La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 37 - 17 settembre 1961
Pag. 4 LA FIERA LETTFRARTA N RR.~TlCV A OPERE JPJRJC~E * Celletti cronista borghese N ON è difficile. ogtt_i, che la cn11ca c1ci clhmcri aloni di fama auorno a scrittori nO\Clli solo perché s_anno SCri\"c1c qualche ccn– unaia d1 pagine con lanu e latti• dentro e le sanno ~~t'";;::n " ~~}~sio~~"\u O~iii che e poesia e su ciò che è semplice manifcMnzione lc1- 1c11:1ria, pcrch_é c'è gran con– fus1onc su ciò che e reali,\ lirica e :.u ciò che è rcalta empirica, ~u ciò che è tra– slato di un materiale c.:,i– Slcnzialc e su ciò che è sol– tanto trndu,,ionc letteraria per la comunicazione di quel– le stcv ..c manifcs1a1iont cs1- !':;~:!;;i E sf~::,!!:• d~ r:'a~\ 1~ case editrici, tanto piu s1 ,cndono quanto piu manipo– lano, <.,çnza a,·crli u asfor– mati, quegli c,cnti cronachi– stici che non ,olo non -.. i:,u pcrano liricamente in , alori spirituali ma che non ncsco– no nemmeno a rappr~.._,cnta1 e una ob1c11h·a uni, en,alita i:,to– rica in l~n giudi7io etico dc– gh SIC\!<>! eventi. * ,li li.1IIJER1'Q Jl1-IRl 1 .IRDI smo che corrisponde poi al superficiale ma irrefrenabile scorrere delle sensazioni: • Nulla si conclude e nulla si risol,e in alcun caso, ri– sposi. La , ita C una ridda di tentati\ i, di conclusioni e di soluzioni. lo so solo che é passato un altro giorno (p. 150): il matrimonio è una • forma di schiavismo,. (p. 194) da cui ci si libera con ripeluti dirnn.i; i rap– porti tra uomo e donna .._,ono ridolli nl !>CSSO (p. 413); il matriarcato spunla da que– .._,ta barbarie dell'intelligenza come un fatto necessario: • Essere indipendente e a\'c• re un figlio. Onnai le donne dovrebbero tendere a que• sto• (p. 109); il carnllerc e scaduto a temperamento, il temperamento a ,•izio, il , i– zio ad indirTcrcnza: • (Jucsla progr~si\'a incapacità al dc– litio pas,ionalc, fece ~lagda, non <;olo tc.,timonia la deca– denza del no.... tro ,c.,.,o, ,n;.\ r.:ontribubcc a rendere noiosa la nostra socicta,. (p. 170)· l'amore quindi e scambiai~ con la passione, la quale si intristisce ben presto in unn noio~a neccs,ità aflauo fisio– logica; il piano morale della società e confu,o con quello economico-politico, co-,i che: • La clas-;c diri~cntc non h;.1 mai ffcni, di-.si io, sah·o le prcpoten,c che si fanno 1 suoi membri l'un l'altro,. (p. 300): In fede di questa na e facile psicologia, su e– sterni dì una gcslosa società, ma soprnllutlo sul ,uoto i:,pirituale di gente scettica• mente ~teggia1a tra la fred– dura e la boutade; pagine che, letterariamente snobisti– che, a lungo andare annoia– no e infastidiscono. lnfani, qucs1a lcttcra1ura, rarissi• mamcntc ha un lie\"e spicco di clcgar.n, poichè mira a rifare il ,·cr,o ai modelli reali dei personaggi i quali parlano il gergo intellettua– listico cli una borghesia psclldo intellettuale, per cui ,cngono fuori questi prezio– sismi: e Sarebbe imvlicita una tua liber1à d'azione• (p. 57), oppure • che il tea– tro mi fagocitas!>e,. (p. 23), o nl massimo il p,al di testa dhcn1a puntualmente emi– crania (217). Ma il fatto c~tetico che dal punto cli ,·ista dclrunilà li– rica decide la sorte di tale p~cudo romanzo è che il suo enorme ,o!ume è fatto· di pezzi giornalistici di crona– ca qunsi sempre mondana, cuciti insieme per po1cr spingero i folli coi falli; chè un'autentica nccc.ssità di s\"i• lllppo lirico in Fiale Bianca Maria proprio non c'è. Si co• mincia con la estrinseca sto– rin di Lorcn;,o per passàrc nlla biogrolia di Marta n quclln di Branthc, cli EtCna, al e aiallo,. Baroni. per ri– prendere la descrizione bio– grafica e tecnica del tenore Lorenzo che, intendiamoci, non è affatlo il pro1agonista. Poichè, nessuno dei tanli pcrsonaga:i è qui il prolago– nista, ma piuttosto la loro fenomenologica , ita in sé e per sé descritta come una cronaca ~ondana nei parti– colari piu in..,ignificnnti, co– me, per esempio, gl'ingre– dicn1i d'abbigliamento fem– minile: « lndossa,·a ... ,. (p. 55), e lndossn\'a, .. ,. (p. 62). t1 Bianche indossrl\a ... • (p. 110), e cosl ogni ,olla, mi– nutam(•nle, persino una ca– micia da notte: .. Aveva una camicia da noltc di satm ce– leste, con piccoli disegni bianchi• (p. 311). · E' !>lato fallo un par o– ne tra \'iale Bianca \faria e Il Gattopardo e, lro\"o che risulti gillstissimo. Ma con que..,ta diflcrcnza. che ne Il Callopardo la storia decade a. cronaca_ banale pur con p1cnn ragione d'essere 1alc come decoro borghe,c di una fa.miglia_ principesca; nel i'1ale Bianca \laria la crona– ca decade a pettcgoleno mondano i cui interlocutori sono i relitti di una di<,gre– gJta categoria borghe<ic che non ric,cc ad essere nel suo infrollito indi\'idualiSmo. non dico società, ma nemmeno Pili i;l"Uppo !iOCialc GIOVANNI BELLINI: Ln plclà (~lostrn del Pala7.zo Ducnlc di 1\hrnto,•a) Ales.... andro ,\lan10ni o Leo– ne Tol'!ltoi ci hJnno dato dei il"andi rom,10;,i ,torici per– che hanno traslorm,Ho un 11:rcz70 materiale cronachisti• co e i:,torico, non acconten– tando,i di ricreare ,oilanto un ambiente di r-cal1a stori– ca, ne, i:,imboli di un'al1iv.,i– ma i:,pì1 itualilil entro cui un giudi,io etico intcn1,iona la qualita lirica delle immn~ini, elc,·ando a stori..1 anche la cronaca; ma ci:,,i hanno do– minato gli c,enti della cro– naca facendoli \'Ì\ ere come MOJ i;i e i:,ublimandoh in po: ... a. f.~;~costfcis~o: sc~t~~:~mgrcd~ in nulla, mn nemmeno nego nlllla,. (p. 349). Rapporti umani in una società di que· sto stampo sono rappo1 t1 puramcn1c materiali che ab· bussano la ragione spiri!ualc della virn ad llna forma cli \ italità animalesca anche .._,r.: raffina1amcntc snobbi...,tica. Persino l'arte, la musica si identifica con un fine empi– rico, tecnico cd economico, con una punta massima , er– so il piacere fi<,ico: • Loren– to Gabrielli cm un tenore. Od canto non gl'impo1t,l\a nulln ... •. ma il nonno me,·;1 di...,posto che • Lorcnzo, .._,uo unico ncpotc, a, rcbbc :-.i cn!– dirnto una trenlinn di mi– lioni, mn soltanto se a,cssc fo110 il cantnntc ... ,. (p. 9), per cui Lorcn1,o dedicò tutta la sm, ,•ita al cnnto; e al· trO\"C: e Più che commuo– ' cnni il canto mi dn un piacere fisico,. (p. 169 ). ··IL 1 1 Ell0 1;; IL F.11.,SO .. IH lllsll,U.1.1".\' K.l, ... ICK * Co:,i che , icn tallo d1 pen– sare se sia proprio ne1..cs .... a· rio t:hc I;.\ narr.1ti,a, in Quanto poc.._,ia,debba pa...,.._,.i– re per la porta della storia o_se con qualsiasi altro am– ~1ente umano non s1 laccia, 1mmanen1cmcnte alla J>OC'>ia, ugualmente l:,(01 ia; poichè, / \l(l/ti1•oglw o \la\llU do11 Gc– ·Hialdo, alt~ poc.._,ìa di moda– hl,l narrnt1,·a, sono nnch'es-:,i romanzi storici perché $.llpc– rano in intcmo giudizio eti– co, e quindi ontologico, la fenomenologia di e,·cnti cro– nach1stici per ,e stessi af– fatto trasc11ràbili. Il romanzo del legno scolpito Ma non si \"Olc, a scomoda– re i nomi di cosl illustri nar– ra1ori per dire che questo .Qrosso tomo di Rodolfo Ccl– letti. Vini~ Bianca Afttria - Feltrinclli -, non e ana110 un romnnzo, ossia un'opera di J)OCSÌanarrntirn, ma piut- 1osto una cronaca monda– na, come tutte le cronache di e<,_pcrien7a sconrn1a in cui ~Il e_,cn1i rcsrnno a1~7.7j falli empirici. in se irrile\'anti e banali, fuori del rilic\\l let– terario scorrevolmente e prc– .Qcvolmcn1c giornnlistico. Infatti, il materiale umano di QUCSIO agglomerato di fatti è, come categoria socia– le, quello di un gruppo che per nascita o per ntti\'Ìl:l \ ivc in un facile e dbpcn– dio,o tenore di \'Ìla con l,1 mcntnlill'l tipica di quelln borghesin il cui tono esisten– ziale è scaduto, come giudi– zio di valore, alla brnma di accumulore danaro cd alla rarrinnta mo immediata sod– dhfnzione del !'lcnso. Non sar:.\ diftidlc dimo– strarlo: lo ,•ita e la reah7· uazionc d, uno storici,mo a, SOllltO, di un problcmat1ci– ~mo autosufficiente, di uno inesplicabile fenomenologi- G U TO onn,\i ,11 1raauar– do dclb scllantm~ {chi: nacque ., La Spctia nel J890) e del mezzo secolo, tondo tondo, dt uuh>it~ let– teraria, il liw:urc Et1orc Sena h.\ \"Oluto celebrare contcm– r>0rnncnmcntc quc:,,tc due tappe fondamentali della Mia , ita pubblicando il aro,,o volume dì ,cr-.i e prose e– rata d'addio (C;.1rpcnn, 1961). dedicato ad Un~aret11. Sulla fascetta cd11orialc, d'un bel giallo limone, ,piccano, nella riproduziC?ne . autograla, le qua11ro mcbne parole con cui Cardarclli csprc...,sc, oltre che un ~iudizio, anche una solleci1a2:1onc, un mnto :u lettori e alla critica: • erra, poeta da cono!;cerc •· La notorietà del Serra, il quale pur ,anta ~.._,tima1ori illustri, è dipesa hnorn piu da quel ,·erso (• gentile Et– tore rra • l che hgura nel Commiato de Il porto se• pollo unaarc11iano, e anche dal fatto che lu propno lm a scoprire_ Ungaretti {t1 una \ ena SOl"gl\"ll d, poesia lll un deserto•) :,,ulle trincee del Carso ·e a pubblicargli nel 1916, in .i.oli ottanta c.... cmplari numerati, quel pri– mo Yolume110 che poi do– , e, a di\'cntare uno dei te– sti fondamentali della ciùl– tà poetica del ·ovccen10._Da quell'incontro: che c_ost1tu1 pc.r il Serra il fatto _p1u im– portante della sua , 11a. sca– turirono e la inm1erro11a amicizia con 11 più grande poeta della nuo, a poesia ita– liana e l'amore per la poe– sia in proprio: l'una e l'al– tro, nel prcsa.Qio della sera che discende, si compendia– no ora nello struaa1mcnto nostalgico che una sola pa– rola esprime: • aiovcnh.1, , a– le a dire aeneroso slanc_io. freschezza. umile acccttaz10- ne di qualunque saerifizio. per un soano •· Il senso au1cn1ico e pro– fondo dell'amicizia Scrra.– Unaarelli 1ralucc, nella pic– nezz.a della sua contmmta !!òpirituale, dalla commossa, e commo,ente. lettera dedica– toria con 1_. quale si apre * O A ANNf. ormai. le sto· rie della lelleraturn tt"desca (anche IE' più !-C'\'Cr(' e sçhiWtose) <H.'· colgono Hcrmann Kasack trn i non molti autori ger– manici rivelatisi nel dopo– guerra. che nbbinno un pc-– !-O ormai indiscusso, E" .!;talo un romanzo - n tutt'oggi l,1 su.1 opera più fmporlnnlc - n rivelarlo in Gf'rmnnin e all'estero. a definire la sun persona· lità di scrittore. n loncinre il suo .~peltraie messiag· gio umano: La città ditrro il fium<', inlzinto durante la guerra e uscito nel 1947 (do noi. tradotto da A Bnrgelesi, nel 1952). "Es1 to tr.i i più tospicul dt.•I Surrealismo introdotto da Knfka,. (rome lo definisce Vittorio Snntoll). (' Il lnr v.ile f' nizghincC'iante qua– dro di un mondo, di una umanità the honno perso ogni Cervorr di v1tn e ve getnno nel limbo cli unn mecc,111i7.z:11.io11l' totnle. di– v('nuti pur;i nppnrcnza e!il<'rnn. puro ge:-.to lnan<'. QunlchC' mmo dopo unn !iua lunga nnHlla. Il tt>lafo, tr:1lla\·a più o mc-no lo !-.lesso ll'lll;I ( il bllrocroti smo l' il tC'Cnicismo spinti nll'n. :-;mdo. alla follia to· talltaria), nrn in forme di più caustica Ironia. E sa· tlrn qun~I maligna. de!or· mante. crudele. ci nHri\'a ,•i 11'.ll.,O .I. Cllll~.I.L; Naturnlmentc, l'au1ore 1.ic– c;.onta cose viste e for... .c , h– _.._,utc, che sarebbe a<,soluta– ·mcnte indifferente ai lini li– rici, se quelle cose , istc e \ issute fossero siate metn fori7.zate in !>Cntimcnlo; ma proprio perché cali ci è in• ,ccc immerso sino nl collo. perché la pensa <.·omc i suoi pcrsonaaai, pcrche non de• nuncia ma de.... cri,e, egli h;.1 f~110 cronac;.l: o, meglio, di~ ciamo pcrchè ha fatto ct·o– naca è cvidence che cali c.:i affoga con volutt,) dentro q~esto guozzabuw:lio d1 av, e· mmenti privali:-"l'.imi. Ne mi si venga a ripclcrc la ,cc· chia storia elci romani che ubriacavano ali ~chi,l\ i pcr– chè i figli schifassero il "ino, poichè nell'ambiente del Ccl– lclli, ubriachi sono gli schia– \1i ed i padroni, educatori od educandi. Tanto vero chu il preteso educatore ha vo– h110 godere co:-.1a hmw:o la sua csem~lificazione pedago– gica da tirarla a ben, scu– ,ate se è poco, 419 intermi– n,1bili pagine. E in1ennina– bìli perchè costruite sul pct– teaoleuo, su di una monda- il rocrnnzo La grrm r('t<', in cui !"odierna società te· desca crn c-spost;.1 in grot– test-he movenze vuote di oeni rngìon<' fntl'riore. co– me in un teatro di burat– tmi. Non ci soUerme mo :-.ul pur nott•volc Kasack lirico (L'esi,H'n:a perrnnf' raccoglie pot'sie di una tra– sognatn pUrt"7.7a contem– ploti\';1), né sul snggistn, attento ai probl<"mi <' ai mutamenti del mondo in cui ,·h·E'. Ciò eh<' \'Orrem– mo '-t"gnalare (• la tradu· zmnt.• di un suo rom;.1nzo più retcntl'. Fabch1rnar11 (• t'ul-;Hic..izionl •). <"dito in Germanin nel 1953 <" pubblicato d:1 noi, col tito· lo Il ll<'ro r il falso. nella (c-ome -..cmpr<') attenti~i– ma \'f'rsiC'ne di En•ino Po– c ar (La Nuo\"a Acçndemia :\ lii.mo. l!lfH). Il ltbrtl mcrit;1 un,1 par ticol;1re attenzione J)('rché, se non nitro, ci presenta un Kn:--ack eh<' I lettori no– strani d<" La cittd dif'lro il /iumt• non •i nsl)('ttercbbe· ro di crrto. K.1fka f' Sur– T<'illi~mo, qu(' t.1 \'fllla. ~o· no messi da parte. e Ka· sack il accontt'nta. umll– ml"nte, di rnC"Contarci una !>lorla inll"'rl". ante. con quel tanto di realismo Me cc la rende credibile. An– che lo spunto nnscc da un Calto reale: i dipinti ere· duti di Vermcer e che poi si rivelarono opera di un nbile falsificator(' olande~t". van l\Teea:eren. l\Tn Knsa1..·k non ci parla del mondo della pittura, bE>n.i di quello del legno antico, dl"I legno intagliato, delle cns ·apanchl"' gotiche, dei Cor 2:ieri rina<>iClm('ntali. delle ,f'die e degli angioli baroc– C'hi. Una rnccolta di pcui preziosissimi ln po. st<'<l<' il protagonista del ,uo ro· m::rnzo .l"industrinle Cle mente Sandber~. uomo di gusti rnCfinati, che. stanco di un lavoro .impoetico e di una mogli(' incompr<-n :in1, si d('dica a QU<'I l(rnnde hobby as ... ist1to dalla giovane amit.•;1 thC' ormai vive con lui, Viola Ma la nostra vita (e l'arte chE' ne è specchio e tra– sfla:urazione) è un gluoco di appaTenze: chi dlf.l'tlnguerh mni il \"Cro dal Calso amo– r('? un·autcntica ope,ra di .\rte da un'ace-orta falsiri– cazione? Gente f:t"('tln C' maligna sostituisce. duran· te una mostra della coli('• 1:ione Sandberg. un pan· IL CIJRlll<'L'I,u:tr PQE1'1CQ 1)1 ls1"l'QllE SEIUlil * ''Serata di addio,, il ,·olumc: e Caro Ungarclli, ~oldato ,cotenne, lu mi ot (risti i primi tuoi ve~i: io , ccchio ti presento, in que– sta serata d'addio, i pnnu e gli ultimi da rnc :.offerti quasi turna una , ita. D1 pri– ma,·era sapevano I tuo,, ,ep· pur fiorili fra spine di guer– ra: sentono, i miei. l'imer– no: né altri potrò più dar– tene, io penso. Ma, quali <.ono, desidero che a te ,·en• ~~~ 0 dci'ira~~; r~':m=i·aè ~~~ che umanità, come dicesti. Ci accompagna,·ano l'amici– zia e la gioventù, al varco d'lsonw: ora l'amicizia è ri– masta. Sola, ma pronta a :,e– guirci, quando da questa foce, si salpcr.1 ,·erso il por– to sereno. Tuo rra. Isonzo, 1916 • Tevere, 1961•· A scanso di aJlre11n1c il– lazioni, preme rilevare che il rra si è ben auardato dall'imitare Ung3re11i, il qua– le, scri\·cndo affettuosamen– te dcll'anùco, ha sentito il do\'cre cti stabilirne l'origi– nalità e l'incUpendenz.a ar1i– s11ca. affermando che • Ser– ra ha trovato in sé e ci of– fre l'unico vero ristoro: poe– sia: non imila nessuno, nean– che mc; e questo è già un merito suo•; ma :mche SO.Q· giunge, per l'argli più onore: e parlare di rra ~ un po' come parlare di me,. E a noi gio,•a intendere nel sen– so che la poesia di Serra piace ad Unaare11i proprio per la diversiu dell'umana sostanza lirica. espressa con accenti di libera ìndividuali- 1à. Come nei confronti del suo • ,ccchio 1rifoalio d'ami– ci• (Ungnretti, Saba, Car– darelli), identica autonomia estetica , a riconosciuta al * di GRlf.,TIEllQ ,UIICI Serra anche nei confronti del gruppo di poeti suoi con· terra ne,, come $barbaro. ~loniale, Barile. Grande, coi quali pur :,,i allinea cosl dc– gnnmenle per un suo :.cn\O ugualmente , ho, ma perso– nalissimo, della ligusticità. Serata d'addio si presenta come la sin1csi di 1uua la opera del Serra, edita e ine– dita; m~ i pochi componi– menti nportat1 da volumi ll')Citi in tempi lontani sono '.,lati ri,·issuti e fonnal mentc ricreati nella stesura delì.ni– ti,·a del testo, scnZ : l che nulla 1olgaoo al pregio origi na\e del libro 1 il quale , iene a 1llumioare m modo anche più c.s.aurientc la personalita del poeta at1raverso i tenta– tivi e i risultati di un cur– riculum poetico ormai cin– quaotennalc. L'autore, dando più importanza ai mom·i profondi che più insistente– mcn1c lo banno ispirato an– che a distanza di tempo che non alle occasioni e storiche,. delle composizioni in sè e per sè, ha puntualmente or– dinalo la raccolta. per quan– to riauarda i singoli libretti o capi1oli, in base ai criteri di una cronologia romarui– ca o spirituaJe, nella quale mealio vengano ad artico– larsi i • tempi,. di un'auto– b.iografia rigorosamen_tc intc– nore, via via riferin o re– stri1tivamcnte enucleati in– torno ai motivi più vivi e spontanei del sentimento li– rico domif!antc. L'accorgi– mento, anzi che diminuire sembra favorire il carattcré unitario del libro, il quale, fin nei titoli delle ,·arie se– zioni, vuol rispecchiare il graduale arricchimento e lo umano inr.al7.an.i del poc1a \'Crs0 le altezze ideali della , ila e del dolore. Cosi dalla 1cnuc malinconia di Nido fatto e disfatto (il primo fìorire della \'ila nella dolce intimiU familiare e poi la pro\"a di an-er,;.e \'icendc) ~i pa,sa alla sofferta solitudine dcll'c-;ilio in Nomade e alla 1emat1ca sognante e un poco mitica de L'amoroso canto; dalla sosta riflessiva di Vela in porto e Umanità alle com– mosse rievocazioni di Morte e oltremorte; dai moth•i oc– cnsionali dc L'arte eli anuci la gloria allo strazio per la compagna perduta, che illu– mina di sè - della sua bontà e della sua araz.ia - i versi commoventi dc Lo. sposa soave. Il volume culmina e si conclude con Serata d'ad– dio, dO\'C sono ran:ruppati i componimenti nati dall'intui– zione dell'ineluttabile e del– la morte. Ne risulta l'umano, lirico ritrailo del poc1a: pcrch~ la sua poesia, ctiscreta luce del– l'anima, sorge da un'affet– tuosa, romantica tenerezza \'Crso la vita e i suoi beni, e, nel conlcmpo, da una tre– pidazione del pari umanis– sima per il destino di sof– ferenza che è nella solitu– dine stessa dell'uomo, solo e disnrmato di fronte a ciò che Io tra.scende, e quindi inca– pace di risca tiare la pro– pria caducità in virtù di una fede da opporre validamente al • nero precipitare d'a11i– mi •, e cioè al corrosivo stil– licidio del tempo, che inhnc ai:inicnta e risolve per _l'c1e1 mt.l anche i nodi dei p1u sal– di affetti umani. I motivi centrali dcll'ispirn7ione scr– riana, quelli che in allusirn sintesi contcnw:ono poi tutti ali altri, sono l'amore e 1,, morte: il primo con un <,uo calore innocentemente eroti– co, e trnsfiaurato infine in un'ansia di approdo ultra– t~rreno, a Quel • pono nu– ziale,. do,·c sar'.l ad atten– dere • virgioca la sposa pro– messa•; il secondo con un suo accento di aaonistica ri· luttanza o di rnsscanata sconfitta, quasi mai svilup– pato in ambi!-ioni di svolai– menti rn7.iocmanti. Quando il Serra cede un poco alla tentazione di conccttunli7.za– rc il proprio senti mento del – la • cooacnita nostra insi– pienza.• di fronte ti alla po– teoza 1anota che ci domioa • (come accade nel poeme110 quasi gnomico che ha per titolo Canto del cigno) al– lora egli aninae l'eloquenza !cttcraria ma noi:i la poesia, il clima pedagogico ma non quello dell'arte. Se egli in– vece, come accade il più del– le volte, porge orecchio in– timamente raccolto al canto dell'anima e sa tradurlo sulla pagina con parole di umile ma fenna risonanza, nasco– no composizioni felicemente risolte sul piano dell'arte, come Glauca, Tristano e Isoi– da, Tramvai di pcrifena, Per mio fratello Fortunato Serra salvatore di navi, Sera d'Or– feo, Crepuscolo e quasi tutte le liriche dc I.A sposa soa,,~, dove peraltro affiorano, qua n('llo autentico con un pnnnello Cnlsi!icnto. tn un'arcn gotica di grnnde valore. Ln costi. si scopre e lo st•:tndaln è imml"nso S;tndberg ne resta scon– volto ,e non solo come col– ll"7.lonlsta, ma anche comC' uomo. La stessa Viola. che ~nte ormai ('~aurita In sua mls,ione acennlo n lui. lo abbandon,1 e diverrà mo– glie di un :1ltro. Ma Snnd– bt'rg ~ unn nnlurn profon– d,m1('nt<' s11ggia t'<I ('quili· brat;1, Ln crisi çhe l'hn c-olplto non >?li fa pc-rdt' re l;.l t<"... tn, ma nnz\ lo Il lumlnn e lo purifka Così. dopo U\'('r convinto I suol critld atc-:miti. in una sce na drammatica e groue~ca insieme, che nc-mmeno i più acuti trn loro s:rnno distlnJ(U('rC' trn ~1lcu11tp('z ;,.i nutt•ntlcl e I(• relntlvl" copie, da lui ratte e:-.eguire alln perfczion(', egli non conch.1dc In note di cinico ;.c('lticl~mo. mo. Indicata la dlrt!C'olt1\ d<'I dl!i("('rnc-re e del giudkarc, tanto in ar· t<' che nella ,·il.i . esort.i ugualmC'nlt> ;,d arfront.lr "l'On!ittl" l' dl.'lusioni J) Ur di riu~ir<' a distinuuere il v('ro dnl falso. Quunlo al· l'uomo S.indberg. anche e I.i, lacc1 ,11ioni d i tumulti non ancor,l pl.ica.ti nel cuore. Il Serra h,t co.,ì costruito, ,cnla ,ibbandfni .._,cntimcn- 1,tli e -,cn,.a d1-;per~1oni dia ri<illchc, l.1 prop1;a autobio– w:raha lirica, la quale, anche lormalmcntc, documenta un vu-;10 f-inc e avvertilo nella ,ua scelta dei mcui esprcs– ,1vi. Anche per questo ri– guardo, la sua poesia :,,i pÒr– ac con un accento e un tim– bro pcrsonali...,imi. cl suo C'.,Cl'Ci1iolellcrario, che pur -:,i C'ilende lungo un ;.1rco di lempo comprendente le mol- 1cplici espericn1,e che tutti <,.inno (crcpus.colarismo, fu– turi:-.mo, \'OCianesimo, ~im– bolismo, ermetismo, rcali– i:,mo, c;.-cc.),non ci sono trac– ce di specifiche prcdile?ioni e'itc1ichc, che non si.ino quelle condi11onatc a un'csi– gen1.a di cla5sica chiarcua e di un;,t • fonna,. che sia la sintesi di secolari 1radi- 1:ioni italiche. Lontane dalle , icte, superate forme del pas– ,a10 cosl come anche dalla mistica della pure7.2a este– tica, modernissime sono 1ut– ta\'ia nel Serra e la cadenza ritmica (articolata nella mu– sicalità dell'endecasillabo e d_ei versi minori) e la signo– nlità della parola poetica, che si reKac Quasi sempre sul ~~iv~qui!ib~tl~cl ~~~Ya1ftià comunicativa. Siechè sembra opportuno ricoofcrmare qui 1I 1tiudizio aià da noi espres– so, or non e molto, m ahra sede: il Serra, con piena fe– licit.l di risultati, ha rag– ~iunto l'intento _di conciliare il tono discorsivo di Carda– relli con il vi\'O senso di umanità che è in Saba. E questo deve servire di orien– tamento per la collocazione s1orica della sua poesia. Poco, alla conoscenza del poeta, agaiunaono le prose sparse con parsimonia qua e là nel volume: anch'esse sorvealiatissimc, hanno un carattere lirico o ricvocati– ,·o o misuratamente ironico e talvolta quasi di commcn: to a qualche lirica. Impor- (Contlnu;-; pai. 6) egli nccetta ciò che di so– lido la vita J?li nrrre. e, la– sriata la fabbriL';1 ;1! più gin\'nn,. !orna alla Cnmi– miglia. ::illa moglie. :illn tasu. :u;pcttnndo in sereni· tà che si squarci il gran velo della morte. Non ~. c('rto, un libro ciel qunlc si possn nfCennn– re che Test<'n) trn !e opcrC' nolf'vOI! cli QU<'~II onnl. Come tutli gli :...critlori di tt'ncl<'nzn surrC'nle e nstral– tistlca, Krumck si muove ne-Ila realtà quoUdlnno con un C<'rto lmpaC'Cio, C' cir– conda ogni cosa di un alo– nC' grigio eh<' nC' sfuma i contorni. .-\ \'Oltt•, nelle dC' :,.çrizionl. nf'i dialoghi, nel– la c;:1rnlll"rlnn7.iont" del P<'rSOn.tigl, avvt'1'tiamo delle vr-rt' (' 1>roprie Inge– nuità, cldlc lnrvnlc goff:1g– gini. M.- nkunc l'Osi."cl re– :-.ler:mnci s<'olpltr nC'llo memona: nun tnnto I pt'r– ~onaggl, piuttosto i-<.•lnlbl(' privi cli fl~ionomln, quunto qt1t'I lt>gnl rari e- ,n·<'zlosl, qµellc çnlcl<· ~cultur<' tnr- ~~te dce;~i~;~f'<.: c~~ic:\•~~'~f,: t.'On pnrole drn~<• di tf'nt>- 1e1.za, in l_nmrn1lnl rag· gin ntl di n1tlcln shnpatl11, Se- doVf'!,:Shno dir<' chi è 11 vt•ro, incllmt•ntk-.abllt• protagonista di questo li– bro, non uvremmo <'Sitn– zionl a «·isponderl"; il legno çoJpito. Se qu.ilroi;o di surrt'ul<", di simbolico, di univc-rsalt" c'è Hnchc- In questo romanzo di Kasack, è proprio qui. In queste antiche e bellC' form(' vi~ venti di uno loro vita mi– steriosa .che quasi sorri– dono ,lronleh<' nello. loro fls9itò. delle passioni e dei tumulti umani, cosi rumo– rosi ma, ahimè!. cosi ~m– merl. Palumbo all"eslc.-o A pochi mesi della pubbli– cazione in Italia del roman1,o • Pane verde,. di Nino Palum– bo, i diritti per la 1raduz10- nc del roman1,0 stesso sono stati ceduti alla Casa Editri– ce Harwill Prcss di Londra, la quale conia di darlo al pubblico inalcse per la pri– mavera del 1962. Per 1a IJarwill Prcss è sta– to gib tradouo • lmpieaato d'lmposte,. dello stesso au– lorc, edito dalla Mondado- diiCÒ~~:;i1~. ~h~rc%ioagJ~: zia Dclcdda 1956. I maigiori gio_mali e pe– riodici inglesi tnbutarono a • Thc Bribe,. una lusinghie– ra accoglienza e dichiararo– no Nino Palumbo uno dei giovani scrittori italiani che ha saputo imboccare la aiu– s~a. strada del • realismo po– s111vo•. • AMBOSESSI. INTELLET– TUALI, asplrnnll carriera glomallsllca, per collaborn– zlonc e valorluat.lonc acr)– vano: APPRODO, Lunaoteatronuovo, 29, Napoli Domenica 17 ~ettembre 1961 CO:\ i\'TIVO PER \TARCELLOLA\'DI * Un poeta ,n a r·,~n1, n1 ,, J'tO * di ,UAl:10 \'l~.\:\"I Q u.\ndo t...indi pubblicò la sua prima raccolta. SoliloQuf, nel vallecchiano primo volume del i\:uou1 Pocu, a cura di l!xo f'asolo. non furono vc-ram<'ntt' molti i cntlci che avvertirono come la disp('rnz1onc e lo smarrlmenlo del poeta fossero un fatlo reale P di natura uman:1. ilnz.i che fin– zione letteraria. O-altra parte. l'errorl" dl"i più potc\·a avere una ~iustiftcazionc: erano appena cinque anni da che e:·i– vamo usciti dalla guerra e la poesia. nel suo socializza": P rendersi interpreti." di una condiz1onc umana. aveva spe:-so trovato oultor: tro;,po lnterl',.'lati. che, pur di far colpo con gli ismi e le corrE'nti del momi-nto. rinunciavano facllmcntr alla loro stessa personalità. al punto da lasciar<' talon1 11 lettore inlerdctto e scl"ttico, sul piano di nccettaziont' morale dl"lla loro opera. Ma chi ave,-!.C letto atte-ntamentc la bre\"C raccolta di L:1ndi avrebbe facilmente scorto come il suo drnmma rosse un qualco~a di troppo intimo, personale e sen– tito. da non lasciuc appunto adilo al 11mort' che In lui vi tosse del eonvcnzionnlc o del fltt1zio. Gli si potrebbe al più imputare a colpa, nl'I tentativo di g\ustiflenrc la cilnldenza di ccrtn critica nel suol confronti. il fatto di aver ea:11estt'rior– menll' continu11to la forma cspre.'i!tlvo dell't>rm('ti5mo. In una stagione che rcrmet\'.'.mO voleva ad ogni costo superarf' Snrà ciò imputabili." anch<' al ratto ehi." Il mnrcmmano Landi della su:l terra ha nel snnJtUC s<'mpre gli umori rlbe.lli. li malessere inquì<"tO; sarà questo o altro (questo e altro}, non importa che marginalmenle. L'e!tseniinl<" è invece che e~li. non più tanto giovnn<' secondo uno schema di class1fl.cazione PO('tica ormai in auge. ha tuttavia dei giovani più val:d1 J'1rrcquietezza a'.1imo!la. ransia ..s;?rav('prr l'mcertczza d(']– !"ol(Jtl. il desideno d('l!;:i llbt'raz1one ,n un qualcosa che of– frR tranquillit:i e pacc Importante comunq\.le mi pare. dalla prima raccolta, una pO<'slo. Solut, che rrnde chiaramente h sua condizione d'uomo O nulla. o t'Ìla mia, o t·ano spazio: anchr nel 11ole c·r una bianca autnzn, posata .'!lii r,radini f' .11111(' stalli(' O uul/a, o l'ifa d1e ùnrr111a al ca.~o: c·c- 5f'mpn· nrll,1 fr.•ra e nel S('rrno. lo (}rtomo drll"ir1p1rnno. E: /(' mncrrtt 511/()ono in (}<'$Il itil'sL~tl"flll al e1rlo, additano. nel ruoto t l1rnph1 tO(}lli drlla m1n 111/an~a: t i corpi dt'1 ,oldcH, obliqui tra i scntirri .... ,'fu 11011 .,o llll"('IIIOr(' più il mio f11111ro.- lu flllll tortr r roualr apli uomini in tllrn.=10 d1f'rro i niom. Si ha Insomma qui Una sill111z1oncche ~ dl"ttrmm.ita dalle cose stesse. le qllaJI sembrano aver Pl"UO con I.i si:1.,:""•· u il loro sijtnlftcato, la loro ~lusto dimensione. In un .1ucce– dersl di eirc06tanze per le quali l'uom.1 quasi na1uralment,. Interrogando !le stc,so. non sn trovare una soluzlonl" logica, o per lo meno $:OddL-=fncenll". In quf'sta conclui:ionf' parr lnra111 lndividlrnb1lc Il hm1tc dl•lla r.iccolta. sC'nzn indica– zioni di plnusiblli dc d'uscita. i.n una soluzione che lasci comunque il poetn sodd is!:mo. Supernmerlto di tale fa.se iniziale pub Invece giustamente considerarsi Spcrnn::a da m vtntare (ValleechL 19531, la !lceonda raceotla con Ja· quale il L:ind1. continuando il di– scorso poetico. risponde all'esigenza tutrn intcriorc di fart' c_ielln poesia un ltn,li!t1.lJ,!.R,lo umnno. attraverso IA ricl"rca " i:roprrtn delle ro~ioni dci t:mtl perch~ df'lla ,·Ila. t\no .. ad lndu.•ar la str:ld:1 dclla spc-rnnzn, ~l• poss!bik Si è insom– mn al momento dl"l supcranH."nto dclla foSl' ..,non .10 invrn– tnr(' I puì 11 11110 futuro•, come rgli si esprime poeticamente e In cosa. lungi dnll'cuere unn rmunzin alle conclusioni dl"I~ In precedente roceolln, ne è In cl"rto qual modo la logica concl11slone. iiccondo le c.,tgcnze di uno spirito che, partito olla ricerca di una risposta soddisfacente almeno in parte trovn infine I motivi eh<' ~ltisllficano In pur pcnoin attes~ del domani. Con ciò Infatti non er.,.!ln U dolore. e non cc~– SNh nrppure In se~ulto. polchè S1onn o pc;::i. <La ManJ[u– s1~. Livorno. 1955) rlsl"ntc !IC'mpre di un sottorondo pessiml– sllro, che Indica quasi uno fase di nrrl"!lto, o piuttosto una d~:~ 1 ·nt~rct~~:o ;a~w;n~~ncl~;r~\~~d~n\?io. PJ~ 1 , ì: t:~raa~e,~1: lecchi. 1959). Anche qui. come nt'lle :altre raccolte di Landi. non po.,. sono non colpir<' le- lmpt'nnatc lmmcdlnle, senza r!pcnsamen-
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