Fine secolo - 9 marzo 1985

FINE SECOLO* SABATO 9 MARZO 1985 16 James Nachtwey. Le foto qui pubblicate (BlackStar-Grazia Neri) sono state scattate nel Salvador. L'INERZIA DEMOGRAFICA. NELL'AMERICA CENTRALE, SONO LE CIFRE DELI,A POPOLAZIONE , A RACCONTARE LA VERA· STORIA. I paesi del Centro America fronteggiano oggi una sfida quale mai governo ha co– nosciuto, di destra o di sinistra che fosse. Questa nuova realtà è una pura e semplice questione di numeri. Nel corso dei secoli - le conquiste spagnole, e le rivoluzioni e i colpi di mano e gli interventi esterni- le popolazioni sono rimaste ridotte. C'è sempre stata miseria e oppressioni e disu– guaglianza nella proprietà della terra, ma la terra stessa offriva una qualche valvola di sfogo. Agricoltori nomf!di potevano di– sboscare un fazzoletto di giungla e colti– varlo per una o due stagioni, e poi spo– starsi lasciando che la natura se lo riprendesse. La gente poteva prendere un pesce, raccogliere frutta selvatica, cattura– re un animale. «In questo paese -comin– ciava così un libro su El Salvador scritto negli anni '30- nessuno muore di fame, nessuno. è assetato, nessuno crepa per mancanza di un tetto». Oggi, El Salvador è più densa– mente popolato dell'India, ed è inquinato, eroso e deforestato. In tutta la regione la popolazione urbana cresce impetuosamente, poichè i poveri senza terra e senza lavoro vengono nelle città in cerca di un impiego. Le città non sono in grado di soddisfare le elementari esigenze fisiche e sociali delle loro nuove popolazioni. I rifornimenti di acqua sono inadeguati, gli scarichi di fogna finiscono in massa in fiumi e laghi, e l'offerta di ser– vizi è altrettanto inadeguata. La penuria più vistosa è quella del lavoro. Secondo una recente valutazione di Ro– bert Fox, della Banca di Sviluppo Intera– mericana, l'America Latina e Caraibica devono creare 4 nuovi milioni di posti di lavoro all'anno per i prossimi 16 anni solo per tener dietro alla crescita della popola– zione. E' il doppio dei posti di lavoro creati dall'economia USA -che è cinque volte maggiore- negli anni '70. Alla domanda di posti di lavoro nella città si accompagna quella di terra nelle campagne. Tutti i governi del Centro America hanno programmi per aiutare chi resta a occuparsi della terra, ma buo– nu parte dei terreni che assegnano non consente un'effettiva coltivazione perma– nente. Lo stesso controllo delle nascite appare come una ovvia e immediata risposta, ma per una serie di ragioni la pianificazeione famigliare ha fatto poca strada. - Molte persone sono fermamente convin– te che la popolazione debba continuare a crescere. Lo afferman.o molti conservato– ri, così come molti di sinistra, che vedono nella pianificazione famigliare una misura coercitiva imposta ai poveri, dalla classe dominante per sventare la rivoluzione. - I nazionalisti prendono spesso una posi– zione filo-natalista, come in Honduras, che teme l'arrivo di rifugiati dal suo so– vappopolato vicino, El Salvador. Il Nicaragua ha conosciuto un boom do– mografico dopo la caduta di Somoza, e oggi il governo sandinista, fronteggiando incursioni di ribelli da due fronti, mostra poco interesse all'attenuazione della cre– scita demografica. Il Nicaragua ha il sag– gio di natalità più alto fra tutti paesi del Centro America, e sta raddoppiando la sua popolazione ogni 19 anni. ' - La tradizione di famiglie numerose ha radici profonde nella cultura della regio– ne. Gli uomini vedono nella paternità una prova della propria virilità. Per molte donne, come ha detto ironicamente unni– caraguense, «tirare su una famiglia nume– rosa è l'unico modo disponibile per com– binare qualcosa nella vita». - La chiesa continua a proibire il controllo artificiale · delle nascite. Per quanto la maggioranza dei governi appoggi pro– grammi di rallentamento della crescita de– mografica, essa non figura fra i loro impe– gni principali. Molti demografi sono persuasi che semplicemente i dirigenti po– litici non abbiano una reale comprensione del problema. · Qualche anno addietro, Victor Urquidi, messicano, dichiarò di essere persuaso che i dirigenti politici fossero inconsapevoli •:<delsignificato di alti saggi di crescita esponenziale. Dopo tutto, il 3 o _il3,5 per cento non sembra un numero molto alto. Quando i tassi di interesse sono del 12 o del 18 per cento all'anno, un piccolo 3 per cento non è molto più di niente. Un tem– po di raddoppio di 20 anni non è un con– cetto che possa "colpiregente le cui vedute politiche per il futuro non vanno oltre una scadenza elettorale di sei anni, o il prossi– mo colpo militare». La realtà bruta dietro i numeri è l' «iner– zia demografica». I demografi sottolinea– no che la crescita della popolazione non si arresta quando i tassi di natalità comin– ciano a declinare. Nell'America Centrale, fattori come l'abbassamento della morta– lità e l'ampiezza delle persone in età di aver figli garantiscono che i numeri asso– luti continueranno a crescere. Sono numeri di una scala mai vista finora. La popolazione dell'America Centrale è cresciuta dagli 8,5 milioni del 1950 ai circa 19 milioni del 1975, ed è destinata a rad– doppiarsi -anche con un saggio di natalità sensibilmente inferiore- fino ad arrivare sui 39 milioni entro il 2000. In altri termini, si aggiunge– ranno alla popolazione più es– seri umani nei decenni finali di questo secolo di quanti se ne siano aggiunti in qualunque pe– riodo del passato. E' una partita nuova, e nessuno padro– neggia le regole, e tantomeno ha la capa– cità sufficiente a vincerla. Salvo un grave disatro, un'epidemia, o una carestia o una guerra, ci si può aspet– tare-che la popolazione cresca fino in pie– no secolo pròssimo, ciò che farà pesare grandi domande su terra e acque e foreste, instabilità politica, ed enormi difficoltà per i governi del Centro America e per ciascun paese -come il Messico e gli Stati Uniti- che sia coinvolto nel futuro della regione, e destinato ad assorbire una parte dei suoi numeri in eccesso. •' ~--~.\_ .•' ~--· . / / / ----~----

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