Fine secolo - 9 marzo 1985
tuosamentedopo, soprattutto fra i giovani. Il primo redattore dell'edizione progettata, Fritz Koegel, é di una rapidità per così dire fulminante.Escono i primi 8 volumi, che rical– cano quelli già pubblicati da Nietzsche prima dellamalattia; e altri 8 (solo i primi quattro cu– rati da Koegel) che contengono il "Nachlass", l'eredità dei frammenti postumi: Koegel, con la tolleranza di Elisabeth, lavora con singolare disinvoltura: non esita a scrivere sui mano– scritti autografi, segna con un frego rosso le parti già pubblicate, e con uno blu le non pub– blicate, prende appunti ... Nel 1897-98 Elisa– beth rompe con lui, dissentendo dal modo di lavorarè,ma anche più dalle sue frequentazio– ni nel "giro" di Lou Andreas Salome, la vera bestia nera della sorella di Nietzsche." ELISABETH IN WEIMAR· L'Archivio viene trasferito a Weimar, che ne appare la sede più prestigiosa: é a Weimar l'Archivio Goethe-Schiller, e proprio in quegli anni é in corso la grande edizione di Goethe. Fra i due archivi di fatto si instaurano rappor– ti, e alcuni curatori sono comuni. QuiElisabeth dirige l'impresa fra molte peripe– ziedi persone. Fra gli altri, dopo averlo caccia– to anni prima, riesce nel 1899 a riappacificarsi con Peter Gast, che era un prezioso conoscito– re della grafia di Nietzsche. Comunque, tra· il 1894e il 1911, la cosiddetta "edizione in otta– vo grande" de11eopere é compiuta: comprende 8 volumi di scritti editi già da Nietzsche, altri 8 (che includono la "Volontà di potenza", il te– sto funestamente cruciale della manipolazione, e "Ecce homo"), e ancora 3 volumi di scritti fi– lologici.Nel 1920 esce un utilissimo volume di indici, curato da quel Richard Oehler di cui abbiamo sopra citato il fervore nazista. LA VOLONTA' DI P 1 0TENZA: UN LIBRO INESISTENTE CHE DIVENTA VANGELO DEL NICCIANISMO L'opera solleva molte discussioni, ma pochi si accorgono di quanto sia insostenibile l'edizio– ne degli 8 volumi del "Nachlass", il lascito po-· stumo. Anzi, la cosiddetta "Volontà di poten– za", che tiene i voli. 15 e 16, viene considerata, e lo sarà fino all'edizione di Schlechta, l'opera principale di Nietzsche. Vale la pena di rico– struire subito questo punto. Già allora alcuni interpreti di Nietzsche sanno che si tratta di una compilazione. Quando, molto più tardi, Schlechta, che ha le carte in regola per farlo, tenta la sua nuova edizione, la ordina in tre volumi.I primi due raccolgono il già pubblica– to; il terzo contiene una ottima scelta di scritti giovanili, ma anche una raccolta "dal Na– chlass degli anni '80". Quest'ultima é quella checi interessa. E' fatta così. L'edizione "in ot– tavo grande" aveva disposto i frammenti se– condo un ordine sistematico deciso dai curato– ri, presentando come un libro una arbitraria compilazione. Già in una stampa precedente l_a "Volontà di potenza" era stata costruita se– condo un piano. Nell'edizione "in ottavo gran– de" la "ricostruzione" é realizza~a•da Gast ed Elisabeth, che curano due volumi ciascuno. Di "piani" possibili, ipotizzati dallo stesso Nie– tzsche,-ce n'erano una ventina e più. Gast ed Elisabeth scelgono il più elastico, che consente loro di trascegliere i frammenti da quaderni di– versi e di ordinarli a piacere. L'unico risarci– mento "scientifico" che concedono all'opera– zione consiste nell'elencare, in fondo ai MazzinoMontinari è nato nel 1927 a Lucca, ·è stato allievodi GiorgioColli al liceo, poi dello storico Delio Cantimori alla Scuola Normale di Pisa. Iscritto al PCI, ha lavorato alle edizioni Rinascita fino al 1958, quando ri,rese la collaborazione con Colli per l'«Enciclopediadi autoriclassici» Boringhieri, e poi, dal 1962, perl'edizionecriticadi Nietzsche, risiedendoper molti annia Weimar. Nel 1981 ha pubblicatoper gli EditoriRiuniti « Su Nietzsche»un'agileraccoltadi saggi e ~}emiche, su temi come quelli accennatiqui. (Foto Isolde Ohlbaum). volumi, manoscritto e pagina relativi a ogni frammento. A questa lista fa ricorso Schlechta, . il quale ripubblica i frammenti nella successio– ne-che a lui sembra originaria, secondo la nu– merazione di quaderni e pagine. Ora, questo risolveva il problema solo a metà. O meglio dava una risposta sbagliata a una ef– fettivo problema. Infatti, non é mai esistito un libro come "La volontà di potenza", e non é mai stato lecito dare un'architettura ai fram– menti lasciati. Esplicitamente, nell'estate 1888, Nietzsche aveva rinunciato a scrivere la «Vo- lontà di potenza» e deciso di raccogliere il ma– teriale in 4 libri chiamandoli ·«Trasvalutazione di tutti i valori»: lo mostra la nostra edizione del «Crepuscolo degli idoli» e dell' «Anticri– sto», che Nietzsche aveva portato fino alle bozze di stampa, e che sonò per così dire la confutazione vivente della pseudo «Volontà di potenza». Nietzsche scriveva, elaborava piani diversi, e il risultato era sempre tutt'altra cosa da quello che si ottiene mettendo in fila dej frammenti. Aveva dunque pienamente ragione. Schlechta a ~.,.,..,.;i,Q~•·"' ·,1.• .' ......... ~1'1-~--..-~- -~~- ,-:-,.: ... . ' ►INE SECOLO * SABATO 9 MARZO 1985 ElizabethForster- Nietzsche nel ritrattoche le · fece EdvardMunch, 1906. 31 voler tornare, come dièeva, «al punto di par– tenza». Ma il punto di partenza era un pò più lontano -era esattamente dentro l'Archivio di Weimar, e lì Schlechta non è tornato. Per re– staurare la situazione dei manoscritti, è neces– sario tener conto di tutti i manoscritti, e delle loro partizioni. Schlechta non ha considerato che anche gli altri volumi (13 e 14) della «Grande in ottavo», contenevano parti di ma– noscritti da cui erano tratti i volumi della «Vo– lontà di potenza» (15 e 16). Così facendo, per– suaso di aver smascherato e risolto il caso famigerato della «Volontà di potenza», Schle– chta ha involontariamente perpetuato l'abuso ideologico per cui i frammenti contenuti nella «Volontà di potenza» sono quanto di più im– portante Nietzsche abbia scritto -sempliceme!}– te, in un ordine diverso. In Germania ci credo– no ancora in tanti -in Italia abbiamo fatto più piazza pulita. COME SCRIVEVA NIETZSCHE La vera, e certo meno prevedibile, domanda demolitrice che andava formulata nei confron– ti della «Volontà di potenza» era: la <(situazio– ne di partenza» corrisponde alla cronologia? L'ordine dei quaderni, da pagina I, poniamo, a pagina 100, corrisponde alla cronologia? E all'interno di una stessa pagina, con cinque frammenti, per esempio, quale sarà l'ordine? Solo l'autopsia a Weimar poteya dare la rispo– sta. E la risposta è netta. Il fatto è che Nie– tzsche quasi mai scriveva da pag.l a pag.100, ma piutto,to alla rovescia. Non solo. Lasciava bianca la pag. l 00, poi scriveva la 98, poi un po'accanto, la 99, poi la 96, e un po' la 97 - e così .via. Schlechta questo avrebbe dovuto ri– cordarlo. Quando chiesi a un suo allievo come mai l'avesse trascurato, e non avesse neanche tenuto conto delle sovrapposizioni con i rinvii dei voll.13 e 14, mi sentii rispondere che in quel periodo Schlechta aveva molti problemi famigliari, personali - e questo può capitare. Certo, senza quel riesame,e i suoi risultati, non ha senso dire che la ripubblicazione dei fram– menti nell'ordine di Schlechta ha riscattato Nietzsche alle manipolazioni della cattiva so– rella e del nazismo. ELISABETH, CATTIVA, MA NON TROPPO Il merito di Schlechta stava nell'aver ripropo– sto il problema. I suoi avversari, anche perso– nalità di rilievo scientifico e civile, come Lo– with (non parlo di interpreti fascisti come Baiimler, il cui editore, rifiutando la mia edi– zione, mi avrebbe detto: «Non possiamo ri– nunciare a un titolo così bello come Wille zur Macht») ebbero il torto sorprendente di non combattere Schlechta sul suo terreno. Ci fu bensì, era il 1958, un gran fracasso giornalisti– co. a proposito dell'edizione; ma si concentrò, come sempre in Germania, intorno alla richie– sta di un «neues Bild», la «nuova immagine» di Nietzsche. Quando qualche pedante mi chiede qual è il nuovo Bild che emerge dalla mia edi– zione, gli rispondo che se lo faccia lui, se pro– prio non vuole osservare il comandamento che vieta di farsi dei Bilder. Il fracasso si concentrò attorno alla tesi di Schlechta che le sole opere importanti di Nietzsche fossero quelle pubbli– cate da Nietzsche stesso. Gli rinfacciarono di non tenere nel conto dovuto i frammenti po– stumi. Poteva darsi, ma si sarebbe dovuto chie– dergli piuttosto: «Perché ci restituisci la 'Vo– lontà di potenza' in questo modo? Perché non
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