la risposta auten– tica dovrebbe essere semplicemente che io non so. Isaac Asimov E' vera la leggenda che vuole che abbia scritto più di quat– trocento libri? Nato a Smo– lensk, in URSS, nel 1920, è di– ventato biochimicodopo l'esi– lio. Un monumentodella fan– tascienza. Una chiarezza di espressione fuori del comune quando tratta di scienze o di tecniche. Io scrivo per la stessa ragione per cui re– spiro, perchè se non lo facessi, morirei. Ray Bradbury "Cronache di Marte" e "Fa– renheit 451" bastano a desi– gnarlo come un classico della fantascienza.Tutto è successo molto presto a questo figlio di editore,nato nel 1920,strillone di giornali giusto il tempo di fare lui stesso l'attualitàdel fu– turo. Perchè scrivo? Perchè adoro i dinosauri, i musei e i sogni della fantascienza di ar– chitettura futurista, le fiere del mondo che vedono schiudersi il futuro, e Buck Rogers che mi ha trascinato in' questo futuro quando avevo 9 anni e Flash Gordon col quale ho continuato il viag– gio a 14 anni, e H.G.Wells e Jules Veme che mi hanno aiutato lungo il mio cam– mino. Io scrivo perchè mi sono innamo– rato dei maghi ·e degli illusionisti e _ perchè Shakespeare è entrato nella mia vita, mi ha afferrato coi suoi gran?i denti, mi ha scosso con la sua poesia quando avevo 15 anni, perchè Lon Cha– ney e Boris Karloff mi terrorizzavano e mi facevano desiderare di vivere sempre in mezzo ai loro incubi e perchè ho visto le cose a venire quando avevo 15 anni e ho allora deciso di andare sulla luna e di portarci della gente come me. Come ve– dete, ci sono per me mille ragioni per scrivere, e quasi tutte, o la maggior par– te, risalgono alla mia infanzia; G.B.Shaw è arrivato più tardi. Ma pri– ma di tutto io scrivo perchè sono inna– morato della vita e le sono grato di aver vissuto questa epoca! Devo pur ripagar– la, no? Joseph Brodsky Questo poeta di origine russa, emigrato negli USA, vive a New York, nel Village. Nato nel 1924, è stato costrettoa la– sciare Leningradodopo esser stato condannatoa cinque· anni di lavori forzati per parassiti– smo, cioè scrittura di poesie non autorizzata. Quasi tutte le vocazioni letterarie co– minciano come un'aspirazione alla san– tità, al compimento di sè. I~ mi sono messo a scrivere per questo, e anche perchè amavo le parole. Se continuo a occuparmi di letteratura, è perchè µon sono riuscito nel primo punto, e il se– condo resta sempre valido, e perchè a mio parere ciò che il tempo fa dell'uo– mo merita di esser registrato. CharlesBukovski Nato in Germania nel 1920, ma in realtà figlio puro di Los Angeles. Infanzia nel cuore della crisi. Un'acne da campio– nato che gli ha lasciato una te– sta impossibile.La bottigliaba fatto il resto. Ma colui che si battezzò "il grosso schifoso" è tuttaviaun poeta fine, efficace come Hemingwaye commosso come Villon. Mais où sont les litronsd'antan. Se sapessi perchè scrivo, certo non ne sarei più capace. FINE SECOLO * MARTEDI' 23 APRILE Erskine Caldwell Una storia che ba il taglio di una leggenda. Nascita nel 1903, vagabondaggie mestieri minutiprima di trovareunsuc– cesso totale con storie della profonda Georgia. Scomparsi Faulknere Steinbeck, non re– sta che lui a ricordareche negli USA tutte le strade conduce– vano alle lettere. Più di 60 li– bri, tradotti in tutto il mondo. Ora ho 81 anni, e da quando ne avevo 12 non bo smesso di aver voglia di rac– contare storie attraverso la scrittura. Ho ammirato la capacità che hanno al– cuni di raccontare storie a voce, ma per me la scrittura sola è degna di interesse. Da quando sono diventato abbastanza - qualificato, ho cominéÌato a lavorare come giornalista nella speranza di impa– rare il mio mestiere di scrittore. Ho vo– luto poi consacrarmi alla narrativa, al romanzo, ai racconti, e fame l'obiettivo della mia vita di scrittore. Avevo l'im– pressione che l'immaginazione potesse produrre tutto il materiale auspicato per il romanzo, e che tutte le esperienze del– la vita mi sarebbero state più utili degli studi accademici. Posso dire oggi, e con una sincera umiltà, che mi sono impegnato a essere uno scrittore di romanzi al fine di soddi– sfare il mio desiderio di creare persone e situazioni che non erano mai esistite pri– ma." Guadagnare del denaro o correr dietro alla gloria non sarebbero state motivazioni bastanti. William S.Burroughs Un beatnik nato nel 1914. Il papa del gruppo di Tangeri. Compagno di strada di War– hol. Ma all'aspettoun'andatu– ra da impiegato di una fabbri– ca di dentifrici.Coi suoi tenta– tivi, ba banalizzato il "cut up" e indotto un pubblicoampio a leggere delle opere di ricerca. Irreversibilmenteavanguardi– sta. La domanda "perchè scrivete?" ne ri– chiama immediatamente un'altra. Che cosa fa esattamente uno scrittore? Ci sono molte risposte, ma nessuna è del tutto soddisfacente. Uno scrittore è un osservatore, un car– tografo delle region! psichiche. "Uno scrittore è un cosmonauta dello spazio in– teriore", disse Alex Trocchi alla Confe– renza degli scrittori a Edimburgo nel 1962. Henry Miller vede lo scrittore come una persona dotata di antenne che capta certe correnti cosmiche... "Io non sono 'io sono' ma una spia in un corpo estraneo", diceva Jack Kerouac. E che cosa fa una spia? Osserva e rende conto. Deve farlo perchè questa è la sua fun– zione. La percezione cosciente è stata parago– nata alla parte emersa di un iceberg: uno scrittore non sa perchè scrive. Le ragioni che può avanzare sono in genere false. Se uno scrittore non ha altre fonti di reddito, come nel mio caso ("i milioni di Burroughs" sono un'invenzione di Kerouac) deve allora riguardare la scrit– tura anche come un mezzo per guada– gnarsi la vita, quali che siano gli altri motivi. Allora, perchè scrivo? Perchè posso. Perchè scrivere è il mio mestiere.

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