Fine secolo - 23 marzo 1985

_, ... sei ettolitri), che ridussero ulteriormente il poco spazio disponibile per i soldati. Del tutto inadeguati erano gli stessi piroscafi Giava,Min– ghetti e Singapore della Navigazionegeneraleitaliana che, normalmente adibiti al trasporto di emigranti nelle Ame– riche, erano stati scelti e noleggiati dal Ministero della Guerra. Sulle tre navi venne letteralmente stipato il Cor– po di spedizione che contava 83 ufficiali e assimilati, 1882 uomini di truppa (fanti e ~ersaglieri) e 178 quadrupedi; nè gli "adattamenti'? apportati (in realtà inadeguati o ir– rilevanti) poterono alleviare i disagi dei soldati al loro primo viaggio in mare. I circa duemila imbarcati ,erano per 2/3 giovani reclute e per il resto volontari, con poca esperienza e un soprassoldo giornaliero di 0,40 lire. GiunserÒ in Cina dopo un viaggio di 9 .212 miglia: duran– te i quaranta giorni di navigazione vissero in condizioni igieniche malsane e·soffrirono la sete, il caldo e un mal di mare intollerabile dovuto al rollio e al beccheggio pro– dotti dal soffiare dei monson( Ma il disagio più grave fu costituito proprio dal numero degli imbarcati, esorbitan– ·te rispetto allo spazio: sùl Minghetti trovarono posto cir– ca il doppio degli uomini che la nave poteva contell.ere e sul Singapore circa un terzo in più: mentre sul Giava, dove i soldati erano solo 182 e gli ufficiali 19, venn'ero collocati quasi tutti i quadrupedi. QuÌ la presenza di uò– inini e di animali e l'ass~nza di misure igieniche adeguate crearono una situazione insostenibile. Per via del mate– riale accatastato le sentine erano inaccessibili, quindi non • vennero pulite e l'acqua fu solo aspirata alla meglio; nelle scuderie l'areazione era scarsissima e le tubature, mal ri– dotte, non riuscivano ad espellere completamente l'acqua e le sostanze organiche; il primo contatto col clima tropi– cale, poi, favorì la putrefazione degli escrementi e la fer– mentazione delle balle di fieno. Fra le bestie si verificaro– no casi di asfissia e soprattutto febbri biliose che furono all'origine di malattie infettive diffusesi prevalentemente tra i militari addetti alle scuderie. A Singapore vennero sbarcati sette soldati affetti da febbre tifoidea, di cui due morirono pochi giorni dopo; un primo bilancio, a cui si aggiunse la morte per tifo di un bersagliere del Minghetti, avvenuta subito dopo l'arrivo della nave a Taku. ... La Cina è lontana Certo la situazione sul Giava fu particolare, tuttavia an– che sugli altri due piroscafi (e, soprattutto, sul Minghetti) Qui a fianco, la torre nel trorte accanto alla cattedrale francese, coi segni del bombardamento, a Tientsin, 1900 (foto Underwood). Sotto, a sinistra, cinesi intenti a cuocere zampe di muli che si uccidevano a uso degli europei (Illustrazione italiana). Sotto, a destra, la prima barricata fatta a Pechino dai marinai dell'Elba non mancarono le traversie, per così dire o_ggettive,della navigazione e quelle supplementari dovute a colpevole incuria. Da Porto Said ad Aden,l'afa e il caldo aumenta– vano ad ogni giro d'elica e la temperatura, in media di 40°, salì a 60° nella sala macchine. Sul Minghetti, proprio in questo tratto, i bersaglieri patirono una sete terribile: il distillatore di bordo era fuori uso (funzionò,ìnvece, sul Singapore dove le condizioni di viaggio furono più accet– tabili) e si rese necessario "lesinare sulle distribuzioni giornaliere di acqua assolutamente imbevibile". Parecchi uomini furono colpiti da febbri infettive e di questi due dovettero essere sbarcati ad Aden. Gli altri furono messi in isolamento nell'ospeµale di bordo, situato "nel posto più caldo della nave, accanto alla macchina ...per nulla ventilato ...e privo di latrina e di bagno". All'altezza di Socotra cominciarono a soffiare i monsoni che si placa– rono solo in prossimità di Ceylon: alla sera, allora, si po– tevano improvvisare dei concertini con musica, canzoni e "ballate d'amore piene dell'incanto napoletano". Ma poi riprese con sempre maggior forza il vento dei monsoni, che sfinì i soldati sbattuti qua e là dai violenti ondeggia– menti della .nave, mentre i colli di merce rotolavano in tutte le dire-zioni. Il mal di mare fece if resto rendendo i piroscafi maleodoranti e inabitabili. Nè fu possibile puli– re e disinfettare subito gli ambienti, lavoro .già difficile in condizioni normali. La truppa era in tutri i locali "ecces– sivamente agglomerata" e - scrive il comandante del Min– ghetti - "quando a -viva forza si obbligavano i soldati ad uscire dai dormitori per attenuare i miasmi dei ponti infe– riori, non si potea che a stento spostarsi da un posto al– l'altro del piroscafo". Per l'igiene personale si_potè fare ben poco, sia per la scarsità d'acqua ("le poche lavande dovettero essere fatte assolutamente ad acqua salata"), sia per l'assenza di ricambi di biancheria ("avendo i sol– dati una sola muta di telà - cioè quella che avevano ad– dosso alla partenza da Napoli"). Bisognò quindi aspetta– re "i piovaschi" perchè gli uomini potessero lavarsi a sufficienza e pulire i locali liberi, in attesa che lo sbarco a Singapore rendesse possibile una disinfezione più accurà– ta. Fu questa l'unica occasione in cui le truppe misero piede a terra (per risparmiare tempo nelle soste a Porto Said, Aden e Hong Kong rimasero consegnate a bordo), e ne approfittarono per disertare un caporé:l,le un bersa– gliere, presi solo due giorni dopo, poche ore prima della partenza. Da Singapore si salpò il 14 agosto, col mare grosso e un FINE SECOLO e SABATO 23 MARZO 17 caldo atroce: ai soldati restavano ancora 15 giorni di na– vigazione e altrettante notti da J)éJ.SSare ammucchiati nei dormitori, dove per l'elevata temper~tura era "assoluta– mente impossibile dormirvi" e 30 pasti da consumare "in piedi o arrampicati sulle grue girevoli o sugli spiragli dei boccaporti", prima che questa "guerra", privata e quoti– diana, si potesse considerare finalmente conclusa. Tenuta in disordine, consegnato Il 29 agosto si.giunse a Taku, e nel giro-di qualche giorno venne ultimato lo sbarco che, per mancanza di pontili e rimorchiatori, non fu meno avventuroso. Comunque, gli uomini miserq piede a terra, e allora il colonnello Gario– ni, comandante della spedizione, notò che "i. nostri solda– ti non avevano la voluta prestanza militare"! "Da ciò la determinazione da me presa - scrive in uh suo rapporto al Ministro della Guerra - di sospendere l'uscita libera, su– bito dopo l'arrivo a Tien-tsin, che riaccordai in seguito solo a quei militari prestanti e in buona tenuta. Questo provvedimento mi fu consigliato appunto dal non volere che i nostri soldati avessero a sfigurare dal confronto co– gli altri, venuti in Cina larghissimamente provvisti di og– getti di equipaggiamento e vestiario". "Noi italiani- siamo stati più galantuomini degli altri ... " Un marinaio livornese, che aveva partecipato alla presa di Taku, scriveva in un lettera: "in quel mentre si comin– ciò a vedere di qua e di là delle fiamme e le case brucia va– no come esca. Vedendo così, tutti i soldati forestieri si sparpagliavano perchè avevano avuto l'ordine di portare via la roba più che si poteva ... Allora noi vedendo che si saccheggiava impunemente, si cominciò a fare lo stesso, e ci si sparse per la città perchè si aveva l'ordine di requisi– re tutti i muli, i cavalli e i bovi ... Noi italiani siamo stati più galantuomini degli altri soldati; a rrie m'è toccato sol– tanto cinque braccialetti d'argento, tre paia di pendenti d'oro e di corallo, quatt_ro anelli e qualche altra cosa ...". Quanto era successo a Taku era stato il primo atto di guerra: allora la violenza apparteneva in qualc~e modo all'ordine della necessità. Quello che avvenne in seguito, invece - vale a dire dopo che Pechino era stata presa, la corte imperiale era fuggita nello Shansi e la resistenza ci-

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