La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 31 - 30 luglio 1961
Pag. 11 LA FIERA ·LETTERARIA Domenica 30 luglio 1961 PR@BLEMI DEL NOSTRO MONDO * Arte e tecn-iea * di BRlli~O LlJCllEZI di là della. soglia della crea– zione artistica (pensate alla prospetth•a, allo spazio a tre dimensioni, alla funzione dell'ombra, del chiaroscuro, allo studio dell'anatomia umana e alla conosccn1.a o· biettiv:i delle forme della na– tura in genere: tutto spaz– zato ,,ia d'un colpo!). Una furia iconosclasta pane som– muovcrc le file dei rivoluzio· nari, immemori di tutte le leggi: e si usci all'aria aperta per ,·i,crc la \'ita in \'crgi– nità di ,en-iì e incessantemen– te ricrearla quale balena, a nell'attimo suo, irripetibile, nclrcmozione dell'ar1i,;1a. Insomma: 1an10 la c;cien1.a ~~~~~n,~,~~/~:i~~~'~rcd'!st:é la regola; tanto la tecnica distrugge,,a l'artigianato, tan– to l'arte ripudi:wa come spu– ria ogni lecnica. E• arie e tccnic."I che per secoli non si erano ignorate a , icenda e a,c\'ano anzi celebrato nel nostro Rinascimento la loro ,;;inte,;i più mirabile (ma-.simo esempio di scien1iato-artista: Leonardo), camminarono da allora per due stntdc ~cmprc più dh·crgcnti. sino a non distinguersi e a non ricono· scersi più, almeno come ca– tegorie d'un medesimo spi• ri10. Con Quali risult:iti nel cam– po dell'arte, difficile oggi dirlo. Ma s1:1 di fn110 che anche l'arte è parsa non di rado approd:1rc :i quella me– desima disumaniva1ione cui a \"Olle è giunta la scienza. ta raggiunge: il sublime del· l'orrore e della pietà. Che è un'altra conclu~ionc amaris– sima. E ci domandiamo: com'è che due rivoluzioni comincia• te in nome del benessere e della libcnà dell'uomo sono finite in questo mare di pau· ra e di angoscia? E la risposta crediamo non pos,;a essere che qucsia: l'una e rahra hanno smarrito ..irada facendo quell;1 tola– lità e • moralità dell'uomo che pur dovrebbe essere al ~~i~~~.di "i~gn~s:~tivi~rc~fi~~ pratica o estetica: e disuma– ni1Jandosi (per orgoglio la prima. forse per dolore la "Cconda) hanno finito non pili con l'esaltare ruomo ma con l'avvilirlo. Eh sl. che i pericoli di quc• <;ta frattura fra arte e tecni– ca li avevano in1ui1i, nel campo loro. gli stessi inizia– tori dcll'impres,;ionismo. ~ In realtà•, scri,·c,•.::i: Reno i r ad Alberi Andrè. • noi non ,appiamo pili nulla, non sia• mo più certi di nulla. Quan– do si gua1·dano le opere dc· gli antichi non è davvero il caso di fare dello spirilo. Che mera\'igliosi operai cran quelli! S:ipe, 1 :1no il loro me– -.ticrc! Que,.to è 1u110.La pii• tura non è fantasticheria: è innanzi tulio un mestiere manuale, e bi,;01ma farlo d:i buoni operai •· E -icri,·c, 1 a a Vollard: • Gli antichi giun• 1;ero a quella ma1cria mcrn– ALTRJf TE1".JPJf~ A 11.'Jl'Rlf ll <l>N'\.JlNI * Un veneto c lto egenti * tti 11,rJ"l'OIUO Z1UIIIO.\ G LI SCRITTORI che cb· 7 bcro 11 hattcsi~o d.cl• . le lcllerc nei p r1m 1 dt.-ccnni del no,·ccc~to re: :-.pirarono m un chma ~1 cultura e d'arte cosl fervt· do e impegnato che le su_c e~igcn1.e di rottura con _11 pas:;ato, nono~1:m1e le \'ane e complc!-o;.cesperienze wnu~ te dopo, h:_mno allungato, ~1 potrebbe dire, _le loro_ ra_m1• tìc:i1ioni fino a1 nostn g1or· ni. Da una parte i problemi e le propos1e critiche avan– :ratc dalle 1·ivistc, come La Critica di Croce alla quale Ieee eco. nonostante certa tinta pr.i.gma1i,tica, il Leo– uarc/o di Papini e Prevoli· ni; come il \larzocc~, che agitò :;oprattutto le 1s1an1c del decadentbmo, come l..a Voce, p'"'ma e seconda .. CO· mc le Cro11aclle letterane e U1cerba futurista, eccetera: dall'altra è la condi1ionc del· la poesia Ira ultimo carduc– ciancsimo, resistenza del pa• 'icolismo e del dannunziane– 'lmO, e i richiami che \'cni· ,ano da fuori, nella lcLionc soprattutto del simbolismo e decadentbmo francesi, da Baudelnirc n Jammes. Abbiamo rauo- questo la ~un recente V11ad1 D. 1-1. l..awre11ce e la 1r,1duzionc del– l'intera produ1:ionc poetica dello scri11orc inalesc. per ,·aiutare nei ,;uoi aiusti lcr· mmi la continuità di un la ~it~~li~~n~~ ~~c~~~i 3~°C~m~~~ Boito - Scm.o e altre sto· nelle rnne - prc-.so Le \lon– nicr) particolarmente \"alido e .!.intiolarc. Orciamo !ltm~o– larc per il fallo che Piero ~ardi, maturato,i nello tu dio di Pado, a alla scuo/01 del Ros-.i, del Crcscini. del Tra– balt.1_ e del Romagnoli, pote ind1nuarc le Mie ricerche m un .th·co che contempera"c le e:.1gcnzc dL•ll;i -.,L:uola,10• nca con quelle, nuove, pili aperte alla intu11.ione della temperie lirica dell'opera di arte, aggiungendo di proprio la necessità di una attenzio• ne ni ,·alori umani e p,1co· logici atti a dare una \'ic;io• ne completa del poeta e del– l'uomo. Cosl le sue ben note bioa-rafic non sono mai uno :-.poalio di date e d1 d:11i, per quanto intcrc ...... anti e tan• 10 meno un pretesto alla ~tc~ur,1 di trame e n11om romanzate, ma documenti di ~~C:,ri~:1 esc~~,f~~\~ ~i~~~:!;:~ e 1·amorc del scn:.ib1lc le1- 1orc. Quasi il risullato della laionc di maestri, che han– no influenzalo in vMia m1• ~~~ìi i,ec~"l'::'d~~~L t c~~c~ il Serra; per non citare. nel ca,o "uo, il S,1intc•Bcu,·c e a1tri I ranccsi. dcli., su.1 tanci.1l1ezza, de1 ,uo1 .\>ludi, dei :-.UOI IOL.-00· tri c.:on ubmm1 di lc11erc o ii:Ìa famo,1 allora o de:;tmati .1 d1,cntarlo in a\\cmrc. E' appunlo J,1 ma1cria contcnu– t;I e d1c;c1plina1a in que,10 limpido • Altri 1emp1 • edito d.1 :-.:cri Po11,1; PJli]:lllt che hanno g1a ot1enuto 11 con• ,en:-.o d1 ,cnllort Jttcn\1 qu,1· ~- ~i1~:;~~rn~. ::i)~~ll;, 11 ~t~ 1 Pi~ F J nel secolo scorso che ebbero inizio due ri\·oluzioni di conse– guenze ancora oggi 'incalco– labili sia oella strutturazione dell'intera soderà umana che nello spirito e nella coscien– za dell'uomo singolo: la ri– voluzione della tecnica e qucll.'\ dcll'arlc. La prima precede la seconda. E trac radici ·dalle grandi scoperte scicntilichc. che. 1ro,·ando rmuica attuazione nel campo della lccnica, portarono, se non all'i).vn~nlo, ::1\ predomi– nio della macchina e gene– rarono 1utta un,1 -,cric di pro• blcmi e di .!>Comolgimcnli non soltanto ,;;ul piano della industria, dell'economia. del J;noro, ma nd rapponi so– ciali e politici, nelle idee fi. losofiche, nelle con\'inzioni religiose: e nelle creazioni dell'arte. Nasce in quello che fu definito • il secolo delle grandi in\'cnzioni • quella che è stata definii-' • la civillà delle macchine•: una civiltà , ia ,·ia sempre pii:1spcciali7• zata ,rceolata da leggi mate• matiche ,che diede allora, maggiormenie a,•rcbbe dato in seguito, alle rcalizza1ioni della tecnica l'aspetto, la per· fczione gcomctricn, la inar· restabile forza dei segreti della natura. ,coperti e ira· sferiti. appunto, entro la macchina, nella organizxazio· ne della m:1cchina: non di rado :.plendida, ma fredda; ammirabile a ,·ohe, 1;tupefu· ccntc: m:i a , olle disumana, mostruosa. Perché la scicnn e la tecnica, , cncndo dalla natura alla mente e "Il" ma– no dell'uomo. non portano in sé, in quanto tali. 1utte le altre qualità cd esigenze e istan1e che sono dell'uomo soltanto e dell'uomo costi· tubcono la in:ilicnabile c1;• scn1a. Dall'imprcssioni<;mo al neo impressionismo, Mtra,·crso il simbolismo, il fnuvismo, il cubi-imo. sino all'astra11ismo e alla totale non fornratività che diventa rinunlia ad C· 1;primere persino quel fatto ineliminabile che è la prc• ,cn1.a vh·cnle dell'art1<;!a il cammino è staio qua,;i ·fo. 1ale. ' igliosa, a quella limpidc7.7a di colori di cui noi cerchia– mo vcrarncnle il segreto, per– chC possedevano il loro mc– ,;ticrc. Quel \Cgreto temo proprio che non saranno le nuove teorie a rivelarlo•· E Cé1anne in'1idiava i maeslri \Cnc1i:1ni. E OS'-Cr\'a\'a ma- • linconicamcntc Dcgas: • Vi• , 1 iamo in un'epoca curiosa, hisognn confessarlo. Questa no,1ra pittura ad olio, quc– ,to mcs1icre difficilissimo che pratichi:imo <;enza cono• ,cerio. Un:1 incoerenza <;imi– le, senni dubbio, non s'è "i– ,1a mai•· RENATO GUTTUSO - Studloper i puaill (particolare) preambolo per dichiarare il tempo della fommzionc ~i e uno dei pcrson:1ggi pm schiclli - come affenna Pi– romalli - della letteratura del novecento•: Piero Nardi. Il quale è noto come lo :.tu– dioso fen•ido e esalto della Scapigliatura, del Fognzzaro, di A. Boito e del Giacosa: come l'autore di quella ~e· rie di finissimi carto11i che costituiscono No,•cct:111,smo. E si 1cnga presente soprattu110 ~la oggi ,oglinmo dare an– che del Nardi prosatore, del Nardi evocatore in chia,e li– rica di altri temru, quelli cioè rom.1lh. (j :-..o,.ar.i, c.::t:e• ICrJ Ll pro:-,1 dJ P1..:ro \Jrdi ,1 d1,1cndc in mvdllh casll· g.111 e 1r,rnqmlli a e\O\.are un p,1~,ato che, <1 un p11mo 11md1no, po11 ehbc p.arcre tanto lont;ino d<1 non ,nere .1h.:unadtkn1ella1u ~•m ti prc– :;cntc. $e .,, p.::m.1 .ii turbm1 ,cnuti dopo e alle a... qu~· ,1j?1- 1au,:-.1me dt oggi, ndlc quali l'autore e pu1 .:u,.,treno a na,1g.irc:. ,1 de\e Jmm1r.1rc la i..:ompo:.teua della n..oiin1• 11one l.1 qu.ile con,c~na al· la mcmon.1 ~CnLa pu111c e polemu.:he, L:O~ ID uno ~pcc· d1io lic,cmcnte omhra10, ri– cordi liaurc .unb1cn11 ormai t.tnlO lontan1. LOSI d1s.:1eta, e tutta, i,, c:.perta, e la m.ino dc_t .Nardi ncl d1:.egn.1re que– ~t1 SUOI nuo,1 cartom, .:Ile cali :.cmbra quasi , ulcr,1 ,,·u. ~are nel :;.011opurli all.i at· tcn,;ione del le1101c l::.p;,ure ,ono tempi che h,1111\!Jprc• parato i noMn, .-,uno 111,lUIC .:hc hanno contato o ..:ontJnO ani..:ora nell,t no,1 r;1 !'\!pub• blica Jcneraria. ::,1amo d ,1c– i..:ordo: è la d1mcn:-.1011cdel· la pro, :ncm HJilJna .::h~ s1 offre alla no.1,1ra .::on,1der.1- 1.1one. e pm prcc1~,11ncn1e un.1 pa11e t11 i.1ud \ cn..:to umano e gen11lc ..:hl!, quan• tunque po-.,.i :;.embr.1r.: ehm- La macchina venne crescen· do, sviluppandosi su se 1;1c1;. sa, ,e cosl possiamo espri· merci: e :.e da una parie accorciò il tempo e lo spn· zio, se ridusse fatiche di :.in– goli uomini. se portò a molti comodità, benessere e civil– tà, portò anche a moltissimi altri agaravio o, peggio. man– can1a di l:l\oro: e maggiore / miseria, e dolore: c ,,ortò spe:.:-.o, sempre pili spes-io, all'umanità intern distruzione e morie, e immani stragi per• prctate appunto in nome della scicn1..a, con tecnica precisione: non ccrlamcnlc però in nome dell'umanità. Perché furono la scicn7a e la tecnica, :\ un certo punto, a guidare l'uomo, a impor– gli quasi. allcando:ri con In parte pcg~iore di lui. la loro cicc,1, indiscrimin:11:1, dc\':i• sta1rice potenza: fu I~ nu1- tcria a dominare l'uomo, non l'uomo la materia. Talché non scmbrn un ca~o. a noi. che proprio ql.lnndo. dopo ianti trionfi e ,ante stragi insieme della tccnicn (in\'Cll· 1ìone della m:icchina a , 1 apo· re: ma anche della nitrogli– cerina: della locomoth•a: ma insieme del fucile ad ago, della penicillina: ma in pnri ~~~J~ n!~laci b 1~;:i~a u:1~~::i~ cl1e la più csahantc conqui– sta della scicnz:1 e della tec– nica d'oggi: il \'Olo spaziale, sin coincisa con l:1 celebra• :,ione, a Gerusalemme, del processo per il pili mos1nio– so dclitlo contro l'umanità: la distruzione di milioni di creature incolpc\'Oli con,u• mala con mc1odo ~cicn1ifico, con rigore tecnico. Di qui la crescente per· plcssit!l di tanri s.piri1i, lo smarrimento di fronte ai futuri destini di un'umanit!l sempre più dominala dallo spirito scientifico: e il se– greto sgomento che l'incarce– rata polcnza della natura non abbia :id esploderci da un momento all'altro ira le mani spegnendo per :.cmprc la di· ,·ina scin1illn dello spiri10. Di qui il monito che :.i tor• ni all'uomo. all'uomo-umano: fatto, ~i. di scicnz."I, ma an• che e soprattutto di giusti– zia, di umili~ .e ..di amore. Parallelamente quasi a que– sto graduale processo di sgan· cìamcnto della lccnica dal– l'arte {intesa qua come per• sonalc apporlo della fonrnsia e del sentimento dcll'indi"i– duo nella costrutione scienti· fica). e forse in conseguenza di ciò, si ctt,e nel secolo scorso un'an.ilog:, ma del tut– to inversa ri,oluzionc nel campo dell'arte, per cui quc· sta, 3 sua ,-olla. si ,•enne sempre più sg3nciando d:illa tecnica e da quel tanto di scientifico, di razionale :.i era fino ad allorn an1to nel fauo e stetico. Ed è singolo.re quanto sin• tomatico. Com inciarono in Francia gl'imprcssionisli. che aprirono cffc11h•3mcntc le porte a tulta la pittura con– tempor.mea (11 15 aprile 1874 è in questo senso una data cruciale). E cominci3· rono gettandosi dietro le spalle non soltanto l'3rte ac– cademica e nco·classic:i delle scuole del tempo (che era cos."l giustissima), ma. sem• brò quasi, tolta J'anc di tuno il passato (almeno quel– la dc.I mondo occidentale), l'arte stessa in quanto tale, come da sempre l'a\'e,·ano concepita e praticata autcn• tici maestri: quell'arte, \'O– gllamo dire, ch'era nata, <;l, dalla fantasia e dal senti· mento dell'uomo, ma ave\'a pur sempre a,·uto in sé una base ineliminabile di tecnica, di mestiere. e che ohrc alla funzione sua fondamentale lirico - cmoth·a a\'el'a pur sempre e spon1ancamente obbedito a una finalità teo– retica di conoscenza e di rappresentazione. Conqu.ist~ ragriuntc aura,·crso sccoh dr ricerche e acquisite come inalienabile patrimonio di ogni anisla, furono ricac• ciate indietro, risospinte al _Fa110 <;ingolnris,imo, ripe• tiamo, quanto <;inlomatico. Si h:i come la sen-ia1ionc che la gra1ui1?1 dell'atto crca1ho come fine a se s1esso sin cre– sciuto di tanto, per naturale reazione degli artisti. di quan10 cre,;cev.::i: l'a<;,;oluta, ,trapo1cn1e .ncccc;:;i1i1 della riccrc:i 1;cientifica e della realinn1.ionc tecnica. E .se fosse -ioltanto questo noi in fondo ne <;arcmmO lieti. come di ogni afferma• 1ionc della libertà umana e della 'iua irriducibilità n ogni d:110 che sia puramcn• le na1urnle. Ma questo sol• tanto non è. C'è al fondo di quesrn rivolta degli nrtisti, con molle altre co'ie ,ere e g!ustc (anche bellissime), c è un dato di parlcn,.1 che non c,;iliarno a dclìnu-e fal– o;o: cd è quello che riduce la creazione ar1is1ica a fat– to «esclusivamente• c,ictico irrazionale. fontas1ico. non rappor1a.bilc che alla mo– mcntancn emo1.ione dcll'arli• .l>!ae nvulo;o dalla realtà so– ciale (oltre che da quella lotale dcll'arti,ta mcdcs1rnol: non elemento di comunica- 7ione (che irra1ion,1lc non può c..<i~ercin ncs,tm c;ho) nrn tc1;1imonianLa di nient'.11· tro che di :;e -.1cs:.o. Il che, rrancamcn1c. non riu:-.ciamo ::1capire cosn mai po'iS.."lsì– gnificarc e (ch'è più impar• tante) cosa mai pos~a essere. non pcrnicio:;o cquh·oco. ~in~~,~i~u; 1 ~1af1~: 1 ~~ai/;e i~isi~~ , hc e dnlln qu:ile non può comunque prc.,;c1hdcrc (come di f:1110 non prescinde). Al culmine di que,10 pro– cesso rapprcscniatho (per– ché, ovviamcn1c, In rappre• scntazione. quando l'ar1i,.1a c'è, può cs,crc ncgat.:1 a pa· rolc ma rispun1a immnn– cabilmcntc coi falli) noi porremmo • Gucrnica • di Pi– casso, in cui la tragedia mo· dcrnn dell'uomo disintc;:rn10 e oppresso dn una natura bc<tialmen1c cicca e scatena- Non ci-a incoeren,a, lo 'lappiamo bene. Quelli crnno arii-ilj st~ordinari che alla tecnica, 111110sommato, non rinumi:i'1ano :1ffa110 (la ri· nun1ia e gl'imbrogli ,·cnnero dopo l. Non cm incocren1n ,ul piano pirtorico: ma ~u quello umano, ,;;ì olo Oi:gi i comincia a ve– der chiaro, da più p:lrli. nel problema della scienza e in quello dell'arte. A proposi– to della q1mle aius1amen1e Q,,.errn Gahriel \farcel: • on ci la~ci.11110 <.rdunc dnllc pur e astrazioni. Il C"rcalore non e mai \Ola– mcntc ,esclusivamcnlc crca– rorc ... L'a11ivi1à creatrice non non può c"scrc paragonata a non ,i :.a quale elemento nu– dearc, rigoro,amcntc separa• bile da 111110 ciò che lo c1r• condn •· B. non ,i ,orride pili qunndo A dolphc Por1m:inn ammonic.ce che l:i "ahcna dell',1 rte « non H'"ITÙ <fa una .1bdica✓iont'" della fumionc 1corctka •· Come non ,i ,;it,cranno I.i q•icn,a e la tecnica ;ibdi· cando al ,;;cn1imento Si a,·vcrlc in-.omma quc• ,ta c,igcnn di fondo di unn cultur.i piu genuina che ricostituisca l'uomo nella ,un iruegralit. e lo rein.!.cri– ,C"a nel c-orpo c;ocialc ~upc• rancio :1rtificio-.c b:irriere uc.uc d!t un tc<.'e,sodi spc~ ci:11 izn11ionc e di cc1-cb1-ali• '1110 (che è poi, quasi sem– pre. sceno d'impotenza). Che è per noi conforlcvole ,;cgno e causa di un'altissi– ma speran1a: che l'uomo !orni a dare lui la sua pro• pria direzione all'anc e alln ~cicnza: e n e n ascano una ~cici:azae u.~• ar.lc non più Po: tcnlt e pm 1m prc.ss1onant1, ma più umane. LaSagan fralenuvole (contlnun da pagina J) tcnz1onc. Anche :;e Kleber Haedens lo ha messo m dub– bio, dopo es.,crsi divertito a ~egherc nel libro tutte le tra"! costellale dell'avverbio • vagamente~. a noi pare che 11 francese della Sagan •i:ia buono, sostenuto, senza sbavature o compiacenze: con ricordi di letture d1 un Sartre o di una Simone de Beauvo1r; ma ad esso fa di– fetto la vibrazione persona• le. la presa accan11a dell'og– getto, lo scatto, che permet– terebbero d1 riconoscere lo stile. A tutto questo c'è una sp1ega1.1onc, che forse può essere data ora come dcfim– ll\'8 potche la scrittrice, an• che se cosi giovane, e g1un• 1a a una sua maturità. Fran• ço1se Sagan è prigioniera dell'ambiente che frequenta da onnat otto anni. 1anto che 1ra la pagina trarte) e la ,·1ta che "1 si riflette non corrc più nessuna d1fferen• za. e il risultato è che ab• biamo l'1mpress1one d1 VI· vere in un limbo scaricato d1 ogni energia e dove c1 si muove soddisfalli delle piu mediocri scappatoie. S1 trat• ta di un ambiente che è do– rato finché s1 vuole ma che lascia trasparire soltanto una noia p1U o meno acco– modante, un'inquietudine a fior d1 pellc, un senso della ,·ila a,rodolce ma privo d1 radici o di confessioni mli• mc. Beninteso. non abbiamo affatto il denle avvelenato contro questo ambiente nc rancori confessionali; e sap– piamo che la scrittrice e m pcrfcna buona fede quando dichiara d1 non poter par– lare da contadini o d1 altro, ma solo dell'ambiente che e onoscc bene e che è: costi• tuito Appunto d'una certa razza particolare d'mtellel– tuah e d1 'bor,ghest. Siamo d'accordo; ma vorremmo che di questo ambiente, m cui dà l'1mpress1one d1 rotolaMi con compiacenu. ci desse un giudizio qualunque (non importa quanto implie1to). ci facesse toccare l'anima, le pieghe. l'angolo oscuro, op• · pure la luce, amme o che ne abbia. Ftn qui, mvece, non abbiamo avuto che un ms1cmc d1 xestt gratuiti, compiu1i con le mani e con altri organi mdo,•inabili, co• me emergcnll da un corpo sordo a ogni r1ch1amo che non sia quello d1 qualche urto di sentimenti superfi• ciali. Si cercherebbe invano, ID mezzo alla folla di per. sonagg1 clegan11 e annoiati, un •contenuto• che vada al di la dcll'cnunc1az1one ba– nale di movimenti che si con• chiudono in se stessi. in una "pec1e d'impotenza che for-<,e e 1I segno fedele della so– cietà de.scritta e che resta. impigliata ne.Ila pagina sen. za risolversi rn giudizio o in arte. Lo studio sociale o d'ambiente sembra mte• rcssare assai poco la scrit• ricc troppo presa nel lace10 e che si contenta d1 accenna psicologici estremamente e– lementari. Il lettore rimane mediocremente cullato, con qualche immagrne evane– scente per il capo, e con– tento d'essere giunto cosi presto alla tlne del libro (e a ragione, se pensa alla noia tecnicologica del • nouveau roman •) e di poter dire in• tanto a buon mercato agli amici: • Ho letto l'ultimo romanzo di FrançoiSf> Sa• ANTONIO CORTE CON l?RANCO FOCHl IN UNO DEL * LUUGHl PIÙ IH.LLI D'ITALIA Pisa e il suo p,ia,no ve1rede F RANCQ FOCll J bisog~a gmd1carlo quand'è m movimento. Se lo vedete ~talico, in posìzione di ripo– ,o, il suo a:.pclto e arn,e, .1,crio, au<.tcro, , i può incu• te1-c \08iC7ionc C ri:-.1,ctto profondi. Ma l.lscfalc~li due l:1 pmna parol,1, nbbo11.11 e il primo 1j:CStO, e VI ,·edretc dinanL1 un diciottenne tuuo primi fcn·ori ( lui che è nalo ,1 Parn1a nd 1921 ), ,tup110 che il mondo e ili uomini e le co,c c,1,tano, e .11lannato ;.l COllllll\U.:.lrcil ,uo :.tupore .111che a ,oi, immcr...o Imo .igh occ.:hiah ,cin1illMti, 11110 alla bclli-...1m,1cah i71c, in un rn.1gm;.1 lcl"\ tdo e IUIIOl".l :1111orlo dt piani e dt pro \ll'III. e an,10~0 di t:al.irci .in· che ,oi: .i...~ill.110 d,1 mille -.cadcnLc d1 la\"ori, e ini.:on· :.ciamcntc portalo a di-;o• ricnl3rc anc.:hc voi, a lan1 ,cnir l'uuolo di correre, d1 mctlen i le mani nei capelli, di :;partir le ,ostrc cor,le vo• cali 11 ..1 un •.ah!• di ammi• 1--n1..1one e una ri\;.\l;.l, lr.l un grido di 01rorc e una bar7cl• lella, tr.1 un~t frccd!tln palew mica e una can1atm:1. Dopo mezz'or;.1 che gli siete :.iati insieme , i ~nlilc :.qu.t\Sati e riposati al 1cmpo stesso, qua• :.i a\'CSlc fallo uso di un ,·ibromassaggiatorc o come allrimcnli ~1 chiamano que– gli aggeggi che ormai si \C-– dono nelle nosl1"\: stazioni ferro,•i.:1ric, nelle aa.llene cit– tadine, alle iicre; e 11 meno che poS6iatc ammirare, in lui. e un.::i:c~u;ca di ~iovincua CO~I~pa\enlosa, che ncmme• no l'usura di un ~L-colo d1 , ila riuscir.\ a esaurirgliela tulla. Come autore, più o meno, è lo s1csso discor:.o. La sua ,cn:i più profonda, lorse, è quella del drammalurgo, e stanno a provarlo il dramma ~acro Cmda {Premio Anno Santo 1951), che ci ripre– senta la Passione di Gesù dall'anaolo visuale dell'lsca– riol.:'.l:; aio e p6rpOra, al· tenia e documentata rievoca– zione de!Ja tragedia di Cero• lamo Savonarola e del suo mondo; Il pe.llegrltlo, dcli– c.:110sviluppo lirico e psico• logico dei pochi versi dante• schi su Romeo di Villanova ... Ma Fochi non si accontenta di scnvcre il teatro proprio: riscri,·c anche (ossin 1raduce, a \'Olle adatt.andolo) il teatro altrui. E non punta mica tanto in ba:.so. Sh:lkespe.: i.r e, Sofocle, Plauto, non so se mi spiego. Poi ci raifiona sopra, e ne nascono acuti saggi cri– tici, come Il valore dram– matico tlell'opt,ra di ofocle, edito nel 1946. Né le 1rndu– zioni teatrali esauriscono i ~uoi interessi: la sua versio• ne più importante, infatti, eseguita in una Hngua mo– derna di cui troppo spesso sentiamo la mancanza in al– t re tradutioni di questo ca• polavoro, è quella dell'lmita– -:.ione di Cristo. ~ di l'l'Al.,O A. CIIIUSA~O sima pubblica1..ionc: un .t Grammatica ddla lmgua 1·1- 1·a, finalmente pronta, dopo anni di non tacile la\"oro; e un grosso saggio. l...J111,?11a 111 rn·oluz.1one, che farà 11 p un– to ,ullc metamorfosi c.hc :-.t;.l ,uhcndo il nos1ro idiom.1 d;t q11,1h.hcdecennio in qu,t Credevamo che baslJ'ùC, 111..1 t.-cco che Fochi ci ~orprcn– dc con un nuo,;o ,•olumc, P1• ,a e rl suo ,•ude piano (SEI, Torino 1961), che è pan:cchie co,c msicmc: una gmda pie• Cl'.t e diligente a1trm·c1-..o la ,edc che lo o,;pita om,oi d,t .11111i, l roman,o di una c1t1.l e d1 una 1>0polaz1one ltmiO i <,ccoli, un inno ,d'nmorc a uno dei piit bei luoghi d'l tò\ li~t ulla del Bacdekcr o dei Guide.~ bfew;, intendiamoci. Il libro ha un andamento pi,1• no e discorsivo, a capitoli di racconto, e si può dire che passeggi per Pisa e din10111i col fare svaaato di un amico che ti porli jn giro, ti trat– tcnia per il gomi10 per farti not.trc una C..'ISa-torrc. si fer• mi con te in meno :1lla Piaz- 7a dei Miracoli, n,ho ,lll'ari;1, per ammirare in tua compa• gnia Quell.l che ~ for~e la pili J,?r:inde :iccolta di meraviglie in uno ~pa1io più ristretto, ti si pi:m1.1 in meno al mar- ~:~r,~e:;o~~l~n?t~ltt~~c~~fz';:a:~c~ di la,cinr pendente il cclc· hre C,11npanile, di :1bbando- 11ar nel nascondiglio in cui :lltunlmcnte ~ tro\a o, ,,oJcs• :o.e il ciclo!, di tra-.fcrire in luoJ,topiù vhto-.o e acccs\ibilc il Mu,co di Pi-.a, coi -.uoi qu,1-.i i~norati e allo-.,a1i ca pohwon. Né crcditllc che , i \"enga a p;1rl11r:;olo di monu menti: storie e aneddoti u· ni,·cr-.ilari, sooclti vernacoli ciel Fucini. i fant.1otomiscm· pre "h·i di Leopardi. di Bv• ron, di Shcl\ey, il tetro ricor– do dcll'ultim:i 1ttucri-a, che a Pi\a fece uno dei suoi ...ccm– pi più. imperdonabili, un'e– scursione al mare non lon– tano, con una pQlcmichclla ~ulla barb:ira inten.done di :;chiomarc buona parte della ,·erde st1-ad:1che , i conduce ... tro,•iamo di tutto, in questo volume, ed è ciò che pili vi apprcvi:.1mo. Una co:-.n pcr– letta, dunque? Ohibò, c'è null:1 di pnlclto, a questo mondo? he belle litigate, ,Hlli. mi forci col Fochi. p:i,– -.cggiando <iul Lungarno pi ,uno, per certe co,c che non ml ,anno! I.o <;carsi~,imo li• licvo d:i lui dato, ad esem– pio, al fomo so B,111is1cro,che, elci qu: iu.ro monumcnli radu– nati ,u quel p1·:110di sogno, l! certo quello che andrei a 11.1barcdi none per portarme– lo .1 c.i,a, .mche ,e riconosco 1.·hc si tr;111,, di un mio gu• ~to p1.•r,or1,1le(lortuna che lo trO\ i.imo l'lli1,1i.110, in una bel l.1 mtcrpn'llllionc pittorica di Sah a101e P111arcllo, sullu Co· per1in;.1 del ,ohunc, che ha una ,plcndid.1 appendice di lotol!rnfie in p:ir1c :1 colori, e pn.-ci\i di"lcgni di Gino Berli); o l:1 mancan7a di un indice an:ili1ico. assolutamen– te indispcns:ibilc in uno pros• _._imaedizione, se si vuole che il libro non scn•n solo di r. iacc\"Olc lcltur-.1, ma ci resti n casn come opera di con· ~uha1ionc e come consi$!lie• re turi-itico: o l'a1rocc olfe,a l:ilta d111\'au1ore a quel fui· gido gioiello che è la chic• ,ella l,!Olica di Snnta Mari:i dcli.i Spina col paragonarl:i .1 quella lagn:i :ippiccicosa che è l'A11c Maria d1 Gounod, olcoi:rafico qir:icchiamenlo di un nobllissimo tema bachln• no, Litigheremmo e cl pren– deremmo a male parole, col Fochi. come due studcnlac· ci alle prime scoperte intel· lcttuali. ma poi finiremmo con 1':ibbr:icci:irci di gran cuore e termineremmo la di– ,cu,c;ionC' in qualche lr!IIIO· ria :ill'apcrto, davanti a un pi:1110 di cèe (che non ho mni ai,;-;a1n1iato,11lmcno in c– di,ionc pi,;;ma, ma di cui mi dicono mirabilia) e a un fia– sco di vino di val d·tra, da consumare ,. a calo io, e nllo• r,,, ~cher,;i e beccate a parte, mi deciderci a dirgli Quel che idi dico ora, di ,u <1ucste co– lonne: « Un ~ran bel libro, IRJl"\VJll-i'll'lr-t: ll))Jl A\L"Jl:'JEU * 'lf.'11-t:MPll L'attività del ''Conciliatore,, l'attività si•olta da, conci· liatori durante , tredici me.si (1818·19) in cui 11 foglio az– zurro, che poi doveva auto· sopprimersi, restò sulla brec• eia a dispetto della crescente ostilità austriaca, at:4u1sta ai nostro occhi di onrzai lontam eredi w1 eccez.,onole valore et1co·politico, oltre che sto· rico·letterario. Col Concilia– tore infatti ,iasceva la nostra cultura moderna: cultura ,ta- 1,ana, ma ill11mmata da evi· dente ispiro1,1oneeuropea. U idee e le tendenze d1 cu, s1 fece ban ditore il penodico miltme.sc, erano e.spre.ss1one del r omanticismo italiano, ma tutt'altro che avulse dal mo· IO generale della spir11uah1à culturale europea agli 1mz1 del serolo X I X. 1 n esse sono vivi e inscindibili, pu, che puramente occasionali, 1 rap– porti ideali col pensiero del· l'Europa colta: dagh Scllle– gel al Sismondi, dalla Stati allo Schiller, dal Co,zstont a Goethe, il quale ebbe parole di altr.ssimo elog,o per il Conciliatore, quando già la società fondatrice aveva de· ciso di sospendernt!" la pub· blrcaz,,one. In realtà 11 nuovo aspetto che veniva assumendo la cul· tura per opera dei • conci– liaton • consisteva nel fatto e/te questi riconduuvario al· l'unica allività morale, come a unica fonte, ogrii forma di espre.ssiorie leueraria, civile, politica, sociale od economi– ca. Ed è ben naturale che da una tale coscienza sia na· to a11che l'uomo del Risor• gimento, per il quale patriot– tismo e verità furono lo stessa cosa. cl i G UA 1}1'11◄:uo A .li I Cl parte le ,dee, ancora inirise di se,zsismo seuecente.sco; il filosofo Gian Domenico Ro· magnosi, che collab0rlJ assi– duamente rnteresso11dos1 a quest1om g1undiche e religio· :.e; Gu,seppe Peccltio, poi esule 111 /ng/1111-rra,trattò di prefere11za argomenti d, eco• ,10,ma politica. S1lvto Pelli· co e Pietro Bors,eri, i p1il attivi vcr la buona rmscita del g1oruale, vi scrissero, si può dire, di tutto o quasi, Il Pellico ad esempio, benché letterato, affrontò il tema della « natura e or,gme della pubbhca r,ccheua •; Borsieri non si risparmiò perchi il giornale mantenesse 11 suo carattere di v1vac1tà e di sol– lec,tazionc culwrate: passa· \'a dalla letteratura alla sto· r,a, dalle varietà polemiche a quelle di costume. delle ,mde parole sembra pur 11na volta venuta a 1101aan– che ai più paz,enll; cresciuto è il numero di coloro che non professando glt studi, cercano però 11ella cultura dell'animo Ima urbanità, una eleganza \leramente de.g11a dell'uomo•· Perciò essi s, proclamavano del • partilo della ragione •• se « la ragio– ne potesse avere un partito•· la letteratura non deve es– sere una sterile esercitazio– ne: seni.o il soffio della vi– talità spirituale, che fa della cultura la realtd storica del momento, essa sarebbe, sen· za scampo, il più inutile dei mestieri. Ritemwano quindi che « l'ulilitd generale debba essere senz,a. dubbio il primo scopo di chhmque vuole in qualsiasi modo · dedicare 1 suoi pe,i.sieri al servizio del pubblico; però i libri e gli scritti d'ogni sorta, se dalla utilitd vadil7!0 scompagnati, poSS-Onomentatamente asso– migliarsi a belle e frondo– se piante- che non portano frutto•· spinto di emuln:;io11e,per m· durre la soc,cw ar1:.1cx.ra11ct1 ,ul 1111'aecrtaa1,1011c sociale e 11eravv,arc le classi 111/erior, ad ima c1viltd lii 11rogred1to btmessere. Essi inoltre, come voleva 11 realismo della loro co11ct.z10· ne esletica, furano contro In 1mitaz1one accac/e111ic11 o pe– dissequa dei class1c1. Ad es– si la paes1a, p11ìche diletto, si configurò come ed11caz.1one morale del lettore. la lette· ra1ura non è pnv1lee10 degli uomim col11, ma un bene di tutti gli strati soc,all, come poi ripeteva il klozzin,. Ro· 111an11ci.smofu soprattutto aspirai.ione ad una nuova e grande poesia, veraltro 1111- ponfbile là dove m pratica 110n c•~ libcrtct. U m101•e idee, sostenu1e e d1{1use con tanta convinzione dai • con• cdiatori •• co111ribu1ro110 de· c,samente alla /ormaz,one spirituale dell'uomo del R1- sor1ime11to, ciol Jell'uomo mo<Urno; e ne ebbero, 1 •conciliatori• s1ess1, p1e11a coscienza, si può dire, m an– ticipo, come be,i risulta dalle accorate parole c/1 congedo del Pellico, scritte nell'atto stesso m cui il Conciliatore s1 autosopprimeva: • l'ltalla 110nsarà forse immemore un giorno de' pochi s1101citta– diui che ten1aro110 c/1 conser– vare viva la scintilla de.I pa· triomsmo e della verità •. DIEGO FABBRI Direttore rc11ponsablle Stab. l'ipograhco U 8 S 1 S A Roma • Via lV Novembre 149 « Ai\180SESSI, INTELLET· TUALJ, asplrnntl carriera glon111llstlca, per collabora• z.lonc e 1•alorb.z.ulonc scr;;t,,– vano: APPRODO, Lungotcalronuovo, 29, Napoli I ;fci ·~ ~~r,t:1..":1~~ 1 h! 1 ";~ 1 ~l~. 1O ; ha 1u11av1.,, rnnrn Jor-L..1ir– radia1ncc d1 , alon spiritua– li nel mondo: sa pcn"1 ,olo al mcs,agg10 che a1unge an· cora aah uommi d:1 ..:111aL:O- me la palladfona V1L:cn,,1 da P;ido, a con il suo \·etusto e glonoso Ateneo e da Vc11.:71a che, come Fircnt.c, può dc– hnirsi • una cateaona dello :.p1nto umano•; ,ono ap· pun10 quc~tc le tn: Clll,l \e• ncle nc_llc quali _:lii )\ Ul~C lo itine111no memoriale d1 Piero Nardi. Sono i primi ricordi d1 1.m• clullo, nato a Vice1u:a m una 1or1~0~.1 contrada un po' luon mano: :.ono i ricordi di collcg10: un l1:1ngh1ss1mo .casamento con le hnc~trc dei ca111cru11 che da,·ano ,u ua ~:~,~~~-~i~~1i~~~i 1 ~flll~vf 0 ~u~~ bo\'a il -.onno del g1ov1nc1to nelle nolli di pnm.i,cra e di c:.lutc. Poi wh .inni ICl"\'ldJdel liceo e ili inconlri fecondi con Valentino Piccoli. con FiliPl>O Sacchi ccc., e la na– 'lCÌla della ,·ocaz1onc, alla lettura accc,;a dt Terra 1•er– g111e e dì Ct111toNo110. l·u una au1cnt1cn inlnnm11onc dan• nun1.inna, :1 ~mngare la qua– le m1en enne ,I L:Ont ..110 c.:on opere come Il San– to e lcihl, part1:olarmen• te de1crmln11n11 per un 11'.lO– \ tinc viccnt1110 d1 allor.i: ne è da dimenticare l'inllucn,a del • naturalismo poc11co 1m– brialia10 dall'in1cnz1onc :.c1en• tifica• di un altro autorevo– le vicentino del 1empo, Paolo Li~.gli anni unive1-sitari glt mtere~si del Nardi si allar• iò:tmo notevolmente e spc~so 111,·ecedi andare a Pado\"a a 1111111..ilinconirsi « alle 1w1oni d1 ar.unnmticn Ialina dl •·o- lcssor Rns1•• egli p1 l •LC /~:~s1.~~~~i;~;~d~i~iolcerg1 1 ~1o 3 ~: te Berico leggendo Chateau• briand, Piver1 dc Senn.1n• cour, Costanl, Mussc1, S.11n– lc•Beuve, Mauncc dc Gucrtn, eccetera; e, altra rlvclaz10• ne, il no~tro Gozzano. co~tc~ ~~o.'r~rf:a~\~~r31i d~~ compianti Valentino Piccola e Vincenzo Errante, lllL:Onln con Dieg:o Valen e Eurialo Dc 1\-lichelis. Con Valc:n, al- ~i~:~~0ep~~r~iz:~~Z~Ò d~~~ 1 in11~ c11:ia car,1 di .1flc1ti e fervi• da di aperture umane e cui• turali. Durante l_epas.-,i:sia1a- :1~ ain~~;~ pe~~s~ 0 ri le~~~;~= scolari dei quali_ Valen. a1à allora esperto d1 letteratura francese. cil.:'.l:\•ai collaterali Rodcnbuch. Laforaue, Jam• mcs e Fort. E Valcri leage– vn all'amico anche le sue li• riche ancora inedite (aveva• no • un non so che lievità, che v11alità • pur nella impO• sta1.1onc crcpu:.colan:) che, par1endo cah per un cor~o ~:nda;!e,~~~a~c~~obb~ic~~i~~~ al Nardi. Uscivano cosi le Gme _trr:.tez.z.e, primo libro di Valen, con l'etica dell'edito– re Sandron, dai 1orch1 dello ~~~~dli~~n loGral ~~~~li l~,;:~l~i~ ne. L'incontro con Eunalo Dc Mi_chchs avvenuto tra I ban• chi di scuola ( Piero Nardi al suo pnmo unno d'mscana• mento, Dc M1chclls alunno del Ginnn:-.io d1 Viccn1:::1)do• v.eva diventare più tardi mo• t1vo d1 aaran1la di due au– tenti~1 documenti d1 Poesia Quali Aver ve,tt'anm e il ro– ""!3!17<? Ac/amo. Altri ricor• d1 mfrne, calati in paainc ora nostalaicamcn1c commosse ora ven~tc di un so11Uc Jiu: mou~ neuardano l'cspcncn• La d1 auerra dello scrittore d:1I .corso •.nel vecchio Jortd a!onoso d1 Mestre• dove c ,cra~o altr! umciali improv– v1sa11che nspondevano nicn– lemcno che ai nomi di Bor- fi~SG•a~~~Ìli~~ng!An~~~;i~"1:~: Abbiamo parl:i.10 di e lingua moderna •• cd eccoci a una allra delle arandi passioni di Fochi: gli studi di linguistica. I lettori della Fiera, certo, avranno notalo da anni qu'el• l'agile e pungente rubrica che s'intitola « L'angolo del !in• guacciuto •. in cui Pochi bai– taglia indefessamente per far– ci parlare e scrivere un po' meglio di quanto oggi in Ge• nere non fucciamo. Ma i suoi sforzi stanno per avere una sistcmazjone e formufatione· meno frammentarie ed effi– mere in due \lolumi di pros• Nel gruppo del Conciliatore vane e diversamente ricche furorw le ~rsonalità. Anzi– tulio Silvio Pellico, Ludovico di Breme, e Pietro Borsier1 clre ne stese il programma; e poi Erme.s Visconti, prin– cipale rappresentante del ro– manticismo dottrinario e m– tuno amico del MartlOm, che per allora ne condividC11a in Tutti i conciliatori si sotto– scriveva110 o con un pseudo– nimo o con le sole iniziali del loro nome. Giovanni Ber– chet, che firmava Gri.sostomo, si occupava principalmente di letteratura spagnola e te– desco: Federico Confalonieri, che sottoscriveva glt articoli co11 le propn·e iniziali, non usciva dal campo che gli era proprio, l'economia; altri scnvevano su argomenti in– teressanti e vivi per la loro stessa attualità, come i ban• chi pubblici e le cambiali, o le possibili applicai.ioni delle macchine a vapore, o le sco– perte e i ritrovati della me– dicina. Ciò dimostra come i •conciliatori», che non ave· vano della letteratura un con– cetto accademico, tenessero moltissimo a entrare nel vivo dell'esperienza e della realth morale e sociale del loro tempo. B la letteratura, pro– prio per merito loro, c'en· travo per la prima volta. Si leggC\la infatti nella seconda mtroduzione al Conciliatore: « U gare accademiche, le di– spute meramente gramma– ticali, infine la letteratura Inoltre, la cultura dei e con• ciliatori. • dimostra quanto cammino avesse fotto nella nobiltà lombarda l'ideo del– l 'illuminismo cosmopolitico e ( ilan.tropi.co del Settecento. L'illu minismo era diventato nazionale e sociale, cioè libe· ralismo. Accanto a letterati piccolo-borghesi, Pellico, Bor• sieri, Pecchio, si trovarono accomunati, sulle pagine del Conciliatore, autentici rap• presentanti della nobiltà: i Con/aloni.eri, i Porro, i Vt– sronti. Il Porro, ani.i, prestò generosamente anche l'aiuto fmanziario. l romantici del Conciliatore, co sl detto a p– punto percht si propan e.va di giungere ad una conciliatio• ne tra antico e moderno, ma– nifestarono nella loro cultu• ra un animo liberale: utile conoscere le opere stramere per suscitare ntL pppalo Jo cciera: fino all'arm1stiz 1 o quando cali si trovò ad esse• re, fra l'altro, dire1torc di mensa e in questa vesic do– v~va essere capace di improv• v1s:1re, per un b111.arro CO• l onnc llo plcmon1esc, non ~ r.to poesie, ma per escm– '---------...JI p 10 , dcall appctitosi aanolotti..
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