La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 25 - 18 giugno 1961

Domenica 18 giugno 1961 LETTERA DA JPAR1fGJC * Satanae Cartesio divinità diFrancia * fii Gl.l.\ 1 1\ 1 I ,UC()IJli'l"l'l Se qualcuno mi chiedesse, di punto in bianco, quale mi sembri esser la questione che occupa maggiormente la cri– tica rrance.,c, credo che ri– sponderci, di primo acchito, Sat;ina. E mi spiacerebbe as– ..ai. mnami tutto per i f ran– cc~i, i quali non -.opportuno , cdcr p:l',s.11-cinn:1mi a Car– tc-.io nemmeno il cfonolo: poi per quan1i, nel mondo, si son fotri una cultur3 di idee chiare e distinte, di triangoli equilateri e lince rette,. pèr mcS?lio iiu-,t,1r la lc1tcratura d'oltralpe. Pure. credo che dirci il ,ero. Lo conferma l\ta'\: Mllncr, che in due tomi ha fatto di recente la Moria completa di Satana da Ca:,ot– tc a Baudclairc, per colmare, come dice nelle prime pagine, una gro:.:.., l.lcuna della criti• Ci\ letteraria in Francia. Che poi -.ia m1,1gro~sa la– cuna, e per l'appunto ciò di cui dubito fortemente. E tut· ta, ia, il problema di una cosi ostinala cclcbrit,\ di atana è interes:-.ante, :.iccomc mi pare a,;sai curioso, :.e non s1raor– dina1io, che un popolo te– nacemente com into di e:.')crc ra1.ion.1le ne celebri fasli e nefasti con tanta frequenza. Perfino la piu filologica delle critiche, quella di Sorbona. ha tentato di spiegare la poe– sia di Baudelaire col mani• chei:.mo. E. bbogn;-i comcnire che non manc::1materia d'in– dugine, almeno srnndo alla lettcr;1 cli opere non solo di Rimbaud, ma di Balzac o Hu~o. Se Satana non ci ha a che fare direttamente, c'en• tra di tra,erso, tra un'ab• bondanLa di problemi eso– terici. E la grande diffusione dei libri di Ballanche. Eli• phas Lé, i o della Bla\"atsh fu preparata dal medcsimÒ -..cicntismo \Cllecentesco, non alieno da un pinico di ~tre– goncria. M1 sembra, perciò, che si pO!-t!,.l fare una constata:,ionc generale: che giusto nel se• colo in cui :o.i ge11arono ~ fondamenrn dc\l'c!-ttetica, e in cui :.i cominciò a cercare nel– la storia la realtà dei valori umani ,la Fr:rncfo intensificò il suo equilibrismo sull'orlo dell'irrazionale, trastullandu:.i spesso con fantasmi, impres– sioni, allusioni. Che sia s1ato un cccc~:;o \'endicatho con- 1ro l'illuJTiinismo? Può dar:.i. Ma abche· intorno all'illumi• nismo, bisogna intendersi. Lo spirito d'oltralpe era così Po· co soddisfatto dei lumi della ragione. che solo alcuni mesi dopo aver dccrc1a10 la morte di Dio, con un'apposita leg– ge, acclamò in un • tempio• un non meglio identificabile Essere supremo, metà Bacco e mclà intelligc01.a unÌ\ crsa– lc. con catcchi,;mi, l'inno di Théodorc Dcsorgucs, e la par- 1ccipazionc canora di tulla Parigi. Doveva e~sere, nelle intenzioni dì Robespierre, !ioltanio un cullo. Invece, tra fontane di pinnto, tornò la religione di Chatcaubriand, O\\'cro :.cntimcntnlismo dei– stico. Non discacciato da ve• ra ragltJnc né da una solida' teologia, Satana attendeva di ripresentarsi, ::,otto sembian– za di angelo da rlabilitare o di principe ingiustamente in esilio. Di dhcr,i:t!-tima specie fu– rono il satanismo carduccia– no. incantato dinanzi alla "aporicra, la religione del Ma01:oni, tanto guardinga da parer ,;tuccosa, o ìl pagane– simo fo:.coliano. cosi pieno di d~ùto~~'. f~~~u~~~l'Cacr~~~~~ ~i educò al giacobini:.mo. Manwni al giansenhmo, e Fo~colo al medesimo spirito, cla:.:.icheggianlc e patriollico, 1~ 1 ~hJ~gld !,~ioc~~ii~;~m1i~l della parabola romantica, Baudelairc descrisse il :-uo atana .tlta maniera di J\lil- 1on, bello e (dice) patrono della poesia.. Quindi, anche Milner. dopo Blin. Rutf o Zumthor, indaga come Bau· dclairc ~cntì fortemente la presenza del demonio, cioè di • un ,uoto a11ivo insediato nel più profondo del suo es· sere •, di una • fcrila aperta da cui i:li ~fuggono ,11a e ,olont.1 •• e conclude che il • miracolo baudelairiano • consiste nel fatto che questa fcri1a parli, che • il vuoto attesti doloro~amcntc c Bel· lczza e Ideale. E qui sta il quesito. Perché se posso am• mettere che una ferita parli, tro\'o per lo meno strano che un ,uoto attesti, e sconclu· sionato ~hc ::,ia un \'uoto « atth"o •· Sprofondato nel nulla, sen1.a vita né ,olontà, Baudclaire avrebbe potuto scrivere un'opera che sta a capo di tante esperienze poc· tichc moderne? E infatti, 8:11.dclairc poeta scrisse sol1anto di un sim· bolo; ma Milner non l'inten• dc e, lapalissianamente, si ri· fui;ia nel miracolo. Tutta,ia ebbe a notare, e non pote, a non nolarlo, quell'cquh"oco intorno al quale si aiairò il cosiddtllo saianismo roman• tico, di un Sa1ana buono e di un Dio catti\ o, per cui in realtà molti poeti finirono con l'iO\·crtire i nomi. sen1.a ,·era intenzione, propriamcn- h~a~~oongl~rcS~~i't1Ì: ~e.in~ i~~i indiffcrcn1ementc l'angelo o il demonio, e che Baudclaire faccia altrettanto. La questio– ne è meno complessa di quanto possa parere ,ricor– dando dc Maistrc, il quale ,cdc,a tutti i \'i7.i di Francia accorrere al rauco suon delle tartaree trombe (è dc Mai· stre che cita Tasso), e poi quel curioso ziba(d,me del Dumas su Giuseppe rlalsamo, o Cagliostro. Orbene, Duma'i accetta la medesima tesi del dc Maistrc, che la ri\'olu7ionc fu opera di maghi, con lo sola differenza che do,c quc ~~cs~trl~~:la didt~f1 1~m~c~t~'. Stregoni erano i sacerdoti ~i~g~taf°~i~~;/;~.ibpb~~tiéa~ ,atte. Questa reciproca accu· :.a diventò cos\ rcvcr,ibile, o, :.e posso dire, intcrcamb1a· bile, e il sociali:;mo acco!-tlll· mò talmente gli ::,piiitì a identificare un cattivo clero con la religione, che Baudc· lairc anribuì a Caino po,crta è mbèricordi:t, ad Abele ric– chezza e perfidia. Tutto :-:.ta intendersi. e rispondere l'in• \"erso di quel che db:.e il du• ca di Liancourt a Luigi XVI, l'indomani della pre:.a della Bastiglia: non è una rholu– :,ionc, ma una \Ommo:-:.,.1 Per di più, una :.ommossa di termini. Sarebbe :.ta10 molto piu ::,cmplìce in1ederc che non dal ,·uoto si generò la poesia di Baudelaire, siccome il , uoto non genera. E. :.e si capi,ce donde si generò, ,j capisce anche la poesia medcs1111a. Ma per l'appunto, la cultu1;.1 francese non e accO!-ttumata a questa logica, e prelerbce k soluzioni miracoli,tiche che :.i dibattono tra i due estre– mi, di Dio e del Dia, ola. Allargando un di:.cor!-.O che già feci, l'an:.ia rcligio,a Iran• ce:.e :.i acqucla raramente 111 Cristo, cioè nel Verbo, ri• :.anamento del dolore dell'uo· mo dinanzi a quella trasccn• dcnza che anche al mistico pare uno strnppo, una di• sgiunzionc cui la sua natur.l (umana, tuttavia) ,;i ribella. In altre parole, Io :,pirito frnncc~e tende a dichiar.u-e il dh ino ina11ingibile e im penetrabile, ciò che non è :.e non irrnzionali~mo n:ligio– so. Per con:.e(Zuen1a, tende a :tcagionarsi. r..:ci momenti di maggior smarrimento, Bau· delaire, che di Cristo parlò pochissimo, c..s1rac da una scatola a sorprc:.n un singo– larissimo Salana pietoso; Rimbaud, dichiarando!-ti al– Oitto prigioniero del mondo morale, impreca contro il bai tcsimo; si aggiunga il Qui proquo filosofico, Mallarmé che cerca\'a la bcllcz1a nella assen2a, e si a\'ranno tre pie• Ire miliari dell'arruffata ,i, ccnda. La critica france-;e, in\'cce di poni mano :,,..-con– do logica, prende tante ap parenze per problemi. Con un po' di buon senso, sarcb· bcro apparenze facili alla resa, come quei simpatici,si· mi speltri di Oscar Wildc, che non t10,arono rifugio :.uflìciente nemmeno nel!., quarta dimensione. In allrc parole, la cartc..,ia• na Francia :.cmbra talvolta sragionare. Particolarmente in et:i romantica, le fratture sono cosi profonde che l..as· :.erre e Ravnaud attribuirono certe c:.agerazioni a tcde,chi e inglesi, rinnegandole come antinazionali. Il pre,io:.ismo, per contro, sarebbe •colpa• dell'Italia, o della Spagna; e Grégoire sc1i\'e, a il nome di Robespierre,modificandoneIn grafia in Robertspicrre, per :.ianHicarc che tal mo,tro non potc\a essere francc::,e. In ,erità, Hugo • ,·eggente e Balntc • v;sionario • :-.onosuf– ficienti sia a mellcrc in crisi lo :.chcma storiografico tra• dizionale, sia a spiegare 11 romanticismo francese sccon• do l'c,·oluzione dello ~pirito stesso di Francia. E se si di– ce che lo spirito di Francia e classicismo, ~ 'ha dn ricor• dare che in quel cuore c'è una grossa spina, dico il ba– rocco (o meglio. Quello che :.i usa chiamar barocco), che forse fu :.emplicemente e puramente indistinta coscien– za di una molteplicità, dcli., irregolarità del di\'cnire, che trasformò la ccrteua del· l'essere in ansia dell'essere (forse. ristudiando la tc:.i crociana con le opportune correzioni, s'intcnder;i che il barocco è sentimento della ,·ita, la sua umanità, le :.uc sregolatezze, allorchC si rup– pe l'unh·ocità del rinasci• mento, cd appar\'c l'in~tin- ~%~il~~~~h i~à ,~:L:~~~?1~ coscienza si fece ~cicnza, riassestando~i nel fatto, nel· l'accettazione della :.toria, in Francia c,oluì nell'intuizio- ~!~~o, n~I "Jl::;bgsid~ 1~f!:ic;, ncll'ahernati\"a tra l'a~:.oluta• mente imperfetto e l'a:-.!-tolu• tamen1e perfetto, tra la spre- tt\t ~~al,t~nde~~!:o;a :.i~':at~ ogni cosa con Satana. Cercherò di chiarir mei::lio, siccome pur recensendo ge– nerosamente da quc:-.tc stc:.:.c pagine il mio bre,e studio su Baudelairc, Marino Piauolla pare a11ribuirmi qua e In una in1erprc1azionc manichea, b;.1• sata su di un presunto im– peto di dannazione o su di uno spirito masochista, con• eludendo che Baudclairc lu callolico • fino a. Auando non i!;iunse alla scoperta della Bellezza•: il che cqui,·ale a dire che non fu mai cattolico (fu solo genericamente cr.– stiano), siccome all.l scopcna della Bellezza. da buon r,oc• 1a, giunse immediatamente, e la precisò poi. on soltanto il manichcbmo di Baudclairc, ma il manicheismo di tutta l'e1à romantica è un equi\"OCO della fantasia poetica o un'a– strazione della critica. Come credo di a\·cr mostrato ~lt~o– ,c, il buon scn!-.O11mam~11co italiano, pronto a co11C;ggcr~ l'uomo con la regola, d1\'cnto armatura sciovinista e du_– riJfficntc ordinatrice dopo 11 1mv,siccio intervento di Ri– chelie nel ICStO dei Se11ti· ments de I' -tcadémie sul Cid. Dopo di allora, e a comincia– re da Corneillc, la poesia del -..eiccnto si dibatté tra questa re1,iolae la tonn.:ntata e con• fu,a consapc\"olezza dell'im· perfetto, che la decadenza !,pirituale del mondo latino la:-:.ciò ,coperta quasi came ,ha. Il contrasto fu più vh"o in Francia perché vi mancò unn dolllina dcll;:t storia giu• '>tilicatrice, la fede in un'a1io· ne della provvidenza. Ne , en– ne un'amplifica7ione della l;.rnta:.ia. che nel settecento C'>alto per suo contenuto la ragione (razionalismo fanta– -..tìcoe perfino fantasioso). poi dil.1~ò in arcane e grandiose intuizioni, sotto apparenza di discor~o chiaro e distinto. Quindi. assen1a di \'ero pcn– :-.iero, o ,toria. Incapacità di fr-.anarc l'imP.erfctto in quel lluirc che e 11 nostro purga– to1io, il nostro mondo. ~on dubito di Poter essere tacciato di eresia, benché non manchino autore,·oli sussidi, come la prolusione di Mac• chia. Ma quando si parla di idee chiare e distinte, non bi,ogn,, dimenticare che esse ripo!'-ano sul criterio dell'e,•i~ denza, per cui è \'era la cosa ..:hc <;iconcepisce chiara e di• ~tintn, come la coscienza che l'io ha del cogito. La ce1·tcaa cartesiana è immediata. L'esi– ,tcntc e ridallo al pensante. Il pensante, all'interiorità del soi[actto. Quindi, la conosccn• ,a è intuui\'a, ,erità c,•idente che \'impone: e la deduzione è altres1 serie di intuizioni l.'.apaci di connettersi. Ma la c\'ldcn1a e l'intuizione per sé :-.lanti, e criteri as~oluu, rin• ... ccchbcono la ricchezza della n.';.1ha, fino alle nozioni sem– plici. La loro medesima logi• ca enlra in crisi. e impedisce, come Ieee rilevare il Vico, ogni ,·era uscita dal pensiero attuale e immedia•.o. D'altronde, direi che di– struj!g:e altrcsl ogni fonda– mento etico dell'uomo. La co· siddc11a arie • moderna•• che ,mcora si celebra nei saloni della Biennale di Venezia, nac· quc Irance'>e in veste rivolu· ,ionnria, Ira un rumore di cocci infranti. Spregiava il pn%nto e l'accademia, e di– ,,cntò una sparuta è zitellona accademia, sempre mana perché :-:.cmpre intenta a l"Ì· nlll_~inar_ -.é sle'>Sa, a \'Olcr o:-.tmatamcnte rinascere dalle proprie ceneri, restando quin– di. in londo, cenere. Il suo '" ,·cniri~mo è I.a qualifica del :.uo antistoricismo. E l'anti– :-.torici,mo, non fosse che per l'in')ulsa ,·olontà di rinnegare il p;.i,;<.ato,disconosce la \"ila, contra,ta l'humus più fertile della crea1ione, gmsto appun· 10 il pas,ato; quindi, è inca· pace di far'ii soggetto di mor.1lità, o, ,ero di attestare un , alore. Ma da questo punto di \'Ìsta, vi sembrano in contraddizione l'antistori– cisla ra7ionalismo cartesiano e l'avvenirismo? A mc neppu– re un poco, e come l'età di Luiiji X1V ebbe invero acu- 1i..,smm sensibilità :.trc11a nelle forme, l'illuminismo fu, letteralmente, se11timento del– la raaione, e il cosiddeuo modcmh;mo sc,uilmmco del· l'irrazionale, co:i tutto il cor– teggio psicoanalitico delle -..c1i11urcautomatiche. Si al· h.•rmò un dogma scipito, l'ar– te è questa e non altra. ciò che comPorta le scioccheric del modello fisso, e il rifiuto di tanta arie trascorsa. Non per nulla l'amoralità di Lafc:idio tenne a battesimo Eluard, T,ara e Bre1on: per– dic ne\'-uno può impedire l'arbitrio di un·cvidenza che è la propri~,. personalissima e non reale e, idcnza. Così, la Francia ha imparato a di• sgiungerc del lutto l'uom:> dalla 3toria. Il gesto gratuito aprJ l'uscio all'esistenzialismo, che è il culmine di un'apo– '>lasia, l'abiura di un uomo che si la<icia s,•ellerc dalla ::,torìa, e porre tra due; ,·uoti, prima della nascita e dopo la morte. Quando finirà l'am– biguo dominio del pronipote di Cartesio. inutilissim:t dn·i· nit.1 di un 1ra110 di vita s~n- 1a origine e senza teleologia? on sarà mai ripeluto abba– stan1a che l'io non può essere fonle di eono:.cenza se non ,i concrctiu.a in stori:i dello pirìto. E la storia dello spi• rito non è che storia di \'alari, direbbe Croce: dh·enire, fat– to, , erbo incarnato. Mentre l'errore. l:i colpa o· il pcc• cato sono non pensiero, non moralità, e asscn1.a di un di\ ino bene che ci governi. Soltanto per 1ali causa. io pcn~o. oltralpe ci si interessa con tanta frequenza al Sata· na dei poeti. Il quale, in \e• rilà, sembro tanto sottile e in~inuante da voler far cre– dere di a,cr diritto di citta· dinanza nel mondo della poe• ,ia e del pensiero, O\'\'ero di c,scrc \'cramente. Concorso per Poell, Ro– mtmzlerl, Novellieri, Com– mcdlografì, Parolieri di canzoni. rer Informazioni lndlrluare a: • Editrice, Via Buttlgllcra, 2 - TORINO•· LA FIERA LETTERARIA CARLO CRJVELLI: « Maria Maddalena• (particolare) J[J) Jr lUH J[ O J[J) 113: L JL' A\.JP JP' A\ JR 'J[' A\ T O * Il libro di.cui non si parla )f. di GAE'l'.111/(J ~u,cAl'ITGELI notare che, a proJ)Osito di Ia,·oro. Pensiamo con simpa· Graf, anche Montale, nel sag- tica commemorati\ .l, alla la– i:\O in1rodutti\"O alle pocs~c tica e all'impegno _1mp1egati di Gov.ano nella recente ri- e 5pr1..-c.1ti da l·;.\lqu1su que· pubblica.tione di Garzanti, :.te colonne, in quel momcn· accenna .1 • Le Rime della IO ,per arginare con qualche Scha • come « ogai ~ottorn- preci~ ragione criuca 11d1- lutale • ,e ancora soggelle, lagare dell't~quictantC? le• :.i direbbe, alla sfortuna che nomeno... Gia, propno un in Italia incontrò, pii ma che fatto come 11 successo del 111 quel 5Cnso vi :.i affer- •Gattopardo• poteva, anche mas:.e in\'ecc Go1.Zano, « ogni da solo (ma ci sono stati, ci tentativo di poesia borghc:.c· :.ano e ci saranno al!ri i:at– mentc dime:.:.a, parlata•· topardini, a conscn•are nn· Gi!'I,anche Montale avrebbe che soltanto in simbolica pre· attitudine alla rubricazione :.enla quel genere di trionfi) del • Libro dì cui non si giustifìcai·e in compenso la parla •• per le sue possibilità inaugurazione della nostra di indipendenza critica, di inedita rubrica; che, se im– riportare il fallo c1itico a ziata a ridosso eh quel eia– ragioni meno legate alla more e di quella agitazione :.tn:trn con1ingenza, per la colle1tiva, sarebbe pio,uta su ne!-t!Suna preoccupazionc di quel tripudio come una spc• :1lfcrnmrc una modernità ol- cie di • mercolcdl delle ce– tre il limite richiesto da una neri•• a indurre a pcniten1a • csiacnta concreta e inelutta· e a rigore quei tropPo facili bile; e sarà, per lui, al ferma- pccc.11ori. zione più implicita e risul- 11 tempo e lo spazio strin– tan1c dall'interno, che non gono ormai questa mia dh•a– dire11amen1e dichiarata. E a gazione, che intendo riprcn· proposito del concc110 e del- derc con allre c!-.emplifica• l'istanza di modernità, tor- zioni e altri argomenti; ora, niamo a Pirandello, e citia- potrei concludere con un cau- mo l'inizio di una ~ua re- to omaggio a Paolo Milano censionc (• Gazzella del Po- che, su •L'Espresso~. n.-cen• polo•, 17 gennaio 190!1)a un scndo anche lui con scoccan· romanzo, • La camminante•, te prontezza « Ferito a mor- di Giustino L. Ferri: • La te•· il nuo\!O romanzo cli La cnodcrnilà non può esser al• Capria, ci hn risparmiato u·o che nffettazione. E tra l'ormai immancabile ci1m-io– lc tante affettazioni, che af- ne di un bruno descritth•o di ~li~~~~o l~~l~~n~sade~l\c~~~ ;uo;~e~~otl~~a rk~s:;~n~~lb~~i dubbio la più ridicola e va- libro suddetto; citatione che na: sforzo smanioso dì ap· i recensori replicheranno - pnrir nuo\'i e singolarii a lo stanno già facendo - da ogni modo, a ogni costo; un foglio ad un altro con sfon:o anche miscre,·olc per pcrfc11a sincronia illus1rati– tut1i i contorcimenti e le ,·a, e con alacre zelo critico. smorfie a cui costringe. La Quel Milano che. disponcn– singolarità \'Cr.l e nuova, la do anche lui di facoltà cultu· oriainalit~. non è cosa che si mli e di attitudini morali che procacci di fuori; si ha den- potrebbero essere impiegabili ~~~e~~~ ~o~a;sae ~~~dJ1r! convenientemente nella ru· d'averla e la manifesta con brica del • Libro di cui non la maggiore semplicità, cd è si parla•• si dimostra m,·ece nuovo sempre, senza ,•oler applicato ad indicare e illu• mai essere moderno.. Ma strare soltanto libri stranieri, chi potrebbe pretendere che o libri italiani legati, in un \tontalc fosse disponibile per modo o in un allro, a una un impegno cosi radicale e ter:idenza _spiccata, a un. ri– totalc quale è quello che sa- chiamo_ da. moda; col nsul· rebbe richiesto dalla mia pro- tato ?1 sc1uparC: ~!'la ~uon_a gc11ata rubrica? Senza conta• • occasione e poss1b1lltà d1 ag.1- re che egli do,,rebbe rinun- re dc mocrat17amcnt_c anche m ciare forse alla condiscendcn- se.de .Jettcrm~a. anzi che con– za verso cose un po' fatue, tnbui re:. e sm pur~ nttraver– c appariscenti di una sin- so. le p1.u pcr~o~~h e :-ippro– golarità non profondamente pnatc r1scn•c critiche, al con· autentica, Quale mi è scm• solidamcnto di una tutta brato \'cdcrlo accondiscende- particolare atmosfera; dimo– re in qualche caso. on rie- strandosi sempre, in defini• sco poi, .pe:50nalmentc, a 1iva, che la letteratura, spc • pcrdonarah dt avere avallato cic nelle sedi di ossen ·al.io • ~~f'5~an~~~~o~~ jib:n c~~~ ne più alte cd ufficiali, non « 11 Gauopardo •; anche se è ~ltro ~he I~ ~ola. tno~fale un suo rifiulo, o sue più de- sene dei « hbn dt cui SI IL RO>-IA:\"ZO DI . 'A GE:\tRAZIO,E * La Capria ferito a morte * di PU,'l'HO Cl.ll,\'l''rl Fuito a moru, il romanTo d1 Raffaele La Capria ora u<,<;itocon Bomr1ani. e di quei lit-ri .:hc to«òlnO dentro e non ..,1 ~a capire pcrche. che un'anah 1. ncsce d d1.,truaif!re piu che a s,clarc: libri difficili, m1.,tenos1. Roma010 brC'\e e fitto; aggrcssho e sfuagcnle; nel quale la pa._ 11'lneg1oc.à con le parole e il gioco e a una paro!• dalla ~i,.peranone che non si scri,c; immobile e trabocciàntc d1 figure. dt e,cnti; doloroso e di,·crtentc; che potrebbe bsere d1mezzat~ 0 raddoppiato, e qua~i non è un. romani.o ma una une d1 episodi mescolati e abbandonati ~Ilo st.ato d1. pcrf~1one rclatirn; che procede per una tecnica a lllcastn labonos1s– sima e scioltissima; do,·e tulio e_ confc~,;1onc e nes\uno 31 confessa; un romanzo che ,doa:llc dopo cento pa;,ne un cnia:ma essenziale alla comprens1on.- delle_ pnme rogme, nel piu assolutci d1,;interc-.~c delle raau~m .del lctt~>re, e ~ospcnde questo lettore ncll'at1esa d1 ~opnrc_ 11traum~ della memoria da cui è <orta la necessita. per I aulOre ,d1 scn: verlo, 511 che pare, addirittu~. che _ tutte le c~mphcanom stilistiche, la struttura a ,·arn pia_n1 tcmporah, a cpisod~ conclusi e concatenati, siano nulla p1u che una rartmat 1 a ';;" niera di nascondersi. d1 rimandare lo :,c1oa:hmento. a ne dell'incantamento, del soano. Tutto c_10,e _a~tro ancora. e Ferilo a morte, c~istenz.a e_ fai.o d1 moti\ 1 e sentunent! 0 sti, rusccllare d1 tema minor:i,, ~1 fi_aure secondane. d1 , ~razioni di umori sfumaturah, 1ron~a e s1~aa1mer:ito. tura-ideua' c dissoh.imcnto: ~ppurc non e possibile .d.cfin_tr~o ~~n lap~~si~~~nt~~a ~~di~~l~~-:-0. s!~J~~ici~°om:1 r;:on:i~h~ al critico. Ferito a morte c. il m1\tcnoso, stru_nente • ro– manzo della gio\ineu.a •, scritto dalla !.Ponda .dmllu~ delr~ maturità, che tanti tra quelli che hanno, oggi, supc~to _.a trentina hanno inuulmcntc at~cso, accontC:ntan_do~1,~a ' 13 di surrcigati, di volgari o ambigue appros~1_rrya7:1ona. E s~e– rabilc, è augurabile, che il meccanismo st1hst1co da cui ~ sorretto regga alla forza usurante del tempo e del gusto. se c;ò a\'\'crrà, Ferito a. morte \'arra doma_m come acuta }~~~~~o~ia~7;:rt~•u~!11t~~~n~;i· c:~cn~!~Pi,fi~~c d~~n~e~~ si accorse di non cs,erc p1u '110,·anc e da no.~ a\Crc mai avuto nessuna gio,·inczza. d'c!t~e_rc uscita .dati mconsapc,o· ~~:3 ~:C~~~fr/Ì~ic~~a d:!~ ~:l1~1i~~·u:1onae ~1f~n~~aian~1i; maturità dei desideri inapp~gat1, delle fcr_ite 1mma~mab1h, della saggezza delusa. Fento a morte e La Capna. per: ~;!~ 0 ~ ~~~~d~tode~a n~~a èm~~~~~lo~i eq~~!tih~d d~ 1 fin1t~~ Tutto il romanzo a\\ienc d';ntro la sua mcm~a. e qu~ che il film si proietta: i ,ani pcrsonaiit ~no I fanllimt d'una sola gio,inczza, d'un solo sogno (o incubo) .. c_on I~ acquea facilità superficiale e . la profonda n~CSSII~ dei sogni, con una popolaz.io.n~ d, 6_aure ~nza ,,so (m La Capria non esiste .1~ d~cnz1onc_ lis1onom1ca:>che n~llo stat~ di sospensione onmca m cui s1 t_ro,-ano s1 scambiano par iicolari1à, essendo insomma 1an11 e un solo personagiJO, un coro e un monologo. La storia, se ancora si può parlare di storia. si s,·oltc nell'arco di dieciasscttc anni, dal '43 al '60, da una_ fa,·~losa estate in cui anche la guerra e le boryib~ non nu~tr~no a spe 11 arc ti c~istallo _incant~to della. s;p~,vmczza,all ,ult1mo ~\~~~~\ :i ;'~~~1~0 f~~e lus~,~1it~~:i g~o~fin~ ~ ds~~!~\1: subito persi, senza un mo~l\:o. chiaro _e d1st1~10 che mc.tta in pace il passato e lo s1a1lh, compiuto e 1rrecuperabllc, ncl~"ro;ri:~:-qucsta impossibilita di una dcfin,i,io!le soddida– ccntc. Ferito a morte è il romanzo che t~sl_lmo_ma _d1una nostra gio\'inezza inso??isfatta, martoria~a dai nmp1an1\.su cui_pesa la irrccupcrab1h1à come un_ canco. doloroso,. Niente e pm triste che ,·edere come la \'1ta conunua (è l ultimo ep1-.od10 del libro), come i luoghi sono scml?re ali stessi. uguale il clima, uguali i ,•isi. e di tro\'aro;1 a cercare qualcosa che solo allora poteva essere cercato, per cs~rc. tro,ato e ,·issuto, perché ora non si tro"crà_ c. non_ s1 ,1,~ra p1u. Fuita a morte è la struggente d1ch1arnz1onc dt « non accc11azionc • del destino in nome d1 u~ dc~ttno_ mancat~. Ma sfugge al romanticismo dei . ~tardi. dt s~1luppo, m virtù di una vena ironica che Si mhilra in ogni monologo ~a~~g~at 8~~~~j i~~ 1 t 1 !ni~~~rnr~~ii ~~n~\rol~c- 1~ 0 ~.i~~à~~ mette da u\timo in conto della fataht.\ mcnd1o~ale '-la quel che è stato. sia quel che potc,·a essere e s1a mtme quel che sarà. apoli, ,la città•c~mmcdia, .~om~cric i per· :.onaggi e le loro ,ellc11à. Napoh, che • r, frrrsce n ~,_orte. o t'addormenta•• questa cit1à-s1mbolo della condmone meridionale, continua la sua « recita.• solare al. di f_uori della storia, (a Napoli e la natura \'lncc la s_tona •l, e. lo s cenario contro il quale altre ~ompaf'5c rccueranno fllO· , •ine1.za e speranza: dopo J\lassimo De Luca sarà Nmì, j J fr.uel lo minore, a vivere la .sua porzio"!e di ilh,1sione, e non ne sarà ferito ma addormentato, nspcttando cos\ J'alrlcnath·a ma anche l'impossibilità d.i u.scire dall'altcmatin. Infine il rom a n z o di La Capna è la storia d1 una ribcllion~ rientrata, di lantc nbcllioni fallite: l'1roma lo salrn dalla Jispcrnzionc, e m:.icmc lo proibisce al dr.:tmma, Potrebbe essere questo un limite di ,·alorc; e certo ciò non ,·a trascurato: ma è aiusto dire che l'au1ore e nuo,o e moderno sino a questa intuizione: si può scri,ere un libro come, n volte, il ciclo addensa nu\'Oloni ara,idi di tensione e poi li dissolve senza risoh-crli in lampi e bufera: un libro di presagi e di dissolvimenti. Quanta gio,·inczza, quanta \ita non finisce cosi. dissolla e non ri· sol!a, ferita a morte e non uccisa? La Napoli di La Capri.a, al di là di ogni inserimento nel problema meridionale (lo :.tesso romanziere ironiv.a il problema}, è il simbolo della i!iovinezza. si identifica col mare, con l'amore, coi miti d'un lemPo di promcs:.e e di spcrame che duramno J~1 sp~~oan~tn ch~tti~o ~~d~~!~ dt~7:à i~nc~~~ti, d~~!~~~~! matlutino formicolante di immaaini e ricordi, e si d1· scioglie in un esausto addio al passato). PORTO Dl NOTTE Le navi, nncoratc: nella nntte, cullano i sogni delle: ciurme: o~rose. Le donne fumano tille: at crocevia e guardano alla solilUdme dd mare. l'acuto fisclrio de, dogamen sospettosi l pugnale alle spalle:del silentio. Le luci rosse degli scafi oscuri s'allungano sull'acque 11ereee1art11 ove meduse avide boccheggia110 e l'occhio az:.urro del faro 11011 ha pac, Sono sparite le donne ai crocevia, al sortilPgio dc, dodici 1occl11. (Da • I canti della sera•) Pai:g. 107 • L. 1.200. ROSARIO SILIGATO CARPE 'A, Edi1ore Con questo titolo, • li li· bro di 1..u1non ~i parla , operando se~ondo il ç1iterio d1 scelta çhc la lonnuln im– plica, :.i potrebbe '),olacre una rubi ica cntica di impe– gno ecccl.ionalc, e d1 ;1ltrct tanto ccceL1onale utilità e<l efficaci,\, :.empre che chi la realizza:.se lo:.:.e pcr:.ona do· tata di prestigio e d1 autori1a tali <la lare com•crgere su di :.e una attcn7ione immanca– bile, e d1 susc1tarln in una ampia cerchm. Dubitiumo che l'idea e il propo:oilo ne ~iano mni alfiorati alla coscicnz:.i c alla mente di alcuno, almeno tanto vivacemente da indurlo a dichiararli pubblicnmentc, sin })llt~ a titolo di battuta parados~alc, a cui non fo!-.SC pos:.1bile o com·emente l..r ,eguirc un qualsiasi tcntati,o d1 rcaliZLazione. Mi piace di confe!-tsare questo ideale pro– getto :.u queste colonne, do– ,e la rubnca oppos1a, • li Ji. bro di cui si parla"•, è stata rubrica fra le più regolari e continuathe fino dai primi anni dc « La fiera Lettera– ria•: e, se non m'inganno, ebbe inizio con l'inizio stesso del' (Ziomalc, o poco appres– :.o. Qualche cosa dunque co• mc lrentacinquc o treniasei anni fa. Se fosse davvero rea– li7.zabile la nostra, e rcali1.1.a– bile, come dicc,•amo, con pro– poi-,ionata au1ori1à cd in– !luenza, con:.cguirebbc in larga misura l'efletto di com– pensare il giuoco degli inte• ressi più epidermici, di dis– sipare quell'alone, od involu– cro, di nttcnzionc fatua e ~upcrficinle intorno olle ,i– ccnde della le11era1ura, che finisce per stabilire l'atmo– sfera normale in cui rbuo• nano gli echi della cronaca, :.ccondo un ritmo e un im– pegno che chi ha buon orec– chio percepirà come mecca– nicamente soggiacenti all'cf • fimero, al divagante, a ciò di cui non merita serbare me– moria e rilcncre impronta dure\'Olc. La critica, in com– plesso, sembra ammiccare ali' osscn·a1orc avvertendolo taci1.1mcntc che a lei piace o com'iene seguire interessi del tulio particolari, svolgere un suo giuoco quasi autono– mo c indipendente dalle ra– gioni che si potrebbero invece 01Zgettivamcntc ricono~cere cd e'5igcre come dctem1inan– ti della funzione critica. Fun– zione che può apparirci come dominala da un suo fa1ali– smo, do una su:-i acquicscen• 1a, che la portano a com• promc11crsi con la monda– nità e con le più illusorie i'ìtanzc della • modernilà •· Dico le più illusorie; noo escludo che se ne agitino di altra natura cd entità; ma non affioreranno. allora, alla superficie, non rcclam_cranno per sè la luce abbaghante e fra<;tornantc di ncs<;un pro– scenio. Ne ,·crranno im·ecc prodolli frulli scareti, e se anche imporranno nuovi co– lori e nuove fanne, come di uno natura lentamenle rin– novatasi, conseaucndo un loro succes'5o, non mo~trcranno il segno e la pre<;cn7a dei fer– mcn1i dal c-ul tra\'agllo essi \'cnncro maturali. che mi è dhenuto caro e intimo fino dal primo sfo– gliarne le tante e fiue pa· ~ine: la raccolta• Sagw;i,poc· :-1ee :teritti ,·ari1 • d1 P1ran· dello, uscita nel!' autunno :.cor:.o presso Mondadori, nel– la collana dei • Cla:.sici con· temporanei italiani •• com1.: , olume complcmeolal'C del– l'opera omnia di quell'autore. Da un pezzo non provato un intere:.se esplorati\ o co:-1 pronto e vivace come quello che già il plimo contallo co11 questa raccolta mi ho :.u:.ei• l.lto; mi sembra di e:.sermi arricchito di una miniera dcll'intellcuo e dello ~pirito, che promclle chi sa quali profondità e chi sa quali av– ,·olgimcnti dei :tuoi cammini :.ollcrranei; e il nome di Pirandello mi si rinverama d1 una nuova potenza solitaria, ma di una solitudine appas· :.ion:itamente comunicati, a. Poesie, 1accuini, « foglielli • (alcuni editi da Alv.1ro) mi hanno già trasmesso illum1• nazioni e stimoli di ricerca, di conoscenza cosl atti\'i da tradursi in un sentimento di qualità non comune anche per chi non voglia porre li– miti ai fatti dello ~pirito, agli slanci del pensiero; è come se mi sentissi invitato a proseguire quegli spunti. a riprendere quegli abbozzi. Ed è proprio questo libro che mi ha. risuggerito quelle con– :.idcrazioni. quelle stesse da cui ho ricominciato, stavolta, il mio divagan1e argomenta• re. Pirandello avrebbe po· tuto infatti realizzare la ru– brica qui proposta; bastano quelle sue poc he recen sioni per darmene la ccrtc1.za . Ba• Mano quelle po che tracc e di allusione polemica per dimo– strarlo inclinato al gesto di una indicazione di :i•alorc che potrà anche restare senza eco, senza proseguimento. perché in quel momento gli interessi ,gli umori della :.o· cietà letteraria sono tutti ri– ' alti in direzione opposta; e Pirandello non aveva ri– tegno dall'attribuire al :.i– lenzio, all'omissione o alla negazione dei critici la re– sponsabilità di una malizin, di una cattiveria; eccolo scattare in questa esclama– zione sdegnata e insofferen• te: e Di Arturo Graf poeta, oggj come O(Z(Zi, non si deve dir bene!•· Cito dalla recen· sionc a • Le rime della sei• \'a•· Canzoniere minimo. se· mitragico e quasi postumo di Arturo Graf (Milano, Fratelli Trcvcs Editori, 1906): recen• sionc pubblicata sulla • uo• va Antologia• del 16 novem– bre 1906,e che comincia con queste parole: « Molte cose si possono scrivere intorno a un libro, credendo anche in buona fede di far della cri– tica•· Parole in cui si sente il distacco, la distanza di un individuo, di uno che non può confondersi in nessun conformismo, che non pub giurare sul verbo di nessun maestro ufficialmente insc• diato. Che ci si:l congenia\i– t~ di moi-i,•i, di atteggiamen– ti con il poeta in questione, non toglie nulla, anzi confcr• ma il merito umano e critico del recensore. Mi piace di ~~~~b.:~ i~f;~ ~~nj~· ~~~ parla•· ·~--------------------' Ro qui davanti un libro rclativamcn1e limitala sfera,--------------------------------, sul succe,;so di quell'opera; succcs-.o il cui àmbito e la cui propor1ione hanno supe· rato. da un certo momento in poi, ogni rapparto con la entità e la quantità dei rico– noscimenti critici. travolti tutti, positivi o negativi che fosc;cro dalla fiumana poco meno che improvvisa, e in– !!ònic51nbile qunsi alla stregua di certi fenomeni naturali, del1'11nlverc;ale pratica alter• mazionc del presunto capo- li] PO:-OOATO DIREZIO E CENTR~LE E SEDE: Roma, Via del Corso, 173 TUTTE LEOPERAZIONI ED SERVIZI D BANCA, BORSA, CAMBIO EMERCI

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