La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 44 - 5 novembre 1961
Pag. 4 Enz.io Cetrangolo * IJuedtdus D' ALBE terrene spento desiderio. In quali spazii attingeremo rive calme di luce, il termine di questo buio vagare? Quale forza vincere che nor:. ci risospinga e non rilasci cadere il disperato animo in terra? Forse non pasSa per le vie degli astri la morte? Conosciuto un giorno eterno, che non veda i tramonti della luce, colmeremo d'affanni la celeste quiete dei mondi e romperà il silenzio il grido umano? O deporremo vivi la soma del dolore e i nostri cuori umani su le stelle? Senza mèta persegue, solo, il vuoto etere Dèdalo, A PROPOSITO LA FTERA LETTERARTA lJ 1 A RACCOLTA SAGGl§Tl!CA lOB FER * A ll)A PlVAI'U La balena aniericatia DEL "MEN ABO' * 4,, * di J-IUlUO BA.HUCCA tori non ancora famosi tra noi, che mi affascinavano per il loro sforzo di svi.neo· larsi dall'apatia del confar• mismo affrontando i rischi dei non rinunciatari e se· gnando, a volte inconscia· mente, una svolla nella sto• ria della narrativa•- questo un dato comune a molti scrittori americani con– temporanei, da Andcrson a O'Neill, a Wolfe a Faulkner: scrittori che cercano di cva· dere dal tempo presente rian– dando con la memoria al mondo della fantasia che spesso è predominante in es· si. Sopra11u110 in Anderson che • vive a cavallo di due momenti fondamentali della formazione dell'Arrferica: vi– ve nel periodo in cui all'epi– ca pioniera si sostituiva l'epi• ca industriale•- E Anderson conosceva bene i sistemi di cui si avvaleva l'industria giacché aveva inizialo la sua cr,rriera e o me p11blisl1i11g man; per questo abbandona ad un certo punto il lavoro e la famiglia per dedicarsi esclusivamente al mestiere di scrivere. Egli vuole essere li– bero nella lotta contro le con– venzioni: non gli imporla in– fatti che un oggetto costrui· to dall'industria sia più pcr– feuo rispello ad uno costrui– to dall'artigianato. L'impor· tante è che l'uomo abbia la fl~fr::~ ~~cea~toea!:e s~!~t: ne, l'uom,:, non può sentirsi felice perché costretto come è a fare sempre la stessa cos~. a meccani7.zarsi come la macchina che lo rende schiavo, non ha più amore per il lavoro e quindi per la vita. Per questo lo scrittore si rivolge al passato che egli guarda con ammirazione e nostalgia sperando di poter scoprire i mali che aff1iggono l'umanilà e non le permet• tono di lavorare allegramen· te, cantando. Un altro scrittore che guar– da con ammirazione al pas· salo è William Faulkner il quale ha delineato ncttamen· te nella sua opera la vita del Sud disperato e dis1ru1to perché • sfru1tato • dai nor– disti invadenti • come topi di campagna•· Le sue simpatie, (Continua a pagina 5) LUNARJlO alla Domrnica :, novembre 1961 r,m sr ABBONA OBITO PER U, FIERA LETTERAHJA rireverà jf giornale jn 'o·p,aµ:J?iodal giorno del ver~amento a Lutlo dicembre del 1961 * L"ahhonamcnto annuale costa L. 4.000. Scmcst,ralc L. 2.150. Trimestrale L. 1.100. Per Insegnantie Studenti sconto del 10 % Versamenti sul C. C. P. n. 1/31426 L'edicolapiù vicinapuò essere sfornita:l'abbo– namentovi ragqiungeovunque,puntuale,sicuro * CHI E' A•JIICO della FIERA LETTERARIA SI ABBO A alla D.ll * FJERA LETTEKARIA JPOESJlA Uoerenza di Sereni E procedendo • a sbanda• le• la Pivano .passa in ras· segna le forze più vive della narrativa nordamericana: da Cranc a Hemingway, da Ca· beli a Faulkncr a Fitzgernld a Kerouac, a Lee Masters che rappresenta il primo scrittore scagliatosi contro • la tradì· ;,ione ottimistica edulcorala del ,•il!aggio "rosa" caro al ius10 ouocentesco •· Fu in• fatti Lee Masters ad accen• tuare il carattere pessimista della vita che veniva rappre· scntata nella sua • Spoon River An1hology » come un pesante fardello, una lotta continua, una frustrazione di speranze, una tortura senza significato. Iniziava con que– sta •Antologia• ciò che Cari Van Ooren definl • The re• volt from the Village•: il primo passo nella loua con– tro le convenzioni che doveva accentuarsi maggiormente ne· gli anni futuri anche perché altri scrittori prepararono il terreno per una rivalutazione della passione e di certi ele· menti vitali in contrasto pro– prio con la sterilità delle convenzioni. Rondi e la Musa * di l1WSEllQ CllE,IIASCIII Q UALCUNO potrà forse (o vorrà) vedere una mu· tata direzione nel la,,oro di Vittorio Sereni. quando uscirà l'allesa raccolta delle sue poesie dal 1947 (da Dia· rio d'Algeria) ad oggi. Mu· tata direzione 1ispet10, ap· punto, alla sua poesia pre· cedente, di immagine (per inlendcrci) elegiaca e, per ciò, facile bersaglio di cqui, 1 oci critici riferibili ad un pre• teso limite nella distanza cvocath'a, nella leggerezza e nel pudore intimo all'esprcs· sionc, di contro alle oc aper· ture sociali • quali si sono ormai delinc,atc con chiara ~~~~siioh: p~b'~!icf1~e~~ q~~~ sti anni. su varie riviste. Com– pito della critica sarà quello di guardare a fondo: saper osscn 1 are la forma delle cose e non la loro apparenza, ri• conoscere un~ coerenza senza dubbio [ra ,le più perseguite e mantenute. Lo sviluppo, è naturale, csi· ste: determinato molto più dall'e,•olversi dell'esperienza sperimentata che da presup· posti leuerarj. Da Frontiera (1941) la poesia di Sereni si mantiene cosl aderente al· l'essenza dei suoi contenuti, attenta nei mezzi. accorta nelle strntturc lìnguistichc· che tutta quanta l'esperienza di un uomo può, senza av– venturosità, esservi riversata e confessata. Negli anni 1941·47 cosl co· me oggi, - oggi che pos· siamo leggere la pdma poe– sia sul mondo industriale che non scantoni nell'incerto ideologismo o nelle zone po· lcmico•predicatorie - Sereni ha sempre teso alla veri!:\ "erificabile, e perciò perso· nale (mai personaliS,tìca), _la verità che il soggetto può m ogni istante dimostrare vera per mezzo della sua diretta testimonianza. Due prove di coerenza A provare la coerenza_ di Sereni basteranno due Cllc!,– zioni in cui uguale è lu posi– zione distaccata•appassionata, uguale è la posizione di so· stanziale a•rnnguardia: da • Diario d'Algeria.: • Non sa più nulla, è alto sulle, ali I il primo cadtao boccom s11lfa spiaggia norma,ma. I Per questo qualcw,o stanotte I mi toccava le spalle mormoran• do I di pregar per l'Europa / mentre la Nuo,,a Armada / si prese11tava s11Jla costa di Fra11cia • (giugno 1944); e da • Una visita . in fabbrica • (1952-58), pubblicata in aper· turn del • Menabò 4 • (set– tembre 1961): "Quello elle precipitò I nel pozzo d'infor· lllllio e d'oblio: / quella che tra scali e tlepositi i11 sé ac– colse I e i11 sé crebbe il ger· me d'amore I e tra scali e depositi lo sperse: / l'llllro che premalflro dileguò / 11e/ fuoco dell'oppresfore ... I Il 1110 vizio più vecchio e più caro. I Lavorarono qui, qui pe11arono. / E oggi il 1110 pianto, il pit1 facile, s11/f(Iflue COI/li/I/e .11. Nel tentati\•o di definire i •connotali• del paesaggio in· dustriale (paesaggio interiore, intendo), la poesia degli ul· timi anni ha equivocato pili volte, e più ancora equivocò (o tacque) la critica: per quel che mi riguarda perso· nalmente, l'unico risultato ottenuto dalla pubblicazione di Soldato d'industria (1959) fu la taccia di • bardo dello smog•· ed • epigono di Luzi •– In verità il solo Sereni (un poeta, cioè, se non appar• tato, almeno un metro più in là delle polemiche più dc· terministicamente engagées), prosegue gli insegnamenti della poesia che ci sta alle spalle, la trasforma senza forza"rla, ne elabora organi· camentc la complessità in una dimensione pili vasta proporlionalmcnte alla mag· giare ,,astità, appunto, della esperienza. Né sarebbe lecito, di fron· te a Una visita in fabbrica, rilevare per contrasto l'incer· tczza della giovane • poesia dello smog» (cfr. f_,a poesia dello smog, «Quartiere• gillgno 1960), che tra slanci audaci non ha purtuttavia saputo sempre trovare il punto preciso che porta a un risultato liberato dal fru· strante moto di creazione· distruzione di materiali il cui impiego, da anni. viene ri· mandato senza scadenza (è dovere fare alcune esclusioni, per esempio Giudici. presen• te con diciassette poesie nel· lo stesso « Menabò 4 •, che sa creare delle storie emblema· UNAGIOVANE POETESSAMERICANA * Sonia Raiziss ,,a,fri CHI mi generò visse per puri ardori di sforzo dissipati presto - ceneri nelle gengive del suolo inalate dai venti cavi. Ora raggiunto tiche al di là degli smorti moralismi: e va detto come l'alienazione dell'uomo nella industria - o, in senso \las10, nel mondo contemporaneo - sia per Giudici già un nucleo positivo, un dato accertato per il superamento della stessa condizione di alienati, conquista di una scelta fra gli invischiamenti delle rea– zioni a comando: già, quindi, azione di libertà). . Una storia emblematica La vera storia emblematica (e dico •storia• anche nel senso di vicenda, di raccon~ to) ci viene da Sereni. Forse saranno proprio le storie concrete e \!isibili a liberare la poesia dnllc appiccicose rabbie a vuolO? E' una sup· posizione lecita, che nasce di fronte al •viaggio• che l'uo• mo Sereni intraprende al oc fondo di questi asettici in– lerni • che sono le fabbd– chc. Addirittura un richiamo dantesco, forse, può non ap· parire un fotilc capriccio: ecco appunto un uomo che in condizione di estraneo scende nel sottosuolo: « S/io· ra torrelte ora, passerelle I la visita da poco cominciata: I s'imbuca i111m fragore / Co· me di sottoterra, I che pure ha regola e ce11tro / e q11al– c11no t'illustra ... »: estraneo perché, nonostante lutto, egli è ancora vivo, cioè libero, in un regno di non•liberi. La •storia• è raccontata, naturalmente, ad un livello che neppure sfiora il dato veristico; ma esaminando la struttura della poesia (quasi un poemetto, articolato in cinque parti), si nota come si formino delle scansioni di tempo, e come il discorso le segua lungo il viaggio, dalla porta degli inferi, attraverso reparti•gironi, fino all'uscita • alla città seh 1 osa •, ai can• cclii dove termina la visita e si riassume: il lavoro, q11el lavoro, condanna che fa ato· na la • miglior parte», se esiste, dell'uomo. Il • viag– gio• di Sereni acquista così un valore definitivo, antispe· rimcntale, (ed è, non soltan· to nella storia di Sereni, ma nella storia della poesia ila• liana, un risultato di anni) che può riparare molle in· tossicazioni di dubbia avan– guardia. Rapporto tra arte e lavoro Certamente, la lettura di Una visita in fabbrica gene· ra un complesso di interessi. alcuni precipuamente lette· rari, altri di ordine •civile• che porterebbero ad esami sui rapporti fra letteratura e industria quali proprio il « Menabò 4 • affronta (con interventi di Vittorini. Scalia, Ottieri. Pirella, Forti), e che affronlerà Gian Franco Venè col suo studio, da tempo at· teso, sul problema. Esattissimo, Vittorini os~ serva: « l testi poetici pre· sentano sl un atteggiamento che, per il fallo stesso d'esser lirico, è globale, inclusivo di tutto dell'uomo, nei riguardi del « nuovo mondo•; e quel– lo di Sereni giunge anzi al limite più allo della possibi· lità di pronunciarsi elegia· camentc su un mondo (m– posseduto; ma lo sforzo loro si manifesta ancora al\'inter• no di un'esperienza le11era• ria già da tempo accertata come non altro che un en· ncsimo dei tanti sforzi inter· locutori di questa•: il che chiarisce, una volla per tutte, quan10 la letteratura italia· na sia rimasta, fino a non molti :mni fa, a,,ulsa dalla adesione cosciente. a un mon– do industriale che è ormaj non più una realtà partico• lare, settoriale, ma tutta la rcallà nuo\la; e come poesia e narrativa comincioo solo ora, dopo anni di tentativi di stabilire rapporti, ad essere parie integrante del • nuovo mondo• e non soltanto la espressione dal di fuori: Quando uscl la Spoon Ri– ver Anthology suscitò in Amc• rica un grosso scandalo giac· ché gli americani si trova· vano per la prima volta di fronte alla realt3, di fronte ad un • panorama• preciso e spietato perché reale della ~~t;vin~~~e c~~cco~~an~tl~taf~ considerate fino ad allora centri di virtù e di valori umani. Gli americani veniva· no posti di fronte ai loro problemi ben puntualizzati da Lee Masters il quale po· neva in risalto le conseguen• ze della civiltà meccani;,..za– ta; ed è appunto codesto ri· chiamo a rendere attuale la denuncia dello scrillore che non aveva a,,uto nessuna in· tenzione scandalistica nello stendere i suoi poemi che scriveva sulle buste delle !et· tere, sulle liste della tratto– ria. Egli aveva voluto sol· tnrito dire che l'uomo è ve• ramente tale quando è umile, semplice perché soltanlo al· !ora non sarà un fallito. Il vero protagonista del• la « Spoon Rivcr Anthology • è tuttavia il tempo. Sarà N EL 1957 • La giovane Italia•; nel 1,5s • Amo· re Fede.le~.- nel 1960 e Carta d'Europa•- Questo anno • /_,a terra felice•– Quattro libri. tutti editi da Rebell:.\to. Q11anro raccolte di versi - ddle quali l'ul– tima è un copioso volume di oltre 170 pagine, di fit– tissima scrittura - in appc· na cinque anni. Una produ· zione che, ~e r>er un verso tes1imonia di una rara fera– cità creativa, per un altro verso può far suppOJTe in partenza una connaturata insofferenza oer ogni indu– gio di pa-.:1enti rifini1urc, la impazienza al necessario ri– gore selel11vo, e in definili– va una costituzionale indi• sciplina di lavoro poetico. Alb riprova dei testi, J.1 supposizione si fa ccrte7..za. C'è infatli in queste pagi– r.c di Roncli, pnrticolannen• le nell'ultim-:, libro, qualco· Un , 'nuov.o,, poeta: tJo••rado Pavolini * Diario d'un an110 * di PIE'l'RO CHIA'l"l'l C ORRADO Pavolini è '' 11a10 a Firenze 11<d J89t;; data che do– vrebbe bastare ad escluderio da 1111acollezio11e elle s'i,ui• raia e SecondoNovecento•,$e /o stato civile avesse a che fare con la pere,me att11al1t,1 de/1,1 11oesia. Di suo 11011 vuol ricordare che Patria d'acque (Va/lecchi), Dediche (La Come.la), Natura mona (Mo11dadori). Nel corso d'una vita ormai l1111gaha esercì• lato, con poco cnstrutto, wui i11/initil di mestieri: giomali· smo, critica d'atte, lraduz,o· 11i, sceneggiature cinemato· grafiche, regia teatrale, ver 11011 citare che i prmcìpa/1. Gli fosse dato di ricomi11- ciare daccapo, farebbe vro– b11bilme11te ltltt'allre cq.)e: il tivograJo, il /ttlegname, l'ar· chitetr<• o, al111e110, il mura– tore•- si 111e1te al fia11co. Pavoli11i Ila scritto 1111 diario che lo spazio dei temi e uon certo la fonna di111ostra110scritto da un poeta che ha girato la boa dei sessc,nt'anni; il diario di 1111 anno compreso tra la fine del '57 e la fine del '58, co11 dentro 1111 s110 rotondo complean110. Ma è costri,igere il vofwne i11 una sola di111e11sio11e., q11e· sto metter fuori quale/te com• posizione riuscita lasciando tutte le altre dentro, 11ell'al· bum degli abbozzi. Ciascuna vagina invece ha la s11anota· zione, il s110 ritratto, 1/ suo pensiero che balzano vivi agli ocelli, che meglio ancora del· le composizioni tutte riusci· re realizzano l'intento defl'a11- tore. - allievo percosso dalla percezione - il suo anno di morte Questa la • 11otizia » stam· para sul risvolto di Diario d'un anno, terzo volume del/tl 1111ovacollana di voesia, ap– punto • Secondo Novecento"'• dell'editore Rebelfoto. Ne è tmtore, evidentememe, l'Au• tore. C'è l'ironia, la tosca11a ironia .... he da una pane st apre sulla 111a!i11co11ia, dal• . l'altra ,no,-(le co11 denti fini, che lasciano il segno e 11011 dan110 dolore; che di qua si scopre iu w1 mome11to d'ab• bandono e di là subito si ri· pre11de, e dietro 1111astriz– zata d'occhi cerca di 11asco11- dere la co11u1101.io11e sfuggita al controllo: Un po' di verità, w1 po' di recita: come quel • se gli fosse dato di neo· minciare daccapo•, che è un· repe11ti110 travestimento del– l'uomo di mondo sotto umili panni, ma un travestimento ----------, che no,1 convince 11ess11110, I libri che ha scrilll srn q111 so110composti ,registrati, de11· tro una storia della poesia italiana , nella quale il suo 110111e è assicurato, e lo san· 110 gli cmtologisti, lo sa 1l lcllore di poesia. Ma qui, il registro è mutato, mutata la i11tenzio11e ,alleggerito il peso d'1111avocazione, deposta og11i corona di classico alloro, umiliata sù10 ad 1111 frettoloso artigianato la scelta dei temi, la cura del verso. Si tratf(I, lo .scrive l'autore • dell'intel· lige111.a », di • rapide uote, ap· pu11tì per memoria che gior· no dietro giorno butto giù, (ricordi, meditazia11i, scluzzt, ùicontri da valermi da ma· teriafe di lavoro o punti di riferimento), roba appe11a ac· cennata, senza impulso di completezza e tanto meno dì bellezza•, con qualche lampo, confessato senza tinta umiltà, • di rara sensibilità • in rispo– sta a oc 1111acerta vibrazione del cuore•· Questo 1/ mate· ria/I'-, la materia prima: oc– casioni in genere corpose, da· tabili persino, e infatti tulle datate, riferite a fatti avve• mili e persone vivemi, cl1e almeno sono vissute; ma 111 sono anche occasio11i impal– pabili, fantasmi d'1111a memo· ria gonfia, trabocca11te, in cui si son rintanati anni e visi perduri, r>rasbiancati, slonta• nati, divemai (a togliergli dalla memoria) niente più che profumi, che antichi profumi. E og111 volta che la botti– glieua d'un ricordo indeleb1· le è sturata, ecco che esala poesia. Frettolosa, buttata giù con una immediatezza che serve di castigo e di li· berazione al cesellatore d'al– tri tempi, ma viva, fresca, se11za età - e questo è dir tutto, della poesia. Vi sono poesiole falle di nulla che il lertore non potrà dimentica– re. Dove il le/terato non è sentenzioso~ dove il ricordo non è ossessivo, dove lo scrit· tore non spiega a se stesso, prima che al lettore, le sue concezioni; lì la poesia sboc– cia, e saran110 componimenti come oc /11 treno•, • Incrocio al caffè•, • Primitivi senesi•– Poesiole di corsa, che s0110 ancora piene dì ve11to, di quella disperata grazia aerea che possiedono certe Qrevi composizioni cinesi degli anni d'oro, o toscane degli anni d'oro. lii 1111 am10 Pavolim ha ri- 11erc1.,,rso la Sila vita, ha mes• to a frutto l'esperieuza d1 tut· ta ,ma vita; e qui la pro• fonde, ce la sciorinQ. davanti. Un certo do110 di poesia s'al· terna a 1111 certo dono dì saggezza; ironia e comn10- ;.io11e s'accorcla110 spesso da 1111a riga all'altra; una prosa appena sgrossata 11011 cerca nemmeno di involarsi, e subi– to dopo, c'è una poeswla che si,1 dalla "priit1a parola è tutta volo, un palloncino ros– so s/11ggi10 dì mano. Jn q11e• sto \-aSto repertorio, infine, Pavolini s'è divertito - que• sto è da dire - è uscito di binario, ha lasciato che la /antas 1 a e l'esrro prendessero il sopravvento, giocassero {t loro gioco libero e scanzona– to. Poteva uscirne un • mo– stro• ibrido e fuori temvo: 11e è' uscito invece 1111 mira• coloso, fresco « canzoniere delle occasioni•- Più giovane d'1111giovane, Pavolini lta di· mostrato di saper intrapren• d~re e concludere tm • espe• nme11to •, proprio dì quelli che 11a11110 di moda e che si sentono oggi, faa11do della poesia di getto, aderente a una realtà, addirittura ad una "stagio11e •• alle quattro fug– genti stagioni di 1111 anno. Ma a chi altro poteva tanto bene riuscire, se 110na lui? La sua facilita, la sua leggerezza, il s110 gioco di fanciullo ritro– vato nascondono una cui· leggo lui come un pensiero paleoliti_co fine schizzo al sanguine sulle pareti di caverna della mente, già senza nome, dimenticato, prima della cancellatura! nell'ora che la mia impronta digitale è lisa. Chi noi generò - accidente passione fine - risponde 1 nella notte - orecchio del_silen~io, alla domanda - abitudine della mia buia preghiera col mutismo con la densa pietà del sonno e sonno dolce pentotal di pace che mi fa sognare ùn incontro coi padri sulla scala vibrante. da Poeti')', 1956 • Traduzione di Alfredo De Palchi « Collettiva S cra» a Piazza del Popolo All'Afosti11iana, galleria di Arte Sacra contemroranea in Piazza del Popolo, è aperta una mostra di testimonianze d'arte cristiana. Espongono tra gli altri: En· rico Ac<'atino, Giovanni Amo• roso, Wiliams Apap, Enzo Assenza, Valente Assenza, Li· no Bianchi Banivicra, Anta· nio Berti. Angelo Biancini, Alfio Castelli, Gisberto Ce• racchini, Giovanni Consola• zione, Venanzo Crocelti, Gra– zioso David, Pericle Fazzini, Emilio Greco, Michele Guer• La Carrubba, Anacleto Mar• risi. Giovanni Hajnal, Roberto gotti, Giovanni Meloni, Ales· sandro Monteleone, France· sco Nagni, Giuseppe Nig:lia, A1tilio Selva, Sergio Selva. Luciano Tastalcti, Tata. tanto 111e110 chi lo propone. O il decli110 degli a1111ipuò portare la nostalgia della gio· vinezza a tale spasimo da ri-. volerla, magari tutta diffe- 1"e11te, rmrché risia gio– ueua? Certo 11oi giova11i - e chia• miamoci l/11cora così, finché siamo in tempo - siamo fon· tani ria/la poesia che aleg• giava intorno alla sua g10• vinet.za , e siamo anche ca• paci di trattarla cou suffi– cienza al lume d'un criterio storico che ci i11castrae spesso limita nel prese11te, nella crisi del presente; ma se noi siamo lontani, Pavoli11i ha compiuto, lui, il gran passo di vet1irci incontro, di col• mare il fossone del rempo. E non un vecchietto truccato da giovinotla, ma un uomo che ha saputo rigenerare e ringiovanire ci raggiunge, s,mza fiatone, senta arte da generale in pensione, e ci ~!~fia 1 ;~';;5!,,~~e~eZ:,;ic~n: p~:= cologica che un giovane non potrebbe avere. La • razt.a • fa il resto. Fhiisce che Pavoli11ici viene avanti più giovane di quanto 1111 giovane potrebbe mai es• sere e manifestarsi. e non per mettersi in gara, 110, ma 11er divertirsi in 1111 gioco di libertà e d'errori, dì tenta– tivi e di miracoli, e poi ere• do proprio per non essere dimenticato, per essere ri• trovato. La giuria del • Chianciar,o • ha mancato quest'anno La grande occasione di premiare un poeta • nuovo•· Quello di Pasolini era, al confronto, il libro di 1111vecchio manie· rista. * cli BOTlTOLO Plf1\'TQ sa di strabo::che,•ole: una I reti a di comporre, una feb• brc di ammucchiare versi su ven:i, immagini sopra imma• gini. dall'au1ore cerlo sen– t:ta come una • voluptas sc, i bendi •, ma che inesora– bilmente si fa incontro al lettore, nei suoi esiti con– creti, con qualcosa di li• maccioso, d1 intemperante, di eccessivo. Una ecceziona· le ricchezza creativa la qua– le, per alcunché che è di troppo - di smisurato, di i11controllato - si fa spes..: !o0 dispersiva, non suscetti• bile com'è, per sua stessa natura, di essere imbriglia– ta dal regolare unpeto e rit• mo di una pacata elabora– zione. E si raggruma in in– gorghi di suoni, di vo"ci. Abbiamo tullavia detto • ricchezza•· E potremmo aggiungere • forla creativa:-.. Che è vigoria dell'intelletto non meno che della imma• ginazione. Quasi costante è la tensione fantastica, che con intuizio::ii balenanti as– sume gli elcmeoti della real• là biografica e stagionale - ma anche •civile• e sociale -, per trasportarli mcdian· le il gremito 1;iuoco delle onalogi~ e dei traslati so· pra un inesausto schermo di lll<'lafisiche proiezioni. Una spinta inventiva sorprcndcn• le, e- talora sconcertante per la dovizia delle linee e del– le tinte, per l'e,;trcma liber• tà dei movimenti. delle 'lC· cr.sioni, dei rapporti. Ron• di ci appare, in certo sen• so, come un poeta • super– dotato•: riconoscibile e mi– .!>urabilc un po' alla stregu.1 di Pasolini, tanto per fare un nome rhc abbia valore di riferimento orientativo. Si aggiunga il piglio deci• so dell'intelligenza, l'a7.za1·do dell'operazione lucidnmente in1ellenuale, nutrita di un culturalismo ~ di un pro• b:ematismo sottile, in cui so• no avvertibili un poco tutti i connotati di una moder• nità e-.tremistica e addi1it– tura d ::wanguardia. Taglien– te consapevolezza la quale, se può talora togliere fre– schezza o immedia1ezza di suggestione n talune lirichl.! figu1azioni, giova altra vol– ta a dare forza di persuasio• ne, una persuasione anche poetica all'esecuzione versi– i'i-::ata di assunti di 1iOes· sione gravitanti sull'accesa problematica dell'oggi sto· rico. Non è infine da trascu– rare, in una 1icognizione èei traili validi che si possono scoprire nella esperienza poetica di Brunello Rondi, la qualità della prodiga scansione. 1n forza della quale il discorso, specie quando si affida alle nette e ad un tempo mutevoli strutture delle successioni endecasillabiche, ha un pro• prio flusso esatto, un prn· cedere di aperta e distesa dizione (distesa tuttavia fi. no a poter lar nascere a \'Olte l'impressione di un'e\o– Quenza rliluita e s1ra1ipan• te) E' queslo un altro indu• b1tabile indice òella fertilis• sima disponibilità di mezzi e di strumenti. E ,;e in ogni momento ci può cogliere il senso di una pletorica sovrabbondanza che esigeva tagli seven, ci si imbatte tuttavia, non di ra· do, in testi interamente ri• solli nella lucente persuasio· ne della poesia e nella {orza d'incan10 della poesia. Ad esempio e Bianca donna•· A conclusione della nota, osserviamo che non tocca :i. Rondi affermare che e que– sta Terra /e/tee è - lo rico• nosc-ano molti o porjussi– mi - tra i libn fondamentali della poesia nostra nel do· poguerra • (come dichiara testualmente, la diffusa pre: fazione scritta dall'autore medesimo e mtitolata • La mia poesia e la critica•). Non tocca a lui per ragioni, se non proprio di contegno• sa modestia, a!meno di gu– sto e, dopotut,o, di intelli• cem.:a. Noi, pur con tutti i riconoscimenti di validità che si possono fare (e abbiamo fatri) alla presente raccolta, non ci sentiamo dei pochi o dei moltissimi - S'- pur ci sono - a condividere la sua lroWl<Jl!rÌl(at.\~Jl(lll propriamente e obietti\'amen· te cri1ica a ragione ,·cduta. G ILDA MUSA si presen-. ta ora (dopo • I I por– to qu!.!!to », .. • Horte d1 Vòlo •, .. U armi•) con il qu.a1to libro delle sue poc– ~ic. Titolo dell'odierna rdC· colla: • Amici e uemici », edite dalla Ca' Diedo d1 \le• nczia nella coll.::na « l con· ~ensi •- « Amici e nemici• si av\'an• taggia fin dalle prime pagine, e acqui:.ta credito presso il lettore anche esigente, per un suo rilevalo rigore formale e compositivo, già indicalo - si direbbe - da quella accu· ratezza e lindura della veste di cui il volume ariosamente fruisce. C'è, nelle sue pagine, una pulizia della versificazio– ne, un nitore della parola viva nella pregnan7.a dei suoi ,•ala– ri semantici e della sua in· tema vibrazione, quale piut• losto di rado ci avviene di incontrare nella poesia fem– minile del No,·ecento. E' una moderazione della voce, una educata dignità del dire, una misura che si applica al sor– ,·eg!iato esercizio lirico col senso di una nonna fidata, che si è fatta costume di con• dotta poetica. Segno di una civiltà e di una consapevole condizione del linguaggio, la quale puè' essere tradita solo in forza di un compromesso che snaturi la genuinità del 1emperamemo e della propria formazione culturale. Allon:hè il rapporto fra il movente lirico e il modo del ~uo verbale concretarsi è mantenuto con un involucro così prossimo ad una compo• stezza che è di per sè « clas· sica•• c'è un rischio: il ri• schio della frigidità tonale o, per essere più esalti. del rnf– frcddarsi di una materia che poteva essere pedino incande• scente nel suo originario pro• porsi. La sostenute;,..za del del· lato può anche risultare fin• zione d'alibi che nasconda il yacl!o di una vita spirituale rnes1sten1e o assottii!liata fino quasi a scompalire. E tuttavia in Gilda Musa, nella quale il misurato scandire del discorso non tarda a rivelarsi come in• dizio di un'interiore disciplina cd equilibrio, c'è anche il resto: quello che i critici di osservanza crociana chiamano l'altro• momento della sintesi estetica •- C'è il fervore di un mon_d? ~i Ul"J"!ani moti, di sog• g1;111v1 nsenumenti, di emoti– \11 sussulti e pensieri sopra uria quotidiana dimensione di vivere nell'oggi, che si scon• tra (e ne soffre) con le fonne prorompenti o grige della meccanizzata metropoli in cui la poetessa conduce la sua csis1enza. C'è, specie ·nelle li• riche della parte uftima, raggruppate all'insegna della «Farfalla intelligente~, radug• giarsi in noie di una lanci· nante ironia, pur sempre ci• vilmente a1teggia1a nella con• legnosa dizione. E l'ironia si p?.lesa qui m modo naturale. ;~~~ ~ri~d~ 0 fe:i~i~~ lità alla sonnontante forza di un mondo violento, votato alla gelida impassibilità del• !"automatismo e del disumano. Allravcrso le \"enrisci com• posizioni si delinea, nel do• minato grafico verbale, la presenza di una calda pas• sionc di schietti, interessi mo– ralistici e, pili es1.eosivamente, di una sofferta umanità, che ritrova appunto nella matura fermezza della ,·oce una sua !-Crie1à di intima proposta· e di coraggiosa confessione, ta· lora di tagliente denuncia. Queste poesie svari.ano te: maticamente luogo l'arco di una disponibilità di motiva· zioni che è la più aperta pos• sibile. Ora e l'occasione inti• mamcnte esistenziale, tramata sopra una sottile vicenda di reazioni e di trasalimenti nella fatalitU di una legge di inesorabili trapassi stagiona– li, che invisibilmente corro• dono i giorni : Sono / in me::;.o a queste foglie scolorate / d1 primo invento, al lento / co– smico giro che riporterà / il so/e equinozia!~ nel suo cer– chio I di fragran:.e e dì luce. Ancora / pregherò che s'at– tardi lu11game111e / la viola :.11/ balcone, mentre il sole / avanzerà senza badarmi. / E 7'7,~~::~~ !'::~h~~ò~iE s~~~'::"r 6 1l aut1111110, / e ancora im·erno, e l'indagare chiu.so / che la cupa stagione i11d11ce e vuole (• A sos1are ogni giorno»}. In altro luogo è il nucleo di una me• dil,.'\zionc che, pur nell'obielli– ' ità di una dialettica segreta, si sensibilizza liricamente nel– le cadenze del canto disteso, ~i lie\'ita nella suggestione delle immagini: Dentro /"llrna serrata del tuo seme / 1111'eter· na presenza si 11asco11de. / 1111aforma costante, 1 compie / lungo un so. Itero I a 1111 fissato s1:. di bellezza (« Suggerimen10 del tulipano). Nella sezione ... --on• clush·a è infine, cosi ricor• rcnte e insistilo da dare im• pronta unitaria alle cinque p_oesie che la compongono. il npensamento corrucciato. e intriso d'un'arguzia amara, delle fonne e dì talune m• congruenze tipiche dell'at– tuale ci\ 1 iltà, UNAPOETESSA ITALIANA * Elsa Totti Ho ln•faulato nl ,·«os Ho bevuto alla salute del caos più d'un bicchiere. Balzò subito in piedi, rise e pianse e poi ricadde nel vecchio riposo. La f/iovine.:::ci e f1iug11.o Giugno si disfa nel grigio di tempesta. Dietro il campanile tocchi alti di biacca contro righe setose 11 frangiate di nebbia. Il mio verde l'ho chiuso tra memorie d 1 alti c:mneti e fossi. Il mio verde sensibile ha l'elettrica voce di quest'ora. Sulla bicicletta all'inizio d'estate lungo argini di fiumi, lungo la ferrovia ... La giovinezza fu tutta in quella blusa di cotone bianco, nei sandali aperti. La giovinezza fu il trillo alto e sottile del campanello della mia bicicletta. E tu ricordi 1 non puoi dimenticare, rane e amore sul greto del fossato, zanzare e amore, a sera, lungo il fiume odore d'erba e di temporale.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=